Le ore piccole qualche volta fanno brutti scherzi, per cui nella fretta ho caricato il commento nella bozza non corretta. Ecco invece il commento depurato da refusi e parti non riguardanti
Doveva essere la festa per l’inaugurazione del nuovo stadio dell’Udinese (piuttosto, chi è stato il genio che ha trovato la nuova denominazione dell’ex stadio Friuli, in “Dacia Arena”?), e festa è stata, ma non come sperato dai padroni di casa, umiliati da una Juventus devastante che ha chiuso la pratica in meno di un tempo, limitandosi alla gestione del risultato e delle energie nella seconda metà della gara. Gara quindi esauritasi nella sostanza. Non sarà sempre così per le prossime gare, ma intanto godiamoci il filotto di dieci gare vinte di seguito, e il secondo posto in solitaria.
Il modulo di gioco
Allegri ha schierato un 3 – 5 – 2 solito ma con una formazione in parte a sorpresa, almeno a centrocampo, con Asamoah al posto di Pogba, lasciato in panchina per scelta tecnica; poi nella sostanza la stessa formazione di Genova, Rugani riconfermato nella linea di difesa, Alex Sandro esterno sinistro Mandzukic di nuovo a fare coppia con Dybala. Ribadisco che non si tratta del modulo diciamo “tradizionale”, i due attaccanti arretrano molto, la linea difensiva è spesso a 4 anche in fase di possesso palla, non un vero regista centrale, ma una sorta di doppio regista Marchisio – Khedira, a seconda del piazzamento dei due.
Le sostituzioni
Poco da dire: cambi solo per fare rifiatare i giocatori, senza stravolgimenti tattici, Caceres per Chiellini ammonito, Padoin per Lichtsteiner, Morata per Dybala, come dire turn over in vista di mercoledì di Coppa Italia.
I singoli: sull’altare
Voglio iniziare evidenziando la buona prestazione di Asamoah, tornato dopo anni a giocare nel suo ruolo naturale. Non so se sia dipesa dall'avere giocato nel modo a lui più congeniale, o dal fatto che tutto è stato facile dall'inizio; certo è che la punizione che ha sbloccato il risultato l'ha provocata lui grazie ad un inserimento intelligente per via centrale, praticamente da centravanti, e i suoi inserimenti in fase di conclusione a rete si sono ripetuti altre volte, il tutto senza far mancare il suo contributo in interdizione. Detto ciò, comincia a non fare più notizia Dybala, che ormai è un leader, lo si vede da come viene cercato dai compagni, da come arretra per prendere palla e caricarsi sulle spalle la responsabilità delle azioni offensive; Khedira è un campione, lo si sapeva, si temeva per la sua condizione fisica, ora che sta giocando con continuità emerge il suo grande spessore soprattutto come intelligenza tattica sul campo; Alex Sandro ha pure trovato il primo gol stagionale, di pregevole fattura; Mandzukic non ha segnato ma è stato sempre in partita, procurandosi pure il rigore decisivo. Qualcuno ancora sostiene che abbiamo sbagliato il mercato? Infine, segnalo la prestazione positiva di Rugani: era l'anello ritenuto vulnerabile, non a caso i friulani attaccavano dal suo lato, pressandolo per costringerlo all'errore, ed invero inizialmente ha mostrato qualche titubanza; sono stati i compagni di reparto, appoggiando palla frequentemente su di lui, a dargli forza e sicurezza, tanto che nel prosieguo della gara non ha più sbagliato mossa.
Le prospettive
Il campionato più bello e incerto del dopoguerra, di punto in bianco(nero), sta progressivamente tornando ad essere il solito campionato falsato, naturalmente a favore della solita squadra. E non potendo trovare errori arbitrali, ammonizioni mirate (di cui beneficia puntualmente chi attualmente è in testa) e quant’altro, adesso spunta la “sudditanza psicologica” delle avversarie della Juventus. Cosa questa di cui parlerò in sede di postille. Certo è che, come facilmente si poteva prevedere, il ritorno della Juventus nelle posizioni di testa, e dunque in lotta scudetto, non poteva che riportare il solito clima nei media nostrani, specie quelli satelliti a certe squadre, cosa che, dal mio punto di vista, per quanto irritante e squallida possa essere, alla fine serve sempre a cementare il gruppo bianconero, stimolandolo ulteriormente. Passa quindi in secondo piano il fatto che la Juventus ha trovato i suoi equilibri, una nuova compattezza di gruppo e convinzione della propria forza, un gioco efficace, anche un notevole cinismo da grande squadra, che colpisce quando è il momento giusto. Elementi questi fondamentali per il prosieguo, dato che, come tutti gli anni, dovremo anche battere il contesto fuori dal campo, i vittimismi in arrivo, le moviole che d’ora in avanti saranno l’unico momento di valutazione delle partite, anche a vincerle in maniera netta ed incontestabile. Insomma, Juventus – Napoli è già iniziata.
La Giornata di campionato
La classifica in testa comincia a sgranarsi, delle grandi o ritenute tali, solo Juventus e Napoli hanno vinto. I partenopei hanno superato con qualche difficoltà quel Sassuolo indubbiamente ormai da ritenersi al livello delle grandi, anche quando è orfana per squalifica di gente come Cannavaro e Berardi. Le altre tutte ad accusare battute a vuoto, Inter fermata a Bergamo dall’Atalanta, o forse più correttamente, salvata da Handanovic; Fiorentina sconfitta al Meazza dal Milan, che così allontana per un po’ i fantasmi della crisi tecnica; Roma che non beneficia per ora del cambio tecnico, Spalletti costretto al pareggio dall’ultima della classe, il Verona che pur con un piede e mezzo in B, continua a sperare anche se finora non ha mai vinto una partita. Infine, in coda qualche segno di timido risveglio da parte del Carpi, che batte la Sampdoria, e scavalca il Frosinone.
Le mie postille
1 – Scemo della settimana. Al fine di meglio comprendere quanto oltre dirò, in relazione al premiato settimanale, devo premettere: a) – una squadra in vetta alla classifica, a strisce azzurro-nere, qualche settimana addietro va a giocare ad Udine, contro la formazione locale, e vince fragorosamente, realizzando quattro reti, di cui tre sfruttando vistosi errori degli avversari, specificamente dei retropassaggi errati; b) – successivamente, un’altra squadra nel frattempo andata in vetta alla classifica, va a giocare sul campo di una pericolante, disperatamente bisognosa di punti, la quale schiera metà formazione riserve, compreso il portiere che non aveva giocato un minuto prima, e in questo modo ne becca cinque dalla capolista; c) – domenica pomeriggio è la Juventus di turno ad Udine, segna quattro reti nel primo tempo, di cui la prima su punizione pennellata, la seconda sugli sviluppi di angolo, la terza su rigore ineccepibile, che frutta pure l’espulsione del difensore friulano Danilo, per fallo commesso su avversario con chiara occasione da rete, la quarta su invenzione dal limite dell’area del suo esterno sinistro. Bene: possibile che di queste tre gare, quella in cui si accusa la perdente di essersi scansata è l’Udinese che becca la quaterna dalla Juventus? A quanto pare, si. Solo che, fino a quando queste tesi grottescamente ridicole sono sostenute da personaggi pittoreschi come l’interista Scarpini, o qualche romanista nostalgico di Turone, o dalle parti di Fuorigrotta, si trattano di tesi che lasciano il tempo che trovano, appartenendo alla categoria dei rosicamenti di perdenti storici. Ma se queste considerazioni le fa, invece, un opinionista di una emittente che vive sugli abbonati, il cui 40% è di fede bianconera, e che addirittura nella Juventus ci ha militato per anni, vincendo pure scudetto e CL, ossia Giancarlo “Cicciobello” Marocchi, la cosa appare estremamente grave, in quanto scarsamente rispettosa sia di chi lo paga, sia della stessa storia calcistica di chi profferisce quelle fregnacce. “Una volta le avversarie della Juve l’affrontavano con il coltello fra i denti, invece ho quasi l’impressione che chi la incontri oggi pensi: vabbè, questa la perdiamo, poi pensiamo alla prossima”: questa la frase che il nostro opinionista ha profferito nel dopopartita, intervistando Allegri. A conferma che Sky, nel maldestro tentativo di tenersi buoni gli abbonati antijuventini, ha bisogno di assecondare questi rosicamenti, e a quanto pare, impone proprio agli opinionisti dal passato bianconero, di farsi portavoce di questi rosicamenti, basti pensare da ultimo a certi commenti di Vialli. Ma nessuno era mai arrivato a dire balle come quella di Marocchi, che non solo offende milioni di abbonati juventini, ma offende sia la professionalità degli avversari, sia pure la prestazione eccellente fatta dai vari Dybala, Khedira, Alex Sandro. E non mi risulta che il nostro ex (a questo punto da non rimpiangere) cicciobello, abbia detto lo stesso a Mancini dopo le quattro reti di Udine della sua Inter, o a Sarri dopo la cinquina di Frosinone. Squadre peraltro che ad inizio stagione erano state appunto protagoniste della pessima partenza bianconera, avendo vinto la prima e pareggiata la seconda, allo Juventus Stadium. Vuoi vedere che in quelle occasioni, era stata proprio la Juventus ad essersi scansata, magari pensando alle future dieci partite da vincere di fila?
2 – Si riparla di Infront Avete fatto caso al rumoroso silenzio attorno alla vicenda Infront? Da mesi questa notizia è letteralmente scomparsa da quotidiani sportivi, e non sportivi a dire il vero; né su Sky, la diretta concorrente del gruppo beneficiato da Infront (Mediaset Premium), si è parlato della brutta vicenda relativa alla riapertura del bando di gara per l’assegnazione dei diritti televisivi, nel trienno 2015 – 2018, riapertura che, come sapete, si è risolta in un compromesso in danno di Sky, e in un danno per le squadre di serie A, visto che l’offerta originaria di Sky era maggiore di quando successivamente la Lega ha ottenuto dal compromesso Sky – Mediaset Premium. Tuttavia le indagini stanno proseguendo, e a quanto pare, alcuni punti sono stati definitivamente accertati. Ad esempio, che Sky non ha impugnato nelle competenti sedi giudiziali, il provvedimento di riapertura del bando di gara, palesemente a favore di Mediaset Premium, perché da un lato oggetto di campagna di denigrazione da parte dei canali Mediaset, su impulso di Piersilvio Berlusconi, dall’altro minacciata da Mediaset, di eventuale ricorso alla Unione Europea, avendo una posizione dominante nella gestione dei diritti televisivi calcistici. Come pure, che la permanenza di Bogarelli alla presidenza di Infront Italy, è stata condizione voluta dalla Lega Serie A, ossia da Beretta, e dal vice di Beretta, ma presidente effettivo, Galliani, da sempre grande amico (e non pensiate che io vada oltre, pensando che non sia solo questione di amicizia tra i due …), mentre si trattava il passaggio di Infront Sport & Media (il gruppo fondato dal nipote di Blatter, da cui dipende Infront Italy), al gruppo cinese Wanda: come dire, agli acquirenti venne imposta la prosecuzione nella guida del ramo italiano del gruppo, dell’uomo di fiducia della Lega Serie A. Come vedete, notizie di cui parlare ce ne sarebbero in quantità notevole, eppure, Repubblica a parte, e solo nell’edizione di domenica, dopo mesi di silenzio, nessuno se ne vuole occupare. Nemmeno quelli che, per una telefonata su griglie arbitrali poi non effettuate, ha costruito uno scandalo calcistico … Dovete capirli, sono sotto ricatto pure loro. E così uno scandalo gigantesco, viene occultato o quasi a 360 gradi.
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