Nona vittoria di fila per la Juventus, che superando a Marassi la Sampdoria, supera la Fiorentina e raggiunge il secondo posto agganciando l’Inter. Vittoria che sembrava anche fin troppo agevole fino a metà ripresa, poi con sofferenza finale, conseguenza questa del gol clamorosamente fallito da Morata, ed ormai sta diventando una costante per l’attaccante spagnolo. Intendiamoci, sofferenza si fa per dire, la Sampdoria ha solo prodotto alcune mischie in area bianconera, a ben vedere Buffon non ha avuto modo di doversi mettere in mostra; certo è che una beffa bruciante poteva anche verificarsi, ricordandoci di Carpi, dove la beffa è stata sfiorata, e il Frosinone al 93';
Il modulo di gioco
Allegri ha optato per una formazione più coperta, contemporaneamente Lichtsteiner ed Evra, per dare maggiore copertura difensiva sugli esterni, e del resto schierare per la prima volta Rugani, dovendo anche fare a meno di Marchisio, e mettendo dunque Hernanes davanti alla difesa, comportava prendere qualche precauzione in più. Direi che la cosa ha funzionato bene almeno fino all'episodio di cui ho detto sopra, pochissimi spazi lasciati ai doriani, costretti a manovrare solo per vie orizzontali ed esporsi alle ripartenze bianconere. Poi stanchezza e un pò di tensione hanno dato la sensazione di una Juve in affanno.
Le sostituzioni
Cambi direi logici, per come si è incanalata la gara nella ripresa, ma direi un pochino tardive. A mio giudizio chi doveva entrare immediatamente era Zaza; corretto pure l’inserimento di Cuadrado, ma un interditore forse doveva essere inserito nel momento in cui i doriani avevano accorciato le distanze.
I singoli: sull’altare
Si è visto il Khedira campione del mondo, grande protagonista anche nei club in cui ha militato, e si è visto che, se la condizione finalmente tiene, si rivelerà a fine anno l'ennesimo botto a costo zero di Marotta: bene in copertura, bene pure nella gestione del possesso palla, ancor meglio negli inserimenti offensivi, come nell’occasione del raddoppio. Degli altri, molto bene Pogba, anche se calato nella ripresa; ennesima prova eccellente di Evra; direi bene ancora Dybala anche se non ha segnato; infine buon esordio di Rugani, anche se si vede che ancora non ha assimilato al meglio i meccanismi della difesa a tre.
Da rivedere
Questa volta l’angolo sarà un pochino “fuori binario”: fermo restando che c’è ancora un problema Morata ancora in crisi di realizzazioni, e che continua a giocare bloccato psicologicamente, mi pare che stia emergendo un altro tipo di problema e non nei giocatori che scendono in campo, bensì in certi tifosi della Juventus che ormai giudicano Hernanes in maniera preconcetta, per cui comunque giochi, viene ritenuto il peggiore o fra i peggiori. In sostanza si giudica la sua precedente maglia, a prescindere da quello che faccia in campo. Per mia curiosità, avendo avuto l’impressione che il brasiliano avesse disputato una prestazione non dico eccezionale, ma sicuramente sufficiente o più che sufficiente, sono andato a rivedermi le statistiche individuali (consultabili su Tuttosport, per chi volesse), ed ho preso a paragone i due giocatori che nella sostanza giocavano nella medesima posizione, ossia Fernando per i doriani e appunto Hernanes. Questi i dati, precisando che il primo dato si riferisce al doriano e il secondo al bianconero: passaggi: 62 – 56 passaggi riusciti: 80,6 – 83,9 passaggi riusciti metà campo avversaria: 67,4 – 72,7; passaggi lunghi: 12 – 8; passaggi corti: 50 – 48; duelli vinti: 12 – 8; duelli persi: 6 – 5; contrasti aerei vinti: 2 – 1; contrasti aerei persi: 0 – 1; palloni recuperati: 7 – 7. Come vedere, prestazioni sostanzialmente molto simili, e siccome, da quello che leggo, si parla di buona prova di Fernando, vorrei capire perché viene bocciato, da molti juventini, la prova di Hernanes. E non ho indicato, ad esempio, che le conclusioni a rete più pericolose sono state di Hernanes, come pure l’assist sprecato malamente da Morata. Sarebbe dunque utile spogliarsi da certi preconcetti, Hernanes non è sicuramente il giocatore che serviva alla Juventus, ma almeno quando gioca discretamente, ritengo sia giusto riconoscerlo.
Le prospettive
Dopo Sassuolo era quasi impossibile ipotizzare che la Juventus potesse girare a 39 punti, vincendo nove gare di fila; soprattutto, visto il distacco dalle posizioni di vertice, pensare che si potesse girare da secondi in coabitazione e a due soli punti dalla capolista. Se questo è accaduto, molto è dipeso dalla vigorosa reazione del gruppo, voglioso di dimostrare che è il gruppo che, in gran parte, è composto da chi vince ininterrottamente in Italia da quattro anni, e da nuovi giocatori che fremono di dimostrare di valere quasi quanto chi è andato via, se non quanto, o in prospettiva anche di più. Ma molto è dipeso anche da quella sorta di “tressette a perdere” (o “traversone”, o “ciapanò”, se preferite) che le concorrenti hanno messo in scena; 41 punti al termine del girone d’andata è una delle quote più basse degli ultimi anni, come la Juventus 2011 – 12, quota che fa presagire una vittoria finale a 83 – 84 punti al massimo. Adesso viene il difficile, recuperare tutto il terreno perduto all'inizio, ha comportato uno sforzo notevole, nove vittorie di fila, non potersi consentire alcun calo di tensione; tuttavia per mantenere questa posizione di classifica e poter attaccare il primo posto del Napoli (campione d'inverno diciamo con merito, viste le concorrenti), non si dovranno perdere colpi, in vista dello scontro diretto con i partenopei alla sesta di ritorno, che potrebbe essere determinante per la lotta scudetto.
La giornata di campionato
Inter e sindrome da 5 maggio sono due cose che camminano di pari passo, e così la squadra che è stata più a lungo in testa alla classifica del girone d’andata, conclude il girone perdendo in casa e praticamente al terzo posto. A mio giudizio i nerazzurri cominciano ad esaurire il credito “fortuna”, e così, al termine di una gara nella quale tutto sommato non avevano demeritato, si vedono beffati nell’ultima azione della partita, da un Sassuolo che ormai è una realtà del nostro calcio. E così il titolo formale di campione d’inverno se lo aggiudica il Napoli, e a ben vedere i partenopei sono stati i più regolari e convincenti di questo girone d’andata, con un Higuain da numeri da capogiro, candidandosi quindi come favoriti alla vittoria finale. Anche perché le altre continuano a perdere colpi o ad avere battute d’arresto inopinate: leggasi Roma che si fa rimontare dal Milan in casa, e Fiorentina che perde nettamente contro una Lazio rimaneggiata e contestata dai propri tifosi. Per il resto, continua il momento positivo dell’Empoli, e continua quello negativo del Torino, dopo l’inizio stagionale che aveva suscitato speranze e ambizioni nella tifoseria granata; ennesimo cambio di panchina nel frattempo a Palermo, dopo la vittoria a Verona, che quasi certamente pone fine alle speranze salvezza degli scaligeri.
Le mie postille
1 – Scemo della settimana reprise.
Ovvero, questa di fatto è la seconda parte della postilla infrasettimanale, dedicata all’uomo che vince sempre (in segreteria o contro nessuno) Mancini Roberto. Che evidentemente, ora che il vento sembra girargli contro, ritorna a ricordarci come in passato giudicava l’operato degli arbitri, che sono bravi se favoriscono la sua squadra, da biasimare se invece giudicano in maniera a lui non conveniente. E così, dopo il modo “geniale” di negare anche l’evidenza, pur di difendere le scelte di Celi ad Empoli, eccolo polemizzare, al termine della gara con il Sassuolo, per la direzione di gara di Doveri, accusato (testualmente), di essere troppo attento a quello che fanno i giocatori dell’Inter, e non quello che fanno gli avversari. Il tutto per una “manata” ad inizio gara, del tifoso interista che gioca nel Sassuolo, Berardi, su Nagatomo, che a giudizio di bellicapelli, doveva essere da espulsione. Quindi l’Inter a suo giudizio non ha vinto perché non ha potuto giocare quasi tutta la gara in superiorità numerica. Cosa che rientra nel clichè neuroazzurro, vincono sempre contro il potere e gli arbitri, perdono sempre per colpa del potere e degli arbitri. Solo che, successivamente, le varie emittenti televisive, mostrando gli episodi da moviola di Inter – Sassuolo, evidenziano: - che l’incriminata manata di Berardi, forse è stato un gesto fortuito, al massimo da punire con il cartellino giallo; - che nel primo tempo è stato risparmiato un giallo a Murillo, per cui successivamente, quando è stato ammonito, poteva essere espulso; - che nella ripresa Medel scalcia un avversario a palla lontana, dunque rosso diretto; - che Ljaic simula di avere subito uno sgambetto, e provoca l’ammonizione di Cannavaro, che diffidato, non giocherà domenica prossima contro il Napoli; - che Miranda in occasione del rigore, doveva essere espulso, trattandosi di chiara occasione da rete. Insomma, a seguire il ragionamento di bellicapelli, Doveri ha penalizzato l’Inter, costringendola a giocare tenendo in campo ancora Medel, Murillo, o a schierare Miranda sabato prossimo a Bergamo contro l’Atalanta.
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