Questa volta la Befana è stata benevola verso i colori bianconeri, largamente vittoriosi contro il fanalino di coda Verona. Invero la tradizione della prima post natalizia non è che sia stata tanto favorevole alla Juventus, spesso abbiamo fallito in maniera più o meno clamorosa, da ultimo ricordavo solo la netta vittoria contro il violinista, poi una sconfitta interna con la Samp (in superiorità numerica) e un pareggio interno con l’Inter, o ancora più indietro nel tempo, partite sempre deludenti o negative. E così l’ottava vittoria di fila ci consente di mantenere il passo delle altre battistrada, e staccare ulteriormente la Roma.
Il modulo di gioco
Ritengo che Allegri abbia ormai impostato lo schema definitivo, più che la formazione definitiva, 3 - 5 - 2 non proprio ortodosso, un esterno di centrocampo di maggiore copertura, e l'altro più offensivo, anche se ieri, a ben vedere è stato più avanzato Lichtsteiner rispetto ad Alex Sandro, ed una coppia d'attacco che vede una prima punta che sta più arretrata rispetto alla seconda punta, Dybala, che invece svaria molto, arretra e avanza non dando riferimenti ai difensori avversari. Semmai ha sorpreso l’iniziale schieramento di Caceres e non di Rugani, al posto di Barzagli.
Le sostituzioni.
Cambi più di routine che derivanti da esigenze tattiche: Sturaro per Khedira è mossa ovvia visto che il tedesco deve ancora acquisire i ritmi giusti di gara; idem Zaza per Morata, e si da il caso che appena entrato, ha pure segnato.
I singoli: sull’altare
Mi rendo conto che si rischia l’esagerazione, ma mi pare evidente che Dybala sia davvero sulla strada buona per una grandissima carriera, e che se continua così non sarà poi una eresia paragonarlo a Sivori: anche il “Cabezon” era mancino, e con una tecnica sopraffina, per come ho potuto vedere da immagini di repertorio. Dybala non si deve montare il ragazzo, ed il resto verrà di conseguenza, sta già maturando e crescendo in maniera esponenziale, direi quasi un nuovo leader in campo, faccia tosta quanto basta, ma non testa calda, cosa importantissima, vista la giovane età. Degli altri, direi molto bene Marchisio, regista a tutto campo, idem Pogba, credo abbia anche bisogno lui stesso di provare giocate folli, ma quando riescono sono una delizia da vedere ed efficaci per la squadra; Bonucci dopo le cappelle di Modena, è tornato il solito, e la sua prova sigillata da un gol splendido; bene pure Khedira, e non capisco certi giudizi ingenerosi di oggi. che continua a migliorare.
Da rivedere
Due problemi uguali e contrari, stanno emergendo in questo scorcio di stagione. Morata pur giocando discretamente, pare avere litigato mortalmente con il gol; Zaza è micidiale invece ogni qualvolta chiamato in causa. Inserisco entrambi in questo spazio perché se il primo, pur non giocando male, continua l’astinenza, rischia seriamente di diventare il quarto attaccante in squadra, Zaza praticamente non sta sbagliando un colpo quando scende in campo, o dall’inizio, o a gara in corso. Cosa di cui non si potrà non tenere conto.
Nella polvere
Due paroline non posso non spenderle su Calvarese, direttore di gara odierno: mi accuserete di guardare in maniera faziosa le direzioni di gara, sarà vero, ma è una conseguenza "effetto contrario" al fatto che i media guardano le partite dei bianconeri non per valutare gioco e giocatori, ma nell'attesa spasmodica di episodi dubbi, cosa che gli arbitri ben sanno, per cui nel dubbio, meglio fischiare a danno dei bianconeri, tanto essendo in minoranza in Lega e FIGC, non si rischia nulla; ed oggi abbiamo avuto l'ennesima prestazione sconcertante di un arbitro, pavido verso le giocate dure dei veronesi, pronto con il cartellino a primo contrasto di gioco di Alex Sandro, ancor più pavido su Halfredsson, nella ripresa, cieco sul fallo da rigore subito da Pogba, pur in ottima posizione per vedere. E questo modo di arbitrare, guarda caso, lo stesso giorno in cui Celi ad Empoli è stato il migliore in campo della attuale capolista.
Le prospettive.
Cosa sarebbe stato questo campionato senza i due black out che i bianconeri hanno avuto a 10’ dalla fine contro l’Udinese, o a tempo scaduto contro il Frosinone? Non lo sappiamo, magari le cose si sarebbero complicate ugualmente dopo; accontentiamoci per il momento del fatto di essere prepotentemente rientrati nella lotta scudetto, cosa che sembrava impensabile a fine ottobre. Difficilmente i bianconeri potranno puntare al titolo platonico di campioni d’inverno, e non perché la trasferta di domenica sera, a Marassi, sarà alquanto impegnativa, visto che i doriani provengono da due vittorie di fila: si dovrebbero verificare ben tre risultati negativi per Inter, Fiorentina e Napoli. Ma questa credo sia la cosa attualmente meno importante cui pensare. C’è invece da prendere atto, con soddisfazione, che la squadra adesso gioca sicura dei suoi mezzi, i giocatori sembrano molto più tranquilli e convinti delle proprie potenzialità, si avverte uno spirito di gruppo in campo che lascia ben sperare per il girone di ritorno. E c’è da augurarsi che gli ultimi infortunati di lunga durata, Pereyra, Asamoah, Lemina, siano definitivamente recuperati, e che siano cose di poco conto i problemi di Barzagli e Mandzukic.
La giornata di campionato
Solo la Roma, tra le battistrada, manca il successo, perdendo quindi terreno dalle prime: giallorossi due volte in vantaggio a Verona contro il Chievo, e raggiunti definitivamente grazie al nostro indimenticato ex, Simone Pepe. Le altre hanno vinto, in maniera netta la Fiorentina a Palermo, meno netta il Napoli contro il Torino, con un solo tiro in porta, solite grandi parate di Handanovic e sviste arbitrali, l’Inter ad Empoli. Altro passo falso del Milan che a quanto pare, dopo la cacciata di Allegri, non ha più trovato equilibri validi, e in un certo senso questa è anche la rivincita del nostro attuale mister. Ed ora si aspetta l’ultima di andata per vedere chi si laureerà campione d’inverno.
Le mie postille
1 – Scemo della settimana
Roberto Mancini non finisce mai di sorprenderci, quando si pensa che abbia già raggiunto il massimo della faziosità o del piagnisteo, riesce sempre a sorprendere, andando ben oltre la umana immaginazione. Se lo può permettere, tanto i media nostrani, per ragioni “misteriose”, come riescono sempre a trovare comprensioni e giustificazioni per la società di cui bellicapelli è dipendenti, trovano pure i difensori di ufficio delle tesi di Mancini, magari venendoci a spiegare che non si tratta di balle, ma di verità assolute. Ad Empoli, come sapete bene, Celi ha decisamente arbitrato a senso unico, due rigori negati ai padroni di casa, manca un giallo a Brozovic, che quindi doveva finire anzitempo negli spogliatoi, e lo stesso Murillo, in occasione del fallo da rigore non dato all’Empoli, se ammonito, come giustamente doveva essere, avrebbe raggiunto pure anzitempo gli spogliatoi. Bene, un altro allenatore, nella migliore (o peggiore) ipotesi, se intervistato nel dopopartita, mentre scorrono le immagini dell’episodio incriminato, magari si sarebbe trincerato nel solito “non si vede bene”, o magari “dalla panchina non ho visto”, o ancora “se l’arbitro non ha fischiato, vuol dire che non ha ravvisato gli estremi”. Ma questo nel caso di allenatori “ordinari”; quando si ha a che fare con allenatori straordinari, come Mancini, allora ci si può sentire una risposta del genere, alla domanda se ci fosse il rigore: “E’ Pucciarelli che con il suo piede cerca quello di Murillo, per procurarsi il rigore”. Ecco, a questo credo che nessun allenatore fosse mai arrivato, a mentire spudoratamente al cospetto di immagini fin troppo chiare per essere equivocate, immagini che mostravano un netto sgambetto dell’interista a danno dell’attaccante empolese. E voi che vi meravigliavate di Mazzarri …
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