Una vittoria che vale doppio, quella conquistata domenica sera dalla Juventus contro la Fiorentina. Vale doppio perché ottenuta in uno scontro diretto e contro la squadra migliore vista allo Juventus Stadium; ma anche perché consente ai bianconeri di sorpassare la Roma e di collocarsi a due soli punti dal quel terzo posto, obiettivo minimo stagionale. E così il filotto positivo sale a sei gare vinte consecutive.
Il modulo di gioco
Per adesso Allegri pare decisamente convinto che il 3 – 5 – 2 sia il modulo ottimale, anche se con Cuadrado esterno destro, qualcosa di diverso c’è: non è proprio difesa a 5 in fase di non possesso palla, e stranamente più Evra che Cuadrado ad attaccare sulla fascia. Rigore a parte (su cui parlerò dopo), e pareggio provvidenziale quasi immediato, il primo tempo evidenzia una superiorità tecnica della Fiorentina a centrocampo, possesso palla efficace, circolazione rapida e improvvise verticalizzazioni, cui però faceva ottima guardia la difesa bianconera; semmai la Juventus mancava a centrocampo, con un Khedira che faticava ad entrare in partita, Marchisio troppo basso e timoroso di gestire palla, Pogba a fasi alterne. Come dire, il pareggio era la logica conseguenza di una squadra che gestiva bene palla ma non sapeva affondare, contro una squadra, quella di casa, in difficoltà a tenere palla ma più efficace nelle giocate dei singoli.
Le sostituzioni
Già ad inizio ripresa si era vista una squadra più aggressiva e determinata, ma la vera svolta l’hanno data i cambi. Khedira è andato un pò meglio ad inizio ripresa, ma con Sturaro è stata altra cosa, maggiore aggressività a centrocampo e conseguentemente maggior numero di palloni recuperati e giocati; poi l'innesto di Alex Sandro (non che Evra abbia demeritato, anzi) ha dato maggiore impulso alla manovra sulla fascia sinistra.
I singoli: sull’altare
I gol in un certo senso premiano il mercato estivo: Cuadrado - Mandzukic – Dybala. Mettiamoci anche gli inserimenti nella ripresa di Alex Sandro, e Sturaro stesso, arrivato a gennaio di quest'anno: mi pare che ce ne è abbastanza per prendere atto che anche quest'anno il mercato del vituperato Marotta non è che sia stato fallimentare. Per quanto riguarda gli altri, direi grande partita di Bonucci, bene Barzagli, Marchisio in crescendo dopo un primo tempo altalenante
Da rivedere
Non credo si possano dare insufficienze alle prestazioni dei bianconeri: diciamo che Chiellini qualche sbavatura, rigore a parte, l'ha mostrata all'inizio, come pure Khedira francamente assente per almeno una buona mezz'ora, ma va compreso, visti i problemi fisici accusati. Su Pogba, stavolta anche beccato dal pubblico in certi momenti, va detto che è entrato direttamente nei primi due gol, con giocate molto intelligenti, peccato che spesso si intestardisce in leziosità e giochi da circo inutili per la squadra, finendo con il perdere palla.
Parliamo di Orsato.
Il nostro fischietto si è presentato immediatamente, tanto che l’inizio gara è stato decisamente shockante, rigore dopo tre minuti, sul quale si potrebbe discutere a lungo, ma meglio che sia stato concesso: vi immaginate le solite polemiche, magari i soliti geni a spiegarci che se l'avessero concesso, la violacea si sarebbe trovata in vantaggio e la dinamica della partita sarebbe cambiata? Bene, l'hanno avuto, l'hanno realizzato, e alla fine sono tornati a casa con tre pere sullo stomaco; del resto lo scorso anno ne avevano avuti due, a Torino, il secondo fallito, a conferma che non sono i rigori a decidere, e dunque la concessione o meno che cambia una partita. Tornando ad Orsato, certamente più clamoroso quello negato alla Juventus su Mandzukic; ma la cosa grottesca è stata la gestione dei cartellini, otto ammoniti, ma con criteri molto contrastanti, se fosse stato coerente, ad esempio Borja Valero, doveva finire anzitempo negli spogliatoi. Ad ogni modo domenica sera la Juventus ha confermato che quando si è forti, si possono anche sconfiggere errori arbitrali o decisioni discutibili.
Le prospettive
Avere battuto una diretta concorrente, e vinto il primo scontro diretto stagionale, dopo due sconfitte e un pareggio, penso sia significativo della inversione di rotta da parte della Juventus. La Fiorentina non mi pare una meteora, ma una realtà del campionato: Paulo Sousa ha costruito una squadra in maniere intelligente, tutti ottima tecnica di base, ottimo possesso palla, improvvise verticalizzazioni che alcune volte hanno trovato impreparati i nostri difensori; semmai la difesa è ancora leggerina e in avanti, se Kalinic fa lo spettatore non pagante, come oggi, e Bernardeschi (gran giocatore comunque), non trova più con chi dialogare, possono tenere palla anche per giorni, ma azioni da gol non se ne vedono. Detto ciò, nonostante le sei vittorie di fila, a ben vedere sono stati recuperati solo tre punti all’Inter, come dire, vetta ancora distante di sei punti, cosa che fa pesare l’inizio disastroso di campionato: ma ormai è acqua passata, e, come dice Allegri, occorre fare corsa contro sé stessi, poi si vedrà. Adesso prima della pausa natalizia, dopo il turno di Coppa Italia contro il Torino (altro derby stagionale), domenica ora di pranzo a Modena contro il Carpi, e vista la situazione, gara non meno delicata rispetto a quella appena disputata, dato che il rischio sta appunto nell’abbassare la guardia contro le piccolo, e d’altronde i punti pesanti sono quelli persi contro Udinese, Frosinone e Chievo, tre gare casalinghe che potevano e dovevano darci almeno sette punti, ed invece ne sono stati conquistati solo due.
La giornata di campionato
Turno favorevole all’Inter che adesso è proprio in fuga, quattro punti di vantaggio sulle seconde e sei sulla quarta. Nerazzurri facilmente vittoriosi ad Udine, e sarà la fortuna, sarà la dabbenaggine altrui, sta di fatto che ormai l’Inter non può essere considerata solo squadra che è in vitta per caso: non subiscono reti, cosa avvenuta in undici gare finora, e quindi possono anche gestire il golletto di vantaggio, specie poi se riescono a segnarne di più. Pareggio tra Napoli e Roma che penalizza entrambe le squadre, e aggiungendo appunto la sconfitta della Fiorentina, si accorciano le distanze tra le squadre pretendenti almeno alla partecipazione in CL. Continua il momento no del Milan, bloccato dal fanalino di coda Verona, mentre preziose vittorie quelle di Chievo e Palermo.
Le mie postille
1 – Per un … palo! Quanto peserà nel cammino della Juventus in CL il legno colpito da Dybala contro il Siviglia? Che poi sarebbe anche come dire, quanto ci costeranno gli errori di Morata, in una gara che, per come sviluppatasi, doveva vedere la Juventus vittoriosa a Siviglia, anche con due reti di scarto. Come ho avuto modo di scrivere varie volte, io non credo alla fatalità, o quantomeno, ritengo che episodi fortunati e sfortunati sono conseguenza di quello che si è prodotto e della reale forza di una squadra, in ossequio alla famosa frase bonipertiana, secondo la quale “il calcio può sembrare illogico, ma ha sempre una sua logica”. Il primo posto nel girone di CL era praticamente cosa fatta, bastava solo pareggiare, ma come si verifica puntualmente quando c’è di mezzo la Juventus, tutte le volte in cui i bianconeri possono usufruire di due risultati su tre, puntualmente si verifica il terzo, era già accaduto contro il Galatasaray, anche se in condizioni ambientali che tutti ricorderete; era già accaduto alla Juventus di Ferrara, contro quel Bayern che adesso ritroveremo agli ottavi. Appunto la conseguenza di quel secondo posto è stata quella di un sorteggio non certamente benevolo, contro i bavaresi, indubbiamente fortissimi, ma che da due anni in Europa puntualmente si fermano alle semifinali, pur con Guardiola in panchina. Ad ogni modo, è andata così, inutile fasciarsi la testa prima, anzi, io ritengo che questo sorteggio è fondamentale per capire a che punto sia la crescita di questa nuova Juventus 2015 – 16, e che dovrà essere soprattutto il Bayern, favoritissimo, a doversi preoccupare di più. Detto ciò, delle considerazioni su questa formula assurda vanno fatte. La prima è che si conferma l’incongruenza di un sorteggio integrale seconde contro prime, senza riferimento al ranking. Pensate agli accoppiamenti Gent - Wolfsburg e Benfica – Zenit (ma a ben vedere, anche a PSV Eindhoven – Atletico Madrid): se le vincenti di queste due sfide si dovessero trovare nei quarti, una sarebbe certa semifinalista, e magari con una partita perfetta o fortunosa in semifinale, accedere anche alla finale, pur non essendo indubbiamente tra le prime quattro, o magari non incontrando in questo cammino nessuna di quelle considerate le più forti; stesso dicasi del Manchester City, due volte sconfitto dalla Juventus, che incontrerà la Dinamo Kiev, in una fase di inizio stagione per gli ucraini. Questo perché, a mio modo di vedere, in questa fase gli accoppiamenti dovrebbero anche tenere conto del risultato conseguito dalle qualificate, dei punti conquistati, o dalla posizione nel ranking: in sostanza accoppiare le seconde alle prime classificate non mediante sorteggio, ma in relazione a come siano arrivate alla qualificazione, e così, per esemplificare, la peggiore seconda in assoluto, la Roma, escluso di dovere incontrare il Barcellona, accoppiata con la migliore prima dei gironi; la penultima con la seconda migliore delle prime, la terzultima con la terza migliore delle prime, e così via. E per stilare una classifica del genere, basterebbe vedere in ordine punti conquistati, differenza reti e posizione nel ranking UEFA. Per esemplificare, seguendosi questo modulo, avremmo avuto:
Roma – Real Madrid; Arsenal – Zenit; Gent – Bayern; PSV Eindhoven – Barcellona; Benfica – Chelsea; Juventus – Atletico Madrid; Dinamo Kiev – Wolfsburg; PSG – Manchester City.
Come dire, la peggiore prima classificata come il City, due volte battuto dalla Juventus, avrebbe incontrato la migliore seconda, appunto il PSG, arrivato secondo, a 13 punti (uno in più del City), solo perché aveva incrociato sulla sua strada il Real Madrid, migliore prima dei gironi di qualificazione. Mi rendo conto che, in questo modo, probabilmente lo scorso anno la Juventus non sarebbe arrivata in finale, o, se ci fosse arrivata, avrebbe dovuto incontrare squadre diverse da Borussia Dortmund e Monaco, ma con una formula del genere, gli ottavi premierebbero il rendimento dei gironi di qualificazione, La seconda è che la formula con gironi non ha senso in fase di qualificazione a 32 squadra, ma sarebbe più spettacolare se fatta a 16, ossia le sedici qualificate dai turni preliminari e da sedicesimi con ingresso delle migliori in relazione al ranking UEFA. Solo allora, con quattro gironi delle migliori 16 in Europa, avremmo quattro vincenti di girone che sarebbero davvero le migliori in assoluto, e a quel punto semifinali a doppio turno e finale in gara secca. Ci eviteremmo gare con in campo formazioni tipo Maccabi, Malmoe, Astana, Dinamo Zagabria, o se qualcuna di queste ci dovesse arrivare, dopo avere compiuto almeno una impresa nei turni precedenti, eliminando almeno una testa di serie. Ma temo che idee del genere non faranno mai breccia, gli interessi televisivi sono forti, anche se non realmente finalizzati agli interessi del calcio.
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