Quarta vittoria di fila della Juventus, che passa con autorevolezza sul difficile campo di Palermo. Partita a senso unico (Buffon totalmente inoperoso), ma a fronte di un primo tempo quasi noioso, con i bianconeri a fare sterilmente possesso palla e senza vere azioni da rete costruite, la ripresa è stata di altro livello, maggiore dinamismo in fase offensiva e, dopo il gol iniziale, gara gestita agevolmente, e risultato arrotondato nel finale. Ed ora la classifica, pur deficitaria, si fa quantomeno più interessante e direi più consona per una squadra campione in carica.
Il modulo di gioco
Allegri sembra avere stabilmente aderito alla scelta del 3 – 5 – 2 come modulo di gioco, ritorno dunque alla difesa “storica” Barzagli – Bonucci – Chiellini, Cuadrado a destra ed Evra a sinistra nella linea di centrocampo, e ancora riconfermata la coppia Dybala – Mandzukic. Ed attualmente sembra il modulo che dà maggiore affidabilità, anche se in campo assume una fisionomia diversa rispetto al passato: non si difende a 5 in fase di non possesso palla, bensì a 4, nel primo tempo scalava solo Evra, non Cuadrado, idem nella ripresa, Lichtsteiner più alto, rispetto all'esterno sinistro; a centrocampo non vi è un vero regista, Marchisio davanti alla difesa ma direi più a Pogba il compito di organizzare la manovra offensiva, e così Marchisio, in fase offensiva, smista palla e torna ad inserirsi da mezzala in avanti.
Le sostituzioni
Direi più sostituzioni da “turn over”, che per esigenze tattiche. Anche se l’ingresso di Morata, come era accaduto contro il Manchester City, aveva il chiaro scopo di approfittare degli spazi in contropiede, mentre Lichtsteiner teoricamente (ma non nei fatti), doveva assicurare copertura maggiore rispetto a Cuadrado, cosa di cui non c’è stato bisogno; infine Zaza per Dybala, per fare rifiatare l’argentino, ma minuti importanti per entrare in entrambe le azioni dei gol.
I singoli: sull’altare
Fermo restando che il primo tempo è stato a mio modo di vedere ingiudicabile, certe note liete sono emerse soprattutto nella ripresa. Intanto non ritengo ci siano giocatori “insufficienti”, Buffon ingiudicabile semmai in quanto spettatore non pagante; menzioni speciali vanno intanto agli autori dei gol, bene Mandzukic, che continua a dare ragione ad Allegri che, per adesso, lo preferisce in prima battuta; bene pure Sturaro, perde palloni, magari è impreciso nei passaggi, ma lotta, recupera palloni a centrocampo e cosa che non guasta, crossa pure bene; bene pure a centrocampo Marchisio, più uomo – ovunque che vero regista della squadra, e di ciò mi pare benefici Pogba, che se non sarà stato brillantissimo come altre volte, anche domenica sera è stato protagonista nelle azioni principali della squadra.
Da rivedere
Ho detto nessuna insufficienza, anche se Morata è rimasto ancora a secco: è evidente che gli manca il gol, e direi pure la maglia di titolare fisso: tuttavia non giudicherei negativa la sua prova, bene la sua sponda nell’azione del gol di Sturaro, mentreil terzo gol è molto merito suo.
Le prospettive
Un mese di novembre eccellente che ci restituisce una Juventus all'altezza del suo ruolo di campione in carica e finalista dell'ultima CL, e dopo la qualificazione agli ottavi, ecco la quarta vittoria di fila che riporta i bianconeri ad una classifica quantomeno dignitosa rispetto ad alcune giornate fa. Indubbiamente il risultato finale è ingannevole, perché maturato solo nei minuti finali, ma ingannevole solo nelle proporzioni, non nel significato: la squadra è definitivamente uscita dalla fase difficile, acquisisce maggiore sicurezza e fiducia nelle sue forze. Anche se ancora la vetta della classifica è distante. Decisive saranno le due prossime gare contro Lazio e Fiorentina, che non potranno essere sbagliate in alcun modo: come dire solo vincendole entrambe, o facendo almeno quattro punti che, alla ripresa dopo la pausa natalizia, la squadra senza impegni di Coppa, potrà sperare in un ulteriore avvicinamento alle posizioni che contano per la CL. Non sarà certo facile, nel mezzo c’è la trasferta di Siviglia, importante perché decisiva per la vetta del girone, ma la Juve di questo scorcio di stagione può affrontare con maggiore tranquillità tre impegni difficili di fila.
La giornata di campionato
C’è una nuova capolista stasera, il Napoli vittorioso contro l’ex capolista Inter. Vittoria che più che esaltare i partenopei, a mio giudizio li ridimensiona un pochino, visto come hanno rischiato di essere rimontati, in doppio vantaggio, e con l’uomo in più: e del resto la stessa cosa era accaduta contro la Juventus, che nella sua gara più brutta della stagione, stava per rimontare a casa loro un doppio svantaggio. Quindi classifica che si accorcia ulteriormente, tenuto conto che la Fiorentina non è andata oltre il pareggio contro il Sassuolo, per cui adesso il quinto posto della Juventus è effettivo, e soprattutto si accorciano le distanze dai primi posti. Per il resto, torna alla vittoria il Milan contro una Sampdoria che appare in piena crisi, nonostante l’arrivo di Montella; in coda si muove qualcosa visto che hanno vinto Frosinone e Carpi fuori casa, come dire non sono ancora spacciate, anzi; mentre problematica è la situazione del Verona, buon ultimo a distanza e da stasera senza allenatore.
Le mie postille
1 – ARIECCOLI! (ovvero, Scemi della settimana).
Volevo pubblicare come solito lunedì sera il commento alla partita, senza le solite postille, non avendo avuto argomenti di rilievo in questo ultimo periodo. Ma forse ho fatto bene a ritardare, visto che l’argomento mi è stato servito su un vassoio d’argento, nel dopopartita di Napoli – Inter. Non so perché, ma sentivo che chi avrebbe perso, avrebbe certamente trovato l’alibi, la giustificazione, l’occasione del pianto e della polemica, in qualche decisione arbitrale, e siccome ha perso l’Inter, ecco che i pianti sono stati a tinte nerazzurre. Ha iniziato Mancini, polemizzando con i moviolisti per l’espulsione di Nagatomo, ritenendola eccessiva, e non è stata la solita polemica del dopopartita, bensì vere e proprie accuse di faziosità ai moviolisti, nella specie l’ex arbitro De Marco, che per chi ha memoria è il famoso arbitro che non vide il famoso fuorigioco di squadra dell’Inter a Siena. Certamente Bellicapelli era stato ben abituato, vista l’impunità del suo talento Felipe Melo, ricordando ad esempio quel fallaccio a centrocampo su Khedira in occasione di Inter – Juventus, non sanzionato da un arbitro pavido come il signor Valeri di Roma. Il capolavoro l’ha realizzato successivamente il Direttore Generale, Ausilio, che ai vari microfoni ha testualmente detto “non è nello stile della mia società pensare a complotti”. AVETE LETTO BENE, IL DIRETTORE GENERALE DELLA SQUADRA STORICAMENTE PIU’ PIANGINA, CHE PERDE A LORO DIRE SOLO PER COMPLOTTI E INTRALLAZZI, E MAI PER DABBENAGGINE DEI DIRIGENTI O PER MEDIOCRITA’ DI ALLENATORI E GIOCATORI, AFFERMA CHE L’INTER NON PARLA MAI DI COMPLOTTI, MAGARI PRETENDENDO CHE LA GENTE CHE ASCOLTI NON SCOPPI A RIDERE! Insomma, è tornata l’Inter storica, è bastato uno scorcio di stagione al vertice, e puntualmente a prima battuta d’arresto, il copione è sempre il solito, colpa degli arbitri, delle cupole, di Moggi … ah, no, Moggi è radiato adesso!
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