Prima vittoria stagionale della Juventus, su un campo difficile come quello di Genova, ma vittoria direi agevole e più facile del previsto, nonostante i lamenti dell’ex ingrato Gasperini e del presidente corruttore “mister valigetta” Preziosi. Agevole perché Buffon non ha sporcato la propria divisa, mentre i bianconeri hanno sprecato anche troppo in fase di conclusione a rete. Tuttavia la cosa più inquietante, infortuni a ripetizione a parte, è che hanno nuovamente scatenato la caccia alle streghe, cosa che peraltro avevo già profetizzato ad inizio stagione, visto che deve essere l’anno di prescritti e violinisti, come decretato da una famigerata redazione di un fogliaccio di colore diverso dal bianco.
Il modulo di gioco
Riconfermato il 4 – 3 – 3, che bene aveva fatto all’Ethiad Stadium di Manchester, uniche varianti, turno di riposo a Bonucci, esordio di Lemina quale centrale di centrocampo, e conferma del tridente offensivo Cuadrado – Mandzukic – Morata. A ben vedere l’inserimento in pianta stabile di Cuadrado si sta rivelando azzeccata, forse la soluzione dei problemi tattici in fase offensiva, anche se non tutto ha funzionato a dovere: la manovra per vie esterne ha funzionato a dovere, il centrocampo ha mostrato notevole propensione all’interdizione ed al recupero palla, un po’ meno sul piano dell’ordine nelle ripartenze; ma qualcosa non funziona ancora a mio giudizio nella cosiddetta fase dell’ultimo passaggio, arrivato spesso o troppo in fretta e sprecato, o con troppo ritardo. C’è poi da dire che almeno tre situazioni davvero favorevoli sono state sprecate quando potevano essere segnature abbastanza agevoli.
Le sostituzioni
L’infortunio di Morata ha un pochino cambiato faccia alla squadra, e con l’ingresso di Pereyra, in un certo senso si è tornati a schemi del passato, con due ali vere e un centravanti più avanzato, e direi che il gioco ha funzionato, che poi Mandzukic, non in giornata, abbia sprecato troppo, è altro discorso. Le altre sostituzioni direi più per rotazione e fare rifiatare, Hernanes per Lemina, che aveva lavorato molto, mentre Zaza per Mandzukic è stata di necessità. Ad ogni modo, i nuovi hanno ulteriormente contribuito a tenere palla e consentire alla squadra di potersi nuovamente allungare in avanti, dato che, il Genoa aveva cominciato a premere con la forza della disperazione, non avendo nulla più da perdere.
I singoli: sull’altare
Si riconferma Cuadrado come giocatore che ha dato una evidente svolta al gioco della squadra: è quasi certamente la “variabile impazzita” che Allegri predicava, visto che la nuova Juventus rischiava di essere molto solida ma poco fantasiosa e prevedibile, come vistosi nelle prime gare di campionato. Buono l’esordio di Lemina, non aspettiamoci il regista classico, o play basso che dir si voglia, semmai è più il “Desailly” davanti alla difesa, che a suo tempo schierava Capello, ottimo incontrista e interditore, ma anche bravo a smistare palla recuperata, verso i compagni che possono organizzare il gioco, come ha fatto ieri. Ancora una volta Pereyra si conferma in grande condizione, il gol del vantaggio è più invenzione sua; e altra conferma Sturaro, che dovrebbe però meglio disciplinarsi, spesso è troppo frenetico a scapito della lucidità. Due parole infine su Zaza, all’esordio: pochi minuti, grande voglia di mettersi in evidenza, ha mostrato di non avere paura a provare il tiro a rete da qualunque posizione, e a ben vedere un gol, di buona fattura, l’aveva realizzato, peccato la posizione di partenza, di poco irregolare.
Da rivedere
Pogba lo metto ancora in questa fascia, ma non perché abbia giocato male, bensì perché da fuoriclasse qual è, o dovrebbe diventare, da lui ci si aspetta maggiore personalità ed intraprendenza: sicuramente è in crescita, anche se non ha toccato le vette di Manchester.
Nella polvere
Unico veramente insufficiente, a mio giudizio, proprio Mandzukic, ma non per come ha nel complesso giocato, anzi come solito il suo notevole lavoro è stato benefico per i compagni, ma un attaccante di livello europeo come lui non può gettare alle ortiche due occasioni d’oro che potevano chiudere la partita prima del rigore.
Le prospettive
Non cantavo il “de profundis” dopo Juventus – Chievo, non canto i peana trionfali dopo una settimana che potrebbe essere di svolta, vittoria importantissima in CL e prima vittoria in campionato. Era importante per il gruppo voltare pagina, ed è avvenuto, ma non tutti i problemi sono stati risolti, come dire, il rodaggio del gruppo non è ancora al completo. Noto ancora una sostanziale sterilità offensiva, la squadra arriva al tiro a rete, ma non in maniera efficace, se poi quando ci arriva si spreca, si comprende come mai finora quattro reti segnate, e praticamente una e mezza su azione. Come dire, se si è trovato un giusto equilibrio difensivo, tornandosi con la linea a 4, e a centrocampo le cose stanno migliorando, sia che giochi un “regista” più o meno adattato, sia che si adotti la formula “muscolare” di domenica a Marassi; ma ancora in avanti, nonostante l’impatto ottimale di Cuadrado, non emerge quella qualità e quel cinismo degli anni scorsi, speriamo sia questione di affiatamento da perfezionare, una squadra che segna poco con i propri attaccanti, non può avere vita facile a lungo termine. Attenuante sicuramente non avere potuto contare sugli attaccanti in buone condizioni, Morata e Mandzukic con problemi, entrambi usciti malconci ieri, anche se le notizie almeno per lo spagnolo sembrano più confortanti; ma sicuramente mercoledì nel turno infrasettimanale vedremo nuovamente un reparto offensivo diverso. Anche se non va sottovalutato in alcun modo il Frosinone, sarà pure a zero punti, ha segnato una sola rete, ma il fatto che non abbia mai subito sconfitte umilianti, unito anche a qualche svista subita, deve farci capire che non avremo a che fare con una vittima sacrificale.
La giornata di campionato
La notizia è che l’Inter è ancora solitaria in vetta alla classifica, a punteggio pieno, quarta vittoria di fila, sempre di misura, e sempre esprimendo un gioco unanimemente ritenuto mediocre. Ma sta lì per adesso, con sommo gaudio di chi sponsorizza da mesi una squadra nerazzurra scudettata. Segue il sorprendente Torino, che è sorprendente fino ad un certo punto, ha sì avuto un calendario non proprio proibitivo, ma la squadra gioca bene, ha un vero allenatore, ha fatto una ottima campagna acquisti, e i risultati stanno arrivando; quindi la tanto criticata Fiorentina, che a Carpi si è riscattata dell’esordio negativo in EL. La Roma festeggia il trecentesimo gol di Totti, realizzato in fuorogioco, e decisivo per il risultato solo nel senso che grazie a questo gol irregolare i giallorossi non hanno perso in casa con il Sassuolo, e per il secondo anno di fila pareggiano non certo per meriti sul campo; infine da segnalare il rotondo successo del Napoli contro la parodia di squadra che è la Lazio di questo inizio stagione.
Le mie postille
1 – L’uomo dalla valigetta d’oro (ovvero: Scemo della settimana) Avete presente quel tizio bancarottiere fraudolento, quando era proprietario del Como Calcio, che ha avuto la capacità di trasformare una promozione in serie A in retrocessione in C1, perché pescato con le mani nel sacco, nel corrompere avversari per vincere una partita, che per tale fatto doveva essere radiato, ed invece grazie ad essersi eretto a primo tirapiedi ufficiale del padrone del calcio con la testa pelata, è rimasto ancora nel calcio, diventando padrone di una squadra di Genova, fornitrice ufficiale di giocatori alle società milanesi, trattandone la cessione in periodi vietati? Ecco, se qualcuno esiste in giro e non ce l’ha presente, sto parlando del giocattolaio Preziosi Enrico, sicario ufficiale al servizio del duo Galliani – Lotito, e dunque al servizio del loro presidente FIGC Tavecchio. E come ogni buon sicario, deve colpire i nemici dei padroni: ed infatti non ha perso occasione questo esempio di lealtà calcistica, di sputare veleno contro la Juventus, che come sapete attualmente è invisa al palazzo del calcio italiano. Ma la cosa simpatica dichiarata da questo signore (e chiamiamolo pure così, per come è sputtanato il termine), è che a suo dire l’espulsione (sacrosanta) di Izzo, nonché il rigore su Chiellini (ancor più sacrosanto), erano già preordinati! Vedete, se la lingua italiana ha un significato, preordinare significa ordinare prima, per fare si che un fatto accada o venga compiuto, insomma pilotare l’esito di una partita, nel caso di Genoa – Juventus. Mi rendo conto che chi è abituato a preordinare corruzioni di avversari per pilotare esiti di partite, attività poi mirabilmente insegnata al sodale dell’altro capo del mar Jonio (che di preordinazioni ne ha fatte ben cinque!), prendendo come termine di paragone sé stesso, pensa che anche gli altri facciano le stesse cose; solo che mi sfugge come un dirigente quale Agnelli possa preordinare a suo favore, quando si trova in netta minoranza in Lega Serie A, con un presidente federale quale Tavecchio nemico dichiarato per vicende giudiziarie, ossia l’azione di risarcimento danni intentata dalla Juventus. Ma siccome è lo sport nazionale, quello di dare sempre addosso ai bianconeri, non poteva mancare questo cialtrone ad unirsi al coro, anche quando la Juventus si trova a – 8 dalla vetta, come dire meglio preparare il terreno. Tuttavia, chi scrive ha buona memoria, e ricorda bene che Genova è stato sempre un campo ostico per i colori bianconeri, da quando c’è alla presidenza dei rossoblu l’uomo dalla valigetta d’oro, e non sempre per i meriti dei giocatori sul campo: ricordo, in B, Genoa – Juventus 1 – 1, le cinque giornate di squalifica comminate a Nedved per uno struscio di piede all’arbitro Farina (ve lo ricordate?); ricordo pure, stagione 2008 – 09, Genoa – Juventus 3 – 2, arbitraggio sciagurato di Rocchi, gara che di fatto pose fine alle speranze scudetto di quella Juve (per vostra memoria: http://www.juworld.net/articolo.asp?id=11877 ); ricordo soprattutto, la stagione successiva, Genoa – Juventus 2 – 2, arbitro Saccani, l’anno di Ferrara, la squadra proveniva da quattro vittorie di fila, e a Marassi l’arbitro ne combinò di tutti i colori, ivi compreso annullare due reti valide ai bianconeri (http://www.juworld.net/articolo.asp?id=13210 ), e si da il caso che da quel pareggio cominciò il declino della Juve di Ferrara, che bene invece aveva cominciato quella stagione; ricordo anche, il primo anno di Conte, sia Guida a Torino che “non se l’era sentita”, sia al ritorno il gol regolare a Pepe annullato, cosa che consentì al Milan di allungare, e a Galliani di parlare a fine stagione solo del gol di Muntari. Tutte partite dall’esito “preordinato”, quelle citate?
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