Domandina: se quella che ingiustamente viene chiamata “Juventus B”, avesse giocato l'intero campionato, avrebbe vinto lo stesso lo scudetto? Dopo la partita di sabato, effettivamente credo non sia da presuntuosi rispondere affermativamente, magari con minore vantaggio sulle inseguitrici: certo è che le ultime due gare sono state vinte direi per forza di inerzia, contro avversarie che avevano necessità invece di vincere o almeno di conquistare un punto, in ottica piazzamento europeo. Invero la gara di sabato non avrebbe avuto storia, e non avrebbe avuto neppure bisogno di commento, se non l'avesse ravvivata Banti ad inizio ripresa, consentendo ai partenopei di pareggiare: semmai si è fatto capire quanto sia pallone gonfiato quel Napoli che doveva scendere con il sangue negli occhi giocandosi il tutto per tutto per conquistare almeno il terzo posto utile per la CL, che ha in panchina uno degli allenatori più sopravvalutati del calcio europeo: hanno perso di brutto, anche ridicolizzati a tratti, beccandosi il “torello” nel finale, ed hanno perso pure la testa, con interventi da codice penale.
Fatta questa premessa, ritengo che l’immagine migliore della vittoria contro il Napoli sia emersa, in un certo senso, proprio da chi ha realizzato le reti: ossia Pereyra, nome che ha fatto storcere la bocca a tanti “benpensanti”, che lo bollavano quale flop d’annata; Sturaro, ritenuto acquisto di ripiego, anzi conferma della presunta volontà di ridimensionamento delle ambizioni societarie; e Pepe, un giocatore che di fatto da due anni non scende in campo, ma che è stato il collante in campo e nello spogliatoio del gruppo che si è andato formando in questi anni.
Si diceva “Juventus B”, squadra tornata in campo ad appena 48 ore dalla finale di Coppa Italia, sette giocatori cambiati, Asamoah in campo per la prima volta dopo l’intervento chirurgico. A mio giudizio, pur con qualche distinguo, sono state tutte note liete, in particolare il rientro del ghanese, titubante all’inizio, poi sicuro di sé con il passare dei minuti. Ogbonna è eccellente negli anticipi e nel posizionarsi, ha il brutto difetto di fidarsi troppo dei propri mezzi quando deve liberarsi della palla, è questo il suo limite, che spesso ne condiziona la valutazione da parte degli osservatori, un pallone perso in disimpegno si nota di più rispetto ad un anticipo o a una chiusura impeccabile. Capitolo Sturaro, che dal mio punto di vista si rivelerà un grande acquisto soprattutto in prospettiva, per un decennio avremo un giocatore che è già forte adesso, ma che sembra avere grandissimi margini di miglioramento: qualcuno lo paragona già a Gattuso e secondo me commette un errore, questo è un abile centrocampista di interdizione ma con notevole tecnica, basti pensare a come si è liberato in occasione del gol; l'ultimo che io ricordi con queste caratteristiche si chiamava Romeo Benetti. Coman, ha letteralmente ridicolizzato la retroguardia partenopea, manca di esperienza nell'ultima giocata, ma ha tutti i numeri per diventare un fuoriclasse, ripeto per me deve rimanere in bianconero, si matura meglio giocando tra campioni, dovendosi conquistare il posto in prima squadra. Per il resto, Pereyra comincia a diventare finalmente più concreto in fase di conclusione, Buffon decisivo in due occasioni, Marchisio, è la sua annata migliore in assoluto, Morata non ha segnato, ma ritengo che la testata finale di Britos sia il gesto di frustrazione di un difensore che non era mai riuscito a tenerlo come si deve durante la gara; purtroppo Barzagli ancora un inconveniente muscolare, speriamo non tale da impedirne la presenza a Berlino.
La giornata di campionato Ormai le partite sono quasi tutte amichevoli di fine stagione, a conferma che il vero problema sta nel numero delle partecipanti, 20 squadre sono troppe, occorre quanto prima tornare a 18, e dipendesse da me aumenterei le retrocessioni da 3 a quattro, con una B a 20 squadre. L’unica realmente di interesse per il finale è stato il derby di Roma, vinto dai giallorossi che così conquistano il piazzamento diretto in CL, mettendo invece a rischio quello della Lazio, impegnata l’ultima di campionato proprio a Napoli: e così i partenopei, dopo la figuraccia di sabato, hanno ancora qualche possibilità di conquista in extremis del terzo posto. Ci sarebbe stata pure Genoa – Inter, utile solo per escludere definitivamente i nerazzurri dall’Europa, ma sicuramente inutile per i genoani, che non ottenendo la licenza UEFA non potranno giocare in EL, quasi certamente a favore della Sampdoria, e questa è proprio la beffa delle beffe. Piuttosto, come può giocare in serie A una squadra che non ha titoli per giocare le coppe europee?
Le mie postille
1 – Trent’anni dopo …
Il momento più emozionante della gara di sabato scorso, più che la premiazione finale (ormai una abitudine allo JS da quando è stato inaugurato), è stato quando, intorno al 39’ minuto di gioco del primo tempo, la curva sud ha esposto gli striscioni in memoria delle vittime dell'Heysel. Coreografia toccante, un gigantesco +39, a volere significare che loro sono ancora in mezzo a noi, una frase “nessuno muore veramente se vive nel cuore di chi resta per sempre”, e tutta la curva ad esporre i nomi dei 39 deceduti. Una tragedia che noi juventini portiamo nel cuore e che non riusciremo mai a cancellare, e che altri usano in maniera sciacallesca solo in chiave di speculazione becera antijuventina, visto che ogni volta si ricorda, si trova il pretesto per discutere se si doveva giocare o meno, se la coppa andava assegnata o meno, insomma alla ricerca pruriginosa di argomenti che possano essere usati in maniera indecente verso i colori bianconeri. Penso sia stato giusto, in quello che è il finale di una annata memorabile per i colori bianconeri, essersi ricordato di loro che sicuramente, da lassù, staranno sorridendo contenti per le vittorie dei colori bianconeri, come avrebbero voluto sorridere quel maledetto 29 maggio 1985, nel vedere possibilmente Scirea alzare quella coppa ... E proprio questo piccolo particolare, che piccolo non è, viene spesso trascurato da certi sciagurati commentatori: sono morti per andare a vedere la partita della loro squadra del cuore, nella speranza di assistere ad una vittoria sportiva. La Coppa dei Campioni 1985 è la loro coppa, punto, altro che restituirla o non ritenerla mai vinta, è quella che ci ricorderà sempre gente che voleva solo passare una serata divertente e vincente assieme alla propria squadra.
2 – La “decima”
E finalmente, dopo venti anni esatti dall’ultima vittoria in questa competizione, la Juventus conquista la sua decima coppa Italia, e la cosiddetta “stella d’argento”. Faccio una doverosa premessa: riconfermo il mio giudizio sul torneo, che viene svilito da una formula alquanto discutibile e anche dal valore del vincerla, visto che, consentendo solo un posto in Europa League, praticamente equivale al quarto – quinto posto in campionato, quando in passato la coppa Italia era certamente di maggior interesse, non solo perché consentiva la partecipazione ad un torneo europeo specifico, la coppa delle Coppe, ma perché spesso era la rivincita dell’andamento in campionato, come dire, maggiori stimoli ed interessi a vincerla. Ne sono testimonianza gli stadi sempre deserti, escluso lo Juventus Stadium. Come dire, non mi esalto più di tanto per averla vinta la Juventus, non mi sarei dannato più di tanto se la Juventus l’avesse persa, come accaduto nelle ultime occasioni in cui è arrivata in finale. Però stavolta credo sia giusto evidenziare tutti gli aspetti positivi della finale di Roma. Gara equilibrata, decisa nei supplementari, che premia la Juventus, ma non mortifica la Lazio; diciamo pure che ho visto molto meglio i bianconeri nella precedente finale contro il Napoli, che in questa occasione, semmai si sfata una tradizione, visto che i bianconeri, che più volte hanno perso finali anche giocandole bene (non mi riferisco solo al campo nazionale), quando invero hanno giocato male hanno puntualmente perso, per cui se una volta tanto si vince non esprimendosi al meglio, non penso guasti. Finale degna di questo nome anche per tutto il contesto, finalmente lo stadio ascolta e applaude l’inno nazionale, non ci sono stati i fischi puntuali, quando altre squadre la giocano; tifo appassionato ma civile da parte di entrambe le tifoserie, alla fine applausi a tutti, onore ai vinti e onore ai vincitori, sia dentro il rettangolo di gioco, sia sugli spalti. Come dire, non sembrava di essere in Italia … Dimenticavo, finalmente la curva sud dell’Olimpico di Roma, festeggia una vittoria!
3 – Berlusconeide.
Parte terza: fine del bluff! Dunque il Milan non è più in vendita, anzi non è mai stato in vendita, almeno ad ascoltare le parole del presidente padrone rossonero. Quindi la stampa ha riportato notizie di fantasia, nessuna volontà di vendere a misteriose cordate thailandesi o cinesi, nessun governo comunista interessato al giocattolo berlusconiano (ma vi immaginate i comunisti che comprano il Milan dell’anticomunista Berlusconi?); la verità vera, come detto dall’interessato, è che lui non vuole vendere, cercava e cerca solo finanziatori che vogliano investire sul Milan, ma solo mettendo denaro per acquisire quote di minoranza e lasciare intatto management attuale. In altri termini, per consentire al management attuale di utilizzare a proprio piacimento il denaro altrui, senza che l’investitore o gli investitori possano avere voce in capitolo. Mi pare evidente, a prescindere da quanto dicano i fedeli servitori, che in realtà l’acquisto del Milan non interessa a nessun investitore degno di questo nome. Già è grossolanamente esagerata la cifra ventilata, oltre 500 milioni di euro, per acquisire il 51% del pacchetto azionario di una società la quale, a parte il blasone, spesso enfatizzato in maniera esagerata, allo stato è un ammasso di debiti, scarso valore del parco giocatori, per il secondo anno di fila non disputerà coppe europee, che pertanto per essere ricostruita ha bisogno intanto di ripianamento di una esposizione debitoria notevole, e di massicci investimenti a breve termine. Ma vi immaginate quanti possano essere quelli disponibili a dare soldi ad un gruppo dirigente che ancora paga un allenatore contrattualizzato a gennaio 2014 per un triennio, a cifre considerevoli, da top sul mercato, cacciato perché inviso all’A.D., e probabilmente dovrà ancora cercare un nuovo allenatore per il prossimo campionato? Piuttosto, sempre in tema di rapporti tra i media e l’ambiente rossonero, la scorsa settimana era apparsa una notizia, relativa ad una intercettazione, nella quale uno dei soggetti intercettati affermava che la famigerata società Infront, non sia altro che Galliani sotto mentite spoglie: notizia apparsa il martedì e sparita totalmente il giorno successivo. A conferma che la nostra stampa ha davvero schiena dritta contro i veri poteri forti
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
|