Oggi è il 14 maggio 2015, data che in passato, per me ma penso per tutta la tifoseria bianconera, significava brutti ricordi: era il 14 maggio del 2000 quando una farsa di partita nella piscina di Perugia, ci toglieva uno scudetto praticamente vinto; era il 14 maggio del 2006 quando la Juventus concludeva la stagione trionfale 2005 - 06, con i 91 punti, ma con pronta già l'altra farsa ancor più micidiale, denominata farsopoli. Nove anni dopo, il tifoso juventino in questa data si risveglia forse quasi incredulo, la sua squadra del cuore è in finale di Champions League, al termine della ennesima battaglia stagionale contro quella squadra galattica e multimilionaria denominata Real Madrid, che tuttavia quando vede i colori bianconeri è costretta abitualmente ormai, a doversi inchinare.
Già: sono passati nove anni dall'uragano scatenato (o meglio intelligentemente manovrato e pilotato in alte sfere) nelle aule giudiziarie, nelle redazioni giornalistiche, nelle sedi sportive, uragano che poteva produrre davvero la fine di una grande leggenda del calcio italiano, la Juventus, uragano che produsse il parziale smantellamento di uno squadrone, che portò campioni d'Italia e del mondo, a girovagare sui campi infernali della serie B. Rivisti oggi, quei giorni sembrano lontani, quasi un incubo dal quale non ci si riusciva a svegliare, nonostante il ritorno in A, il ritorno nelle coppe europee, annate nelle quali il massimo traguardo sembrava poter essere un piazzamento di prestigio e vittorie di prestigio. Sembrava una Juventus destinata a ruoli ridimensionati nel calcio italiano, almeno fino a quando è arrivato Andrea Agnelli a guidare la società, e si è cambiato tutto lo staff dirigenziale, Marotta D.G., Paratici capo area tecnica, Del Neri primo allenatore del nuovo corso, e poi il triennio di Conte. Ritengo giusto pure ricordare Del Neri, non molto fortunata la sua parentesi in bianconero, ma l'ossatura di questa Juventus, praticamente nacque sotto la sua guida, Bonucci, Barzagli, Quagliarella, Matri, Pepe, Storari, unitamente allo zoccolo duro preesistente, Buffon, Marchisio, Chiellini; poi arrivò Conte, un nuovo spirito, l'orgoglio bianconero, innesti importanti, Lichtsteiner, Vidal, Vucinic, Caceres e soprattutto un grandissimo giocatore scartato frettolosamente dal Milan, Andrea Pirlo. Chi è stato in questi anni in bianconero, a mio giudizio va ringraziato di cuore, ha dato il proprio contributo, più o meno grande, alla ricostruzione della Juventus, a riportarla nei valori che le competono, la conquista di una finale di Champions League, a distanza di dodici anni, è l'arrivo di un percorso, comunque vada la finale: E' LA CONFERMA CHE LA GRANDE JUVENTUS E' DAVVERO RITORNATA, DOMINATRICE IN ITALIA, E STABILMENTE SUL PODIO DELLE GRANDI IN EUROPA! Forse è proprio questa la grande rivincita della Storia, oggi la Juventus al massimo splendore, mentre le milanesi (le principali beneficiate di farsopoli), a dovere mendicare un piazzamento in Europa League, in extremis.
Ma dopo i ringraziamenti per chi ha contribuito in passato, occorrono i ringraziamenti a chi ci ha fatto rivivere emozioni straordinarie che ancora potrebbero proseguire. Quindi i giocatori e, consentitemelo, il nostro allenatore, Massimiliano Allegri. Io mi auguro che alla penultima di campionato, allo stadio ci sia per lui una accoglienza idonea, che intanto contenga le scuse di una tifoseria (non tutta a dire il vero), che l'aveva accolto con scetticismo, per non dire con ostilità da parte di certi gruppetti, e contenga un grande ringraziamento ed elogio per il lavoro svolto: comunque andrà questa è una stagione trionfale, scudetto, finale di Coppa Italia, finale di Champions League.
In finale, ci arriveremo da vittima sacrificale predestinata, già in molti scrivono "che ci andate a fare a Berlino", in molti pronosticano che saremo asfaltati dallo squadrone stellare del Barcellona. Prendiamone atto, arriviamo a questa finale, da sorpresa, ma ci arriviamo come l'Amburgo nel 1983, come l'Olympique Marsiglia nel 1993, come il Borussia Dortmund nel 1997, come il Milan nel 2003; ci arriviamo con mezza Italia che avrà nel Barcellona l'ultima speranza di riscatto e motivo di godimento. Se vinceranno avranno rispettato il pronostico. Ma le partite vanno sempre giocate, specie quando una delle due squadre in campo si chiama Juventus.
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