La Juventus prosegue nella sua marcia trionfale per la conquista del trentatreesimo scudetto, ed anche il Genoa deve inchinarsi alla legge dello Juventus Stadium. Gara che ha avuto un andamento direi monocorde, Juventus che parte forte, trovando il vantaggio, e poi bada soprattutto ad amministrare il vantaggio, e a controllare l’eventuale reazione genoana, che a ben vedere si è concretizzata in un tiro da fuori ed in qualche iniziativa sporadica di Perotti. Ed ora pausa Nazionale, per ricaricare le pile in vista del finale di stagione.
La Tattica
Ritorno al 3 – 5 – 2, da parte di Allegri, anche per il rientro di Barzagli in difesa, e per un centrocampo da reinventare viste le indisponibilità: dunque Padoin nuovamente esterno sinistro, Pereyra mezzala e in avanti il rientro di Llorente. A conferma che tante volte i moduli sono solo indicazioni di massima, il 3 - 5 - 2 di Allegri si manifesta in maniera ben diversa rispetto a quello di Conte,, anche per la disposizione genoana, un apparente 3 – 4 – 3, ma di fatto ben sei giocatori a centrocampo e una sola punta avanti: quindi Juventus che sfrutta meno le fasce, non avendo peraltro Asamoah, e oggi neppure Evra; Tevez molto arretrato, Pereyra meno vincolato al ruolo di mezzala, quasi un 3 - 4 - 2 - 1, per intenderci. Assetto che si rivela particolarmente compatto, nessun rischio corso o quasi, ma gioco più che altro per vie centrali, e ravvivato da improvvise accelerazioni, a cercare di scardinare l’accorta disposizione di Gasperini. Alla fine il risultato appare anche striminzito, le occasioni non sono mancate, compreso il rigore fallito da Tevez nella ripresa.
La Squadra
A mio giudizio, il ritorno al passato, ovvero al modulo diciamo “storico” della Juventus degli anni scorsi, è stata una scelta da un lato obbligata, dalle varie assenze; dall’altro dal fatto che la difesa a tre ha senso adesso con il rientro di Barzagli, che rende equilibrato il reparto, dà sicurezza a Bonucci, e consente pure a Chiellini le sortite in avanti: non a caso il nostro "The Wall" si è ritrovato sul lato sinistro difensivo, appunto a copertura delle sortite di Chiellini. Il centrocampo, ancora una volta inedito, è andato a folate, direi abbastanza bene nella fase di interdizione, qualche pausa quando c’è stato da costruire e velocizzare la manovra, spesso si è preferito il giro palla anche quando si potevano aggredire gli spazi in avanti, o non si è verticalizzato in tempo quando gli avversari erano un po’ troppo alti. In attacco, il problema a mio giudizio rimane il solito, Llorente costretto a giocare spalle alla porta e senza veri esterni che allargando il gioco, possano favorirne gli inserimenti in area di rigore.
I singoli
Ormai parlare in positivo di Tevez, specie dopo le sue imprese di Dortmund, è quasi del tutto superfluo, anche ieri prestazione gigantesca, macchiata solo dal rigore fallito, che poi era stato tirato bene, angolato, bravo il portiere genoano ad azzeccare il lato e gettarsi anche con un po’ di anticipo. Molto bene l’intero pacchetto difensivo, semmai va segnalato qualche disimpegno avventuroso di Bonucci; a centrocampo Pereyra buon inizio e finale in crescendo, qualche pausa nel resto della gara; direi anche in lieve crescita Vidal, e il solito ordinato Marchisio. Per quanto riguarda Llorente, forse l’unico insufficiente, ribadisco, la Juventus quest’anno gioca in modo molto diverso, sì da costringerlo ad un ruolo quasi da centroboa, ossia giocatore che deve attirare a sé i difensori avversari, per consentire agli altri di liberarsi; c’è da dire che in qualche situazione mi è sembrato decisamente lento e che quando ha avuto la palla ghiotta, l’ha sprecata malamente.
Le prospettive
Ho la sensazione che in questo finale di stagione, nel campionato, vedremo gare molto simili a quella di ieri pomeriggio, Juventus che forza solo quando occorre, ma che soprattutto pensa ad amministrare la partita e dosare le energie, da utilizzare nei prossimi impegni in Europa, che ci si augura tutti siano più di due gare. Ed invero, rallentare i ritmi, risparmiare energie atletiche, mantenendo tuttavia sempre alta la concentrazione, ritengo sia cosa necessaria se si vuole mirare a risultati ancor migliori rispetto a vincere uno scudetto che ormai è in tasca. Quota aritmetica per la vittoria finale ormai è scesa a 83 punti, come dire che, da quando c’è il campionato a 20 squadre, per la prima volta una squadra potrebbe vincere il titolo anche non superando la fatidica soglia degli 80 punti, non essendo pensabile che le due inseguitrici (va annoverata anche la Lazio, ad un solo punto della Roma), riescano a vincere tutte e dieci le partite rimanenti, considerato che alla penultima c’è il derby capitolino e la Lazio dovrà pure venire a Torino. In altri termini, per usare una terminologia tennistica, sarà sufficiente “mantenere il proprio servizio”, quindi continuare a fare punti e vittorie in casa, in trasferta cercare solo i punti sicurezza, e anche consentirsi il lusso di perdere un paio di partite. Perché mi pare chiaro che a questo punto della stagione, le vere partite che contano non sono più quelle di campionato, ma il ritorno della semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina, dove si deve comunque provare a rovesciare il risultato dell’andata; e soprattutto la doppia sfida in CL contro il Monaco, che non va presa sottogamba, dato che se questa Juve arriva alle semifinali, a parte gli introiti economici conseguenti, a quel punto tutto può diventare possibile. Intendiamoci, ci sono almeno tre squadre sulla carta molto più forti dei bianconeri, ma nessuna delle tre, in caso di semifinale, potrà dormire tranquilla contando di poter fare una passeggiata, dato che a quel livello, i valori tecnici possono essere anche annullati o rovesciati da altri fattori, compresa la fortuna. Che come sapete bene, nel passato non ci ha quasi mai sorriso, dunque è in forte debito con i colori bianconeri.
La giornata di campionato
La Roma ritorna al successo sul campo del Cesena, spezzando la serie negativa e soprattutto evitando il sorpasso della Lazio, vera squadra del momento, vittoriosa in casa contro il Verona. Comincia pure ad infiammarsi la lotta per le posizioni di rincalzo, visto che il Napoli continua a perdere punti, ed ora è quinto, sorpassato pure dalla Sampdoria, vittoriosa contro l’Inter, e con un solo punto di vantaggio sulla Fiorentina. Per il resto, da segnalare il ritorno al successo del Milan, contro il Cagliari, anche grazie ad un rigore inesistente per tutti, tranne che per la prospettiva di Tagliavento, ottimo allievo del geometra Galliani, che come sapete è un maestro di prospettive e di linee.
Le mie postille
1 – I vedovi e le vedove. I tifosi di calcio in Italia, di norma, si dividono in due categorie: da un lato gli juventini, dall’altro gli antijuventini, nella quale rientrano un po’ tutti quelli che tifano per le concorrenti o anche per squadre che si erigono a concorrenti e non si capisce la ragione. Gli juventini tifano per la loro squadra, gioiscono se vince, soffrono se perde, di norma non si occupano delle altre, se non da ultimo, ma più come reazione, e comunque se le altre vincono o perdono non se ne interessano; gli antijuventini, gioiscono poco, pochissimo, se le loro squadre vincono, da ultimo di rado, ma sono sempre pronti a gioire se perde la Juventus, anche se a vincere fosse la loro più acerrima nemica. Bene, da ultimo si sta affermando una terza categoria: ossia tifosi juventini, o sedicenti tali, che trovano la loro ragione di esistere nell’attesa delle sconfitte della Juventus, e gioiscono delle sconfitte dei bianconeri, in maniera anche più euforica rispetto agli antijuventini tradizionali. Li trovate un po’ ovunque, anche più aggressivi rispetto agli antijuventini tradizionali (per intenderci, interisti, romanisti, napolisti, violacei, granata etc.), ancora più rosicanti al cospetto dei risultati positivi della Juventus, e se chiedete la ragione, vi spiegano che criticano perché la vera Juve (quella che dicono loro), stravincerebbe sempre e tutto. Sono i cosiddetti vedovi (e vedove), di qualcuno o di qualcosa; prima quelli che “dopo Del Piero la Juventus non vedrà più luce”, poi quelli che “dopo Conte tutto si sfalderà”. Ed in questo periodo stanno andando decisamente in crisi, visto che la Juventus ha praticamente già vinto lo scudetto ed è nei quarti di CL, risultato ritenuto minimale ad inizio stagione, come dire, lo sfaldamento, il tracollo, la rovina della squadra bianconera, non c’è stata. Dovrebbero gioire di questa Juve che si conferma ad alti livelli, ed invece no: e guai a farglielo notare, ti aggrediscono con solite litanie, quali la distinzione tra veri juventini (che sarebbero loro) e falsi juventini, che saremmo tutti gli altri. Sono quelli che se la Juve ha 14 punti di vantaggio, è colpa della mediocrità del campionato italiano, che attaccavano la campagna acquisti estivi perché non era stato preso Immobile, che oggi però vengono a dire che Morata è un bidone in quanto la Juve lo valorizzerà ma il Real lo riprenderà, sono quelli che chiunque altro giocatore di altre squadre, compresi i colpi di mercato interisti di gennaio ( …), sono migliori dei nostri e dunque che abbiamo una dirigenza incompetente. Che dire? Avranno ragione loro, peccato i tempi in cui trionfavamo quando ci guidava un liquidatore di aziende decotte, un organizzatore di eventi tennistici o un addetto alle fotocopie …
2 – Scemo della settimana Povero Napoli, povero Benitez, e povero cinepanettonaro: vittime tutti costoro di arbitraggi che vogliono impedire ai partenonei la grande rimonta verso i traguardi più elevati del calcio nazionale, perché come sapete la “pulcinella” football club 1926 è la squadra più forte della galassia. Così forte che da terza assoluta con discreto vantaggio, è riuscita ad arrivare al quinto posto, superata da Lazio e Sampdoria, e con il fiato della Fiorentina sul collo, così forte che ieri, in superiorità numerica contro la quartultima in classifica, ha rischiato la sconfitta. E siccome, il Napoli non può perdere, o pareggiare, per demeriti propri, ecco le accuse agli arbitri, così ieri c’è finito di mezzo Calvarese, che, detto per inciso, è lo stesso arbitro di Fiorentina – Napoli della scorsa stagione, e Napoli – Genoa di gennaio scorso, partite vinte dai napoletani con evidenti errori arbitrali. Eccoli quindi uscire con un tweet (per chi non lo sapesse, si tratta di messaggi brevi in un noto social network), dove parlano di campionato falsato e, specificamente, che queste cose in Inghilterra non sarebbero mai successe. Già … sapete quanti campionati ha vinto in Inghilterra il nostro cicciobello dalle gote rosse? ZERO!
Infine: manca una postilla, fino a tarda serata ho atteso che la Cassazione leggesse il dispositivo della sentenza sulla vicenda denominata Calciopoli, ma più realisticamente Farsopoli. Visto che la Camera di Consiglio si sta prolungando, mi riservo di scriverci sopra in settimana.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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