 Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
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N |
45 |
78 |
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44 |
T |
 La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.608 |
Giocate |
3.108 |
2.520 (54,69%) |
Vittorie |
1.708 (54,95%) |
1.183 (25,67%) |
Pareggi |
844 (27,16%) |
905 (19,64%) |
Sconfitte |
556 (17,89%) |
8.233 |
Fatti |
5.406 |
4.491 |
Subiti |
2.933 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
518 |
Giocate |
1.586 |
283 (54,63%) |
Vittorie |
939 (59,21%) |
115 (22,20%) |
Pareggi |
380 (23,96%) |
120 (23,17%) |
Sconfitte |
267 (16,83%) |
876 |
Fatti |
2.776 |
478 |
Subiti |
1.410 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 31.10.2014
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QUESTO SCUDETTO NON S'HA DA VINCERE! (RIFLESSIONI SUL DOPO GENOA - JUVENTUS)
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di Antonio La Rosa
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Non sarà questo un commento alla partita di Marassi di mercoledì sera, che peraltro penso sia difficilmente commentabile in relazione all’incredibile finale. Ma semmai un commento al contesto pre e post gara, che mi riconferma quel clima che ho denunciato dopo Sassuolo – Juventus, e che mi riporta alla memoria il famigerato biennio giubilare, compresa la sostanziale inerzia della società bianconera, che o non vuole o non ha interesse a recepire questo clima. E del resto mi pare che, in un contesto mediatico ostile, neppure quella stampa ritenuta non dico vicina, ma almeno non avversa alle ragioni dei bianconeri. Ad esempio ho trovato di pessimo gusto l’editoriale in prima pagina a firma del direttore di Tuttosport, Vittorio Oreggia, che elenca tutte le colpe possibili ed immaginabili della squadra bianconera e del suo allenatore, ma trascura totalmente una componente che, a prescindere dal risultato, sta diventando una costante nelle gare della Juventus dopo i veleni sparsi a getto continuo da Roma, dopo lo scontro diretto del 5 ottobre: ossia la manifesta ostilità dei direttori di gara, visto che è la seconda trasferta di fila che agli avversari si consente di tutto, di far diventare una partita di calcio una corrida con colpi proibiti e non sanzionati, quando al contempo si censurano giocatori bianconeri anche sul nulla. Vedete, io ritengo che la cosa più grave del dopopartita, in genere, comprese dichiarazioni di Allegri e silenzi societari, sia stato il modo superficiale come non si sia parlato affatto di Mazzoleni, del suo avere consentito entrate da rosso diretto ai vari Rosi, Bertolacci, Pinilla (autore questo di almeno una decina di falli e meno della metà sanzionati), della omertà moviolara su due episodi della partita che magari potevano essere rivisti e dare ragione all’arbitro (mi riferisco ad un possibile rigore su Pogba e al gol decisivo), ma di fatto neppure esaminati, quando ricordo e ricordiamo bene come siano state fatte le pulci domenica sera sul raddoppio bianconero, regolare, contro il Palermo, in una gara già sbloccata e sulla quale c’era pochissimo da discutere. Si ha un bel dire che la Juventus del mese di ottobre ha perso tre volte, di misura, fuori casa, e pareggiato una volta, con un gol fatto e quattro subiti, che c’è un problema di concretezza offensiva, dato che comunque la squadra al tiro ci arriva e spesso, ma non può essere solo sfortuna o iper bravura; si può discutere di moduli e quant’altro, di scelte tecniche di Allegri più o meno coraggiose, più o meno balorde; ma i tre punti perduti dai bianconeri in campionato hanno origini ben diverse e fingere di non vederlo è faziosità pari al vedere complotti e ruberie varie quando la Juventus vince. O snobismo degno di miglior causa. Dopo Juventus – Roma, si è riaperto il clima da caccia alle streghe a danno della Juventus, il calcio che era stato ripulito nel 2006, è diventato nuovamente torbido nonostante ci siano gli stessi dirigenti frutto del commissariamento di Guido Rossi; gli stessi arbitri che hanno consentito le vittorie pulite ma piene di errori in buonafede dell’Inter, ma che se sbagliano adesso sono condizionati e in malafede; chiunque si sente autorizzato a dire la sua contro la società e i tifosi bianconeri, ottenendo il plauso generale, mentre al contrario si innestano processi pubblici di piazza se qualche dirigente juventino esprime il proprio parere, o qualche altro personaggio ironizza; si assiste a trasmissioni thrash – show calcistici dove pure colei che è compagna di un campione juventino schiuma livore contro la società bianconera, che grazie agli abbonati che porta, consente a costei di avere lauti compensi; si legge di esposti in sede penale (anche se dopo vengono archiviati perché insussistenti), cui si da risalto con enfasi ingiustificata; si ascoltano interviste di arbitri, in violazione dei regolamenti, che poi vengono usate per conferma di teoremi complottasti; si parla di prese di posizione anche in sede parlamentari di esponenti di partiti di maggioranza, con le quali si chiede una sorta di commissariamento del calcio per garantire la regolarità del campionato, che nella capitale ha un solo significato, far vincere la Roma; contro la Juventus ormai parlano tutti, non solo gli interisti storici perdenti, o i livorosi in giallorosso, o i napolisti, ma anche gli ultimi arrivati come il folkloristico presidente della Sampdoria, e tutto passa per normale, legittimo, anzi doveroso, visto che da Corso Galfer non si reagisce, e visto che in sede di assemblea degli azionisti, l’essere la società bianconera antipatica pare cosa accettata con rassegnazione. Ma, a differenza del passato, c’è un anno che fa da spartiacque e che non si può dimenticare: il 2006, anno nel quale abbiamo vissuto sulla nostra pelle cosa significhi il “sentimento popolare diffuso”, come viene costruito e quali siano gli effetti. Io una domanda pongo alla riflessione di tutti: in che condizione psicologica potrà dirigere una gara della Juventus un arbitro che sa bene cosa dovrà subire il giorno dopo se per caso viene colto qualche episodio dubbio nel quale chi ne beneficia è la squadra bianconera: se per una direzione di gara, quella di Rocchi, nella quale, dopo ore ed ore di immagini viste riviste da tutte le angolature, scomposte in maniera infinitesimale, non c’è stato accordo alcuno nel definire errori le decisioni dell’arbitro (eccettuati i romanisti dato che per loro è assioma il vincere contro gli arbitri e perdere per colpa degli arbitri e dei complotti!), sono partiti esposti penali, interpellanze parlamentari e campagne mediatiche di odio senza scrupoli, davvero crederete che i vari Mazzoleni, Tagliavento, Valeri, Damato e soci, si assumeranno il rischio di fischiare qualcosa che possa esporli alla gogna mediatica? In questo senso la gara di mercoledì sera è emblematica: Rosi commette su Tevez un fallo da rosso diretto, neppure ammonito, e la stessa cosa era accaduta al Mapei Stadio, con Vrsaliko protagonista; il primo ammonito del Genoa, solo a un quarto d’ora dal termine, quando la Juventus aveva avuto quattro ammoniti, uno per una entrate netta sulla palla, Ogbonna, e uno per un mani non commesso, Chiellini; non parliamo dell’atterramento di Pogba in area genoana, sparito dalle moviole, e via di seguito. Per non dire che ormai a Genova, sponda rossoblù, è un dato consolidato l’arbitraggio ostile ai bianconeri, e se i media sono bravi a dimenticare, non penso che la tifoseria bianconera si sia dimenticata di Rocchi (si, il nostro amico che ci aiuta …) in quel Genoa – Juventus 3 – 2, la settimana prima di Juventus – Inter, sconfitta che di fatto chiuse ogni velleità di scudetto per i bianconeri, in una gara nella quale venne annullato un gol regolare a Iaquinta, espulso Camoranesi a metà ripresa per ragioni note solo all’arbitro, dato come regolare il gol iniziale di Thiago Motta, a gioco fermo e successivo ripensamento dell’arbitro, e negato un solare rigore alla Juve; l’anno dopo, quinta di andata, Juventus con quattro vittorie di fila, un 2 – 2 grazie a due gol regolari annullati ai bianconeri dall’ineffabile Saccani, e da quel pareggio cominciò la lenta e costante caduta della Juventus di Ferrara; l’anno del primo scudetto dell’era di Andrea Agnelli, il regolare gol di Pepe annullato, e i genoani a giocare a volley nella propria area di rigore. Ma le direzioni di gara ostili, gli errori più o meno per buonafede o per pavidità, ci possono stare, fanno anche parte del gioco; quello che non ci sta è fingere di non vedere una situazione complessiva nella quale si sta mandando un messaggio forte a tutti e a reti unificate: LA JUVENTUS QUESTO SCUDETTO NON DEVE VINCERLO! Ora possiamo pure parlare di moduli, di errori di Allegri, di giocatori sotto tono, di sfortuna, di casualità della sconfitta e via di seguito, non dimenticandoci, tuttavia, che questa Juve ha dovuto cambiare in corsa a inizio preparazione.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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