 Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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24 |
47 |
13 |
8 |
3 |
39 |
21 |
C |
20 |
31 |
7 |
10 |
3 |
27 |
21 |
F |
1 |
0 |
0 |
0 |
1 |
1 |
2 |
N |
45 |
78 |
20 |
18 |
7 |
67 |
44 |
T |
 La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.608 |
Giocate |
3.108 |
2.520 (54,69%) |
Vittorie |
1.708 (54,95%) |
1.183 (25,67%) |
Pareggi |
844 (27,16%) |
905 (19,64%) |
Sconfitte |
556 (17,89%) |
8.233 |
Fatti |
5.406 |
4.491 |
Subiti |
2.933 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
518 |
Giocate |
1.586 |
283 (54,63%) |
Vittorie |
939 (59,21%) |
115 (22,20%) |
Pareggi |
380 (23,96%) |
120 (23,17%) |
Sconfitte |
267 (16,83%) |
876 |
Fatti |
2.776 |
478 |
Subiti |
1.410 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 21.05.2014
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Contento o non contento?
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di Antonio La Rosa
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Ho aspettato un giorno per la redazione del commento finale al campionato, e dunque anche alla gara conclusiva, in attesa della fumata da Corso Galfer, sull’incontro tra Andrea Agnelli e Antonio Conte, che doveva porre fine in un senso o nell’altro al tormentone sulla panchina bianconera per la prossima stagione: e così adesso come ulteriore elemento di valutazione ho pure questa fumata grigia, la gradazione di chiaro o scuro fatela pure voi, io ne parlerò più avanti. Dopo avere fatto alcune considerazioni sulla gara finale di campionato, e il bilancio stagionale.
Sulla gara di domenica poco da dire, diciamo una amichevole di fine stagione, giocata discretamente per una frazione di gioco, chiusa tuttavia in un quarto d’ora, con qualche reazione degli ospiti che ha creato un po’ di scompiglio nella metà del primo tempo, e con una ripresa giocata solo perché le partite durano 90’. Semmai qualcosa da dire sulla polemica, inutile, scatenata dentro lo stadio da uno striscione inopportuno, esposto in curva sud, cui il resto dello stadio ha reagito con una marea di fischi che ha prodotto la rimozione di quello striscione: diciamo una polemica che si poteva evitare, proprio adesso dopo i fatti della finale di Coppa Italia, e proprio nella giornata di festa per il terzo scudetto di fila.
Il bilancio stagionale è sicuramente straordinario con riferimento al campionato, con qualche rammarico con riferimento alle altre competizioni. E partiamo appunto dal rammarico. Mai come quest’anno la Juventus aveva a portata di mano un “triplete”, anche se non con la coppa europea più importante; però visto chi è arrivato in finale di Coppa Italia e di Europa League, entrambi i trofei erano ampiamente a portata di mano. Mi si dirà che sono stati sacrificati per evitarsi dispendio di energie in campionato, specie la coppa Italia, e che in quest’ultimo caso ha pesato anche qualche decisione arbitrale discutibile. Vero solo in minima parte. Il proseguire in coppa Italia poteva caricare i giocatori di altre due gare, avremmo dovuto vedercela con il Napoli in semifinale, forse qualche punto in campionato si poteva perdere, e forse in quel preciso momento del campionato, con una Roma all’inseguimento, anche se a distanza, ma con il trend mediatico che la tirava per i capelli, la scelta di schierare le seconde linee all’Olimpico, poteva avere una sua spiegazione. Non invece quella di schierare la formazione migliore contro il Sassuolo prima della gara di ritorno (più precisamente due giorni prima) con il Benfica. Mancavano quattro giornate, otto punti di vantaggio sulla Roma, due gare in casa contro Atalanta e Cagliari, si poteva pur giocare a Reggio Emilia con le seconde linee e gestire la gara anche per cercare solo di non perdere, rimanere con un margine di 5 o 6 punti e puntare comunque a battere l’Atalanta per poter giocare tranquillamente a Roma contro i giallorossi. Al contrario, contro il Sassuolo la formazione migliore, e naturalmente due sere dopo non si poteva pensare che la squadra potesse mantenere ritmi elevati e cercare di fare quel gol che poteva significare finale nel proprio stadio a Torino. Come dire, in questo insuccesso forse qualcosina proprio Conte ha da rimproverarsela. Andiamo invece alle cose straordinarie compiute in campionato. Centodue punti, tutte le gare in casa vinte, migliore attacco, migliore difesa, ben tre giocatori in doppia cifra, 47 reti complessive Tevez, Llorente e Vidal, e, cosa che in molti dimenticano di evidenziare, il massimo dei punti conquistati in trasferta da quando c’è il campionato a 20 squadre, ben 45, come dire, solo cinque squadre su diciannove sul loro campo sono riuscite a fare punti. Che poi, ricordando l’andamento di quelle cinque gare, si potrebbe dire che solo in una occasione la Juventus non è stata all’altezza della situazione, a Napoli, dato che la sconfitta contro la Fiorentina maturò in maniera incredibile nei venti minuti finali della partita, idem il pareggio a tempo scaduto a Verona; contro l’Inter all’andata era ancora una squadra in fase di rodaggio e comunque abile a recuperare il pareggio immediatamente, e lo stesso dicasi contro la Lazio, gara iniziata in salita, rigore e uomo in meno, Buffon, eppure pareggiata in inferiorità numerica. Come dire, il cammino di un rullo compressore, stagione che rimarrà per sempre nella storia, dunque non uno scudetto vinto e basta, ma uno scudetto frutto di record su record, in avvenire potranno essere eguagliati, ma non certo superati. Cose che neppure nel triennio del Milan di Capello si erano viste, dato che in quelle stagioni i rossoneri vinsero sì ma non dominando; per non parlare degli anni di cartone, con scudetti assegnati all’ultima giornata o quasi. Insomma, è stato l’apice della progressiva ascesa della Juve di Conte.
Le prospettive
Come dicevo, ho aspettato l’esito del vertice in sede, per potere parlare appunto delle prospettive della squadra nella prossima stagione. Adesso sappiamo che Conte rimane, ma con una dicitura ambigua, ossia sarà ancora l’allenatore per la prossima stagione, e niente altro. Si sapeva già che Conte aveva contratto con scadenza al 2015, per cui il comunicato della società è in pratica un “non comunicato”: non c’è stato il prolungamento, dunque non si sa se c’è pieno accordo nel gettare le basi per un progetto più a lungo termine, o se c’è solo la volontà di completare un contratto non essendoci soluzioni alternative immediate da un lato e dall’altro. Il che vuol dire che sarà una annata dai contorni non ancora ben delineati, non si sa se sarà annata di rifondazione, o di prosecuzione dell’attuale cammino, se si procederà ad uno svecchiamento ed un rinnovamento dell’organico, ovvero se si proseguirà sul consolidamento dell’organico attuale. Sicuramente sarà l’annata più difficile per Conte. Perché allo stato appare chiaro che rimane non propriamente convinto di questa scelta, perché l’ha ostentato nelle sue ultime dichiarazioni televisive, perché pare evidente che non c’è unità di intenti. Almeno per adesso. Vedete, io sostengo, forse con una piccola dose di cinismo, che i grandi amori vanno vissuti sempre in due e in piena comunione di intenti, e se tanto mi da tanto, questa comunione di intenti per adesso non si vede, che poi sia crisi momentanea o crisi definitiva. Diciamo una cosa: Conte finora ha lanciato messaggi ambigui, non chiari, almeno pubblicamente, poi in privato non è dato sapere; quello che appare è un Conte che non è convinto di proseguire su questo organico, così com’è, con alcuni innesti mirati per ulteriormente aumentare la qualità e la competitività in Europa. Che effettivamente la squadra sembra avere toccato l’apice ma che adesso possa iniziare la fase calante, vista l’età media, è un dato che può essere fondato, tenuto conto che gran parte dei giocatori fra poco saranno in Brasile al mondiale; che gli anni post mondiali sono stati quasi sempre condizionanti verso le squadre che hanno fornito il maggior numero di giocatori alla Nazionale è fatto statisticamente accaduto, basti pensare a chi ha vinto lo scudetto l’anno dopo (1979 Milan, 1983 Roma, 1987 Napoli, 1991 Sampdoria, 1995 Juventus, 1999 Milan, 2003 Juventus, 2011 Milan), per notarsi che nessuna di queste squadre vincenti aveva giocatori reduci da mondiali logoranti. Diciamo quindi che una maggiore competitività della Juventus in campo nazionale ed europeo dipende anche da come tornano i giocatori dal mondiale e quanti invece saranno gli inserimenti di gente più fresca, giovane, motivata; ma anche dal fatto che chi guida la squadra deve essere convinto di quello che si appresterà a fare nella prossima stagione. Tradotto, se Conte ha in mente che sia l’ultimo anno, è forte il rischio che si possa andare incontro ad una stagione non brillantissima, anche se mi pare evidente che una annata deludente per i bianconeri potrebbe ridimensionare l’immagine di Conte quale allenatore emergente e vincente. Insomma, molto dipenderà da lui.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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