 Tutte le partite ufficiali della stagione |
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45 |
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T |
 La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.608 |
Giocate |
3.108 |
2.520 (54,69%) |
Vittorie |
1.708 (54,95%) |
1.183 (25,67%) |
Pareggi |
844 (27,16%) |
905 (19,64%) |
Sconfitte |
556 (17,89%) |
8.233 |
Fatti |
5.406 |
4.491 |
Subiti |
2.933 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
518 |
Giocate |
1.586 |
283 (54,63%) |
Vittorie |
939 (59,21%) |
115 (22,20%) |
Pareggi |
380 (23,96%) |
120 (23,17%) |
Sconfitte |
267 (16,83%) |
876 |
Fatti |
2.776 |
478 |
Subiti |
1.410 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 12.12.2013
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Juventus eliminata dalla CL - CATTIVI PENSIERI ...
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di Antonio La Rosa
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Prendo subito il “toro” (non quello simbolo dell’altra squadra che gioca a Torino), per le corna: questa eliminazione mi brucia, mentalmente non l’accetto, e mi trovo nel mezzo di una situazione psicologica che mi porta o a cercare giustificazioni più o meno fondate o da piangina, o ad elucubrazioni sinistre di “autocomplotti” tendenti a questo risultato. Dunque, anche se è passato già un giorno, non credo di essere del tutto libero nelle analisi, ed allora le provo a fare tutte separatamente.
Se parliamo dell’aspetto prettamente “tecnico”, nessun dubbio che il vero momento negativo di questa CL è stata la prima partita in Danimarca, si è ripetuta la stessa magra figura dello scorso anno, ripetuta poi in casa contro il Galatasaray, anche se in questa gara furono più nocivi gli errori individuali rispetto al gioco degli avversari. Come pure nessun dubbio che se ci si riduce a dovere giocare l’ultima gara quasi con l’acqua alla gola, il rischio è dietro l’angolo, e sotto questo aspetto, di norma non è la prima volta che accade ai bianconeri, per cui è consequenziale rilevare che chi è causa del suo mal pianga sé stesso: già in passato ricordo l’assurda partita interna contro l’Amburgo (2000 – 01), ci bastava almeno pareggiare per essere quasi sicuri del passaggio, ed invece Davids e Zidane trovarono utile farsi cacciare e lasciare la squadra in 9 contro i tedeschi; nonostante tutto si poteva anche pareggiare in Grecia per passare il turno visto che in casa l’Amburgo non riuscì a battere il Deportivo La Coruna, ed anche in quel caso la squadrà riuscì a trovare il modo di giocare nuovamente in 9 contro 11 e perdere contro il Panathinaikos; idem nel 2009, avevamo due risultati su tre contro il Bayern, in casa, addirittura si passò in vantaggio e poi la frana finale. Come dire, in buona sostanza la Juventus si era scavata già la fossa, e ripenso ad esempio al lungo riscaldamento di Llorente a Copenaghen, ma anche all’espulsione di Chiellini al Bernabeu.
Però, se notate, furono entrambe le volte disfatte che la Juve si procurò sul campo e giocando malissimo l’ultima gara. Possiamo dire che ieri allo stadio Ali Sami Yen si sia giocata una partita di calcio? Sta qui il punto, le vicende che ho riferito sono state disfatte brucianti avvenute in gare che i bianconeri hanno giocato e malissimo, suicidandosi nella sostanza; questa volta non possiamo parlare di partita di calcio giocata male, anche se potremmo pure fare qualche riferimento tecnico tattico, di critica a Conte: che so, che a 10’ dal termine, visto il campo infame, forse sarebbe stato meglio serrare le fila, sostituire Pogba in grave difficoltà su quel terreno di gioco, inserire faticatori e combattenti come Padoin e Caceres, serrare le fila e portare alla fine quel risultato di parità; o che probabilmente sarebbe stato più utile giocare su quel campo con una difesa a 4, tenuto conto che Asamoah di fatto ha dovuto stare molto basso in protezione, mentre Lichtsteiner non poteva attaccare tenuto conto che il lato destro del terreno di gioco era decisamente un campo di patate. Ma il dato incontestabile è che non si è potuto giocare a calcio, soprattutto la Juventus ha praticamente dovuto rinunciare a giocare su due terzi della metà campo avversaria nella ripresa dovendo necessariamente concentrare quelle sporadiche trame di gioco solo sulla fascia sinistra, ben presidiata dai turchi liberi di spostare uomini da quel lato, e queste cose non possono essere considerate recriminazioni da piangina: non mi si venga a dire che il campo era pesante pure per loro, basti pensare che nei quindici minuti recuperati del primo tempo, la Juventus la partita ha provato a farla, come dire, a parità di terreno avremmo forse visto una gara diversa, poi magari beccavamo ugualmente il gol eliminazione su contropiede, ma i fatti che vanno giudicati sono questi. Ed entrano in gioco due fattori importanti: il “peso politico” della nostra Federcalcio, ormai ridotta a stare sotto allo “schiaffo del soldato”, ed il “peso politico” della Juventus all’interno del mondo calcistico nazionale. Nessuno mi convincerà del fatto che se, al posto dei bianconeri (o anche di una squadra italiana qualunque essa fosse) ci fosse stata una spagnola o inglese o tedesca, o anche francese (vi ricordate Dinamo Zagabria – Olimpique Lione 1 – 7?), l’UEFA avrebbe fatto rispettare scrupolosamente il regolamento che intanto prevede il rinvio a data da destinarsi, quando si oltrepassa la mezzora di gioco (la partita è stata sospesa al minuto 31’ del primo tempo), e poi che prevede che il pallone debba correttamente rimbalzare in tutti i punti del campo, prendendosene a campione almeno tre (e mi pare evidente che nella metà campo sinistra non vi fossero le condizioni minime di gioco): una Federazione che si rispetti, DEVE tutelare il suo calcio, perché quando si va in campo europeo, e si ragiona in termini di “ranking”, deve garantire che le proprie squadre possano essere messe in condizione di giocare alla pari con le concorrenti. Cosa questa che nel quadro dell’antijuventinismo militante di federazione, supportato dai media, non viene fatto: poi non dobbiamo lamentarci se l’Italia perde di peso in Europa, perde squadre in CL, viene scavalcata da Nazioni un tempo considerate di seconda e terza fascia.
Al contempo mi viene da riflettere anche sulla condotta della società bianconera, e qui vengono le dolenti note o i cattivi pensieri. Da tempo, dopo i proclami iniziali, Andrea Agnelli sembra avere ritirato i remi in barca, forse ancora non ha digerito le pugnalate subite nella battaglia in Lega per portare Abodi alla presidenza, forse ha altre cose in mente, sta di fatto che il silenzio della società su troppi fattori e su nuove campagne mediatiche ostili, comincia a diventare irritante, esageratamente irritante. E ad Istanbul se ne è avuta riprova: non è stato un bel vedere, quello di Conte che si lamenta a fine primo tempo con la sestina arbitrale, dicendo che non era calcio quello: doveva essere la dirigenza a fare quel passo, non lasciare ancora una volta il nostro allenatore ultimo baluardo della difesa delle ragioni societarie e della squadra. L’eliminazione dalla CL, oltre alle perdite economiche per mancati introiti (che in gran parte potrebbero essere compensati, come dirò più avanti, dalla EL, specie se si dovesse vincere), ha prodotto un crollo del valore azionario della Juventus, e i due fattori sono stati stimati in un danno di circa 50 milioni di euro, che non sono bruscolini. Come dire, chi amministra una società quotata in borsa, deve avere a cuore anche questo aspetto, capire che in un campo di quel genere la prosecuzione o l’eliminazione della squadra poteva dipendere da fattori non propriamente tecnici, dal valore dell’avversaria, ma da un rimbalzo casuale, da un pallone impantanatosi (come purtroppo è accaduto, avendo a mente come è nata l’azione del Galatasaray), per cui DEVE alzare la voce a tutela dei propri diritti e interessi. Occorreva chiedere il rispetto delle regole, non fare chissà cosa, dunque un rinvio a data da destinarsi, o fare constatare la totale impraticabilità di campo, usando tutte le armi lecite che una squadra calcistica può avere, e non mi pare sia stato fatto: che il campo fosse stato sistemato “ad arte” per danneggiare i bianconeri lo si era visto anche la sera prima, quando la neve era stata spalata solo nella area di porta della Juventus ma non in quella del Galatasaray, e ieri quando a fronte di una metà campo ripulita con gli areatori dalla neve e ghiaccio, l’altra era stata praticamente “arata” anche profondamente. Come dire, l’avere supinamente accettato di giocare in quelle condizioni, è una sconfitta della Juve, sul piano del prestigio, ma soprattutto della FIGC, sul piano del “peso politico”, visto che, come poi è successo, andrà avanti delle tre squadre, quella che con molta probabilità si rivelerà la più debole nel prosieguo, anche se, chiamandosi Milan, vista la storia passata, non si deve escludere nulla, neppure che arrivino in finale e vincano pure la CL.
La sconfitta è pure sul piano dell’incidenza in relazione alla formula. Si dirà che la Juventus non meritava di passare con 7 punti (se avesse pareggiato), quando lo Zenit di Spalletti approda agli ottavi con soli 6 punti; si deve prendere atto che ci sono squadre come il Napoli eliminato a 12 punti, quando con tale punteggio, sarebbe passato agli ottavi in almeno 6 gironi; va avanti la squadra che nel nostro campionato è a – 22 dalla Juventus e a – 14 dal Napoli, proveniente dal turno preliminare, come dire, l’Italia non è rappresentata formalmente dal meglio del calcio che può esprimere. A suo tempo la Juventus della tanto vituperata “Triade”, assieme ai grandi club europei, costituendo il cosiddetto G14, riuscì a fare pressioni affinchè, per evitarsi la costituzione della minacciata “Superlega”, l’UEFA ebbe a modificare la formula della CL, tenendo conto delle ragioni delle società più forti: conseguenza, per oltre un decennio il calcio italiano è stato protagonista in Europa, perché forti erano i nostri club, e forza davano alla Federazione. Poi arrivò il ciclone farsopolaro, occorreva rendere forte solo una che forte non era, e rendere competitiva un’altra per salvare dal fallimento una banca, e i frutti sono questi: il calcio italiano ha barattato un “triplete” bancario, con il ridimensionamento del ruolo calcistico nazionale in campo europeo, dove ormai ci prendono a pesci in faccia senza tanti complimenti. In tutto questo disfacimento del nostro calcio, i media continuano a suonare come l’orchestrina del Titanic, sempre a senso unico, per aizzare le piazze contro qualcuno, per imbandire sommari processi e così via, senza rendersi conto che pure loro rischiano di colare a picco, se il calcio italiano si impoverisce nel complesso, e sarà economicamente improduttivo, poi vedremo di cosa parleranno e scriveranno.
Rovescio della medaglia. Lo scorso anno, la Juventus in Europa tutto sommato partì in sordina, ma non male, il pareggio a Stamford Bridge fu prova di forza e non di debolezza, anche se poi un surreale pari interno contro lo Shakthar e quello successivo in terra danese diedero preoccupazioni, ma un girone di ritorno esaltante (tre vittorie e zero reti subite) portò la qualificazione con un turno di anticipo e il primo posto nel girone. L’essere poi arrivati ai quarti ha consentito di verificare la forza della squadra, che se era entrata tra le prime otto d’Europa, aveva però la consapevolezza di non essere tra le più forti del lotto, come dire, sperare di conquistare la CL non è che fossero tante, anche se come si dice sempre, la palla è rotonda (ma troppo spesso gira dalla parte dei più forti). Quest’anno sulla carta il divario si è allargato, le spagnole risultano essere ancora più forti, il Bayern ulteriormente potenziatosi, idem il PSG, le inglesi sono sempre mine vaganti e comunque quattro qualificate confermano che chi vuole vincere la CL deve sempre fare i conti con loro, e dunque un secondo posto nel nostro girone quasi certamente ci avrebbe messo a rischio di incontrare squadroni tipo Bayern, Barcellona, PSG, o una inglese tipo Arsenal o Manchester o Chelsea. Aggiungeteci che la finale di EL si disputerà a Torino, Juventus Stadium; aggiungeteci pure la passività della società bianconera (almeno di facciata), e certe scelte tecnico – tattiche sospette, tipo ostinarsi di giocare a 3 in difesa quando le due gare migliori sono state giocate contro il Real Madrid con il 4 – 3 – 3, o non operare certi cambi ieri a momento giusto. Come dire, il fatto che la società bianconera non si sia strappati troppo i capelli per l’eliminazione, mi fa sospettare che era questo il risultato voluto, con la prospettiva di scendere di livello in Europa, lasciare perdere ogni velleità per un trofeo allo stato non alla portata dei bianconeri, per puntare invece ad un altro trofeo europeo, magari con l’obiettivo di celebrarlo tra le mura amiche del proprio stadio, e così tornare dopo 16 anni a vincere nuovamente in Europa. Io la butto così, prendetelo pure come un “delirio” di uno che non ha digerito l’eliminazione dalla CL, come una gigantesca rosicata, ma il sospetto mi rimane e molto forte, specie considerando che già, nella pagina ufficiale della società, oltre che in quella di Facebook, si pubblicizza la finale di Torino del 14 maggio 2014. E considerando che, a conti fatti, una finale vinta di EL frutterebbe molto di più di una possibile eliminazione agli ottavi di CL, oltre a poter disputare la supercoppa europea. Intendiamoci, se la CL con questa formula mi lascia fortemente perplesso, la EL non solo mi lascia indifferente (l’hanno ridotto ad un torneo molto aleatorio e poco seguito, diciamo solo televisivo, viste le presenze, o meglio le ASSENZE, negli stadi), ma dovendosi giocare di giovedi, e da febbraio quasi tutte le settimane di fila, è molto più deleteria sul campionato rispetto alla CL, per cui non so se il gioco vale la candela. Vi dico solo che prenderò in considerazione questo torneo solo se i bianconeri arriveranno alla semifinale, essendo presumibile che a quel punto ci saranno quattro squadre di alto livello, diciamo potenzialmente molto competitive pure in CL. Per la coppa con le grandi orecchie, appuntamento rinviato al prossimo anno …
Le mie postille
1 – Scemo infrasettimanale
Ridiamoci su un pochino. A fine gara, Antonio Conte, per indicare le pessime condizioni del terreno di gioco, ha dichiarato ai microfoni delle emittenti televisive, che era impossibile giocare a calcio, si poteva solo provare a giocare “a tamburello”, modo di dire che, come sapete, indica l’impossibilità di giocare palla a terra e costringe le squadre a lanci lunghi che spesso come replica rilanci avversari dello stesso tipo. Bene: io credo che quando il nostro tecnico ha profferito quelle parole, non poteva affatto immaginare che: - esiste una Federazione Italiana Tamburello, regolarmente affiliata al CONI; - che detta Federazione si risentisse di quella dichiarazione, al punto tale da replicare con un comunicato stampa ufficiale apparso sul sito della loro Federazione e che potrete leggere a questo indirizzo:
http://www.federtamburello.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1786:intervento-della-federtamburello-sulle-dichiarazioni-di-antonio-conte&catid=24:federazione&Itemid=263
Non credo ci sia tanto da commentare, c’è solo da leggerlo tutto, rendersi conto che non è uno scherzo ma un comunicato ufficiale, e sentirsi risollevare il morale perché si trova sempre qualcuno che sta peggio …
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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