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 La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
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C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
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283 (54,63%) |
Vittorie |
939 (59,21%) |
115 (22,20%) |
Pareggi |
380 (23,96%) |
120 (23,17%) |
Sconfitte |
267 (16,83%) |
876 |
Fatti |
2.776 |
478 |
Subiti |
1.410 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 18.02.2013
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Roma - Juventus 1 - 0 - BRUSCO RISVEGLIO
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di Antonio La Rosa
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Dopo nove anni, la Juventus esce nuovamente sconfitta dall’Olimpico, contro una Roma non trascendentale, ma certamente più accorta e tatticamente più ordinata rispetto a quella vista in precedenza. Sconfitta inopinata per certi aspetti, dopo l’impresa di Glasgow, tenuto conto di come arrivavano invece gli avversari, con il cosiddetto maestro Zeman esonerato, e il subentrato Andreazzoli pesantemente battuto all’esordio a Marassi contro la Samp. Ma forse sta proprio qui la spiegazione di una prova che sul campo è stata incolore per i bianconeri: da una parte l’orgoglio di una squadra che voleva reagire, dall’altra forse il senso di appagamento di una squadra che, una volta tanto (ma non la prima quest’anno) ha smarrito l’umiltà, dimenticando che l’impegno più importante per una grande squadra è sempre quello successivo, mai quello che è stato messo in cassaforte. E, sempre una volta tanto, Conte qualcosa da rimproverarsi ce l’ha.
La Tattica
Juventus con il solito modulo 3 – 5 – 2, rientro di Bonucci a centro della difesa, a centrocampo ritorno di Asamoah sul lato sinistro e Pogba al posto di Marchisio e nuovamente confermata la coppia Matri – Vucinic in avanti; giallorossi totalmente ridisegnati dal nuovo tecnico, in un certo senso un ritorno al modulo di Spalletti, e così De Rossi davanti alla difesa, con una sorta di tridente anomalo, dove Osvaldo, prima punta, quasi sempre defilata e Totti centrale. Dopo una fase di studio, è la Juventus a prendere maggiormente l’iniziativa, ma l’unico sussulto del primo tempo è tutto in una punizione di Pirlo con grande risposta di Stekelenburg; partita sostanzialmente molto bloccata, poco gioco sulle fasce da parte dei bianconeri, e qualche ripartenza insidiosa dei padroni di casa, con Osvaldo a creare qualche grattacapo. La ripresa si apre invece con maggiori rovesciamenti di fronte, Roma più aggressiva, ma Juve che prova a ribattere: Buffon chiamato a qualche intervento impegnativo, dall’altro lato solo un tiro di poco fuori di Vucinic. Primi cambi per i bianconeri, entrano Padoin e Giovinco, ma è la Roma ad andare in rete con Totti che riprende una respinta corta di Vidal e batte di prima intenzione, tiro imprendibile per Buffon. Prova una reazione la Juventus, esponendosi in tal modo alle ripartenze dei padroni di casa, ma a fronte di un costante possesso palla, rarissime volte la squadra riesce a produrre azioni degne di nota. E gara che termina con qualche secondo d’anticipo, come dire Rocchi aveva fretta di sancire il risultato finale sfavorevole per la capolista, non facendo battere l’ultimo angolo conquistato dai bianconeri.
La squadra reparto per reparto
Difesa
Nulla da dire sul gol, davvero una bordata imparabile, quanto casuale per come si è svolta l’azione. Semmai il reparto, messo maggiormente in pressione, specie nella ripresa, è riuscito in buona sostanza a contenere gli attacchi avversari e solo in una situazione Osvaldo si è trovato tutto solo in area a battere di testa.
Centrocampo
Tutte qui le dolenti note della serata, nonostante un buon inizio di Pirlo, poi menomato a dovere da certe entratacce subite. Il reparto ha interdetto poco, sulle fasce poca iniziativa e poca pressione, come dire prova più che deludente
Attacco
Se il centrocampo non produce difficilmente l’attacco raccoglie. Anzi le due punte spesso isolate e avulse dal gioco, cosa cambiata di poco con gli innesti di Giovinco (forse affrettato) e di Anelka (forse tardivo).
Le certezze
Trovarne dopo una sconfitta è un pochino difficile, tenuto conto che le premesse per la gara erano ben diverse. Direi, tutto sommato, che ancora una volta si confermano i difensori, bene Buffon in almeno due situazioni, bene pure lo stesso Caceres, nonostante gli avversari facessero pressione soprattutto dal suo lato. Altra notazione, ancora però da verificare, il buon impatto di Anelka, che almeno ha dato prova di non essere diventato, nel frattempo, un ex giocatore.
Gli interrogativi
Ho detto all’inizio che stavolta Conte ci ha messo di suo. Intendiamoci, tutti gli allenatori hanno il loro momento negativo, a mia memoria lo stesso Lippi ogni tanto, facendosi prendere dalla voglia di stupire tutti con i suoi effetti speciali, alla fine prendeva cantonate topiche. Ma una volta tanto esprimere qualche perplessità sulle scelte iniziali e sui cambi effettuati. Intanto è la seconda volta che la squadra si trova a dovere fronteggiare un modulo diciamo molto simile al 3 – 4 – 3, e non riesce a fronteggiarlo nelle ripartenze, più volte gli avversari, nei cambi di gioco, riuscivano ad operare in spazi ampi, cosa che si era vista pure contro l’Inter: come dire, la lezione del 3 novembre non è stata ben recepita, e non si è prestata attenzione al cambio di modulo degli avversari, certamente molto meno sconsiderati rispetto a come messi in campo all’andata. Sulla formazione, insistere sostanzialmente su quelli che in terra scozzese avevano speso notevoli energie, non mi è parsa una buona idea, mi riferisco in particolare a Vidal, Vucinic e Matri, soprattutto i primi due; schierare Asamoah dall’inizio si è rivelata mossa azzardata, non cambiata granchè dall’innesto di Padoin. Andando ai cambi, effettuarne due ad inizio ripresa mi è sembrato pure poco logico, specie con Pirlo un po’ menomato dalla entrataccia di Totti, e comunque a mio modo di vedere sarebbe stato più utile proprio l’inserimento di Anelka, al posto di Giovinco. Infine, possibile che Giaccherini, uno di quelli che quando coinvolto dà sempre il suo valido apporto, non potesse trovare spazio? O che Quagliarella non potesse trovare spazio per fare rifiatare uno come Vucinic che da ultimo è stato spremuto nonostante una condizione precaria? O che l’acquisto più costoso stagionale, quell’Isla che ad Udine era il vero trascinatore, non ha più possibilità di recuperare fiducia?
Le prospettive
Fatte le dovute valutazioni della gara e dato atto che la Roma ha vinto con pieno merito, grazie pure al fatto che dopo tanta demagogia velleitaria, adesso in panchina c’è un allenatore, sconosciuto quanto si voglia, ma almeno con quel minimo di competenza e di umiltà necessaria per capire i limiti di un gioco scriteriato, quale quello adottato dal suo predecessore, e correggerlo con una tattica molto più accorta, quasi catenacciara in certe frangenti, ma recuperando un campione bistrattato come De Rossi, non posso non spendere due parole sull’operato di Rocchi, e su certe valutazioni quantomeno discutibili. Premetto che non ritengo sia da piangina evidenziare che, dopo certi assetti in Lega, difficilmente avremo direzioni di gara, come dire, non ostili nei confronti dei bianconeri, che nel dubbio non fischieranno a favore ma fischieranno contro, per cui la squadra dovrà fare pure i conti con queste cose, potendovi peraltro riuscire, come a Verona contro il Chievo e contro la Fiorentina. Rocchi si è adeguato a questo clichè, non solo per la mancata espulsione di Totti, ma per come ha fischiato nel complesso. Ossia applicando poco la norma del vantaggio quando a beneficiarne poteva essere la Juventus, consentendo ai padroni di casa qualche rudezza a centrocampo, per non parlarsi del fallo letteralmente inventato di Pogba (ormai arrivato solo in area di rigore), o la manfrina al fischio finale, con dieci secondi di anticipo, per non far battere l’ultimo angolo ai bianconeri. Forse avremmo perduto lo stesso, anche in superiorità numerica, come accaduto ad inizio anno contro la Samp, ma ancora una volta il teorema “Carraro” (nel dubbio mai fischiare a favore della Juve), viene applicato alla lettera. E dico questo perché la prossima partita, interna, contro il Siena, ritengo sia da temere ancora di più, come direzione di gara, essendo la gara che precede Napoli – Juventus. I partenopei hanno sprecato l’occasione di avvicinarsi di più alla vetta, il rischio dunque che lo scontro diretto sia non proprio decisivo per l’esito del campionato è più che probabile, anche in considerazione che il Napoli sarà fuori casa ad Udine nel prossimo turno. A pensar male si farà “peccato” (per chi ci crede), ma temo che da qualche parte si tema un distacco anche superiore ai quattro punti, e magari da quelle parti si prenderà nota di chi sono i nostri giocatori in diffida, che forse sarebbe meglio preservare da possibili cartellini …
La giornata di campionato.
Lo scivolone dei bianconeri non ha prodotto per fortuna conseguenze di rilievo, dato che il Napoli non ha saputo approfittarne, facendosi imporre il pari tra le mura amiche dalla Sampdoria. Mentre scrivo non sono a conoscenza del risultato della Lazio, ma anche se dovesse fare sua la posta, pur avvicinandosi, sarebbe sempre a distanza abbondantemente di sicurezza dalla vetta, potendo però fare un pensierino al secondo posto. Delle altre, frana dell’Inter in casa della Fiorentina, che così si riscatta dalla sconfitta del turno precedente allo Juventus Stadium, ridimensionando per l’ennesima volta il nuovo corso nerazzurro. Mentre il Milan continua a beneficiare della precisione di Balotelli nel trasformare rigori inesistenti o punizioni dal limite che invero non dovevano essere neppure assegnate: potenza della vice presidenza di Lega, accompagnata da zerbinismo mediatico (“si, vero che la punizione era inesistente, ma non si può macchiare con questo il gol splendido di Balotelli” così testualmente a Sky!). E penso che le vere vittime di questa rimonta saranno proprio quelle società che hanno appoggiato il colpo di mano in Lega, visto che in casa rossonera sono alla disperata ricerca di denaro e finanziatori, e cosa meglio di un piazzamento CL, possibilmente al secondo posto, porta soldi in cassa?
Le mie postille
1 – Milan-credit S.p.A. Come ricorderete, settimane addietro ho riferito di quell’accordo economico tra il Milan e Unicredit Banca Spa, guarda caso società in cui operano l’attuale vice presidente e l’attuale presidente di Lega Calcio Serie A, in base al quale è stata compiuta l’operazione Balotelli. Ma a quanto pare non sembra essere l’unica, dato che la società rossonera avrebbe ceduto in factoring pure l’importo dovutogli dall’UEFA per il passaggio del turno e l’approdo agli ottavi di finale di CL. Come dire, stanno già spendendo gli incassi futuri, a conferma che in casa rossonera ormai il denaro è proprio finito per cui hanno strenua necessità di anticipazioni per investire, far cassa e poter rientrare. Cosa che naturalmente viene occultata abilmente dai nostri media alquanto vicini a casa madre rossonera, al punto che nessuno si accorge del fatto che, nel momento in cui si parla di possibile partnership tra il gruppo Mediaset e il gruppo Al Jazeera, la cosa, tradotta nella sua portata naturale, significa solo che gli arabi stanno rilevando una quota consistente dell’azienda di Berlusconi, dato che unica partnership di mia conoscenza è quella che si costituisce quando una società acquista quote della società di cui diventare partner. Se la situazione in casa rossonera, ripulita naturalmente dai soliti melensi sermoni filo galliani che ci propinano a 360 gradi, è questa, non escludo possa essere fondata la seguente notizia che circola in maniera sotterranea. Pare che nell’operazione Balotelli, Galliani abbia chiesto a Raiola di rinunciare alla provvigione spettante al procuratore (come saprete, i procuratori hanno la provvigione sui trasferimenti dei propri assistiti e sui contratti che stipulano con la società che li tessera), e che questa richiesta sia stata accolta ma ad una condizione: che il Milan provveda alla cessione del giocatore fra due anni ad un prezzo superiore rispetto a quello versato al City, o in caso contrario, facendosi carico della differenza di importo per la provvigione rinunciata da Raiola adesso. La notizia mi è arrivata così, naturalmente va presa con il beneficio del “forte” dubbio. Ma vi assicuro che circola nonostante si cerchi di non farla trapelare.
2 – Scemo della settimana Sky Sport sta diventando una miniera per questa rubrica. Specie quando debbono arrampicarsi sugli specchi per difendere l’indifendibile. Stavolta l’indifendibile era il fallo di Totti su Pirlo, chiaramente da rosso diretto e non da giallo; ed effettivamente ieri pomeriggio, nel commentarlo nella rubrica “Count Down”, tutti gli intervenuti, Mauro, Marchegiani e Porrà, hanno riconosciuto che fosse da espulsione ma … Appunto, c’è sempre un “ma”, quando l’oggetto di discussione è Francesco Totti. E il “ma” stavolta è stato individuato nel seguente concetto da tutti espresso: se a commettere quel fallo fosse stato un mediano qualsiasi, era fallo da espulsione, ma siccome l’autore era Totti, che non è il classico mediano falloso, giustamente l’arbitro è stato indulgente, perché Totti è un campione, che spesso subisce falli e non sarebbe proprio il giocatore che intende commettere falli del genere. Come dire il fallo da espulsione dipende da chi lo commette, non dal tipo di fallo di per sé, insomma un omicidio è tale se commesso da un poveraccio qualsiasi, non lo è se commesso da un “nobile”! Dopo le leggi “ad personam”, nel calcio siamo ai giudizi “ad personam”: noi juventini lo sapevamo già, ma almeno prima erano più abili ad occultarsi
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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