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 La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.608 |
Giocate |
3.108 |
2.520 (54,69%) |
Vittorie |
1.708 (54,95%) |
1.183 (25,67%) |
Pareggi |
844 (27,16%) |
905 (19,64%) |
Sconfitte |
556 (17,89%) |
8.233 |
Fatti |
5.406 |
4.491 |
Subiti |
2.933 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
518 |
Giocate |
1.586 |
283 (54,63%) |
Vittorie |
939 (59,21%) |
115 (22,20%) |
Pareggi |
380 (23,96%) |
120 (23,17%) |
Sconfitte |
267 (16,83%) |
876 |
Fatti |
2.776 |
478 |
Subiti |
1.410 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 03.12.2012
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Juventus - Torino 3 - 0 - TORINO E' BIANCONERA!
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di Antonio La Rosa
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Dopo tre anni ritorna il derby della Mole, e ritorna il solito clichè, che vede la Juventus vittoriosa contro i granata, con un risultato che per quanto vistosi in campo è addirittura stretto. Gli opinionisti e i commentatori hanno attribuito l’esito della gara alla espulsione (sacrosanta) di Glik e dunque alla inferiorità numerica del Torino per un tempo abbondante; in realtà la Juventus poteva sbloccare il risultato già in parità numerica e solo un paio di interventi provvidenziali di Gillet, uniti ad un fischio di Rocchi per una carica mai avvenuta sul portiere avversario, avevano evitato la segnatura ai bianconeri. Ed ora la squadra può concentrarsi al meglio per l’ultimo impegno di CL, e conquistare la qualificazione agli ottavi
La Tattica
Stavolta Conte cambia le carte in tavola e, anche a causa dell’indisponibilità di Chiellini, torna al tanto desiderato 4 – 3 – 3, preferendo De Ceglie difensore sulla sinistra, con Pogba al posto dello squalificato Vidal e tridente d’attacco Giaccherini – Vucinic – Giovinco. Modulo a mio giudizio scelto anche per meglio affrontare i granata, che giocano con due esterni alti quali Cerci e Santana. Si diceva dell’espulsione di Glik, avvenuta a circa dieci minuti dalla fine del primo tempo, e per una entrata davvero da codice penale, vista allo stadio è sembrata anche peggiore rispetto a quella apparsa sugli schermi; tuttavia già in quella fase la gara aveva preso una piega a favore della Juventus, scossa evidentemente dal grosso pericolo corso intorno al ventesimo minuto, con Meggiorini che approfittava di una indecisione di Bonucci, per fortuna la sua conclusione molto angolata andava fuori per pochi centimetri. Il vantaggio poteva arrivare, come detto, su un pallone perso malamente da Gillet, ostacolato da Ogbonna, ma per fortuna dei granata, Rocchi vedeva una inesistente azione fallosa di Pogba; lo stesso giocatore francese si metteva successivamente in evidenza con due conclusioni da fuori area, e soprattutto nella seconda Gillet compiva un mezzo miracolo; quindi il rigore (con mancata espulsione del già ammonito Basha), sprecato malamente da Pirlo che, a quanto pare, in bianconero ha deciso di non realizzare rigori. La svolta nella ripresa, a mio giudizio, è stata prodotta dall’ingresso di Bendtner, dunque una punta centrale, che ha svolto le mansioni del centravanti tradizionale, con lo spostamento sugli esterni di Giovinco a destra e Vucinic a sinistra, e così la presenza di un giocatore che tenesse impegnati i centrali difensivi torinesi, consentiva gli inserimenti dei centrocampisti, non a caso due gol di Marchisio, almeno un altro paio sfiorati da Pogba, il tutto intramezzato dal gol di Giovinco.
La squadra reparto per reparto
Difesa
Tutto sommato la squadra non ha corso grossi pericoli, semmai se li è costruiti da sola, e in entrambi i casi da due incertezze di Bonucci, la prima forse per un rimpallo sfortunato, la seconda per un errato disimpegno. A parte ciò, hanno funzionato bene le coperture sulle fasce, e si è pure visto un Barzagli nella insolita veste di regista basso della squadra.
Centrocampo
La gara è stata stravinta dai bianconeri proprio in questa zona del campo, Pirlo mantenendosi più basso del solito ha di fatto eluso ogni schermatura degli avversari, mentre Marchisio e Pogba, giostrando spesso tra le linee, hanno potuto affondare negli spazi che il movimento degli attaccanti creava loro.
Attacco
Sarò controcorrente, ma proprio il fatto che chi ha davvero spaccato la gara è stato l’inserimento di Bendtner, conferma che alla Juventus serve come il pane un vero centravanti, qualunque sia il modulo. Invero Vucinic ha bisogno di defilarsi ed arretrare per rendere al meglio, Giovinco si esprime meglio da punta esterna o meglio da trequartista defilato, che da prima o seconda punta, e così, mentre nel primo tempo, nonostante la buona volontà del trio offensivo, si è creato poco, e solo su tiri da fuori, nella ripresa le occasioni sono fioccate a ripetizione.
Le certezze
Inutile ripetere quanto dettosi in lungo e in largo in questi giorni, è stata la vittoria soprattutto di chi è cresciuto nella Juve, dunque di chi si è formato mentalmente nella logica e nella “cultura” del derby stracittadino. Che ormai vede la Juventus nel ruolo di squadra che gioca con il cuore e con la grinta del più debole, cosa che era a suo tempo caratteristica proprio degli avversari, e vede al contrario i granata giocare con il livore di chi non la mette sul piano del gioco ma sul piano dello scontro fisico: già prima dell’entrataccia assassina di Glik, si era vista un’altra entrata dura di Basha su Marchisio, oltre al tentativo di qualcuno (leggasi Bianchi, Di Cesare, Cerci), di far degenerare la contesa. Dunque il vero merito del gruppo, sta proprio nell’avere mantenuto calma e maturità, di avere controbattuto sul piano del gioco, ed alla lunga questo atteggiamento è stato premiato. Detto ciò, superfluo aggiungere che Marchisio si avvia ad essere il vero leader dei bianconeri ora e nell’avvenire, che Giovinco deve giocare in questo ruolo o comunque non da punta pura, che Pogba è una realtà che merita spazio, visto che cresce di gara in gara.
Gli interrogativi
Una vittoria netta in una gara che non è mai scontata nei pronostici, non dovrebbe lasciare dubbi di sorta. Però, cercando il pelo nell’uovo, potrei porre un altro tipo di interrogativo, alla luce del ragionamento fatto sopra: non potrebbe considerarsi a questo punto utile giocare con Matri unica punta centrale, supportata da Giovinco e Vucinic, o comunque da due giocatori esterni alti, chiunque essi siano, considerandosi pure l’utilità di un necessario turn over visti gli impegni soprattutto se si andrà avanti in CL?
Le prospettive
Anche se il Torino attuale è in tutto e per tutto lontanissimo parente della squadra e della società del passato, il derby rimane sempre una gara da non prendere mai sottogamba, specie dopo una sconfitta abbastanza amara come quella maturata nel turno precedente di campionato, contro il Milan: gara perduta certo per un rigore letteralmente inventato, ma sul campo per la evidente impotenza a creare vere azioni d’attacco contro una squadra, quella rossonera, decisamente modesta, anche se benvoluta nel palazzo e nelle redazioni sportive. Dunque doveva essere la gara della riscossa dei bianconeri, e così è stato. Notazione importante, anche quella tattica, la forza della Juventus di Conte, lo scorso anno, era quella di rendersi imprevedibile con i cambi di modulo nella stessa gara o a seconda degli avversari, mentre quest’anno il pur solido 3 – 5 – 2, aveva tolto quella imprevedibilità di gioco, vero punto di forza dei bianconeri. Invero contro i granata si è visto un modulo non proprio qualificabile come 4 – 3 – 3, ma quasi una sorta di piramide offensiva rovesciata, un tridente con due centrocampisti a sostegno degli attaccanti e Pirlo da vertice basso di questa costruzione, e la cosa, specie nella ripresa, ha funzionato, proprio quando gli avversari avevano ulteriormente serrato le fila per l’inferiorità numerica. Archiviato il derby, c’è da compiere l’ultimo sforzo in CL, non dimenticandoci che la qualificazione deve ancora arrivare. E non è affatto scontata. Non va dimenticato che in gare del genere ci possono essere molte componenti che possono influire, ossia il cercare la vittoria di prestigio da parte degli ucraini, il non destare sospetti di “biscotto”, specie quando altrove si fanno insinuazioni del genere. E non va dimenticato che, almeno per quanto riguarda la Juventus, vincere il girone potrebbe essere prospettiva migliore rispetto ad arrivare secondi, quantomeno in relazione al sorteggio, non necessariamente una squadra più abbordabile, ma giocare la gara di ritorno in casa. Quindi penso che la cosa migliore che la squadra possa fare per conquistare con maggiori probabilità la qualificazione, è quella di scendere come suo solito in campo per vincere.
La giornata di campionato
Le concorrenti della Juventus hanno risposto prontamente alla vittoria dei bianconeri nel derby, facile successo per il Napoli contro il Pescara, molto più sofferto quello dell’Inter, agevolato da una autorete grottesca. Continuano le prodezze di Milan e Roma, con i rossoneri ormai stabilmente aiutati dal puntuale episodio arbitrale a loro favore, e il puntuale silenzio di Pulvirenti (molto loquace se c’è la Juventus di mezzo) quando ci sono i milanisti di mezzo; mentre i giallorossi sono alla terza vittoria di fila, che poi abbiano battuto il Torino grazie ad un rigore dubbio, e superato le due ultime in classifica, è cosa che conta poco per i media, che già tornano a parlare di formazione di Zeman in ottica scudetto. Contenti loro …
Le mie postille
1 – C’era una volta il derby … ... e c'era pure una società di calcio denominata A.C. Torino, cosa diversa dal Torino F.C. di Cairo Urbano. Quel Torino, nato da una scissione del gruppo che originariamente aveva fondato la Juventus, era una squadra e una società con grande dignità, che aveva pure toccato i vertici del calcio nazionale ed estero, e che anche successivamente, nei momenti difficili, aveva sempre mantenuto quella dignità e quell'orgoglio, al punto che venne coniata la frase "vecchio cuore granata". Era una squadra che faceva diventare del derby la gara più difficile per la Juventus di tutta l'annata calcistica, era una squadra che aveva una tifoseria appassionata, calorosa, che pensava soprattutto ad amare la propria squadra del cuore. Poi arrivarono ... quelli attuali, ossia quello che sanno vivere ed andare avanti solo in funzione antijuventina, vivono esclusivamente per denigrare l'operato della squadra bianconera, che pensano a contestare se la Juventus si costruisce il proprio stadio, mettendo mano al portafoglio e realizzando opere importanti che producono occupazione, e oggi pensano a contestare il Comune di Torino, colpevole di incassare dalla società bianconera oltre undici milioni di euro, oltre al doppio di infrastrutture pubbliche (viali, illuminazione, verde, infrastrutture idriche ed elettriche), per risanare una zona della città periferica ed abbandonata a sè stessa. Bene, quelli che hanno dimenticato cosa sia amare la propria squadra del cuore, e badano solo ad odiare i nemici di città, hanno prodotto una squadra a loro immagine e somiglianza, e non a caso la gara che era la più difficile nel passato per la Juventus, da quindici anni a questa parte è diventata quasi sempre la più facile, per non dire che da dieci anni la porta bianconera rimane inviolata, come dire, non riescono neppure a fare un tiro decente in porta. Sanno odiare, sanno aggredire in gruppo uno juventino che tranquillamente e da solo andava allo stadio a vedere il derby, e solo per ostentare una sciarpa bianconera (quando chi vi scrive ha visto sostenitori granata circolare nell'area 12 con evidenti distintivi e sciarpe granata), sanno distruggere sedie e suppellettili di uno stadio che non è il loro, sanno tirare oggetti vari verso i tifosi avversari, ferire steward, e niente altro. Bene, io rimpiango quel Torino, rimpiango anche quando la partita era davvero un incubo per i bianconeri, ma la tifoseria granata era ben altra cosa. Naturalmente, a sentire certe trasmissioni televisive, il vero scandalo è stato uno striscione inopportuno quanto si voglia, ma di fatto innocuo, perchè non ha mandato nessuno in ospedale in gravi condizioni.
2 – Berlusconate L'ex presidente del consiglio è in campagna elettorale, e come suo solito, torna ad usare il suo metodo preferito per cercare ancora di rilanciarsi in politica, usando il famoso 3 effe, "feste farina e forca" (quest'ultima per i nemici). Inutile dire che uno degli strumenti per cercare consenso, come sempre, è il calcio ed il suo Milan, al punto che è evidentissimo come stia investendo pesantemente in questo campo, basti vedere come i media (compresi quelli apparentemente ostili ma stranamente "amici" calcisticamente), sembrano pendere dalle sue labbra e aspettino come il vangelo secondo Giovanni le sue parole. Senza naturalmente stigmatizzare il fatto che quelle parole sono spesso il delirio pancreatico di un soggetto ormai irrimediabilmente sul viale del tramonto. Da ultimo ha anche scelto l'antijuventinismo, come ho avuto modo di scrivere la scorsa settimana, e in settimana c'è tornato, sostenendo che per compensare il gol di Muntari ci vorranno almeno dieci errori a favore del Milan e a danno della Juventus. Ecco, cari amici juventini, quando sarete nelle cabine elettorali, ricordatevele queste parole!
3 – Scemo della settimana Non ho mai amato Pippobaudo, nonostante sia originario delle mie parti. E non lo amavo neppure quando era universalmente riconosciuto un grande della televisione, e forse all'epoca lo era. Ma anche per lui gli anni avanzano, e ci sarebbe bisogno di fare posto ad altri. Purtroppo lui vuole rimanere ancora in campo, e da un pò di tempo cerca di elemosinare spazio televisivo in RAI. E cosa meglio di un sano antijuventinismo demagogico va bene per avere spazio in RAI? Fu così che il nostro Pippobaudo, juventino di comodo, scoprì che è cosa buona e giusta, polemizzare con la società bianconera, e non avendo argomenti, ha sposato quello della polemica con il nostro allenatore, Antonio Conte. Sostenendo che Agnelli non lo dovrebbe difendere e tenere in panchina della Juventus per quello che ha fatto (?) quando era altrove. Il rispetto per gli anziani, come mi è stato impartito, mi impedisce di esprimermi in maniera colorita sull'argomento. Certo è che qualsiasi cosa di deleterio abbia mai potuto fare Conte, non sarà mai deleteria come una trasmissione televisiva di Pippobaudo.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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