(IV parte)
A - ricordo anche questo, una cordata emergente, guidata da Montezemolo, con i vari Tronchetti Provera, Della Valle, Marcegaglia, tanti nomi di supporto, tra cui quello di Luigi Abete ...
G - fratello di quello che fra poco sarà eletto a presidente FIGC, a garanzia dei nuovi assetti ...
A - certo adesso il discorso prende una piega diversa, e si spiegano molte cose, compresa la remissività difensiva della Juventus.
G - per far ciò, hanno dovuto usare un grande professionista quale Zaccone, al fine di avere un alibi, come dire, se non ci arriva lui a salvare la Juventus nel processo sportivo, non ci sarebbe arrivato nessuno. Ma vedi, Zaccone in un certo senso si è tradito, quando ebbe a dire che la Juventus meritava la serie C, e dunque la B con penalizzazioni poteva essere un risultato apprezzabile, alla luce delle accuse.
A - adesso fammi completare, vediamo se ho capito bene. Dunque, la mossa prematura di Carraro, su input di Galliani, ha costretto ad anticipare i tempi della realizzazione del piano studiato dagli strateghi, e di conseguenza ha colpito la Juventus ancora di proprietà della IFI.
G - IFI che ha avuto dunque il modo di liberarsi della presenza di qualcuno, ma a quel punto doveva in parte salvare un bene che era ancora suo, il cambio di programma è stato questo.
A - credo ormai di arrivarci da solo. Se fosse esploso lo scandalo successivamente, magari era previsto che la Juventus, oltre ad essere privata degli scudetti, dovesse finire in serie C, dunque campionato semiprofessionistico, crollo del patrimonio giocatori, dato che se già è stato difficile trattenere in B giocatori campioni del mondo, figuriamoci se la squadra fosse finita in C, rescissione di contratti, parco giocatori valore zero, dunque tracollo del valore delle azioni: non c'è che dire, un piano davvero geniale, in quanto ad effetto criminoso.
G - in parte sventato proprio da Giraudo, che, come avrai notato, dopo una prima presa di posizione, da quando ha aperto bocca John Elkann, quel 7 maggio, si è totalmente defilato, addirittura è andato via dall'Italia: ha capito da dove proveniva l'imboscata e che l'unico modo per salvarsi era quello di andare via dall'Italia, curare altrove i propri affari: e ti anticipo che non solo non parlerà adesso di Calciopoli, ma non ne parlerà mai più, anche se ...
A - anche se?
G - ci sono cose che riguardano molti rapporti personali che non conosci ...
(A quel punto il mio informatore mi ha raccontato tante altre vicende e fatti privati che non credo sia opportuno rivelare, mi limito solo a riferire che, secondo l'informatore, nei nuovi assetti di famiglia, il settore sportivo doveva essere di pertinenza del cosiddetto ramo "umbertiano", mentre quello industriale e finanziario, doveva rimanere sotto la guida già decisa dai fratelli Gianni e Umberto Agnelli, ossia John Elkann, ma con una certa "supervisione" anche del ramo sportivo).
A - rimango davvero sconcertato, pensavo ci fosse molto marcio dietro la vicenda Calciopoli, ma non pensavo fino a tanto.
G - ed ancora ti sfugge la cosa più inquietante.
A - ossia?
G - ma davvero non riesci a comprendere fino in fonda cosa è accaduto? Due grandi gruppi di potere economico per ragioni diverse, hanno provato a modo loro, a mettere le mani nel calcio, ma mentre uno probabilmente ha pensato solo al calcio, l'altro ha davvero pianificato in via generale un assetto economico complessivo, nel quale comandare in diversi campi, compreso quello calcistico, ma non per finalità di passioni sportive, bensì per affari, e non affari di poco conto.
A - questo spiega poi l'accordo tra i due gruppi, il Milan salvato che addirittura giocherà la CL (che guardacaso a maggio 2007 avrebbe pure vinto: n.d.a.).
G - diciamo che non era difficile tappare loro la bocca. Mentre lo era verso la Triade, che aveva invece grandi progetti personali che avrebbero scatenato il finimondo, e incrinato alcuni degli elementi su cui si era costruita la grande alleanza di Confindustria 2004. Ed ora che il quadro è praticamente completo, tira tu le somme.
A - vediamo se ho capito. Un gruppo di personaggi potenti, del mondo dell'economia e della finanza, raggiunge un accordo per sistemare affari di vario genere, naturalmente per avere i propri vantaggi: diciamo organigrammi di grandi istituzioni, consigli di amministrazione, operazioni economiche lucrose, promozioni sul campo di amici, eliminazione di chi può intralciare quel progetto. In questo nuovo assetto, ci rientra pure una azienda che non è più solo o non è più sportiva, ma una vera industria che consente affari e utili, il calcio: solo che qualcuno non ci sta e rischia di complicare gli affari mettendosi di traverso. Dunque occorre affrontare alla radice il problema perchè se gli accordi sul calcio dovessero saltare, rischiano anche di saltare altri accordi, appoggi per elezioni in organismi strategici, contratti, forniture, assetti di finanza e così via. Ma un attacco diretto a chi si mette, volontariamente o involontariamente, di traverso, sarebbe rischioso, meglio un attacco "trasversale", indiretto. Si trova un ascaro a Venezia, che non denuncia chi deve essere eliminato, ma un personaggio vicino, la cui carriera e sorte, è anche conseguenza del ruolo di chi deve essere eliminato; la denuncia viene fatta anche in questo caso in maniera molto indiretta, si parla di arbitri di una presunta combriccola romana, asserviti ad un sistema controllato da tale Luciano Moggi (che è il bersaglio indiretto ma fondamentale per abbattere quello principale), così non c'è denuncia alcuna contro la società in cui lavora Moggi, e dunque, almeno in fase iniziale, non c'è il rischio di una sorta di autodenuncia per qualcuno degli organizzatori. Questi importanti personaggi, organizzatori di tutto, poi, trovano giudici inquirenti e investigatori che si prestano al gioco, indagando in un certo modo, per avere certi dati da utilizzarsi al momento opportuno, ma naturalmente il momento opportuno tarda ad arrivare, e così rimangono quei dati fermi per un bel pò, fino a quando scatta il via libera. In quel preciso momento è già pronta una stampa cartacea e televisiva che fa da amplificazione a quei dati raccolti nell'indagine, e che organizza consenso e sentimento popolare a favore di chi accusa e di condanna preconcetta di chi è accusato. Si trova l'esecutore materiale del piano, ex manager di Stato, uomo di garanzia per tutti i partecipanti al progetto, ma anche uomo vicino ai nuovi assetti politici emersi dopo le elezioni, e l'esecutore materiale stravolge tutto, abroga un grado di giudizio, caccia i giudici sportivi in carica, mettendo gente di sua fiducia, probabilmente già selezionata da tempo. Si trovano pure le foglie di fico, l'integerrimo Magistrato protagonista di una stagione quasi "rivoluzionaria" di pulizia nella società italiana, l'ex giudice Costituzionale e il luminare Amministrativista, tutte persone al di sopra di ogni sospetto, che non possono essere accusati di faziosità il primo, di incompetenza e malevolenza verso gli imputati, il secondo e il terzo; si trova pure il principe del foro che darebbe conferma che non c'erano difese migliori e dunque non si poteva ottenere altro risultato, nel processo sportivo. Nessuno si ribella a questa "verità ufficiale", nessuna voce contraria, qualche flebile protesta puntualmente coperta dalla risonanza mediatica a favore di chi si presenta come uomo della pulizia nel calcio, il solo Enzo Biagi che esprime una condanna verso l'intera operazione denominata "Calciopoli", ma, a differenza di quando venne ingiustamente cacciato dalla Rai, nessuno dà seguito a quella condanna o ne da risalto. E, cosa ancora più assurda, un uomo condannato dalla giustizia sportiva, Giraudo, per zero intercettazioni telefoniche, e zero elementi di prova contrari, solo perchè è l'Amministratore Delegato, dunque capo del "mostro" Luciano Moggi, ma nessuno si sogna di dirlo o di porre interrogativi su quanto accaduto.
G - ora ci sei. Come vedi ci sono un pò tutti nel mezzo, ognuno con un ruolo ben preciso ed un utile da conseguire; anche gli altri "calciopolari" hanno avuto ed avranno i loro contentini, magari qualcuno dovrà farsi da parte in apparenza per qualche tempo, cosa naturale, il denaro e gli affari consentono sempre di trovare soluzioni comuni, quando c'è un nemico comune.
A - veramente Moggi ha avuto qualche difensore, ha pure trovato spazio su qualche quotidiano ...
G - frena: Moggi ha il suo spazio di parola, ma non di difesa. Nessuno ha provato ad avviare una inchiesta "contraria", una sorta di Contro-Calciopoli; come hai detto, qualche voce isolata ha tuonato, ma non è andata oltre, e queste cose, per chi ha curato il tutto, sono piccoli incidenti di scarsissimo valore, che anzi rafforzano il pensiero unico, ben sapendo che l'opinione pubblica, già ben "educata", crederà alla favola dell'ex ferroviere più potente di industriali, bancari, politici etc.. E quando si crea un pericoloso intreccio di interessi tra tutti questi poteri dello Stato, economico, politico, bancario, mediatico, giudiziario, caro mio, qualunque cosa tu possa pensare di fare, viene vanificata, non hai speranza di vincere, hai già perso in partenza perchè chi ha pensato a tutto, è gente che si muove solo per vincere, calpestando chiunque possa ostacolarlo: come dire, hai scoperto che significa "poteri forti". Il calcio è morto, credimi, perchè adesso c'è questo sistema che per anni lo terrà sotto controllo, fino a quando ciascuno degli organizzatori avrà raggiunto il suo risultato; poi magari accadrà che si traccerà il nuovo equilibrio, nel quale chi non ha avuto ancora o ha avuto poco, potrà incassare il compenso.
A - perverso intreccio tra economia, politica, informazione e giustizia ...
G - e comunque non hai notato una cosa ancora: secondo te abbiamo parlato di calcio, di sport?
A - no, abbiamo parlato in sostanza di economia e di politica.
G - bravo, finalmente hai aperto gli occhi. Sono state queste le prove tecniche di un colpo di Stato. Riflettici, una opinione pubblica opportunamente preparata, dato che se voi juventini siete il 40%, il 60% è prima antijuventino e poi tifa per altre squadre. Agli occhi di chi non ha cuore, il 60% conta di più perchè numericamente superiore; una opinione pubblica che non cerca verità, perchè vuole sentire confermate le proprie congetture, e avere spiegato negli intrallazzi altrui le ragioni delle proprie sconfitte; dei mezzi di informazione che martellano quotidianamente propagandando sempre la verità assoluta che conviene a chi comanda, e nessuna voce che si alza in dissenso. E quello che hanno fatto adesso, con esiti straordinariamente positivi, possono ripeterlo anche in avvenire, tutto sta nel preparare opportunamente il terreno. Tu pensavi che avremmo parlato di calcio, qui la posta in gioco è molto più elevata, e se non lo si capisce, saranno guai seri in avvenire, e non nel calcio.
A - comincio ad avere paura ...
G - no tu non devi avere paura, ti posso dire che qualcuno ti ha letto, ma come dicevo prima sei un piccolissimo granellino che non crea problemi nella macchina infernale messa in movimento. E poi, c'è un modo più subdolo di eliminare i nemici, ignorarli, non farli diventare "notizie", non parlarne se non in negativo, come stanno già facendo con Moggi. Ad ogni modo, se non ne parli più di questi argomenti per un pò di tempo, non ti farà male.
A - posso farti due domande finali?
G - certamente.
A - ma la Juventus tornerà prima o poi quella del passato?
G - dipende da quando ritorneranno a parlare tra loro i cugini.
A - John Elkann e Andrea Agnelli?
G - si. Per ora c'è un muro che impedisce ogni colloquio, intendiamoci non è che non si frequentino, appartengono alla stessa famiglia, molti interessi economici in comune; ma in quel campo, calcistico, c'è un muro che è stato eretto, che prima o poi cadrà e da quel momento forse potrete tornare quelli di prima. Naturalmente bisognerà vedere il contesto in quel preciso momento, potrebbe non essere ancora favorevole a voi.
A - infine, da come parli, non mi sembri poi juventino ...
Dopo un primo momenti di esitazione, il mio interlocutore aprì il portafoglio, prese una piccola foto vecchia in bianco e nero, ove si vedeva un ragazzino, tenuto per mano da un omaccione in divisa calcistica non certamente juventina.
G - vedi, il bambino sono io e chi mi da la mano è uno che voi juventini a suo tempo avete molto detestato per come vi purgava: se non sai il nome te lo dico io, Gunnar Nordhal. Ma quello era calcio, poi arrivarono gli avventurieri negli anni '70 e mi allontanai dal tifo per questa maglia ...
(Fine prima puntata)
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