Una giornata trionfale con un velo di malinconia, la conquista dello scudetto al termine di una stagione da record, senza alcuna sconfitta, ma anche l'addio di Alex Del Piero dai colori bianconeri. E commentare una giornata così, che non veniva vissuta dalla tifoseria bianconera da oltre sei anni (nel maggio 2006 semmai la vittoria di Bari veniva salutata con il timore di quello che sarebbe purtroppo accaduto dopo, ossia la più grande impostura della storia calcistica mondiale), mi sarà molto difficile. Ci proverò
La partita
Poco da dire sulla gara, classica passerella di fine stagione, giocata per un tempo in maniera dignitosa, e con una ripresa più all'insegna degli onori da rendere a chi usciva per l'ultima volta, vittorioso, dallo stadio, all'insegna della coreografia dagli spalti, che di vero calcio. Per la cronaca, solo da rilevare il primo gol di Marrone, l'ultimo di Del Piero (un segno del destino?), quasi a voler significare che per una Juve che chiude un'epoca, c'è un'altra Juve che comincia a fare capolino; ed infine, dopo l'autorete di Lichtsteiner, nella stessa porta in cui aveva inaugurato le marcature alla prima stagionale, anche il gol di Barzagli, come per dire che quest'anno alla Juventus hanno segnato proprio tutti, portieri esclusi.
Valutazioni di fine stagione
In questi giorni avrete letto di tutto, giudizi e pagelle diciamo più che condivisibili, e dunque per non essere ripetitivo, proverò ad evidenziare altri aspetti
Antonio Conte
Che sia il "suo" scudetto, mi pare considerazione ovvia e scontata. Come pure mi pare altrettanto ovvio che pochissimi credessero alla vittoria a primo tentativo, anche se in molti eravamo fiduciosi nel suo arrivo. Ad agosto, in sede di presentazione al campionato, avevo scritto: "... il salto qualitativo sembra evidente, ma, almeno per adesso, non sufficiente per rendere questa squadra ... vincente immediatamente. Compito di noi tifosi dunque sarà quello di essere vicini a Conte, di saper accettare anche le battute d’arresto, o i momenti negativi ... una cosa è certa ... Conte sta restituendo al gruppo una mentalità “da Juve”, una reattività che da anni non si vedeva, e perché no, anche un gioco piacevole da vedere ed una personalità da grande squadra in campo. E se rivediamo nuovamente una squadra combattiva, grintosa, che non si arrende, sarà già una vittoria importante; tanto meglio se accompagnata da un risultato sul campo che riporti la squadra nell’Europa che conta." Come dire, ciò che si intravedeva nel precampionato, è emerso compiutamente durante la stagione, anzi è andato oltre le previsioni, al punto che battute d'arresto non ce ne sono state, o, se proprio vogliamo trovarne qualcuna, qualche evitabile pareggio interno, mi riferisco alle gare contro Genoa, Chievo e Lecce. E se una squadra con un organico buono ma ritenuto (ed a ragione direi) sulla carta inferiore alle milanesi e al Napoli, ha colmato questo divario teorico al punto di vincere anzitempo lo scudetto, mi pare ovvio che tale divario è stato colmato proprio grazie alla guida in panchina di uno che era già leader in campo da giocatore.
La difesa
La base della squadra che ha vinto lo scudetto è stata appunto una difesa che ha ritrovato compattezza e autorevolezza, ed un centrocampo che ha sovrastato gli analoghi reparti avversari, sia in casa e sia in trasferta. Sulla nostra retroguardia, c'è da rilevare che era sostanzialmente uguale la scorsa stagione, ma se quest'anno ha reso di più, va spiegato con l'annata eccellente di Buffon, tornato il portiere più forte al mondo, al punto che l'incidente contro il Lecce diventa davvero poca cosa, a cui va aggiunto, a mio giudizio, il rendimento straordinario di Barzagli, ed invero ciò che per due anni era mancato alla squadra era appunto un vero leader difensivo. In questo contesto, Chiellini ha acquisito ulteriore sicurezza, al punto di potersi spesso dedicare alla fase offensiva, e nel finale di stagione, una volta messe da parte certe superficialità del passato, si è visto un Bonucci decisamente convincente, anche in chiave di primo organizzatore della manovra. E quando l'ossatura centrale della retroguardia dà sicurezza, rendono pure meglio gli esterni difensivi, o comunque gli esterni, quando si gioca con i tre centrali. Lichtsteiner, inauguratore ufficiale dello Juventus Stadium con il primo gol stagionale, ha avuto una annata davvero ottima, anche al di là delle previsioni; De Ceglie è definitivamente maturato, specie nel girone di ritorno ha mostrato grande autorevolezza in fase offensiva, ma anche acquisito maggiore sicurezza in copertura; Caceres è stato un gradito ritorno, si conoscevano già i suoi pregi, e l'anno da titolare in Spagna gli ha fatto bene.
Il centrocampo
La nuova "Triade" bianconera, non può che essere quella composta da Vidal - Pirlo - Marchisio, anche perchè mi pare evidente il salto qualitativo del reparto, in relazione agli anni scorsi. Per carità, adesso può apparire come sparare sulla Croce Rossa, criticare i vari Sissoko, Felipe Melo, Aquilani (per citare la scorsa stagione), o chi li ha preceduto, ma mi pare evidente che ciò che davvero era mancato negli anni scorsi, era un vero leader del reparto, un vero fuoriclasse come Andrea Pirlo, sicuramente il giocatore fondamentale di questa Juventus neo scudettata. E' bastato aggiungere un combattente con buona tecnica individuale come Vidal, ed anche Marchisio, da qualche stagione un pò altalenante ed in ombra, ha potuto fare il salto di qualità. Altri non hanno poi avuto tanta possibilità di mettersi in evidenza, qualche gara Padoin, idem all'andata Pazienza, e il funzionamento eccellente del reparto ha in un certo senso limitato la presenza degli esterni, non a caso Krasic prima ed Elia poi, sono stati poco più che comparse. Cosa che a mio giudizio è dipesa dalla poca capacità di adattamento al gioco della squadra, anche se l'olandese in qualche sprazzo di fine stagione ha mostrato di avere buoni numeri. Mentre, al contrario, hanno avuto il loro spazio Giaccherini ed Estigarribia, due giocatori che certamente potranno continuare a far parte dell'organico, quando hanno avuto spazio hanno abbondantemente ricompensato la fiducia dell'allenatore, meritandosi pure gli applausi della tifoseria.
L'attacco
E' stato in un certo senso il reparto "croce e delizia" stagionale, e nessuno meglio di Mirko Vucinic rende l'idea dell'andamento stagionale del reparto. Il solo Matri, peraltro calato nel girone di ritorno, è andato in doppia cifra, gli altri per ragioni disparate si sono fermati più in basso. Eppure non mi sento di parlare di stagione negativa, al contrario. Diciamo che il modulo e la filosofia di gioco della squadra, hanno imposto agli attaccanti di muoversi in maniera diversa, di essere partecipi alla manovra, di aprire spazi e magari diventare rifinitori più che finalizzatori, ragione questa per cui hanno segnato parecchio difensori e centrocampisti, o anche punte esterne come Pepe. Potremmo dunque dire che Vucinic è stato certamente quello che ha inciso di più in quanto più adatto a questo tipo di gioco, che Matri ha avuto uno splendido girone d'andata, ma non altrettanto nel girone di ritorno, che Quagliarella è stato condizionato dal dovere rientrare da un infortunio serio, ma che riacquistando condizione fisica e convinzione, ha anche avuto i suoi momenti di gloria, che Borriello, male accolto all'inizio, ha comunque saputo incidere nel finale di stagione. Capitolo a parte per Del Piero. Ha giocato poco, ha pazientato in panchina, però è stato fondamentale in quelle occasioni in cui ha potuto mettersi in evidenza, decisivo il cambio di passo con lui, nella gara interna contro l'Inter, e ancor più decisivo il gol su punizione contro la Lazio. Cose queste che consentono di poter dire che il suo è stato un addio da vincitore (e manca ancora l'ultima gara, la finale di Coppa Italia, come dire un altro trofeo possibile nel suo palmares), e le grandi leggende debbono finire con vittorie, non con la tristezza di epoche che finiscono e magari finiscono male: avete dimenticato per caso l'ultima stagione di Baresi, o i fischi a Maldini (casa rossonera), o, per tornare in casa bianconera, gli addii di gente che al termine di stagioni poco brillanti, sancivano la fine di epoche?
Il futuro
Finita la festa per uno scudetto straordinario quanto inatteso ad inizio stagione, è il momento di ragionare in prospettiva futura. Dato che, se è vero che alla Juventus "vincere non è importante, ma è l'unica cosa che conta", è anche vero che, di conseguenza, la vittoria più importante della Juventus è quella che dovrà arrivare, per cui occorre immediatamente girare pagina, non lasciarsi andare sugli allori, e dedicarsi ai prossimi impegni. E non mi riferisco alla Coppa Italia, bensì alla prossima stagione. Che sarà una vera incognita per i colori bianconeri, si dovrà pensare sempre a difendere il titolo e possibilmente riconfermarsi campioni, ma c'è pure l'Europa che conta, la CL, dalla quale manchiamo dal dicembre 2009. Ecco, la prima domanda che dirigenza e tecnico dovranno porsi è "quanto vale questa Juve nel panorama calcistico europeo?" Purtroppo, allo stato non possiamo saperlo, non c'è più come negli anni d'oro una presenza costante che ci poteva consentire una previsione o quantomeno delle speranze in campo europeo: e fermo restando che anche la Juve di Capello, sulla carta straordinaria, non andò mai oltre i quarti, che la Juve di Lippi ebbe anche qualche annata storta (stagione 2003 - 04), adesso i precedenti sono un pochino datati, nella stagione 2008 - 09 fummo eliminati in maniera rocambolesca dal Chelsea, ma era ancora una squadra che annoverava gente come Nedved, Trezeguet, Camoranesi; l'anno dopo il suicidio interno contro il Bayern, in una gara che bastava pareggiare (e fu l'inizio del tracollo della Juve di Ciro Ferrara); l'ultima esperienza europea, ma diciamo di seconda fascia, ci vide eliminati nel girone di qualificazione, dopo sei pareggi in sei gare, ed una prestazione diciamo dignitosa contro il Manchester City di Mancini. Sulla carta, la base ha una buona esperienza internazionale, i vari Buffon, Barzagli, Chiellini, Pirlo, Marchisio, a cui aggiungerei gli stranieri Lichtsteiner, Vidal e Vucinic, potrebbero formare l'ossatura di una squadra competitiva anche in CL; ma indubbiamente alcuni giocatori sono attesi alla controprova in una competizione più elevata come valori tecnici, ed anche a maggiori fatiche fisiche per impegni e stress derivante dal dover giocare mediamente due volte a settimana. Il che significa pensare intanto a validi rincalzi per ogni reparto, giocatori che possano efficacemente sostituire i "titolari", in caso di necessità, ma anche a gente che possa garantire il necessario salto di qualità. Come dire, un paio di innesti mirati, soprattutto a centrocampo e in attacco, ed un ampliamento dell'organico in tutti i reparti, per consentire un efficace turn over. Soprattutto mantenere sempre questa fame di vittorie, pensandosi che si è solo agli inizi, come squadra, e che c'è una tifoseria che da sei anni aspetta con tanta pazienza (non quella del "cantante"), il ritorno della Grande Juventus pure in Europa. E su questa stagione adesso cala il sipario, anche se avremo modo di parlare di calcio, intanto per la finale di domenica prossima, e per i prossimi Europei
Le mie postille
1 - Convocazioni a ... caso! Diramata la lista di 32 giocatori, dai quali il C.T. della Nazionale, Prandelli sceglierà i 23 definitivi che ci rappresenteranno ai prossimi europei. Trattandosi di una pre-selezione, è ovvio che ci siano diversi elementi per valutazioni di prova; ma quello che non comprendo è che, prendendosi come base l'ossatura della Juventus di quest'anno, in particolare difesa e centrocampo, mi sfugge la ragione per cui in questa lista manchino Pepe o uno tra Quagliarella e Matri. Di norma quando si convoca un blocco di una squadra, la ragione fondamentale è per riportare sostanzialmente un certo tipo di gioco, integrando il gruppo con elementi di altre squadre, per potenziare ulteriormente il livello complessivo, è stato così con Bearzot, è stato così con Lippi nel 2006, mentre non è stato così quando i C.T. hanno pensato di costruire una squadra su loro idee di gioco, e se bene o male con Vicini ci furono risultati apprezzabili, lo si dovette al fatto che lui non fece altro che portare nella squadra maggiore la "sua" Under 21 dell'epoca. Peraltro tra i convocati in attacco, non mi pare che siano tutti provenienti da stagioni esaltanti, di Balotelli si conoscono le debolezze caratteriali ed il rendimento altalenante, Cassano è rientrato da pochissimo, Borini è reduce da un infortunio, per cui credo che solo Destro e Giovinco siano meritevoli di convocazione per quanto fatto durante la stagione. Speriamo bene, per ora ci sono forti perplessità.
2 - Scemo della settimana. Una delle chicche di giornata, che mi era sfuggita, per seguire i festeggiamenti per il tricolore, era l'intervista dopopartita dell'uomo dal telefonino con foto di Muntari, il mitico pelatone Galliani Adriano. Da quanto raccontatomi, il genio di perle eccellenti per rifornire questa rubrica per un buon semestre, ne ha propinate parecchie. Ma la migliore, a mio giudizio, è stata quando, a specifica domanda su Del Piero, ha "rivelato", che a suo tempo il Padova aveva offerto il giovanissimo Alex, già grande speranza del calcio nazionale, al suo Milan, ma che lui avrebbe declinato tale offerta, lasciando dunque alla Juventus la possibilità di ingaggiarlo. Vedete, non c'è di peggio di quando un tizio ammette la sua idiozia davanti ai microfoni e nessuno glielo fa notare: nessuno infatti ha replicato che, nel momento in cui il Milan non avrebbe accettato l'offerta del Padova, pensava ad acquistare, ad esempio, grandi fuoriclasse quali Lentini, o giocatori quasi a fine carriera come De Napoli, o onesti pedatori quali Eranio. E così sappiamo che per soffiarci Lentini, anche pagandolo in nero, il genio pelatone con cravatta gialla ci ha fatto prendere Del Piero! Adesso sappiamo chi ringraziare per venti anni di gioie e di grandi cose viste in bianconero!
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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