Campioni d'Italia, per la trentesima volta, con una giornata d'anticipo, ancora imbattuti: è questo il responso finale della stagione 2011 - 2012. Era prevedibile che la penultima di campionato, alla luce dei risultati del turno infrasettimanale, fosse la giornata decisiva, da un lato i bianconeri in trasferta contro una formazione da sempre ostica come il Cagliari, e dall'altro il Milan impegnato nel derby con l'Inter, e soprattutto rinfrancato psicologicamente dall'errore commesso da Buffon nel finale di Juventus - Lecce, avendo consentito ai rossoneri di accorciare lo scarto ad un solo punto. Ed ancora una volta uno stadio in terra di Friuli - Venezia Giulia, ci consegna uno scudetto straordinario, a distanza di dieci anni da quello dell'ormai celebre 5 maggio 2002.
La partita alla lavagna
Non aspettatevi stavolta un commento alla gara, seguita da chi vi scrive (e credo da quasi tutta la tifoseria), più sul piano emotivo e sulle notizie che arrivavano dal Meazza. Diciamo che è sufficiente dire che Conte è tornato al 4 - 3 - 3, schierando il tridente Pepe - Matri - Vucinic, e che nel corso della gara ha dovuto fare a meno di Lichtsteiner, ben sostituito da Caceres. Gara subito messasi in discesa grazie al gol di Vucinic, ottimamente lanciato da Bonucci, e poi gestita dai bianconeri senza particolari patemi d'animo, risultato che poteva essere messo al sicuro già prima del raddoppio, prodotto dall'autogol di Canini, nella foga di anticipare Borriello. Quindi attesa per le notizie provenienti dal Meazza, prima del tripudio finale.
Juventus “in”
La squadra bianconera è la vera novità nel panorama calcistico nazionale, formazione prevalentemente "italiana", che si avvia ad essere l'ossatura base della Nazionale di Prandelli, con innesti di valore, quali si sono rivelati Lichtsteiner, Vidal, Vucinic, a cui aggiungerei Caceres, che ha avuto le sue occasioni buone per mettersi in mostra, e, quando chiamato in causa, Estigarribia. Moduli di gioco eclettici, si è partiti dal 4 - 2 - 4, si è passati al 4 - 3 - 3, qualche volta al 4 - 1 - 4 - 1, per arrivarsi al modulo finale 3 - 5 - 2, tutti legati però da una unica filosofia di gioco, possesso palla, pressing alto, improvvise verticalizzazioni, una sorta di "calcio totale", aggiornato ai tempi. Non a caso, non c'è stato un vero bomber, ma tanti giocatori che hanno contribuito al bottino di reti realizzate.
Juventus “out”
A volere essere perfezionisti, il campionato lo si poteva chiudere prima, con maggiore cinismo e con una maggiore incisività in fase realizzativa. Ecco, su questi aspetti si dovrà lavorare per aversi una Juve altamente competitiva anche in Europa
I momenti decisivi della stagione
Riservandomi le "pagelle" stagionali alla prossima volta, penso sia il caso di rivedere la stagione e trovare i momenti davvero importanti per la squadra, o se preferite, i vari "step", nei quali si è via via costruita la squadra che ha riportato lo scudetto a Torino. Io ne avrei individuato quattro:
1 - L'inaugurazione dello Juventus Stadium.
A mio giudizio la cerimonia ha avuto grandissima importanza, perchè ha spiegato ai giocatori facenti parte dell'organico, COSA E' LA JUVENTUS. Vedete, uno degli aspetti negativi di questi anni, è che "farsopoli" aveva decisamente annebbiato l'immagine e la storia bianconera, anche all'interno di società e giocatori: avere visto che la Juventus nella storia è stata la squadra che ha dato il maggior numero di giocatori a Nazionali campioni del mondo, che è stata la squadra dei cinque scudetti consecutivi (tutti sul campo e non in segreteria), di Boniperti, Hansen, Parola, Sivori, Charles, Bettega, Zoff, Platini, Rossi, Baggio, Vialli, Del Piero, Zidane e così via, ha fatto capire quali divise stessero indossando i nostri giocatori, e dunque il dovere di onorarle fino in fondo. Così è stato.
2 - Juventus - Milan 2 - 0
L'avevo scritto anche in sede di commento, quella gara poteva finire al 41' della ripresa, e sarebbe stata comunque grande prova di forza contro gli ormai ex campioni d'Italia. Che, per ricordare ai sostenitori della leggenda metropolitana secondo la quale la Juventus avrebbe vinto approfittando degli infortuni in casa rossonera, a Torino giocarono con la formazione diciamo titolare, dunque con i vari Boateng, Cassano, Nesta, Thiago Silva, Ibrahimovic etc., e furono dominati in lungo e in largo. Quella sera la Juventus diede al Milan una autentica lezione di calcio, questa è la verità, e da quella gara, a mio giudizio, è iniziata la galoppata vincente.
3 - Napoli - Juventus 3 - 3
La storia di questa partita, del suo strano rinvio, e di quanto accadde in campo, mi pare sia stata la conferma che Conte aveva ed ha forgiato soprattutto il carattere ai nostri giocatori. Due volte in doppio svantaggio, due volte raggiunti i partenopei, un secondo tempo strepitoso, segno di maturità acquisita e consapevolezza della forza del gruppo.
4 - Fiorentina - Juventus 0 - 5
La gara della svolta finale. Come ricorda Conte, si era scesi in campo a -7 dai rossoneri, e soprattutto in uno stadio dove l'odio per i colori bianconeri è probabilmente superiore all'amore della tifoseria per la propria squadra. Ma si veniva dalla striscia di pareggi, alcuni dei quali pieni di strascichi polemici, contro Siena, Parma e Bologna, e subito dopo la trasferta di Genova, stregata più che mai, senza farsi riferimento ad errori arbitrali, ed al gol di Pepe, regolare, che poteva davvero avere conseguenze negative per il prosieguo della stagione. Ebbene, da questa gara è iniziata la marcia trionfale verso lo scudetto.
La sentenza
Il 7 maggio 2006, iniziava ufficialmente "Calciopoli": per la semplice ragione che, emerse le prime intercettazioni, su input dell'allora presidente della Federcalcio, Carraro, le prime dichiarazioni ufficiali della proprietà bianconera, per bocca di John Elkann, furono di "sostegno a squadra e allenatore", ma non alla dirigenza dell'epoca, come dire, un modo elegante per mollare ufficialmente la Triade, e dare il segnale che la bufala del secolo poteva avere corso. Il 6 maggio 2012, sei anni dopo, si ritorna a quel momento, ossia ad una Juventus che si rimette sulla propria divisa uno scudetto, come sei anni addietro, e dopo un campionato straordinario (91 punti, una sola sconfitta, un dominio totale contro le avversarie), come dire le lancette dell'orologio della storia del calcio italiano sono nuovamente tornate al loro posto. Paradosso tra i paradossi, a consegnare lo scudetto alla Juventus (formalmente, ma non nei fatti), è stata proprio l'Inter, vittoriosa nel derby, e con una gara che in fondo è la smentita alla balla gigantesca che i media hanno provato a far passare fino a qualche giornata addietro, ossia il famigerato gol di Muntari nello scontro diretto. Pensate, ieri sera l'Inter, già in vantaggio, segna nuovamente con Cambiasso, ma l'arbitro non vede (piuttosto, come mai Abbiati non ha confessato?), successivamente il Milan beneficia di un rigore inesistente (tanto per cambiare), e addirittura passa in vantaggio ad inizio ripresa, ma nonostante tutto, il finale è a favore dei nerazzurri. Vedete, quell'impostura sul gol di Muntari è servita per nascondere il vero andamento di quella partita, Milan casualmente in vantaggio, per uno svarione prima ed una successiva sfortunata deviazione di Bonucci, poi pochi problemi per la retroguardia bianconera, eccettuato l'episodio incriminato, e quindi una ripresa a senso unico, con un gol buono annullato ai bianconeri, e un paio di espulsioni non comminate ai picchiatori rossoneri: anche in quella circostanza, una Juventus non brillantissima, si rivelò sul campo superiore agli avversari, come del resto in tutta la stagione. Del resto, da un lato una squadra imbattuta, che non ha certo avuto direzioni arbitrali favorevoli, che ha avuto tre soli rigori in tutta la stagione, di cui due sbagliati, e cmq tutti ininfluenti per le partite; dall'altro una squadra che non ha vinto uno scontro diretto contro le squadre di vertice, Juventus, Lazio, Napoli, Inter, due soli punti in questi confronti, che di fronte ai venti conquistati dai bianconeri, rendono chiara la differenza sul campo tra le due contendenti. A parte ciò, credo che mai come stavolta la tifoseria bianconera sia stata in tensione prima di un successo. Perchè è lo scudetto che chiude un periodo ambiguo della storia della Juventus, iniziato con la B a furor di popolo, proseguito con stagioni di medio - basso profilo, nelle quali la massima aspirazione era quella di poter essere tra le prime, ma mai veramente in condizione di poter impensierire la concorrenza, fosse a strisce nerazzurre o rossonere. Ed è lo scudetto che ha restituito la Juventus ai suoi tifosi, una squadra che lotta e non risparmia energie, che vuole sempre onorare la maglia e la propria tifoseria, che ha fatto gioire, soffrire, ma mai ha deluso per l'impegno e l'abnegazione. Ecco, adesso è tornata la vera Juve che abbiamo amato fino al 2006. Per adesso non trovo altro da aggiungere, come dire, mi ero disabituato a parlare di trionfi bianconeri, ed ora che arriva, quasi quasi viene difficile a trovare altre parole. Ma permettetemi una piccola stoccata finale: ora che il carro si è rivelato essere davvero vincente, mi auguro che non ci salgano quegli pseudo tifosi, che per tutto l'anno hanno sputato veleno contro dirigenza, tecnico e giocatori.
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