Più facile del previsto. Così si può commentare la larga vittoria della Juventus contro la Roma, maturata già nel giro di mezzora del primo tempo, con una ripresa diventata poco più che una sgambatura di allenamento. E non poteva esserci migliore risposta, sul campo, alle solite ormai stucchevoli insinuazioni di giornali e notiziari sportivi che, nel maldestro tentativo di destabilizzare l'ambiente, creano "ad orologeria" scoop giornalistici di basso livello, buoni per confondere le idee ai gonzi, e, visti gli effetti, buoni a caricare ancora di più, in positivo, l'ambiente bianconero.
La partita alla lavagna
Juventus con un 3 - 5 - 2 un pò a sorpresa, dato che si supponeva la riedizione dello stesso modulo adottato contro la Lazio, e dunque Lichtsteiner e De Ceglie esterni di centrocampo, in avanti coppia Quagliarella - Vucinic; Roma con il 4 - 3 - 1 - 2, De Rossi arretrato a centrale difensivo, centrocampo con Gago centrale supportato da Pjanic e Marqinho, Perrotta in funzione di trequartista, ma in marcatura su Pirlo, e coppia d'attacco Osvaldo - Borini. Poco da dire sull'andamento della gara, praticamente chiusa nel giro di 8 minuti, con la micidiale doppietta di Vidal, su cross rasoterra di De Ceglie il primo, e su assist di Vucinic il secondo; semmai molto ci sarebbe da dire sulle mosse suicide di Luis Enrique, che, invece di fare tesoro della lezione del suo collega Reja (centrocampo molto folto e difesa ben protetta, cosa che gli stava fruttando un pari fortunoso a Torino), ha schierato una formazione suicida, intanto mettendo fuori posizione De Rossi, ma soprattutto schierando una linea di centrocampo del tutto inadatta in copertura, non essendo Pjanic e Marquinho centrocampisti dediti a ripiegare in copertura. Conte, prevedendo probabilmente questo squilibrio tattico avversario, ha "aggirato" intelligentemente la zona centrale del campo, puntando molto sul lavoro sulle fasce, e consentendo spesso a Bonucci di fare il play basso della squadra, con il risultato che gli inserimenti dei nostri centrocampisti al tiro erano fin troppo facili: le altre due reti invero sono state procurate da Marchisio, che ben lanciato in area da Vucinic, ha costretto al fallo da rigore Stekelenburg (per la cronaca, dopo 19 giornate, finalmente un rigore, e visto che i nostri sono disabituati, Pirlo lo ha sbagliato in prima battuta), e successivamente ha sfruttato un intelligente suggerimento sempre del montenegrino. Quindi gara già chiusa dopo mezzora, ripresa più che altro di allenamento, quarta rete direi arrivata per forza di inerzia, e Juventus che porta a + 3 il suo vantaggio nei confronti dei rossoneri.
Juventus “in” Quando una gara diventa una pura formalità, dopo otto minuti, non si sa dove finiscano i meriti di chi vince e inizino i demeriti di chi perde. Una cosa è certa, a mia memoria questa è stata la vittoria più agevole dei bianconeri contro la Roma, in passato anche quando erano arrivati successi "rotondi", gli stessi erano maturati dopo partite molto combattute e alla distanza, non certo in meno di un'ora di gioco. Diciamo quindi che Conte ha azzeccato ancora una volta formazione e impostazione del gioco, che la squadra ha tenuto alta la concentrazione, non cullandosi del risultato favorevole maturato nel pomeriggio al Meazza, e che tutto ha funzionato troppo alla perfezione, ed in questo non possono non esserci gravi colpe degli avversari.
Juventus “out” L'unica nota stonata, l'ammonizione di Quagliarella, evitabile, che gli farà saltare il turno infrasettimanale.
Le pagelle
I Promossi
Vidal: 9 Il voto dice tutto: cosa aggiungere ancora? Che quando pensi di avere visto il meglio delle sue prestazioni, ti accorgi che ancora può fare di più e meglio?
Vucinic: 7,5 Non ha segnato, ma è stato protagonista in tutte le marcature, in funzione assist-man, e quando gioca così, gli si possono perdonare anche i momenti in cui sembra volersi solo svagare in campo.
Bonucci: 7,5 Diciamolo pure, è la sorpresa piacevole di questo finale di campionato, autorevole da centrale nella difesa a 3, convincente anche quando avanza a testa alta e palla al piede, intelligente quando lancia lungo per i compagni.
Per il resto, nessuno veramente insufficiente, al solito Buffon spettatore non pagante, Barzagli e Chiellini scarsamente impegnati, al punto da potersi anche proiettare in avanti, bene Marchisio e, dulcis in fundo, l'ennesima prestazione deliziosa di Pirlo, davvero immarcabile ormai.
La sentenza
Nel calcio, a quanto pare, la filosofia andeottiana del "potere che logora chi non ce l'ha", sembra non funzionare proprio, ed anzi potremmo dire che "la macchina del fango logora chi l'ha messa in moto". Pensate, agli inizi di marzo, dopo il pareggio di Genova, la Juventus era a - 4 dal Milan, squadra che ormai sembrava avviata ad una passeggiata trionfale per lo scudetto, con i bianconeri reduci da una serie di pareggi di fila, e qualche contrarietà che comunque non poteva nascondere certi limiti di gioco emersi in quel periodo. Bene, proprio nel momento di maggiore vantaggio dei rossoneri, è iniziata quella sorta di campagna mediatica strisciante, a danno dei bianconeri, dalla enfatizzazione del famigerato gol di Muntari, a reti unificate, alle dichiarazioni martellanti del duo Galliani - Allegri, alla ricerca della rissa contro la società bianconera, specie Marotta e Conte, alla insinuazione del coinvolgimento di giocatori juventini nella vicenda calcio scommesse, quando vestivano altre maglie (Bonucci a Bari, Pepe ad Udine), fino al tentativo di coinvolgere pure Conte, dapprima con la storia dell'sms fantasma, e da ultimo con le dichiarazioni attribuite a tal Carobbio, rese il 29 febbraio scorso, secretate per tutte, tranne che per i redattori del fogliaccio rosa milanese, e della Repubblica delle banane mediatiche romane. Da quel momento è iniziata la riscossa bianconera, con sei vittorie di fila, contro avversarie non certo abbordabili, nell'ordine, Fiorentina (e tutti i tifosi bianconeri sanno che significa andare a giocare al Franchi), Inter, Napoli, Palermo, Lazio e Roma, diciotto reti segnate, una sola subita; mentre per il Milan sono iniziati i momenti difficili, anche quando ha vinto, non ha convinto nè brillato, poi di seguito pareggio a Catania, sconfitta interna contro la Fiorentina e, dopo una stentata vittoria a Verona, nuovo passo falso interno contro il Bologna, e così i bianconeri si trovano adesso a + 3, con un calendario che effettivamente consente di essere fiduciosi per il futuro. Si badi, fiduciosi ma non certo tranquilli. Indubbiamente le due prossime gare, contro squadre ormai in B, sono alla portata della Juventus, anzi, dirò di più, una squadra che vuole vincere lo scudetto, non può certo perdere punti su campi di squadre ormai retrocesse, ma non per questo debbono ritenersi già vinte, per tante ragioni, pensandosi a come in passato squadre già retrocesse abbiano fatto brutti scherzi a chi lottava per vincere lo scudetto, e, con riferimento a quest'anno, a come la Juventus ha spesso avuto maggiori difficoltà con le squadre medio - piccole, rispetto a quando ha giocato con le grandi. E' vero che adesso la Juventus può anche permettersi di sbagliare una gara, ma UNA SOLA, un secondo errore potrebbe essere irreparabile; il Milan a mio giudizio è a corto di fiato già da tempo, le vittorie contro Roma e Chievo sono state molto fortunose, ed anche ieri contro il Bologna, con un arbitraggio diverso (anche se le cronache ufficiali di regime vorrebbero sostenere il contrario), e un rigore sacrosanto per gli emiliani nel primo tempo, con conseguente espulsione di Bonera, probabilmente il finale sarebbe stato più mortificante per la squadra dell'allenatore ossimoro. Ma questo non significa nulla, certe volte le energie si possono anche recuperare grazie agli errori altrui, e dunque d'ora in avanti è compito dei bianconeri non consentire agli avversari questo recupero, quantomeno fino alla penultima di campionato, quando i bianconeri dovranno vedersela contro il Cagliari tornato in zona pericolo (e non si sa come si troverà in quel momento), e il Milan avrà il derby: a mio giudizio sarà questa la giornata decisiva per il campionato, se saremo avanti ancora in quel momento, la parola per ora impronunciabile, potremo finalmente pronunciarla. Intanto, il primo risultato importante è stato matematicamente conseguito, l'accesso diretto alla CL, e non è poco, per una squadra che ne era uscita nel dicembre 2009. Ah, dimenticavo: quella volta uscimmo dalla competizione, per colpe certamente nostre, ma molto pesò un gol ... irregolare, il pareggio del Bordeaux a Torino. Arbitro era Ovrebo, che poi sarebbe stato massacrato per le sue decisioni in occasione di Fiorentina - Bayern, ma che nessuno, in Italia, accusò per avere convalidato un gol ai francesi con un fuorigioco di oltre un metro. E quell'eliminazione, di fatto fece fallire la stagione di Ferrara, che fino a quel momento, nonostante qualche scivolone inopinato, ci vedeva secondi in classifica e in corsa in Europa.
Le mie postille
1 - C'era una volta il "mio capitano". Stasera avrei molte cose da scrivere in sede di postille, a cominciare dalla tragedia Morosini e dalla giornata di riflessione, che ha prodotto invece i fatti di Genova; a proseguire nella vicenda tirata fuori da parte del fogliaccio rosa milanese, ripresa (guarda caso), dal quotidiano romano più antijuventino d'Italia (e non mi riferisco al Messaggero, o al Tempo, o al Corriere dello Sport), circa le accuse, che a leggere bene tali non sono, di Carobbio, sulla "conoscenza" di Conte della combine tra Novara e Siena del precedente campionato di B; a finire alle solite insopportabili speculazioni domenicali delle trasmissioni sportive, dedite alla beatificazione del Milan e del padrone, a danno dei bianconeri. Potrei anche ironizzare su chi aveva detto qualche giorno addietro "non firmo per il pareggio", prima di giocare a Torino; ma stasera preferisco parlare (e mi attirerò critiche, lo so), di quella che ritengo una caduta di stile del nostro leggendario capitano, Alex Del Piero. Esempio appunto di "stile" di professionalità, di attaccamento alla maglia, di lealtà sportiva, oltre che di immensa classe. Ma la chiusura del suo rapporto con la Juventus francamente sta mostrando qualche sbavatura che non mi sarei aspettato. Mi riferisco alla sua ormai nota intervista, con prima pagina, su Vanity Fair, nonchè al suo libro, con presentazione di (udite, udite), del giornalista Crosetti Maurizio, ossia uno dei più rinomati antijuventini in servizio permanente effettivo. Vero che la Juventus deve moltissimo a lui, che tutti noi tifosi bianconeri abbiamo gioito grazie a lui, sofferto per lui, abbiamo avuto riconoscenza in lui quando nel momento più difficile della nostra storia, non ci ha abbandonato, riportandoci anzi laddove ci spetta il posto. Ma è anche vero il contrario, senza la Juventus, Alex Del Piero non sarebbe MAI diventato il nostro idolo, il campione amato e rispettato in tutto il mondo. E mi pare che, leggendo le ultime sue sortite, abbia un pochino dimenticato queste cose. Perchè posso pur capire che una bandiera come lui desidera chiudere con la maglia che ha indossato per diciotto anni, ma anche lui deve capire che i giocatori passano, la Juventus rimane, e che un giocatore a 38 anni non può essere il futuro di una grande squadra che vuole tornare a vincere in Italia ed in Europa. Inutile dire che, come solito, i media ci hanno speculato, e che proprio Sky(fo), a mò di aperitivo prepartita, ieri sera ha trasmesso un servizio, che di fatto era una accusa non tanto velata ad Agnelli e Conte, colpevoli di non rispettare il passato bianconero, non dandogli ancora ruolo per l'avvenire. Ma guarda un pò: quelli che, quando Del Piero era all'apice della carriera, lo denigravano accusandolo di tutto (di essere dopato, di essere raccomandato, di averci fatto perdere gli Europei del 2000, e chi più ne ha, più ne metta), adesso lo "riscoprono", ma in chiave antijuventina. Eh si, caro Alex, tu sognavi di chiudere con la maglia della Juventus, ma noi sognavamo che la tua chiusura con la maglia della Juventus fosse diversa, e soprattutto fosse una grande festa.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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