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La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
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282 (54,86%) |
Vittorie |
929 (59,40%) |
114 (22,18%) |
Pareggi |
374 (23,91%) |
118 (22,96%) |
Sconfitte |
261 (16,69%) |
873 |
Fatti |
2.748 |
472 |
Subiti |
1.383 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 09.04.2012
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Palermo - Juventus 0 - 2 - UOVO PASQUALE CON SORPRESA ...
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di Antonio La Rosa
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L’uovo di Pasqua ci porta la sorpresa dell’imprevista sconfitta interna del Milan, ad opera della Fiorentina, e dunque del primato in classifica della Juventus, vittoriosa a Palermo, sul cui campo da ultimo aveva rimediato solo sconfitte. Partita a senso unico, sbloccata solo nella ripresa, come le due precedenti contro Inter e Napoli, a conferma di una maturità mentale acquisita, per cui la squadra non si lascia più trascinare da frenesia quando non riesce subito a sbloccare il risultato. Ora però viene il difficile, conquistato il primato, occorre mantenerlo fino alla fine, e non sarà certo facile, tenuto conto della potenza, soprattutto fuori dal campo e sui media, che ha la diretta concorrente.
La partita alla lavagna
Conte riconferma il modulo di domenica scorsa contro il Napoli, 3 – 5 – 2, ma a sorpresa schiera Estigarribia esterno sinistro, con Caceres a destra, ed in avanti la coppia Quagliarella – Vucinic; stesso modulo per il Palermo, anche se le assenze costringono Mutti ad uno schieramento d’emergenza, difesa letteralmente inventata, a centrocampo un Migliaccio non al meglio, ed in avanti la coppia Miccoli – Ilicic. Il primo tempo è un monologo bianconero, al punto che l’unico tiro (più un disimpegno che una conclusione a rete), dei padroni di casa arriva praticamente nel minuto di recupero; tuttavia poche vere occasioni da rete, in particolare una ghiottissima sprecata da Quagliarella, ben imbeccato da Estigarribia, e successivamente un’altra di Caceres, liberato da una pennellata di Vucinic, ma il nostro difensore, dopo uno stop al volo quasi perfetto, sbaglia malamente. Per il resto, qualche conclusione da fuori area di Pirlo, che non sorprende Viviano, molta pressione ma probabilmente un po’ di tensione derivante dalla necessità di vincere per conquistare la vetta; a ciò si aggiunga pure che, passato il primo quarto d’ora, il Palermo rinuncia di fatto alla marcatura fissa su Pirlo, per schierarsi praticamente a 5 in difesa, con i tre centrocampisti molto più bassi, insomma un autentico catenaccio vecchio stampo. La ripresa si apre come si era chiuso il primo tempo, ed anzi la pressione bianconera aumenta con il passare dei minuti; il vantaggio puntualmente arriva entro il primo quarto d’ora, come contro Inter e Napoli, ed anche in questo caso da palla inattiva, angolo di Pirlo dalla sinistra, perfetta correzione di testa di Bonucci con palla che colpisce il palo interno e si insacca. I padroni di casa provano ad imbastire una reazione, che produce un solo brivido, con Miccoli che in area si libera di Chiellini e lascia partire un tiro cross rasoterra che attraversa lo specchio della porta di Buffon, per fortuna nessun avanti rosanero arriva a correggere in rete. Conte a questo punto sostituisce Vucinic, in calo nella ripresa, con Matri, ed ancora una volta la mossa si rivela azzeccata, tanto che da una combinazione tra il nuovo entrato e Quagliarella, quest’ultimo si trova nuovamente la palla giusta sui piedi, e stavolta non sbaglia, rasoterra a rientrare che scavalca Viviano. Gol che praticamente chiude la gara, Palermo che nel finale ci prova solo per onore di firma, tiraccio di Bacinovic alto di poco, ma dall’altra parte, Del Piero, subentrato a Quagliarella, che dopo una bella azione individuale in area, tira in diagonale, costringendo Viviano ad una difficile parata d’istinto di piede.
Juventus in
Come dicevo sopra, oltre alle solite cose positive di questo scorcio di stagione, condizione atletica ottimale, grande concentrazione e notevole capacità tattica di adeguarsi all’andamento della gara, emerge finalmente anche una certa “freddezza” della squadra, che non si scompone più quando la gara tarda a sbloccarsi, che continua nel suo gioco, con la consapevolezza di poter colpire da un momento all’altro grazie alla sua forza: sono tre gare di fila che, chiuse a reti bianche nel primo tempo, la Juventus sblocca puntualmente nel primo quarto d’ora della ripresa, e mette al sicuro nel secondo quarto d’ora.
Juventus out
Probabilmente l’unico vero difetto emerso è stato quella sorta di “braccino corto” mostrato nel primo tempo, quasi come se il dovere di vincere per conquistare la vetta della classifica, fosse ancora più condizionante: per comprenderci, l’errore di Quagliarella non è dei suoi, mi è sembrato che abbia tirato con troppa fretta per segnare. C’è da dire anche si è visto poco gioco sulle fasce, in dipendenza dell’atteggiamento ultradifensivo del Palermo, e dunque molta manovra per vie centrali, facendosi in questo il gioco dei rosanero e della loro difesa ad oltranza, costringendo dunque i bianconeri a conclusioni da fuori area.
Le pagelle
I promossi
Bonucci: 7,5 Non era brutto anatroccolo prima, non è cigno reale adesso, più semplicemente è un difensore dalle grandi qualità tecniche (uno dei pochi a giocare a testa alta), che sta maturando, e dunque sta perdendo quella sorta di eccessiva sicurezza che lo portava a qualche disinvoltura di troppo nei disimpegni, mentre da difensore puro non ricordo suoi gravissimi errori in passato. Certamente si trova più a suo agio con la difesa a 3, ed invero trovarsi ai lati due come Barzagli e Chiellini, non può che dargli maggiore tranquillità.
Pirlo: 7 Commentare le sue prestazioni sta diventando cosa alquanto difficile, perché si rischia o la ripetitività o l’eccesso di enfasi. Certo è che questa Juve sembra ormai avere acquisito pienamente la mentalità del nostro centrocampista, lucidità e calma in qualunque fase della gara.
Per il resto, anche stavolta nessun giocatore insufficiente, eccettuato Buffon, praticamente inoperoso, gli altri si sono conquistati la classica “pagnotta”, dai difensori (se gli avversari non hanno mai tirato in porta è anche merito loro), agli esterni, con Caceres molto intraprendente, ed Estigarribia più prudente ma utile tatticamente; Vidal come suo solito infaticabile, Marchisio cresciuto alla distanza, ed infine Quagliarella, che ha certamente compensato l’erroraccio del primo tempo, con un gol di pregevole fattura. E neppure Vucinic è da ritenere, a mio giudizio insufficiente, buon primo tempo, qualche conclusione nella ripresa, anche se qualche pallone malamente perduto.
La sentenza
Palermo – Juventus come partita è iniziata, ad onor del vero, a qualche minuto dal termine di Milan – Fiorentina, quando Amauri (proprio lui) ha realizzato uno dei gol più importanti per la Juventus … ma non in divisa bianconera, bensì con la divisa viola. Come dire, l’atteso passo falso dei rissoneri era arrivato forse nella gara meno attesa, e contro l’avversaria meno ritenuta in grado di compiere l’impresa, viste le sue difficoltà attuali della squadra viola. E, contrariamente a quanto adesso si sostiene da parte di certi cosiddetti “opinionisti televisivi”, non è facile giocare sapendo il risultato della diretta concorrente, specie se la concorrente è in vantaggio di classifica: in altri termini, stavolta l’obbligo di vittoria per i bianconeri non dipendeva solo dal fatto di non perdere terreno in classifica, ma soprattutto dal fatto che, avuta finalmente l’occasione di poter riconquistare la vetta, l’occasione non poteva essere sprecata, come era già accaduto in occasione del pari interno del Milan contro il Napoli, che poteva essere il momento per l’inizio di una fuga per la Juventus, ed invece non si concretizzò. Ora la vetta della classifica è stata riconquistata, ma, come ha detto Conte ai giocatori nel famoso discorso andato in onda in tutte le emittenti nella scorsa settimana, la squadra ha fatto tanto, tantissimo, ma a ben vedere non ha ancora conquistato nulla, perché ora viene il difficile, mantenere quella vetta della classifica fino al 13 maggio. La situazione psicologica in un certo senso si è rovesciata, e non è detto che sia un bene per la Juventus, il Milan ormai ha un solo traguardo da perseguire, il campionato, unico risultato per non ritenersi fallimentare la loro stagione, non avendo più nulla da perdere e tutto da guadagnare. Viceversa, la Juventus d’ora in avanti non può sbagliare, ha avuto l’occasione di sfruttare il passo falso dei concorrenti, non è ipotizzabile invece presumere un secondo passo falso nelle restanti sette giornate finali, ove dovessero essere i bianconeri a perdere punti in qualche gara e dunque essere nuovamente sorpassati. Non dimentichiamo nemmeno il “contesto”, che ci accompagnerà fino a fine campionato, dato che, se è bastato il semplice sospetto di un sms mai mandato e mai ricevuto, per consentire ai cani da guardia milanesi, appartenenti al gruppo RCS (Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport), di sbattere in prima pagina il sospetto che anche Conte potesse essere coinvolto nella vicenda del calcio scommesse: come dire, le proveranno tutte pur di destabilizzare l’ambiente bianconero. Ad ogni modo, la Juventus il “suo” scudetto lo ha già vinto sul campo, con prestazioni di alto livello, portando aria nuova nel calcio italiano, e mantenendo l’imbattibilità in campionato e in Coppa Italia: l’ultimo sforzo, il più impegnativo, sarà proprio quello di far coincidere a fine stagione le vittorie “morali” e di gioco, con quelle che rimarranno nell’albo d’oro
Le mie postille
1 – C’era una volta il giornalismo sportivo … Ed oggi non c’è più. O meglio, non c’è più dalla primavera – estate 2006, da quando un quotidiano in rosa, smise di essere quotidiano sportivo e divenne bollettino di disinformazione a senso unico, trovando la buona compagnia di gruppi editoriali e testate giornalistiche non necessariamente sportive, che costruirono il famigerato “sentimento popolare diffuso”, alla base di farsopoli. Sono passati anni, i contesti sono cambiati, ma le logiche del passato sono dure a morire, e dunque, sperandosi da parte di qualcuno, che sia nuovamente facile ricostruire quel “sentimento popolare diffuso”, nuovamente il fogliaccio rosa milanese ha provato a scatenare la nuova macchina del fango, ai danni della Juventus o di suoi tesserati. A dire il vero ci avevano già provato, cercando di coinvolgere Bonucci e Pepe, nella vicenda del calcio scommesse, per via di una delle gare sospette (Udinese – Bari, stagione 2009 -2010), e nonostante sia ormai acquisito il fatto che non avvenne alcuna combine per quella gara; però in vista del finale di campionato, hanno nuovamente riesumato la “non notizia” di un presunto tentativo di contattare Antonio Conte (all’epoca allenatore del Siena), emerso da una intercettazione tra il giocatore del Bari, Bellavista, ed un certo “Raimondo”, prima della gara Siena – Sassuolo, poi finita con la netta vittoria dei toscani. Sarebbe stato sufficiente “verificare” la fonte e la fondatezza della notizia, per scoprire che non solo la frase non era mai stata “Conte è contattabile?”, bensì “Puoi contattare Conte?”, detta da un giocatore ad un giornalista, tale Antonello Raimondo, della redazione sportiva della Gazzetta del Mezzogiorno, buon amico di Conte, detta in un contesto molto diverso da questioni di scommesse clandestine e tentativi di addomesticare gare, e soprattutto sarebbe bastato contattare proprio il giornalista in questione, Raimondo, per scoprire che quell’sms non era mai partito, e che la sua replica a Bellavista era solo un modo per levarselo di torno. Ma naturalmente, fare verifiche serie non è mai stato il motto del fogliaccio rosa milanese, e del suo baldo compare della sera, per cui Conte è stato sbattuto ugualmente in prima pagina. Con la differenza che stavolta la replica, secca, breve ma molto pungente, è arrivata immediatamente, sia da parte della dirigenza bianconera, Andrea Agnelli in persona in occasione della presentazione del nuovo sponsor, sia dello stesso Conte: e stavolta le cose non dette da parte di entrambi, sono state molto più pesanti delle parole dette, per la semplice ragione che TUTTI hanno capito a COSA si riferissero e a CHI si riferissero entrambi. Per stavolta lo scoop è fallito, ma temo ci riproveranno nuovamente …
2 – Zeman della settimana. Continuando di questo passo, dovrò cambiare titolo a questa postilla settimanale, vista la frequenza di “perle” che ci fornisce il più perdente degli allenatori in circolazione. Il quale, alla ennesima sconfitta del suo Pescara, che ha messo per ora fuori dalla zona promozione diretta la squadra abruzzese, non ha trovato di meglio che accusare gli arbitri per avere tolto almeno, a suo dire, 8 punti al Pescara, nonchè accusare la Lega di scarsa sensibilità per avere fatto giocare il Pescara dopo la tragica morte di Mancini. Già: c’è sempre qualcun altro colpevole delle disfatte del boemo, prima la triade, con Moggi in testa, ora gli arbitri, orfani di Moggi ma controllati non si sa da chi in chiave antizemaniana, con la partecipazione della Lega Calcio, invidiosa della incommensurabile bravura di questo allenatore. Tanto amato dai media, solo per essersi dichiarato antijuventino militante: basti vedere come viene ancora osannato, eppure in B ci sono altri che stanno facendo di più e meglio. Eppure è lui il più intervistato, il più blandito ed il più giustificato in caso di figuracce. Fino a quando?
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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