Juventus travolgente e Juventus stadium in delirio, questa la sintesi della gara di domenica sera tra i bianconeri ed il Napoli di quel Mazzarri, imbattuto da anni contro i bianconeri, sia alla guida della Sampdoria, sia alla guida dei partenopei. Una partita che ritengo si riassuma nei dati finali dei tiri a rete, 19 contro 5, Buffon praticamente mai chiamato in causa, a differenza di De Sanctis, che invece ha evitato una mortificazione ancora maggiore alla sua squadra. E con questi tre punti, penso proprio che la Juventus abbia raggiunto gli obiettivi minimi stagionali, intanto di riconquistare credibilità ed affetto dei propri tifosi, ed inoltre di poter ritenere quasi conseguito l'obiettivo di ritorno nell'Europa che conta, undici punti sulla terza e addirittura quattordici sulla quarta, a otto giornate dal termine, ritengo siano un margine più che sufficiente; se poi in vetta il nervosismo dovesse crescere, si vedrà ...
La partita alla lavagna
Conte ripropone contro i napoletani lo stesso modulo dell'andata, dunque difesa a 3 effettiva stavolta (mentre all'andata era adattata con lo scalare degli esterni, ed in particolare di Lichtsteiner), con tre centrali, Barzagli, Bonucci e Chiellini, centrocampo a 5 con l'avanzamento di Lichtsteiner e De Ceglie, sulla linea mediana, e in avanti Vucinic in coppia, a sorpresa, con Borriello; Napoli con difesa a tre, Aronica - Cannavaro - Campagnaro, a centrocampo Maggio e Zuniga esterni, ed in avanti il trio Hamsik - Lavezzi - Cavani. Fin dai primi minuti si comprende che la mossa di Conte di schierare Borriello ha il duplice fine di avere un attaccante d'area forte di testa, per creare problemi alla retroguardia ospite, rivelatasi nelle ultime settimane debole nel gioco aereo, ed invero le cose migliori dei bianconeri scaturiscono da cross in area, nel primo Borriello non ci arriva anche perchè trattenuto, successivamente prima lo stesso attaccante, poi Vidal sempre di testa, angolano troppo e dunque pallone fuori. Il Napoli si vede per la prima volta con una percussione di Hamsik, centrale, ma il giocatore ospite, forse cercando il contatto per ottenere il rigore, finisce con l'allungarsi troppo palla, e così l'azione sfuma. La rimanente parte del primo tempo non vede grandi azioni da entrambe le parti, la Juventus si fa più guardinga e, pur tenendo palla prevalentemente nella metà campo partenopea, non produce grosse occasioni da rete, mentre al Napoli questo andamento della gara sembra più gradito. Ripresa che inizia sulla stessa falsariga, ma con una Juventus più determinata ancora nelle sue offensive, ed invero il vantaggio quando arriva era già nell’aria, anche se scaturisce in maniera fortunosa, punizione dalla trequarti battuta da Pirlo, Vucinic tira di prima intenzione, pallone deviato da Bonucci che così inganna De Sanctis. I partenopei provano a reagire, ma senza alcun esito di rilievo, solo qualche calcio d’angolo e qualche mischia in area bianconera, la porta di Buffon non corre rischi. E’ anzi la Juventus a rendersi ancora pericolosa, e su una ripartenza innescata da Marchisio, Vidal con una azione personale da cineteca, in area avversaria, si libera di due difensori e batte in diagonale sul palo opposto, nulla da fare per De Sanctis. Il resto è solo Juventus, Quagliarella prima prova a beffare De Sanctis da metà campo, pallone fuori di poco, e successivamente, bel liberato da Del Piero, appena entrato, a volo a mezz’altezza batte de Sanctis, proprio sul palo “corto”. E’ l’apoteosi, stadio in visibilio a cantare il ritornello de “O surdato ‘nnammurato”, e Juventus ancora vicina ad incrementare il bottino.
Juventus “in” Balza agli occhi, in queste ultime gare, il fatto che la Juventus manifesta una condizione atletica straordinaria, finisce sempre le gare in crescendo, e come domenica scorsa, le cose migliori le ha prodotte nella ripresa, come se ormai il primo tempo venisse giocato solo per logorare la resistenza fisica degli avversari. Funziona a dovere il modulo e la difesa a 3, come dimostra il dato del Napoli, zero tiri nello specchio di porta, cinque tiri fuori, mentre, al contrario, i bianconeri hanno tirato ben 19 volte, di cui 10 nello specchio; e, parlando della difesa, la squadra di fatto non subisce reti dal 9’ minuto di Bologna - Juventus. E funzione a dovere anche il possesso palla a centrocampo, Pirlo è ritornato direttore d’orchestra, ben supportato da un Vidal in forma strepitosa e Marchisio nuovamente tonico.
Juventus “out” Nulla da dire stavolta, se non qualche elemento marginale, che marginale non è tanto, mi riferisco alla scena muta dell’attacco, almeno nel primo tempo, mentre nella ripresa il vantaggio è in fondo più di Vucinic che di Bonucci. E’ il vero limite non ancora risolto della squadra, anche se va dato atto che, se chi subentra, trova facile la via della rete, in parte dipende dal notevole lavoro fatto fino a quel momento da chi era in campo.
Le pagelle
I Promossi
Conte: 9 Il trittico di gare Fiorentina – Inter – Napoli, era in sostanza ritenuto il “giro della morte” della squadra bianconera, e magari il nervosismo denunciato altrove dipende dal fatto che gli effetti di questo percorso sono stati molto diversi da come si auspicava, tre vittorie nette, dieci gol fatti, zero subiti. Vittorie maturate peraltro in maniere differenti, anche con cambi di modulo in corsa, o mantenendolo inalterato, come ieri sera, a conferma che la squadra è ormai perfettamente sotto il controllo della panchina, in campo sa cosa fare e come muoversi, soprattutto come collettivo. Cosa che da anni mancava alla Juventus.
Vidal: 8 Continuando di questo passo, potrebbe davvero cancellare del tutto il ricordo del suo predecessore, Edgar Davids, giocatore a cui mi pare assomigli molto, con una differenza, minore fallosità e un tasso tecnico superiore, come dimostra il gol fortemente voluto, al termine di una azione personale ubriacante.
Pirlo: 7,5 Quando è in giornata, diventa immarcabile per chiunque, anche se dovesse provare a stargli appiccicato alle costole. La sua grandezza è appunto quella di sapersi “nascondere” e staccarsi dalla marcatura, oppure di portare totalmente fuori zona il marcatore, ed invero ieri sera Hamsik non solo non è riuscito a neutralizzarlo, ma ha finito con l’uscire totalmente dal gioco, al punto che Mazzarri l’ha dovuto sostituire nella ripresa.
Bonucci: 7,5 Il voto non certo per il gol fortuito (e a quanto pare neppure assegnatogli), ma per la prestazione autorevole da difensore centrale. Evidentemente Conte sta avendo ragione ad insistere su di lui, nonostante qualche dubbio della tifoseria.
Per il resto, come dicevo in precedenza, ottima la prova della retroguardia, dunque bene Barzagli e Chiellini; bene pure gli esterni, specie De Ceglie, divenuto una sicurezza dal suo lato; e infine, bene pure i subentrati, da Caceres a Del Piero (una decina di minuti davvero superlativi), a Quagliarella che ha trovato anche la soddisfazione della marcatura.
I rimandati
Borriello: 5,5 Il compito di una prima punta sarebbe quello di segnare, o quantomeno di provarci, e questo compito non può ritenersi soddisfatto da un solo colpo di testa fuori di poco. Ma, rovescio della medaglia, gli va dato atto che, con lui in campo, per il movimento e per come lotta, finisce sempre con il fiaccare la resistenza di chi deve badargli da vicino, e non è un caso che chi gli subentra poi trova la via della rete. Come dire, non si è ancora sbloccato, ma francamente non mi pare sia da bocciare definitivamente.
Infine due paroline credo vadano spese sulla direzione di gara. Nel dopopartita ho sentito commenti più che positivi sulla direzione di gara di Orsato, ed invero, pensando a certi precedenti, non è che la Juventus possa avere molto da ridire, altre volte ci ha letteralmente massacrato. Questo però non significa che abbia arbitrato bene: anche lui appartiene alla corrente degli arbitri cosiddetti “all’inglese”, che lascia correre molto, forse troppo, specie quando chi subisce fallo si chiama Borriello, unico attaccante in Italia che commette sempre fallo sui difensori o che quando viene vistosamente trattenuto, in area di rigore, secondo qualche commentatore dovrebbe segnare ugualmente. Detto ciò, tre ammoniti della Juventus, in 45’, ed in particolare i due esterni per ragioni molto discutibili (proteste il primo, dubbio fallo il secondo), e nessun giallo per Gargano, o per Aronica, giocatori che non ci vanno certo morbidi con gli avversari; due episodi molto discutibili in area partenopea, specie il secondo, spinta di Cavani su Chiellini, da giocatore di foot-ball americano più che di calcio; un gol regolare annullato a Vucinic, ed è il quinto stagionale. Come dire, anche lui segue il trend stagionale, nel dubbio meglio sbagliare a danno dei bianconeri …
La sentenza
Non battevamo il Napoli dal 2009, gol di Marchisio, e, più in specifico, avevamo una striscia negativa di tre sconfitte ed un pareggio sofferto lo scorso anno, ultima di campionato; a ciò si aggiunga pure la tradizione favorevole di Mazzarri contro i bianconeri, oltre al suo gioco capace di irretire gli avversari, con una sorta di gran catenaccio difensivo e contropiedi rapidi, come dire, una riedizione moderna del cosiddetto "calcio italiano". L'intelligenza di Conte e della squadra, a mio giudizio, si è manifestata facendo tesoro degli errori commessi nel primo tempo della gara di andata, al Napoli non vanno concessi molti spazi, soprattutto non vanno concesse le ripartenze rapide e gli "uno contro uno" a Lavezzi, giocatore che decisamente fa la differenza, più di Cavani ed Hamsik. Così è stato, la squadra bianconera ha avuto meno possesso palla rispetto ad altre partite, ma ha giocato con maggiore sagacia, coprendo bene gli spazi in campo, soprattutto nella linea mediana, chiudendo dunque le corsie esterne, vera forza del gioco di Mazzarri: sta qui la chiave di lettura della vittoria di ieri sera, sugli esterni hanno dominato Lichtsteiner e Caceres a destra, De Ceglie a sinistra, mentre Maggio prima e Dossena poi sono stati praticamente sovrastati, con Zuniga certamente peggiore dei suoi, prima ancora dell'espulsione finale. E così la Juventus rimane in corsa per lo scudetto, al termine della fase “di fuoco”, che peraltro non deve ritenersi ancora conclusa, sabato prossimo a Palermo, campo ostico da ultimo, e quindi turno infrasettimanale contro la Lazio. Era importante non perdere contatto dal Milan, ed invece le distanze si sono accorciate, cosa che evidentemente produce fastidio e nervosismo in casa rossonera (cosa di cui parlerò oltre): due punti possono essere tanti, in relazione al calendario sicuramente meno complicato per i rossoneri, ma diventare pochissimi se chi è in testa, sentendo il fiato al collo della diretta inseguitrice, è sempre costretto a vincere o non avere più battute a vuoto. Ma anche la Juventus sarà costretta a vincere sempre, a non compiere passi falsi, in questo peraltro non aiutata da un calendario che spesso la vedrà in campo dopo i concorrenti, dunque con l'obbligo di fare risultato pieno. Finora i nervi hanno aiutato i bianconeri, e credo che il finale di stagione sarà soprattutto una questione più di nervi che di condizione fisica o di tasso tecnico. La Juventus, teoricamente, avendo già vinto la sua "sfida", può giocare più rilassata, diversamente dal Milan che molto della stagione se lo giocherà al Nou Camp nella gara di ritorno contro il Barcellona, e contrariamente a quanto si sostiene in giro, io credo che avrà effetti negativi sul campionato la loro eventuale eliminazione in Europa, non la qualificazione alle semifinali, risultato che, viceversa caricherebbe ulteriormente l'ambiente, nella prospettiva di una possibile doppietta stagionale scudetto - champions league. Quello che è certo, avremo modo di vivere un finale di stagione entusiasmante.
Le mie postille
1 - Uomini sull'orlo di una crisi di nervi ... Una delle soddisfazioni maggiori che sta dando la Juventus alla sua tifoseria, è quella di rivedere, dopo anni, diversi personaggi tornati ad essere livorosi verso la società bianconera, siano essi dirigenti calcistici, siano essi addetti ai lavori, siano essi giornalisti sportivi. In particolare quelli che stanno decisamente esplodendo, domenica dopo domenica, sono i due signori responsabili delle sorti della "squadra più titolata al mondo" (almeno così dice l'enfasi triofalistica con la quale si presentano, pur non essendo in vetta in alcuna delle classifiche di trofei, nazionali ed internazionali), l'ossimoro allenatore dei rissoneri, l'Allegri furioso, e l'amministratore delegato in odor di liquidazione, il Galliani furioso. Avrete certamente visto la faccia livorosa dell'allenatore nel dopopartita, sclerare ancora una volta contro il nostro A.D. Marotta (e solo per come fa sclerare questo tizio, Marotta merita il plauso della tifoseria bianconera), e tornando al solito tormentone di Milan che verrebbe danneggiato dagli arbitri a favore della Juventus, tesi sostenuta anche da Galliani, oltre che dai media mafioneri, arrivati al punto di alterare con il photoshop una immagine, pur di dimostrare che a Catania, sabato pomeriggio, il pallone tirato da Robinho era entrato, dunque gol non dato ai rissoneri. Indubbiamente i due signori sopra elogiati, hanno avuto il merito, come accade per tutto l'entourage del gruppo Fininvest, di far cadere la discussione su alcuni fatti, per non far emergere gli altri, come dire, solita "arma di distrazione di massa": e così tutti a parlare di un gol fantasma, che poi le immagini analizzate al computer, hanno dimostrato non essere gol, e dunque corretta la decisione di Bergonzi (per tutti valga la ricostruzione fatta da Baconi ieri sera alla Domenica Sportiva), o di due errori dell'assistente di linea su fuorigioco di attaccanti mafioneri; mentre rimaste nel dimenticatoio le immagini sul gol regolare annullato a Gomez, o di un fuorigioco inesistente fischiato a Bergessio nel primo tempo, praticamente solo davanti ad Abbiati. Però ... è un bel piacere la faccia di mister Allegri quando dice che dopo il gol di Muntari dovrebbero stare tutti zitti: lui compreso, visto che dimentica non solo i cinque gol (tutti regolari) annullati alla Juventus, e i tanti rigori non concessi ai bianconeri, ma soprattutto dimentica quelli regalati alla sua squadra, e negati alle avversarie, evidentemente il tutto non è stato sufficiente a dare sicurezza di vittoria finale alla sua squadra.
2 - ... e di mandibole! Avete fatto caso che Galliani praticamente non si è concesso alle telecamere nel dopopartita, ed anzi ha letteralmente inveito contro quel poveraccio di Pellegatti, giornalista zerbino del Milan? Certo, a Catania non è stato accolto con il "giro d'onore" riservatogli dal suo amico Zamparini a Palermo, e la cosa mi ha un pò sorpreso, vista la trattativa con Lo Monaco per Maxi Lopez, conclusa a fine gennaio: per cui ho voluto saperne di più, e mi sono rivolto ad un fidato amico che ha qualche conoscenza di vicende calcistiche etnee. Bene, questo amico dapprima mi ha ricordato che Catania è la squadra passata alla storia per il "Clamoroso al Cibali", l'imprevista vittoria, nella stagione 1960 - 61, contro l'Inter, l'ultima di campionato, che di fatto consegnò alla Juventus lo scudetto di quella stagione, e mi ha ricordato che quell'impresa nasceva da un grave gesto di scherno avuto all'andata da Herrera e dai giocatori interisti contro i rossazzurri (definiti squadra di postelegrafonici, avendo perso 5 - 1, ma con ben quattro autoreti!); poi mi ha ricordato che il catanese, di norma, ritiene sacro l'ospite, e spesso all'ospite gli consegna pure le chiavi di casa, a patto però che l'ospite non derida e soprattutto non pretenda di spadroneggiare in una casa non sua. Francamente non ho capito bene questi due messaggi ermetici ed ho chiesto ulteriori delucidazioni: mi è stato risposto che la migliore delucidazione poteva darmela la guancia del dirigente rossonero, se l'avessi osservata per bene. Fate voi a questo punto, io altro non so dirvi, ma mi pare che si intuisca che qualcosa di colorito sarà accaduto, e che naturalmente qualcuno non potrà mai rilevare, magari perchè aveva torto ...
3 - Radio anche ... nessuno! Vi segnalo inoltre le notizie importanti della settimana, secondo la nota trasmissione radiofonica del lunedì, con quella miscela di faziosità composta da Cucchi, Cucci (senza acca), Casarin: nel turno di Juve - Napoli, delle polemiche di Catania, e dei quarti di finale di Champions League, le notizie sono state (udite udite), il ritorno alla vittoria dell'Inter, con l'esordio del nuovo allenatore, il supergalattico inventore del calcio del futuro Stramaccioni, e ... la salvezza quasi conquistata del Siena! Infatti stamattina gli ospiti in studio erano l'A.D. nerazzurro Paolillo, e l'allenatore del Siena Sannino. Quando si dice essere sulla notizia, e avere un servizio pubblico davvero al "servizio" dell'abbonato!
4 - Scemo della settimana Ieri sera aspettavo anche con impazienza le dichiarazioni post partita da parte dell'entourage partenopeo, più che altro per capire su cosa avrebbero fondato la giustificazione della sconfitta: e se, con mia sorpresa, Mazzarri mi è sembrato una volta tanto obiettivo (non troppo naturalmente, ma più di altre volte), chi mi ha stupito è stato il presidente del Napoli, Aurelio Delaurentiis. Stupito nel senso che il nostro eroe ha davvero uno straordinario repertorio di perle da esibire, e ieri sera evidentemente i tre "babà" gli sono stati così indigesti, che ai microfoni di Sky, si è davvero esibito in un mini show degno dei suoi famosi film di Natale. In particolare, secondo lui, il Napoli ha perso contro la Juventus perchè hanno fatto la CL (dalla quale sono stati eliminati da circa un mesetto), e la Juventus no; che la sconfitta è dipesa dall'infortunio di Maggio, giocatore che avrebbe fatto certamente la differenza tra le due squadre; che infine anche Mazzarri non è esente da colpe nelle scelte, avendo un organico nel quale le riserve sono forti come i titolari. Cinepanettonari non si nasce, ma Delaurentiis, modestamente, lo nacque, e con un repertorio del genere, avrà materiale per i soggetti di film natalizi per almeno altri cinquant'anni!
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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