Sarà una partita che, come ha detto il nostro mister, deve contare solo tre punti, ma dopo l’estate 2006 Inter – Juventus, per la tifoseria, non sarà mai più una semplice partita di campionato, né tantomeno una classica che può essere denominata “derby d’Italia”: sarà sempre la partita della resa dei conti di vicende che lasciano ferite non ancora rimarginate, e probabilmente che mai saranno rimarginate. Quindi battere i nerazzurri, specialmente sul loro campo, e con una prestazione come quella di sabato sera, per la squadra sarà pure conquista di tre punti e della vetta solitaria della classifica, ma per i tifosi è stata sicuramente una vittoria che va ben oltre i fattori tecnici: è la vittoria di una storia calcistica ingiustamente dileggiata, nei confronti di una recente storia calcistica costruita sulla impostura. Se poi questa vittoria arriva con una partita giocata in maniera intelligente, dandosi prova di superiorità nei confronti dell’avversario, ed anche di superiorità verso l’ambiente ostile e verso un arbitraggio quantomeno discutibile e opportunamente “preparato” dai pianti infrasettimanali e da messaggi intimidatori di dirigenti dalla memoria corta, allora la gioia è incommensurabile. Signori: questa è stata la mia, la nostra Inter – Juventus di sabato 29 ottobre 2011. P.S.: la battuta del titolo non è mia, è la più simpatica tra quelle che stanno girando in rete
La partita alla lavagna
Juventus con quella che ormai sembra la formazione "tipo", modulo 4 - 3 - 3, e dunque Chiellini esterno sinistro, solito centrocampo a tre Vidal - Pirlo - Marchisio, e in avanti il tridente con Matri centrale, supportato da Pepe e Vucinic; Inter invece con modulo 4 - 3 - 1 - 2, coppia Pazzini - Zarate in avanti, con Sneijder trequartista, centrocampo a tre Zanetti - Cambiasso - Obi. Partenza "sparata" dei nerazzurri, ma a prima vera azione, è la Juventus a passare, ottimo cambio di gioco di Matri per Lichtsteiner, cross rasoterra teso di quest'ultimo, prima conclusione ravvicinata di Matri ribattuta da Castellazzi, ma sull'accorrente Vucinic, che una volta tanto, batte di potenza e non fallisce. E' il momento migliore dei bianconeri, che hanno immediatamente la palla del raddoppio, il rasoterra di Matri fa la barba al palo e potrebbero sempre colpire con altre azioni in ripartenza. Dall'altra parte, unica situazione di pericolo è data dalle discese di Maicon, spesso lasciato solo, specie quando a sostegno gli si piazza un attaccante, in modo da mettere in inferiorità Chiellini; il pareggio interista nasce infatti da una azione del genere, intelligente taglio di Sneijder per Maicon, che batte di potenza Buffon, complice una leggera deviazione di Bonucci. Sulle ali dell'entusiasmo, l'Inter continua ad attaccare, traversa clamorosa di Pazzini, e Juve in difficoltà, fino a quando Conte sposta Pepe a sinistra, per controbattere meglio le avanzate di Maicon, ed il finale invero è di marca bianconera, azione combinata Vucinic - Marchisio - Matri - Marchisio, e quest'ultimo batte a fil di palo Castellazzi, riportando in vantaggio i bianconeri. Nel finale ci sarebbe pure un clamoroso rigore su Marchisio (con espulsione del portiere interista), ma Rizzoli lascia correre. Nella ripresa Ranieri corregge la sua squadra, togliendo un attaccante, Zarate, per Castaignos, centrocampista offensivo, ma meno pungente, con il risultato di avere una squadra più equilibrata, meno esposta alle ripartenze della Juventus, ma anche meno capace di pungere in avanti, non a caso Buffon rimane praticamente inoperoso per tutta la ripresa; nè le cose cambiano successivamente con gli ingressi di Stankovic per Obi e Alvarez per Sneijder. Al contrario è la Juve a creare ulteriori pericoli, su mischia, tiro di Vucinic respinto da Castellazzi; quindi, nel finale, con gli ingressi di Estigarribia e Del Piero, al posto di Vucinic e Matri, sono appunto i nuovi entrati ad avere l'occasione per arrotondare il risultato, nel primo caso Estigarribia, ben liberatosi, tira in diagonale e Castellazzi di piede devia in angolo (non visto da Rizzoli), nel secondo Del Piero, tutto solo in area, colpisce male la palla. E con questa vittoria, Juventus che rimane in testa, con due punti di vantaggio sul Milan, in attesa di Udinese e Lazio.
Juventus “in” Diciamo che in un certo senso potrei rovesciare le valutazioni scritte a commento della gara infrasettimanale contro i viola. Rimane intanto la costante di una grande capacità di reazione della squadra, come si è visto dopo il momentaneo pareggio avversario, e per nulla scossa dalla successiva occasionissima di Pazzini, e non a caso è tornata in breve tempo nuovamente in vantaggio. Ma si è pure evidenziata la maturità di squadra che sta diventando grande, soprattutto nella ripresa, nella gestione del possesso palla, nel controllare e quasi addormentare la gara, provando a colpire improvvisamente per chiuderla definitivamente. Inoltre, in una serata nella quale Pirlo non ha decisamente brillato (ne parlerò a parte), la squadra ha mostrato di avere validissime alternative di gioco, grazie alla presenza di Vidal, di un Marchisio sempre più determinante e trascinatore, e di una coppia d'attacco che partecipa e al meglio, alla manovra: non a caso in entrambe le marcature sono entrati Matri e Vucinic, quest'ultimo realizzando la rete iniziale.
Juventus “out” Stavolta il "cinismo" non è mancato, diciamo che ce ne vorrebbe di più, la squadra poteva già chiudere la gara nel primo tempo, ha avuto almeno tre nitide occasioni nella ripresa, e almeno una poteva avere maggior sorte. Per il resto, nella gara di sabato sera, non riesco a trovare altri punti deboli, se non qualche eccesso di sicurezza nel tenere palla da parte di qualcuno, in zone pericolose del campo, dettaglio trascurabile quando si vince, ma che va eliminato.
Le pagelle
I Promossi
Stavolta c'è proprio l'imbarazzo della scelta, la squadra ha giocato decisamente a livelli molto elevati, e parecchi sono stati protagonisti di prestazioni considerevoli; e come mio solito, sarò un pò controcorrente.
Lichtsteiner: 7,5 Protagonista in entrambe le azioni da gol, soprattutto la prima, e protagonista di una prova impeccabile in fase difensiva. Una sicurezza insomma per la squadra, sia in fase di copertura, sia in fase offensiva.
Matri: 7,5 Non ha segnato, ma il primo gol è praticamente suo, è lui che taglia per Lichtsteiner, è lui che si propone per ricevere il traversone, e battere a rete da posizione favorevole (con miracolo di Castellazzi); sul secondo è lui a triangolare al meglio con Marchisio. Sfortunato in una conclusione fuori davvero di un soffio, e in un'altra, con Castellazzi ancora a negargli il gol. Insomma, sapevamo di avere un attaccante forte, oggi sappiamo di avere un attaccante da grande squadra (che era il dubbio per molti tifosi).
Vucinic: 7,5 Quando gioca così, fa riconciliare con il calcio: mai banale nelle iniziative, ottimo negli inserimenti e nel farsi trovare libero per ricevere palla, abile nel saltare l'uomo e nel servire i compagni, intelligente nel creare superiorità numerica. E finalmente tira in porta per sfondare la rete, non per cercare l'angolo libero e trovare il portiere.
Marchisio: 7,5 Ancora una volta match winner contro i nerazzurri, ed ancora una volta protagonista di una prova maiuscola. E quest'anno sta dimostrando sul campo e con i fatti che l'originario paragone con Gerrard non è che sia poi cosa campata in aria.
Probabilmente farò un torto alla prestazione di Vidal, efficacissimo sul piano tattico, o di Pepe, al solito generoso, o dell’intero comparto difensivo, che ha di fatto lasciato una sola azione degna di nota agli avversari; come pure va elogiata la prova dei subentrati, diligente Estigarribia (e poteva anche segnare), utilissimi Del Piero e Pazienza.
I rimandati
Anche stavolta non mi pare ci siano stati giocatori davvero insufficienti. Le immagini hanno assolto ampiamente Buffon, in occasione del gol, tradito da una leggera quanto determinante deviazione del tiro di Maicon; come pure lo stesso Pirlo, non brillantissimo, non penso vada considerato insufficiente, semmai la sua prestazione ha avuto momenti di grande illuminazione (magistrale il modo come ha liberato Marchisio, in occasione del clamoroso rigore “non visto” da Rizzoli), alternati a momenti di eccessiva confidenza, con qualche pallone pericolosamente perduto al limite dell’area di rigore. Certo, si comprende che Conte catechizza tutti a non sprecare palloni, a costruire fin dalla nostra metà campo, ma non è detto che il chiamarsi Pirlo consenta sempre certe giocate ai limiti del cardiopalmo. Tutto qui.
Sotto processo
L’arbitro Rizzoli Ma se quel rigore, con annessa espulsione, fosse stato negato all’Inter, specie se fosse stato decisivo (non come quello famigerato, dubbio, su Ronaldo, che decisivo non era affatto comunque), cosa si sarebbe scatenato nei nostri media, e magari in parlamento? Che non abbia a simpatia i colori bianconeri è cosa risaputa, del resto chi ha memoria non ha dimenticato che, sempre sullo stesso campo, stesse squadre, ma Ranieri allenatore bianconero, ci negò un netto rigore su Marchionni, sul risultato di parità, gara poi persa dai bianconeri, gol di Muntari, ed allora non ricordo certo polemiche di Ranieri. Ma vedete, il rigore clamorosamente negato, è in fondo l’aspetto meno grave, dato che a mio giudizio la sua pessima direzione di gara è dimostrata dalla gestione dei cartellini, numero di falli (e gravità degli stessi), sostanzialmente uguale, 15 a 14, ma cinque ammoniti bianconeri contro due interisti, ed uno solo per gioco falloso, mi pare siano la prova che il direttore di gara ha “opportunamente” condizionato o cercato di condizionare soprattutto i nostri interditori, mettendoli ben presto a rischio espulsione. Come dire, i pianti di Paolillo e complici hanno pagato, anche se, conoscendolo, forse non sarebbero stati necessari.
La sentenza
Avrete certamente notato che non ho fatto cenno, in sede di pagelle, al nostro allenatore. Per la semplice ragione che voglio stavolta dedicargli interamente questa parte del commento. Ammetto di essere stato un po’ più critico del dovuto, dopo Juventus – Fiorentina, gara che comunque avevamo vinto, giocando anche bene, per lunghi tratti; ma in effetti mi aveva, come dire, lasciato perplesso quel giocare accademico che costruiva tanto e concretizzava quasi nulla, e successivamente, una fase di sbandamento, seguita da una buona reazione ma con tremarella finale. Stavolta è accaduto l’opposto, la squadra è stata reattiva come al solito, non si è fatta intimorire dai cinque minuti di fuoco nerazzurri, culminati con il momentaneo pareggio e la traversa colpita da Pazzini; ma sia prima, sia dopo,la Juventus ha giocato con intelligenza, sviluppando manovre ariose, palla a terra, frequenti cambi di gioco, inserimenti dei centrocampisti e movimento degli attaccanti per non dare punti di riferimento alla retroguardia nerazzurra. Certo, nella ripresa, Conte è stato molto aiutato dalle scelte tecniche di Ranieri, che in gran parte ricordano quelle che a suo tempo abbiamo “apprezzato” (si fa per dire), noi juventini, specie quella di togliere, in svantaggio, uno dei migliori tra gli interisti, Zarate, per un Castaignos, che non ha lasciato tracce rilevanti della sua presenza in campo. O meglio: io sul punto credo che stavolta Ranieri sia stato furbo in questa mossa tattica, tesa più a difendere lo svantaggio di misura, con la speranza magari di trovare la giocata estemporanea per raddrizzare il risultato: il finale di primo tempo evidenziava una Juve in grado di poter davvero dilagare, approfittando dell’evidente squilibrio tra difesa e centrocampo nerazzurro, cosa che poteva anche avvenire, se qualche conclusione fosse stata più precisa o fortunata. E siccome una disfatta casalinga contro gli odiati bianconeri avrebbe certamente lasciato strascichi pesanti, presumo che il nostro ex allenatore abbia preferito il male minore, ossia non provare seriamente a rimontare, pur di non aggravare il punteggio. Ma è questa una conseguenza del modo come la Juve è scesa in campo al Meazza, e dunque della mentalità che Conte ha dato a questa squadra. Come dire, il nostro allenatore ha preparato al meglio la gara, ha saputo leggerla in corso, sistemando la squadra dopo il pari, con lo scambio degli esterni d’attacco, e l’allargamento dei centrocampisti, per dare maggiore copertura sulle fasce, zone nelle quali i bianconeri avevano avuto qualche problema nel primo tempo, ed ha saputo scegliere correttamente modi e tempi per i cambi. A questo punto, l’esame di maturità del nostro allenatore deve ritenersi ampiamente superato. Chiudo infine con un dato statistico, da ritenersi il preambolo di una delle mie postille. In dodici anni, la Juventus della Triade vinse al Meazza tre volte, dopo calciopoli, due volte su cinque, ed una pareggiata. Certo, altre vittorie in quegli anni sarebbero potute arrivare, ma oggi sappiamo bene, dopo avere assistito a mete rugbystiche, o a rigori senza espulsioni del portiere, la ragione per cui non si vinceva con la giusta frequenza al Meazza; ed oggi sappiamo che al Meazza si può battere l’Inter, anche quando arbitra Rizzoli.
Le mie postille
1 – “Io non rubo il campionato ed in B non sono mai stato” … Gli interisti sono certamente comici di prim’ordine, non fosse altro che occorre una fortissima dose di ironia ed autoironia, per poter tifare per la squadra nerazzurra, ossia poter prendere sul serio un baraccone da circo, quale è stata la società nerazzurra nel corso degli anni. E sicuramente dei comici sono stati, più o meno consapevolmente, gli autori della coreografia della curva nord del Meazza, sabato sera: gigantografia di Facchetti, sopra uno striscione ove si poteva leggere la frase sopra citata. Dopo le intercettazioni occultate da Narducci e svelate dalla difesa di Moggi, dalle quali emergono le notevoli pressioni di Facchetti e dell’Inter verso dirigenti calcistici e arbitrali, quella immagine sovrastante la frase “io non rubo il campionato”, diventa davvero grottesca, nel senso che … neppure rubando vincevano i campionati. Sulla seconda parte della frase, è vero, non sono mai stati in B gli interisti … fino ad oggi; dalla prossima stagione si vedrà. Anche se qualcosa mi fa supporre che, in caso di retrocessione, per confermare la tradizione, l’Inter verrà salvata a tavolino.
2 - Scemo della settimana Probabilmente deluderò i molti che si aspettano in questo angolo, la indicazione di qualcuno di matrice nerazzurra, da Paolillo, del dopo Atalanta – Inter, a Ranieri, polemico sui rigori contro l’Inter, ma silenzioso quanto altrettanti rigori inesistenti venivano concessi contro la Juventus da lui allenata (Cagliari e Napoli, per citare due gare di quella stagione); non li indico perché, si è visto che non erano scemenze, le loro, ma vera intimidazione verso l’arbitro di sabato sera, e bene o male hanno ottenuto il risultato prefissato: dunque non sono stati affatto scemi, piangina sì, ma con un fine ben preciso. Invece dedicherò la citazione “d’onore” all’allenatore del Napoli, Walter Mazzarri, che di questo passo presumo diverrà un ospite quasi abituale di questa postilla. Il nostro eroe, infatti, dopo la sconfitta di Catania, a fine gara non ha accettato la stretta di mano di Montella, mandandolo platealmente a quel paese. Gesto di signorilità, in sintonia con i dettami del suo presidente. Insomma, per dirla come il grande napoletano Antonio De Curtis, in arte Totò, signori si nasce, e Mazzarri, modestamente, non lo nacque.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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