Il primo serio (o ritenuto tale) banco di prova della nuova Juve di Antonio Conte è stato superato nel migliore di modi, con una vittoria, chiara, netta anche oltre il punteggio maturato solo nel finale, contro i campioni in carica del Milan. Gara che ha avuto un andamento praticamente monocorde, bianconeri a fare la partita, Milan sempre in difficoltà e quasi mai in grado di fare possesso palla, di velocizzare il gioco. Ma anche adesso, digerita la soddisfazione per una vittoria di prestigio, occorre mantenere la calma e l'umiltà, non dimendicandosi, ad esempio, che anche negli anni scorsi i bianconeri hanno fatto sembre buone cose contro i rossoneri: non dimentichiamo che la Juve di Ranieri fu imbattuta nei quattro confronti di campionato, e lo scorso anno, la vittoria al Meazza, inizio di una striscia favorevole, ci illuse sulla forza e sulle prospettive della squadra, salvo poi risvegliarci bruscamente tra gennaio e febbraio.
La partita alla lavagna
Conte conferma di non essere un integralista del modulo tattico, e quindi cambia di nuovo, con un assetto presentato come 4 - 2 - 3 - 1, ma invero linea di centrocampo a 4, Krasic, Vidal, Marchisio, Pepe, con Pirlo davanti ad una difesa inedita, Chiellini sulla fascia, Barzagli e Bonucci centrali, e con Vucinic unica punta; Milan invece con il solito modulo di Allegri, difesa a 4, centrocampo muscolare (almeno sulla carta), con Nocerino, Van Bommel e Seedorf, Boateng trequartista a supporto della coppia Cassano - Ibrahimovic. L'infoltimento del centrocampo, operato da Conte, ha un doppio effetto nella gara, da un lato praticamente riesce a "isolare" dal gioco il tridente offensivo rossonero, dove il solo Boateng ogni tanto prova a dare qualche accelerazione, e dall'altro, operando immediatamente un pressing alto sui portatori di palla avversari, impedisce loro le ripartenze e soprattutto quel pericoloso gioco apparentemente compassato, ma che vive di improvvisi cambi di passo e tagli degli attaccanti. Conseguenza, zero occasioni da rete del Milan, e, almeno per una buona mezzora del primo tempo, molto gioco dei bianconeri ma poca incisività, fino a quando la retroguardia rossonera è riuscita a seguire nei movimenti "ad elastico" di Vucinic, protagonista del finale di tempo, con una conclusione parata a terra da Abbiati e successivamente con un tiro da fuori che colpisce la traversa. Il tema tattico non cambia nella ripresa, è sempre la Juve a fare la partita e rendersi pericolosa, soprattutto con l'innesto di Giaccherini, più adatto nella doppia fase copertura - ripartenza, rispetto ad un Krasic incolore; il Milan si vede in avanti sporadicamente, e arriva al tiro una sola volta, con Boateng, rasoterra deviato in angolo da Buffon. Quando la gara sembrava ormai avviata verso un pareggio con rimpianti da parte dei bianconeri, per le occasioni fallite di poco o gli interventi di Abbiati, la vampata finale di Marchisio, un primo gol cercato fortemente, su una azione tutta di prima e passaggi sullo stretto, anche se il gol effettivamente è conseguenza di un rimpallo fortunoso; un secondo gol che è un regalo proprio di Abbiati, il giocatore che ne aveva evitato almeno un paio in precedenza.
Juventus “in” Lo "studente" Conte, in settimana, ha studiato a dovere la gara, preparandola in ogni minimo dettaglio, individuando i punti deboli del gioco rossonero, e sfruttandoli a dovere. Certamente la mossa più azzeccata è stata l'inserimento di Vidal a centrocampo, con compiti di guastatore in fase di non possesso palla, ma praticamente da rifinitore in fase d'attacco, e questo suo operare spesso tra le linee, a tratti proprio da seconda punta, ha creato grossi problemi al Milan, tanto che per provare a tamponarlo, sono stati costretti a dare spazio maggiore sia a Marchisio, sia proprio al grande ex Pirlo, cosicchè entrambi hanno potuto giostrare a loro piacimento. Corretta pure la scelta di Vucinic punta unica, certamente giocatore più adatto di Matri in questo compito, essendo l'ex cagliaritano un vero attaccante d'area, poco incline a quei movimenti, quasi da "centroboa" pallanotistico, necessari per gli inserimenti al tiro dei centrocampisti. Infine, la difesa con Chiellini esterno (anche se con compiti di marcatura su Ibrahimovic), e la coppia Barzagli - Bonucci, è sembrata certamente più ermetica ed affidabile.
Juventus “out” In una gara praticamente perfetta, difficile trovare elementi negativi o quantomeno poco convincenti. A voler cercare il pelo nell'uovo, potrei dire che la squadra produce molto ma concretizza poco, e anche stavolta i gol sono arrivati da un centrocampista, Marchisio, che in questo modo è il nostro cannoniere stagionale. Dettaglio non trascurabile questo, su cui lavorare.
Le pagelle
I Promossi
Conte: 9 E' la sua vittoria, e non credo vada aggiunto altro.
Marchisio: 8 "Man of the match", direi anche prima dei gol finali, che cesellano una prestazione maiuscola. Perfattamente integratosi negli schemi di Conte, ed aiutato notevolmente dalla presenza di Pirlo, ricopre in maniera esemplare quel ruolo che un tempo sarebbe stato definito come "mezzala", abile a pressare e recuperare palla, a saperla smistare di prima, e a sapere proporre l'azione e finalizzarla: in questo il suo primo gol è davvero esemplare. Insomma, un giocatore finalmente ritrovato, e che si avvia a divenire la nuova bandiera bianconera.
Vucinic: 7,5 Non ha segnato, vero, causa anche una traversa colpita ed una ottima parata di Abbiati, ma ha perfettamente interpretare quel ruolo di punta unica, che avanza o arretra a seconda lo sviluppo della manovra. Movimenti, i suoi, che hanno scompigliato la retroguardia rossonera.
Pirlo: 7,5 La vendetta è un piatto che va servito a momento debito, ed effettivamente a molti tifosi milanisti saranno scese lacrime amare, specie vedendo quel Van Bommel, che teoricamente dovrebbe essere il suo sostituto. Ci hanno provato a marcarlo alto, con Boateng, con scarsi risultati, dato che il più grande pregio del nostro (per fortuna) centrocampista è quello di sapersi mimetizzare e farsi trovare sempre negli spazi liberi, per orchestrare con lucidità la manovra.
Chiellini: 7,5 Dalle stalle (gli errori a ripetizione contro Bologna e Catania), alle stelle di una serata nella quale si è rivisto il gladiatore degli anni scorsi. Tornato al suo originario ruolo di esterno sinistro, ma con compiti anche di marcatura, ha letteralmente annullato Ibrahimovic, non disdegnando le sue avanzate sulla fascia.
Per il resto, difficile trovare giocatori diciamo al di sotto del "7": a cominciare da Vidal, giocatore credo ormai inamovibile, vero guastatore immarcabile per gli avversari; a proseguire nell'intero reparto difensivo, ivi compreso Buffon, inoperoso, ma pronto sull'unico tiro a rete degno di nota dei rossoneri; a finire in Giaccherini, subito entrato nel clima partita, e protagonista di spunti di qualità e quantità sulla fascia.
Un plauso particolare poi ai tifosi presenti allo stadio, da 10 e lode, per calore e passione nel sostenere la squadra, e nel dare maggiore carica ai giocatori in campo.
Ed infine, permettetemelo (in cauda venenum), un elogio allo svedese Zlatan Ibrahimovic, che, da quell'estate della sua fuga ingloriosa, ogni qualvolta si incrocia con i colori bianconeri, sfodera prestazioni "memorabili", da vero dodicesimo in campo per la Juventus.
I rimandati
Krasic: 5,5 E' stata l'unica nota un pò stonata della serata, anche se la volontà non gli è mancata, e pure il generoso tentativo di adeguarsi negli schemi della squadra. Il suo limite (che poi è anche il suo grande pregio), è di essere giocatore sostanzialmente anarchico e difficilmente inquadrabile in un modulo, ha bisogno di spazi e di giocare liberamente, solo che le difese italiane hanno capito come neutralizzarlo.
La sentenza
La "fotografia" della serata, che racchiude tutto, a mio giudizio è l'abbraccio caloroso di Conte con Pirlo a fine gare: due scommesse societarie, non dico già vinte (siamo ancora alla sesta giornata), ma che quantomeno danno frutti per adesso superiori all'attesa: un allenatore di fatto esordiente in serie A, su una panchina importantissima, di una squadra proveniente da due stagioni deludenti; un giocatore che ha fatto la storia del Milan, frettolosamente sbolognato, forse perchè ritenuto finito, o inadatto ai nuovi schemi di gioco della squadra. Al contrario, l'esordiente, sbertucciato da una settimana (ne parlerò in sede di postille), dai giornalisti a libro paga Mediaset, ha superato a pieni voti l'esame; mentre il giocatore dato per "finito", ha dimostrato che la classe viene prima di ogni schema di gioco, e dunque è stata una scelta dettata dalla presunzione quella di chi ha pensato bene di poter rinunciare a lui. Attorno a questa "fotografia", le perle della serata, e ne ho parlato in sede di pagelle, con riferimento al rendimento dei singoli, anche se la cosa più importante emersa è stata quella di vedere una squadra degna di questo nome, una filosofia di gioco, un atteggiamento sempre costante in campo, senza cali di concentrazione (per dirne una, la gara è finita sull'ennesima azione d'attacco della Juventus), tutte cose che fanno dire che la Juventus è tornata. Io l'avrei detto ugualmente anche se la gara fosse finita al 41' della ripresa, poco prima del gol di Marchisio: la prestazione fino a quel momento era stata notevole, convincente, sfortunata perchè il premio del gol non era arrivato, ma solo per casualità, il tutto a fronte di una squadra, campione d'Italia in carica, che di fatto non aveva mai tirato in porta, che aveva visto Cassano sostituito in quanto spettatore non pagante in campo, ed Ibrahimovic rimasto solo per esigenze coreografiche. Come dire, si poteva anche rimanere sul risultato a reti bianche, ma era fondamentale per la tifoseria vedere in campo una squadra vera, combattiva, che non ha paura di nessuno, ed effettivamente la squadra se l'era giocata fino in fondo, e imponendo il proprio gioco ad una avversaria che rimane sempre la più autorevole candidata allo scudetto. Solo che, come scrivo sempre, esiste quel "Dio del calcio", che mette a posto le cose, anche in modo beffardo, un gol su rimpallo (dopo una azione splendida, da manuale del calcio), ed uno su papera del giocatore che aveva salvato un paio di volte anche miracolosamente la porta rossonera, e così dalla soddisfazione della prestazione si è arrivati alla apoteosi del risultato finale. Che non deve comunque creare facili entusiasmi, la stagione fino ad ora appare molto ermetica ed indecifrabile, le milanesi nelle zone basse della classifica, le romane altalenanti (Lazio partita bene, poi battute d'arresto, ma ieri corsara a Firenze; Roma partita malissimo, ma rimessasi in carreggiata con due vittorie di fila), il Napoli che perde contro il Chievo ma batte le milanesi, Udinese in vetta, con Cagliari e Palermo ad un punto. Ed in questo contesto, la Juventus deve vivere sempre alla giornata cercando di consolidare domenica dopo domenica, la propria posizione di classifica, poi a fine anno si tireranno le somme. Infine: la designazione di Rizzoli, con assistente di linea Copelli (noto milanista ed amico di Meani, come è emerso dal processo di Napoli), aveva fatto pensare a molti di noi, ad una precisa volontà di gestire l'andamento della gara in modo almeno non favorevole alla Juventus. Vivecersa, la prestazione della terna arbitrale è stata quasi impeccabile. Dico "quasi", perchè in condizioni normali, Boateng sarebbe andato a fare la doccia ben prima, ma non si può avere tutto in una volta, bisogna capirlo ...
Le mie postille
1 - ... ed è tornata la vera Inter! Già la scorsa settimana avevo avuto modo di parlare dell'approdo del nostro ex allenatore (domanda, ma perchè Moratti cerca sempre nostri ex?) Ranieri, il quale aveva dato un saggio di coerenza nel presentarsi ai suoi nuovi tifosi. Sabato sera ha avuto modo di dimostrare che effettivamente è entrato perfettamente nell'ambiente, prima gara di campionato in casa, prima espulsione e prima polemica con l'arbitro, colpevole di errori che avrebbero danneggiato l'Inter. Sarebbe fin troppo facile una replica, ricordando i gol con fuorigioco di squadra, i rigori per fallo di orecchio o per svenimenti fuori area; potrei pure ricordare che Rocchi fu arbitro del primo Juventus - Inter del dopo farsopoli, e noi juventini ricordiamo bene un netto placcaggio in area nerazzurra di Cordoba su Del Piero, non sanzionato. Quello che mi preme invece è far notare due cose: - Ranieri, che in bianconero si vantava di non parlare mai degli arbitri, o di polemizzarci (neppure con il Bergonzi di Napoli o il Dondarini di Reggio Calabria, per ricordarne un paio), adesso invece ci polemizza in maniera così plateale da farsi cacciare via; - pare che a fine gara Moratti, Tronchetti Provera e qualche altro dirigente, siano entrati furiosi nello spogliatoio arbitrale, cosa che sarebbe vietata dal regolamento. Scommetto che non sarà deferito. Ah, dimenticavo: naturalmente hanno già l'alibi pronto, è un complotto, per ritorsione dello scudetto 2006. Insomma, adesso li riconosco, davvero: l'Inter e il suo presidente ...
2 - Scemo della settimana. Che i nostri media siano i peggiori in assoluto in campo sportivo, lo sostengo da anni ed anni; che siano pesantemente condizionati dalle milanesi, è una cosa che i matematici definirebbero "assioma": per dirne una, basta leggere i giornali tra ieri ed oggi, per vedere che, come al solito, se l'Inter perde è colpa dell'arbitro (ma se vince per errori arbitrali, avrebbe vinto sicuramente lo stesso ...); o, se il Milan perde, se non è colpa dell'arbitro, dei comunisti, dei giudici e dei PM, allora sicuramente non è merito degli avversari, ma demerito della squadra rossonera che avrà giocato male (giustificazione data oggi, da quanto mi risulta, dal famigerato fogliaccio rosa milanese). E dire che i principali tromboni calcistici milanesi avevano ben preparato la gara, con una settimana di scherno, prese in giro, accuse velate, e quant'altro, ai danni della Juventus e di Antonio Conte, specie i giornalisti Mediaset. In questo si era maggiormente distinto tale Matteo Dotto, che in un suo editoriale di lunedi scorso, aveva ironizzato molto sui capelli trapiantati di Conte, sulla cresta che il nostro tecnico si sarebbe vista abbassare dopo i passi falsi contro Bologna e Catania, sul fatto che il nostro tecnico non era affatto un nuovo "profeta del calcio" (che come sapete, possono solo essere del Milan, società di proprietà di una divinità in terra, che dunque deve essere contornata da profeti in tutti i settori, compreso quello calcistico), ma semplicemente una sorta di apprendista stregone, di capacità modeste. Per chi l'avesse perso, questo capolavoro di "ultime parole famose", eccovi il link:
http://colpiditesta.sportmediaset.it/2011/09/25/la-frenata-di-conte-il-grande-demagogo/
Gli antichi dicevano che "un bel tacer non fu mai scritto", sbagliando, perchè se il nostro Dotto (ossimoro nel cognome, questo sedicente giornalista), avesse seguito quell'antico detto, ai posteri non sarebbe rimasta notizia di un autentico capolavoro di idiozia scritto proprio la settimana prima della gara nella quale la squadra del suo padrone rimediava una sonora sberla, da parte della squadra del demagogo con i capelli trapiantati, Antonio Conte.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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