La Juventus ritorna alla vittoria, contro la Lazio, dopo due pareggi di fila che probabilmente hanno irrimediabilmente compromesso le speranze di agguantare l’Europa che conta. Vittoria maturata nel finale, in superiorità numerica, al termine di una gara che aveva visto i bianconeri prevalentemente sulla difensiva, anche se la grande mole di gioco degli avversari non è che avesse prodotto grandi rischi per la porta difesa da Buffon. E vittoria che a fine gara ha scatenato le ire di Lotito, di cui parlerò a parte, oltre alle solite valutazioni faziose di televisioni e quotidiani, come dire è un clichè abituale sparare alla Juve, magari per non parlare di Roma e di Unicredit …
La partita alla lavagna
Juventus con il solito 4 – 4 – 2, diciamo più classico, con due veri esterni di ruolo, Krasic a destra e Pepe a sinistra, e coppia offensiva Del Piero – Matri; Lazio con una sola punta, Floccari, supportata da un trio avanzato Brocchi – Hernanes – Zarate, e la coppia Ledesma – Matuzalem in mediana. Padroni di casa subito in attacco ma con poca incisività, tanto che la pressione notevole del gioco laziale di fatto produce una sola azione davvero insidiosa, verso la mezzora, con Buffon costretto ad una difficile parata di piede su Floccari, ben servito di prima da Zarate; ma fino a quel momento solo sporarici tiri da fuori e qualche mischia in area. Anzi l’occasione da rete più nitida è quella sui piedi di Matri, che riceve palla da un erroneo disimpegno di testa di Lichsteiner e batte a colpo sicuro da pochi passi, ma Muslera in uscita riesce a respingere in angolo. La ripresa si apre con una fiammata dei bianconeri, e sembrerebbe la svolta della gara, ma subito dopo è la Lazio a riprendere il controllo della gara, allo stesso modo però del primo tempo, molte percussioni, giocate di prima, ma nessun pallone utile in area bianconera, tanto che Buffon deve disimpegnarsi soltanto su un bolide di Hernanes da fuori area. La svolta vera poco dopo la mezzora di gioco, Ledesma, già ammonito, commette fallo su Felipe Melo (entrata da tergo), e l’espulsione è inevitabile, dunque Lazio in 10 e con evidenti segni di stanchezza; a quel punto la Juventus comincia a crederci ed attaccare con insistenza, arrivando al gol vittoria, a pochi minuti dal termine, con Pepe che riceve palla, defilato sulla sinistra, da Toni e in diagonale, sporcato da un difensore laziale, batte Muslera. Nei minuti finali la Lazio inutilmente protesa in avanti alla ricerca del pari, ma la porta di Buffon non corre rischi.
Pagelle:
I Promossi
Pepe: 7 Il gol ha premiato il suo costante impegno per tutta la gara, a conferma che non sarà certo un fuoriclasse, ma sicuramente un giocatore affidabile, dal rendimento regolare, che sa sacrificarsi per la squadra, ma sa anche trovare le ottime giocate, e possibilmente i gol decisivi, e questo non è il primo della stagione. Come dire, forse abbiamo trovato l’erede di soldatino Di Livio. Da elogiare pure per il dopopartita, quando gli sciacalli televisivi di Sky, rilevando il dubbio rigore non concesso su Floccari, si sono sentiti rispondere, più o meno, che l’unico rigore che lui aveva visto era di Floccari su Felipe Melo in area laziale: come dire, sa anche come replicare per le rime ai soliti impostori mediatici.
Buffon: 7 Due interventi provvidenziali che sicuramente pesano sul risultato finale. Speriamo bene per l’avvenire, ossia che i malanni che lo hanno condizionato in queste ultime stagioni, siano tramontati definitivamente.
Barzagli: 6,5 Se la difesa non ha concesso nulla o quasi agli avversari, molto lo si deve alla sua prestazione, da vero leader difensivo.
Per il resto direi sufficienti i difensori in blocco, compreso il tanto vituperato Motta, ed anzi forse Grosso ha avuto qualche difficoltà in più per le intraprendenze di Lichsteiner; idem Salihamidzic, giocatore forse poco utilizzato, visto che quando schierato il suo dovere lo fa sempre.
I rimandati Da quanto detto, emerge che la vittoria è soprattutto merito del reparto difensivo, ed invero diverse sono le insufficienze da metà campo in su.
Aquilani: 5,5 Io mi auguro che il suo “calo” di rendimento in questo finale, sia anche motivato a ragioni di revisione del prezzo di riscatto da pagarsi al Liverpool: certo è che finalmente ha disputato una stagione quasi per intero, e che quando è stato lui al top, è stata al top anche la squadra, insomma giocatore da riconfermare, anche se contro i laziali ha forse sentito troppo l’aria da derby, in quanto ex romanista.
Del Piero: 5,5 Si è rivisto il Del Piero che si intestardisce in azioni individuali, che non velocizza la manovra e che dialoga poco con i compagni. Può succedere una volta tanto, dopo gare giocate al massimo.
Matri: 5 Un gol fallito clamorosamente, e poi poco o nulla. Anche se ha la solita attenuante, troppo isolato in avanti e spesso costretto a ripiegare per avere palloni giocabili.
Krasic: 5 Si vede che benzina non ne ha più, e del resto gioca ininterrottamente da un anno e mezzo.
La sentenza
Cominciamo dalle polemiche dopo partita e da qualche titolo di stamattina. In particolare il titolo del quotidiano romano-romanista che si stampa nella Capitale “Juve, vittoria al veleno”, è davvero degno di fogliacci infami, quasi al livello del celebre “Juve, non così”, di qualche anno addietro, dell’altro compagno di merende che si stampa a Milano su carta rosa. Perché se la vittoria bianconera è davvero al veleno, chi ne potrà beneficiare più che la stessa Juventus, sarà proprio l’altra squadra romana, protagonista di una striscia di 9 rigori nelle ultime dieci gare (13 stagionali, e non è ancora finita …), oltre che di una serie ragguardevole di errori a favore, che l’hanno rimessa prepotentemente in gioco per il piazzamento utile per la CL, a cominciare da Cesena, a proseguire a Udine e domenica sera a Bari. E soprattutto se doveva beneficiarne la Juventus, sicuramente non sarebbe stata prolungata una certa gara di oltre un minuto e mezzo dal recupero fissato, per concedersi un ennesimo calcio di punizione, decisivo, che nell’economia di questo campionato significa due punti in meno per i bianconeri. Come al solito, quando c’è la Juventus di mezzo, torna lo strabismo mediatico, i tromboni riprendono fiato e il calcio pulito del dopo farsopoli, diventa nuovamente calcio falsato. Non è un caso che quel baldo esempio di italianista da Accademia della Crusca che è Claudio Lotito (il cui ermetismo linguistico farebbe impallidire Montale e Quasimodo!), da silente e quasi remissivamente accettante le infamie arbitrali subite al Meazza contro l’Inter, dall’inneffabile Morganti, è tornato nuovamente a lanciare strali sul calcio, parlare di “tintinnio di manette”, e amenità varie. Il tutto per un episodio in area bianconera, nel quale si nota chiaramente Floccari strisciare a lungo la gamba alla ricerca del rigore: episodio naturalmente trasmesso più volte e a reti unificate, quando è stato invero abilmente occultato il placcaggio di Felipe Melo in area laziale, ad opera proprio dello stesso Floccari, e c’è voluta (almeno su Sky), la lingua “pepata” del nostro esterno, per costringere i giornalisti pagati al 40% dagli abbonati bianconeri, a far rivedere l’episodio e almeno a riparlarne. Detto ciò, e parlando solo di aspetti tecnici e calcistici, è evidente che questa è la vittoria del rammarico. Nel senso che vincere all’Olimpico contro la Lazio, sarebbe stato certamente più proficuo per i colori bianconeri, non dico se non avessimo dilapidato punti su punti durante la fase buia tra gennaio e marzo, ma se almeno avessimo osato di più a Firenze e se, Bergonzi a parte, avessimo giocato “da Juve” domenica scorsa: come dire, saremmo a pari punti dei biancocelesti, con un calendario favorevole, sulla carta, dovendo giocare contro squadre praticamente salve, Chievo e Parma, e l’ultima contro un Napoli praticamente sicuro ormai del piazzamento diretto in CL. E comunque si è vinto ancora una volta con il “braccino corto”, anzi, visto l’atteggiamento complessivo della squadra e la logica dei cambi, non si può certo sostenere che Del Neri abbia cercato di vincere a tutti i costi, come invero gli avrebbe imposto la situazione. In sostanza, con la Lazio ancora quarta da sola, e la Juventus a -7, dunque quasi del tutto fuori gioco, chi doveva fare la gara, non avendo nulla da perdere, doveva essere proprio la formazione bianconera a cercare di fare la partita ed imporre il proprio gioco. Ma forse questa Juve non è in condizione di imporre a chicchessia il proprio gioco, non a caso fatica più in casa e meno fuori, o quando può giocare di rimessa: non è un buon dato a mio giudizio, anzi conferma che la prerogativa migliore del nostro allenatore è appunto quella di guidare formazioni provinciali di buona levatura, e non certo grandi squadre. Ed è questa la cosa che aumenta il rammarico e l’amarezza per una stagione che poteva avere esiti diversi, vista la modestia del livello di gioco, che mi consente di dire, senza tema di smentita, che questo campionato è il più modesto degli ultimi anni, quasi al livello del campionato 2006 – 07, confezionato a tavolino per una sola squadra con zero vere concorrenti. Una squadra guidata con maggiore spregiudicatezza e personalità, avrebbe probabilmente conseguito il piazzamento utile per la CL a mani basse, per non dire che avrebbe potuto anche lottare per qualcosa in più, visto il Milan quasi campione d’Italia (scudetto annunciato e direi predestinato fin dall’inizio), ed invero, se sommate alla classifica attuale, quei 7 – 8 punti dilapidati dai bianconeri durante la stagione contro squadre di bassa classifica, il giudizio sulla stagione sarebbe ben diverso, e ben diverso anche il giudizio su Del Neri. Ad ogni modo, io non credo affatto a una sia pur minima possibilità di agganciare in extremis il quarto posto, non penso che tutte e tre le squadre che ci precedono si suicideranno, nonostante il calendario più ostico che hanno, almeno in teoria. Se recupera condizione e convinzione, forse la squadra che potrebbe avvantaggiarsi della nostra vittoria all’Olimpico, è proprio l’Udinese, con lo scontro diretto con i laziali in casa nel prossimo turno, e il probabilmente demotivato Milan l’ultima di campionato; la Roma avrebbe un calendario più impegnativo, ricevendo i rossoneri domenica prossima, alla ricerca del punto decisivo per lo scudetto, e poi dovendo affrontare dapprima il Catania al Cibali (una gara dove potrebbero pesare sia il bisogno di punti dei padroni di casa, ove ancora non del tutto salvi, sia soprattutto certe ruggini della gara d’andata) e successivamente la Sampdoria l’ultima di campionato, in quello che potrebbe essere un drammatico testacoda; solo che a loro favore gioca … Unicredit, e dunque presumo saranno loro, per esigenze di quieto vivere finanziario, a giocarsi i preliminari di CL. Chiudo questo commento riportando un altro dato statistico, per certi aspetti opposto a quelli che citavo nel commento di Juventus – Catania. I bianconeri non perdono all’Olimpico di Roma, contro entrambe le formazioni della Capitale, dalla stagione 2003 – 04, e, più precisamente, dal dopo farsopoli, hanno battuto laziali e romanisti in tre delle quattro gare disputate, striscia certamente significativa, se si tiene in conto che l’Olimpico, ai tempi della Triade, era uno stadio quasi tabù per i colori bianconeri, spesso sconfitti dai biancocelesti (se la memoria non mi inganna, una astinenza di vittorie per circa sei anni, dal 1998 – 99, al 2004 – 05, credo un pareggio e tutte le altre sconfitte), e Lippi mai vincente contro i giallorossi. Forse per le squadre della Capitale, si viveva meglio, contro di noi, quando c’era Moggi …
Ed anche questa settimana, vista la presumibile lunghezza delle postille, le rinvio ad ad altra data, magari per celebrare il prossimo 5 maggio !
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