Tutte le partite ufficiali della stagione |
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N |
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42 |
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39 |
17 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.586 |
Giocate |
3.092 |
2.510 (54,73%) |
Vittorie |
1.699 (54,95%) |
1.177 (25,67%) |
Pareggi |
840 (27,17%) |
899 (19,60%) |
Sconfitte |
553 (17,88%) |
8.205 |
Fatti |
5.383 |
4.464 |
Subiti |
2.915 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
514 |
Giocate |
1.564 |
282 (54,86%) |
Vittorie |
929 (59,40%) |
114 (22,18%) |
Pareggi |
374 (23,91%) |
118 (22,96%) |
Sconfitte |
261 (16,69%) |
873 |
Fatti |
2.748 |
472 |
Subiti |
1.383 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 27.04.2011
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Postille Pasquali
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di Antonio La Rosa
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1 – Montagne viola. In questi giorni sono stato tempestato da mail di critica, specificamente su due argomenti, il primo è di avere omesso ogni commento all’ennesima dimostrazione di inciviltà del pubblico dello Stadio Franchi di Firenze. Non ho affatto trascurato l’episodio, solo che, avendo attenzionato , in calce al commento della gara con i viola, un fatto a mio giudizio molto più rilevante, ho preferito parlare solo di quel fatto. Del resto di polemiche con l’ambiente vicino alla Fiorentina, ne ho avute già a iosa, sempre sugli stessi argomenti, ossia l’inciviltà del pubblico viola verso tutto ciò che è Juventus, i cori infami sulla morte di esponenti della famiglia Agnelli, sulla tragedia dell’Heysel, a cui da ultimo si è aggiunto un coro inqualificabile su Alessio Neri e Riccardo Ferramosca: e a tal proposito vi basterà cercare nell’archivio del sito, troverete a sufficienza. Non c’è da sorprendersi più di tanto, a Firenze sono allevati a pane e odio bianconero, a cominciare da quel soggetto ambiguo (nell’accezione più completa del termine), del signor Corsi Gianfranco, detto Franco Zeffirelli, a proseguire nei tantissimi che negli anni si sono esibiti in antijuventinismo becero, fino ad arrivare all’attuale sindaco Renzi, al mancato sindaco di Firenze ed ex brocco guarda pali Galli Giovanni, ad arrivare anche, per ultimo, ad una “mente” del giornalismo locale, tal Cecchi Stefano, autore, qualche giorno prima, su “La Nazione”, di un articoletto contenente il peggio del peggio dell’antijuventinismo da bettola di bassa lega. Semmai quello che debbo ancora una volta stigmatizzare, è l’impunità di una tifoseria incivile (non si venga ancora a dire che altri si dissociano, nessuno ha fischiato quelli che cantavano, sulle note di “Montagne Verdi”, la canzoncina macabra sui morti dell’Heysel, né c’è stata una voce pubblica di condanna per i cori razzisti verso Felipe Melo), ed anche il silenzio della società su queste cose: mentre, al contrario, per coretti condannabili quanto si voglia, ma brevi e limitati, l’Olimpico di Torino è stato in una occasione squalificato e in un’altra ha visto la sua curva sud chiusa. Forse non si vuole ancora disturbare l’altro compagno di merende di Montezumolo, ossia l’azionista dell’Inter e proprietario della Fiorentina, Diego Della Valle.
2 – Destri e … Mancini. L’altro argomento di critica (in qualche caso direi proprio di filippica accusatoria nei miei confronti), è quanto scritto l’altro giorno, a commento di Juventus – Catania, circa il ventilato arrivo di Roberto Mancini sulla panchina della Juventus. E su questo argomento sarò stavolta ancora più polemico. Come ho più volte avuto modo di scrivere da queste pagine, io non credo che vi siano in questo momento, grandissimi allenatori disponibili sul mercato, non credo ad un possibile ritorno di Capello (a rischio, dopo la sua carriera, di esporsi a figuracce nella gestione di una squadra con una dirigenza diciamo non ancora all’altezza della tradizione), né ai nomi altisonanti quali Van Gaal, Hiddink, o altri ancora, ben comodi su altre panchine e con altri contratti sontuosi. Diciamoci la verità, cruda: in questo momento la panchina della Juventus è appetibile solo a qualcuno che voglia scommettersi in un progetto a medio termine, qualcuno che voglia emergere definitivamente, e dunque scommettersi come chi ricostruisce negli anni una grande Juventus, che so, un Mazzarri, per esemplificare; non certo ad allenatori che già oggi sono vincenti, che comunque hanno un mercato e attenzioni da parte di club che già oggi sono altamente competitivi, a dispetto di una Juventus che rischia di non essere neppure in Europa la prossima stagione. Ho indicato infatti in Antonio Conte il mio preferito, a patto che si accetti un progetto tipo Juventus 1970 – 71, come dire, rifondazione quasi totale, per far partire un ciclo a medio e lungo tempo: ma i tifosi accetterebbero qualche altra stagione di alti e bassi? E soprattutto, nel caso in cui si volesse tornare a vincere nell’immediato e non ci si riesca, potremmo nuovamente bruciare una bandiera bianconera, come accaduto per Ciro Ferrara? Fatta questa analisi realistica della situazione attuale, è possibile anche una terza soluzione, ossia di qualcuno che voglia essere vincente in Italia, per reazione al modo come è andato via dall’Italia, ed è il caso di Roberto Mancini. Che comunque non credo arriverà in bianconero, dunque si tratta di discussioni accademiche, ma visto che sono partite, entriamoci pure in queste discussioni. Ho spiegato le ragioni per cui Mancini, tornando in Italia, e soprattutto tornandoci alla guida di una Juventus che vuole rilanciarsi in grande stile e da subito, avrebbe la grande occasione di dimostrarsi allenatore davvero vincente e non vincente solo a tavolino, e allenatore che, in caso di momenti tesi, avrebbe modo e argomenti per calmare animi a chi con lui vorrebbe polemizzare, specie se di sponda milanese. Si è scatenato il putiferio, si creano addirittura siti ostili contro di Mancini, quasi una sorta di guerra santa contro il suo possibile arrivo in bianconero, arrivo che invero (stando ai si dice), vedrebbe come suo grande sponsor Pavel Nedved. Orbene, la cosa che mi da maggiormente fastidio, è che questi “integralisti” dei colori bianconeri, che si definiscono “i veri juventini” (come dire, chi la pensa diversamente automaticamente è falso juventino), sono soprattutto quelli che da anni sono rimasti vicinissimi, direi quasi fedelissimi, di Luciano Moggi, ossia di quel dirigente che, quando era alla Juventus, sosteneva la tesi che “la società deve avere i suoi programmi e portarli avanti, infischiandosene degli umori della tifoseria, e possibilmente anche contro gli umori della tifoseria”, ed invero con quel tipo di gestione societaria, la Juventus ha vinto e molto, sul campo (ripeto SUL CAMPO). Perché Moggi, contro i voleri della tifoseria, cedette Baggio nel 1995, cedette Vialli e Ravanelli l’anno dopo, cedette successivamente Vieri (operazioni queste che videro l’arrivo non di campionissimi consacrati, ma di gente che poi si sarebbe definitivamente consacrata in bianconero), assunse Ancelotti prima e Capello poi, ossia due che in tema di antijuventinismo militante ebbero a scrivere pagine memorabili, e portò infine in bianconero pure quel Cannavaro che per anni ci rinfacciò il gol a lui annullato in occasione della famosa Juve – Parma. Quindi non si può essere “moggiani” a parole e poi sostenere tesi che contraddicono proprio quelli che erano i dettami del metodo moggiano di gestire la Juventus. Né si deve dimenticare quello striscione che copriva una curva intera, nella primavera 1994, con il quale i tifosi dicevano di non volere alla Juve “mercenari e granata”. Moggi prima della Juve non fu certo “amico” dei colori bianconeri, anzi parecchie sue operazioni di mercato erano in sfregio verso i bianconeri e verso Boniperti (l’uomo che a suo tempo l’aveva cacciato dallo staff societario, e lui per tutta risposta divenne consulente di mercato del Torino), ma mai nessuno ha voluto ricordare ciò, bensì quello che lui ha fatto e ottenuto da dirigente juventino. In questo calcio ormai la purezza e l’attaccamento alla maglia sono concetti quasi superati (e non dico che sia un bene), oggi si pensa alla professionalità, dunque al fatto che quando si è al servizio di quei colori sociali, si dia tutto, si diano risultati sul campo, si vinca possibilmente. In nome di questa “professionalità”, anche il nostro mito, Marcello Lippi, mentre difendeva la Juventus dallo “sterco” che dall’ambiente nerazzurro ci veniva tirato, non si tirava affatto indietro quando c’era da incontrare Moratti e passare all’Inter, e magari polemizzare cono Tombolini, arbitro di un Juve – Inter stagione 1999 – 2000. E dunque se alla Juventus dovesse arrivare Mancini, e se in questa società dovesse mostrare professionalità, capacità e possibilmente riportarci ad essere vincenti, che sia il benvenuto, altro che purezza bianconera, concetto che, se fosse stato applicato in passato, neppure Nedved (altro mito bianconero) doveva arrivare, dopo certe dichiarazioni rilasciate quando giocava alla Lazio. Poi, se si vuole ripetere ancora, in nome di una non meglio precisata “purezza bianconera” la vicenda Stankovic, ossia quel rifiuto (imposto ad una dirigenza pavida) a far vestire il bianconero ad un giocatore che sarebbe stato molto utile in quel momento alla squadra, e soprattutto avrebbe fatto emergere il fallimento del mercato della odiata Inter (il flop Quaresma) … pazienza … ci acconteremo ancora una volta del Ranieri di turno e magari non daremo all’odiato Stankovic la possibilità di vestire il bianconero, ma in cambio vedremo magari un altro Poulsen calcare il prato del nuovo Stadio bianconero …
3 – Scemo della settimana. Arieccolo! Zdeneck Zeman continua a fare fiasco ovunque vada, adesso anche in Lega Pro 1 (ex serie C1), e naturalmente la colpa è … non più di Moggi, ma di quelli che odiano il boemo per avere detto la verità (sic!) sul mondo del calcio. Almeno questa è la versione che, con un comunicato ufficiale, viene data dalla società attualmente allenata dal boemo più perdente di tutti i tempi, il Foggia:
http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2011/04/26-121375/Foggia%2C+una+protesta+choc%3A+Penalizzati+da+chi+odia+Zeman
Certo, oggi non c’è Moggi, il calcio è pulito, manca il capro espiatorio del passato, ma, siccome il nostro eroe delle cialtronate, continua nella sua striscia di figuracce, bisogna comunque trovarlo un nemico, un complotti sta, che però stavolta non ha nome e immagine. E così, a causa di Zeman, lo scemo della settimana potremo dedicarlo a chi l’estate scorsa lo assunse, pensando di avere fatto il “colpo”, ed oggi si ritrova a doversi leccare le ferite dell’ennesimo fallimento di uno che ha avuto gli onori di cronaca solo perché i media antijuventini gli hanno dato voce e legittimazione.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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Juve news - Tuttosport
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