Il “mezzogiorno di fuoco” calcistico dell’Olimpico (visto il gran caldo precoce di questo aprile quasi estivo), ha rotto finalmente due tabù stagionali: il primo, che la Juventus non riesce più a vincere almeno tre gare di fila; il secondo, che la Juventus non riesce a rimontare quando in svantaggio. E stavolta la notizia è che addirittura ha rimontato ben due volte, andando poi a vincere una partita che tiene vivo quel flebile spiraglio di acciuffare in extremis il quarto posto assoluto. Partita che a ben vedere racchiude, riassumendola, la stagione, si è visto di tutto, l’episodio sfortunato, il puntuale errore difensivo, qualche leggerezza arbitrale, ma anche trame di bel gioco e, cosa che non guasta, una vera reazione di orgoglio del gruppo che non ci stava proprio a perdere, contro un Genoa ordinato, ben messo in campo, che fino alla fine ha messo in discussione il risultato. Non so se sia la svolta stagionale, forse è davvero tardi, ma almeno dopo questa partita, e ripensandosi anche alla trasferta di Roma, sappiamo che il gruppo non è poi tutto da buttare, anzi c’è una base solida su cui potersi lavorare.
La partita alla lavagna
Juventus che conferma praticamente formazione e assetto tattico della domenica precedente, unica novità è Traore al posto dello squalificato Grosso; Genoa con il 4 – 4 – 2, più teorico che reale, dato che Konko si è posizionato davanti alla difesa, e Paloschi sulla linea di centrocampo, dietro l’unica punta Floro Flores. Invero anche la Juventus ha a lungo giostrato con una sorta di 4 – 2 – 3 – 1, e dunque Aquilani e Felipe Melo più arretrati, ed una linea più avanzata con Pepe a svariare sulle fasce. Inizio in salita per i bianconeri, che a primo affondo genoano, subiscono il gol, per una sfortunata deviazione di Bonucci, su un innocuo passaggio di Antonelli verso il centro area dove era appostato Floro Flores, che sorprende Storari. Bianconeri praticamente in confusione per una mezzora, sia per il caldo, sia pure perché non riesce a trovare valide manovre per aggirare l’accorta difesa ospite, Krasic fumoso e poco assistito, Pepe in giornata ma sempre raddoppiato e senza sostegno da parte dei compagni. Le cose migliorano nel finale di tempo, e la Juventus vicinissima al pareggio con un compo di testa di Bonucci, ma Eduardo si supera deviando in angolo. La ripresa vede una Juventus più tonica e diversamente disposta in campo, con un tridente più effettivo, ed invero dopo pochi minuti, dopo una iniziale fiammata genoana (parata a terra di Storari con susseguente deviazione in angolo, su tiro di Antonelli), arriva al pari: da Krasic indietro ad Aquilani, cross di prima in area e colpo di testa di Pepe con leggera deviazione di Rossi, e palla che finisce in rete. Bianconeri potrebbero poco dopo raddoppiare, azione tutta di prima con assist finale per Krasic che tira a volo ma ancora Eduardo si supera, respingendo il tiro; e come solito, gol fallito, poco dopo gol genoano, su azione lineare, semplice e denotante i cronici limiti della nostra retroguardia: da Paloschi ad Antonelli sulla fascia sinistra, Motta si fa sorprendere, e non chiude, difesa schierata male, e gioco da ragazzi per il genoano passare a centro area per il liberissimo Floro Flores, che a volo batte nuovamente Storari a fil di palo. In altri tempi la squadra si sarebbe disunita, invece stavolta ha il sussulto giusto, anche grazie al doppio cambio Sorensen – Toni, al posto il primo di un deludente Motta e il secondo per Felipe Melo; ed infatti a prima azione, la Juventus pareggia: azione che parte dal solito Pepe sulla sinistra, traversone basso a centro area, tocco di Toni indietro all’accorrente Matri, che dopo un primo controllo incerto, si libera e tira al palo opposto, e stavolta nulla da fare per Eduardo. Da quel momento è un monologo offensivo per i bianconeri, poco dopo ancora Pepe impegna in una difficile parata Eduardo, che alza sopra la traversa; sempre Pepe, successivamente, ha la palla buona, Eduardo si oppone come può, la palla sembra finire in porta ma scivola in angolo di pochissimo. Il Genoa non sta a guardare, anzi, su contropiede ben manovrato, Palacio (subentrato da poco) si libera bene in area di rigore e tira ad effetto, con palla che sorvola di pochissimo la traversa. Ma è una Juve diversa, e lo si vede poco dopo: improvvisa verticalizzazione di Aquilani in area genoana, Dainelli si “addormenta”, facendosi superare da Toni di forza, che batte Eduardo in affannosa uscita: è il gol decisivo. Il finale è convulso, occasionissima per il Genoa con Floro Flores, ma anche almeno due occasioni per i bianconeri di arrotondare il risultato, e nella seconda Toni, a portiere praticamente battuto, lambisce il palo.
Pagelle
I promossi
Pepe: 8 Evidentemente ci tiene a rimanere in bianconero, e dopo qualche turno un po’ opaco, si è rivisto il giocatore arrembante e concreto del periodo novembre – dicembre. Ha svariato molto, giocando ora da esterno, ora da seconda punta, specie nella ripresa, provando soprattutto la via della rete, visto che Matri era troppo isolato in avanti. Solo Eduardo gli ha impedito qualche altra segnatura, ma il gol comunque è arrivato, pur se nella azione più “sporca” ossia colpo di testa deviato da difensore avversario.
Aquilani: 7 Non c’è che dire, se gira lui, gira pure la squadra. Inizio in sordina, anche per la posizione un po’ arretrata in campo, meglio quando è avanzato e si è liberato da compiti di copertura, e non a caso, nella ripresa, si sono viste le cose migliori, sempre su azioni iniziate da lui.
Toni: 7 Mezzo punto in meno per il gol clamorosamente fallito nel finale, ma a ben vedere, ha realizzato quello decisivo forse nella azione più difficile. Indubbiamente il suo impatto nella gara è stato efficace, soprattutto perché finalmente Matri, non più isolato come punta, ha trovato una valida sponda. Come dire, un altro che vuole essere riconfermato, e credo a ragione.
Per il resto, su livelli medio alti le prestazioni di Matri, a segno nell’unica occasione avuta, ma abile anche a giocare al servizio della squadra; di Sorensen, certamente più affidabile sia in fase di copertura che in appoggio; direi discreto pure Marchisio, soprattutto nella ripresa, e lo stesso Storari, pur con due reti subite, in entrambe incolpevole, ha avuto modo di esibirsi in un paio di interventi efficaci. Infine due parole su Traore: ho sentito diverse critiche sulla sua prestazione, in parte ingiustificate; non dimenticandosi che ha 21 anni, a mio giudizio è stato efficace nella fase difensiva (ossia quella in cui si diceva avesse limiti), mentre ha lasciato a desiderare nelle avanzate, ma da questo a criticarlo ne corre, specie pensandosi a qualche anno addietro, quando certe avanzate finivano puntualmente con il pallone in curva o in tribuna …
Da rivedere
Krasic: 5,5 Sarà stato il caldo, o i postumi dell’impresa di domenica scorsa, ma stavolta è stato abulico, fumoso, in qualche momento irritante. Eppure poteva anche segnare, come dire, anche nelle giornate non brillanti può essere utile.
Barzagli: 5,5 Forse è la prima gara non proprio sufficiente, più che altro per l’errore di posizione in occasione del secondo gol genoano, anche se c’è la compartecipazione dell’intero reparto.
Motta: 5 Dopo le prestazioni promettenti, è tornato al suo solito rendimento, deludente, Antonelli lo ha saltato a ripetizione, e non a caso, uscito lui, la squadra non ha più subito sul lato destro.
La Sentenza
Questo “tardivo” risveglio dei bianconeri è certamente confortante in prospettiva futura, perché dimostra che comunque ci sono giocatori su cui si potrà contare in avvenire e dunque il prossimo anno non occorrerà certamente una rivoluzione, più semplicemente un rafforzamento mirato dell’attuale organico; anche se a mio giudizio la prospettiva di quarto posto rimane lontana, per i troppi punti dilapidati. Invero troppo brutta la Juventus del periodo gennaio – febbraio, per essere vera, anche se, per onore di verità, certi limiti non è che non fossero emersi pure in precedenza, dato che ricordiamo bene certe gare (Bari, Sampdoria, Palermo, Bologna) e come la squadra avesse mostrato in questi casi scarsa personalità. E’ confortante comunque notare che, finalmente, questa squadra nonostante l’assenza di Del Piero (fondamentale in questa stagione quando la squadra non ha avuto chi si caricasse l’onere di tirarla fuori dai guai), abbia mostrato carattere e voglia di vincere, ottenendo due vittorie di fila che, pur se maturate con prestazioni diverse, hanno avuto appunto la caratteristica essenziale di una squadra che finalmente torna a lottare e a giocare “da Juve”. Ed è confortante prendere atto che questa squadra abbia comunque una buona ossatura di centrocampo, e in attacco, con il rientro di Quagliarella, possa essere competitiva anche ad alti livelli, visto come Matri si è perfettamente inserito senza risentire in alcun modo del “peso” della maglia che indossa. Certo, il salto di qualità dovrà provenire intanto dalla individuazione dei cosiddetti “top players” adatti per il salto definitivo di qualità, e a mio giudizio occorrono certamente un forte difensore esterno, che faccia colmare quella che appare una rilevante lacuna della squadra, soprattutto sul fronte destro difensivo, dato che come esterni sinistri, tenuto conto che il De Ceglie di inizio anno era certamente più che una promessa, e lo stesso Grosso lontano parente di quello deludente della scorsa stagione (non dimenticandosi quel discusso Traore giovanissimo e dunque in grado di poter migliorare); occorre inoltre un vero campione nella zona offensiva, diciamo più che una punta, un trequartista offensivo che possa anche giocare da punta, tradotto, un vero leader in campo, erede di Alex Del Piero, dunque il giocatore che possa da solo trovare la giocata giusta per risolvere le partite. Come dire, dovremmo trovare in giro, più che altro, qualcuno che possa dare il qualcosa in più nel gioco offensivo, non necessariamente un attaccante, specie se il parco rimane quello attuale con Matri, Quagliarella, Toni e una quarta punta che potrebbe anche essere lo stesso Iaquinta se torna ai suoi livelli passati: l’ideale sarebbe un nuovo Zidane, dunque un giocatore che sa tenere palla e far salire la squadra, che sa sfruttare gli spazi aperti dagli attaccanti, o che sa come e quando servirli, e di questo tipo di giocatore, ad onor del vero, per adesso non è che se ne vedano in giro, quelli che ci sono, purtroppo non penso siano sul mercato. A questi andrebbero aggiunti almeno altri due – tre elementi, per completare l’organico, ed in questo senso credo sia importante riportare alla base sia Ekdal, sia Pasquato, vista la stagione positiva di entrambi, specie il secondo. E, per ultimo, lascio il capitolo allenatore. Premesso che io non credo affatto alla possibilità di prendere un tecnico di prima fascia, e che non credo sia poi questo l’aspetto fondamentale, visto che nel passato è stata la Juventus a fare grandi gli allenatori e non il contrario, quello che mi auguro è che la società non cambi tanto per cambiare o per fare contenta la piazza. In altri termini, il ruolo del nuovo allenatore sarà importante se la scelta sarà ponderata, su un programma tecnico ben preciso, ossia una certa idea di gioco da sviluppare e sui giocatori da inserire, evitandosi, ad esempio, il gravissimo errore dell’anno precedente, campagna acquisti fatta per un allenatore che poi non arrivò, per fare gestire la squadra a Ferrara. Altrimenti meglio tenersi Del Neri, almeno conosce già il gruppo e magari potrebbe fare tesoro degli errori di quest’anno.
Le mie postille:
1 – Calcio pulito 2011 Ovvero, chi non si lamenta è perduto. Si lamenta l’Udinese, non si lamenta il Chievo perché il presidente è interista, si lamenta la Fiorentina, si lamenta la Lazio per errori non di questa settimana ma precedenti, con Lotito che chiede addirittura la “task force” per controllare le gare di fine campionato e la regolarità delle stesse, si lamentano in coda, insomma è tutta una lamentela. Strano, molto strano, visto che il calcio oggi è pulito, e non ci sono partite “combinate”, come si potrà giurare ad esempio, dopo avere visto Bologna – Napoli di ieri, con un portiere che respinge sui piedi dell’attaccante avversario, o un difensore rossoblu che cammina invece di correre, in occasione del secondo gol degli avversari … Infatti si lamenta pure il cinepanettonaro, non certo dell’andamento della gara e del risultato (tanto è tranquillo, non si attiverà mai l’Ufficio Indagini per cercare di capire la ragione per cui Portanova si prendeva il sole in campo …), ma perché i media non prestano attenzione al suo Napoli. Già: credo sia De Laurentiis il personaggio paradigmatico del nuovo calcio pulito, elogia il Palazzo quando il suo Napoli vince, poi parla di complotti quando il suo Napoli perde, ed ora, per meglio aizzare la piazza, attacca i media che dovrebbero parlare più del suo Napoli. Forse perché questo calcio è diventato attendibile e divertente come i suoi film di Natale … Piuttosto, pare che Unicredit abbia coniato la nuova password stagionale “RIGORE PAA ROMA!” (copyright l’amico lettore del sito e “juventino doc” Luca N.): del resto il record stagionale di rigore concessi è dei giallorossi, come pure il record dei rigori clamorosi, negati alle avversarie della Roma.
2 – Scemo della settimana In settimana, l’allenatore della Nazionale, Prandelli, in una intervista, pur dando atto del valore delle squadre milanesi, ha detto che tiferà per lo scudetto per il Napoli (questo perché la squadra del cinepanettonaro non ha le giuste attenzioni …). Apriti cielo! L’A.D. del Milan, Galliani Adriano, ha immediatamente scritto alla Federcalcio, lamentandosi di queste dichiarazioni del C.T., perché a suo dire l’allenatore della Nazionale non deve tifare per nessuno. E dunque, dopo il divieto di pronostico fatto da Mourinho a Lippi lo scorso anno, adesso anche il divieto di “poter fare il tifo” per una squadra che vinca lo scudetto al posto di altre squadre. E’ nello stile del pelatone, noto amico di assistenti agli arbitri, di assistenti di linea e quant’altro, grande organizzatore di campagne mediatiche contro le avversarie (e in casa bianconera evidentemente, nel furore di guardare solo verso Moratti, si dimentica cosa accadde nel finale della stagione 2004 – 05, o dei tempi di uscita delle intercettazioni, nel finale di stagione 2005 – 06), e vero grande mestatore nel calcio nazionale. Adesso pretende che gli altri si censurino quando di mezzo c’è il suo Milan. Che se è in testa, lo deve al suo show di Cesena, seguito da tanti episodi nei quali non può certo lamentarsi. Forse Galliani è convinto di avere a che fare con scemi, mentre noi pensiamo che la figura dello scemo di settimana sia la sua.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
|