Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
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5 |
C |
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3 |
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7 |
F |
0 |
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N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
|
Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 14.03.2011
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Fernando Viola
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di Bidescu
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Viola, prodotto del vivaio bianconero, arriva alla maglia più importante a vent'anni e ci arriva in una giornata per di più straordinaria per concentrazione di eventi, anche atmosferici oltre che sportivi; la giornata in cui la Juventus dì Vycpalek capisce in pratica di potere e volere lo scudetto numero quattordici.
È il campionato 1971/72, “Nando” Viola, elemento di spicco della “Primavera”, viene chiamato a rimpiazzare niente meno che Causio già detto “Brazil”, a sua volta investito dei panni di Haller. Così inizia la sua carriera juventina, non lunga ma nemmeno effimera ed inizia in un modo che più bello non si potrebbe. Gran prova la sua, pur tra mille difficoltà contingenti. La grinta, il temperamento da veterano, abbinati ad un tocco di palla che incanta la platea, definiscono l’atleta ed il calciatore senza bisogno di altro.
Il buon Vycpalek capisce immediatamente di avere a che fare con un cavallo di razza, ma non può né vuole bruciare il ragazzo, in un momento delicatissimo della stagione. Ma di Viola c’è bisogno, infortuni in serie costringono l’allenatore a rivoluzionare ogni domenica la formazione. Così, Viola torna in campo sette giorni dopo la vittoriosa, anche per merito suo, battaglia col Bologna. Gioca a Napoli e conferma le cose buone intraviste la domenica prima.
Nel derby che può essere decisivo per l’assegnazione dello scudetto, sostituisce nel corso della ripresa lo spento Novellini e sono altri applausi, anche se la squadra si fa superare dai granata, dopo essere passata in vantaggio. Torna a tempo pieno nella gara dei rilancio, contro il Varese, poi Vycpalek estrae dal cilindro la soluzione vincente; avanza Cuccureddu a mezzala e Viola è costretto a guardare da semplice spettatore l’avvincente finale.
C’è ancora qualche scampolo di calcio vero, con il girone finale di Coppa Italia ed il buon “Nando” trova nuovamente spazio e consensi, giocando alla grande nella vittoriosa ancorché platonica gara interna con l’Inter.
A luglio viene destinato in prestito a Mantova, dove trova il modo di mettersi in bella evidenza, in un campionato duro e faticoso come la serie B.
Il ritorno in bianconero avviene nel 1973/74 e Viola ritrova un ambiente che praticamente non è mutato per niente: poche le facce nuove, immutati i traguardi, sempre i massimi. L’anticamera, stavolta, è più breve. Dopo un inizio incerto, la squadra trova la via dei gioco e dei goal ed, in quel momento, trova anche in Viola un’ottima soluzione alternativa a Cuccureddu e Capello.
“Nando” debutta ai primi di dicembre ed il suo arrivo coincide con la rotonda vittoria per 5-1 a spese del Verona; con la maglia di Capello, propizia almeno un paio dei 5 goal juventini e si distingue per la sua continuità di azione. In una altalena di presenze e di ritorni in tribuna, “Nando” torna a far parlare di sé nel girone di ritorno; a Genova, contro i rossoblu, è tra i migliori in campo e nel big-match di sette giorni dopo, contro il Milan, si rende pericoloso con conclusioni dalla distanza, che rivelano in lui doti niente affatto comuni.
Ma la migliore partita della stagione “Nando” la gioca a “San Siro”, contro l’Inter; in una giornata importantissima per la Juventus, costretta a vincere per non lasciare via libera alla Lazio capolista, Viola mette lo zampino in entrambe le reti con le quali Bettega da la vittoria ai suoi e gioca a tutto campo, con il mestiere e la concretezza di un veterano.
«È stato un 2-0 indimenticabile», racconta, «in mezzo quel tripudio di bandiere bianconere, all’università del calcio italiano. Ma tutta la mia stagione è stata buona; dopo “San Siro”, credevo di aver chiuso, perché il titolare non ero io, ma l’indisponibilità di Capello prima e di Cuccureddu poi, mi hanno aperto le porte del campo».
In chiusura di stagione, in Coppa Italia, c’è altra gloria per il ragazzo di Terrazza, che a Cesena gioca al fianco di un ragazzino, debuttante assoluto, di cui si sentirà più tardi parlare: un certo Paolo Rossi.
Scontata, naturalmente, la conferma di Viola per la stagione successiva, il 1974/75. Una annata ricca di impegni, che fatalmente darà ancor più spazio ai giovani valorosi che ruotano intorno all’undici di base.
La duttilità di “Nando” non sfugge al nuovo allenatore Parola, che concede spesso fiducia a questo ragazzo dal fisico possente, dal passo di maratoneta, ma pure dotato di un controllo di palla invidiabile. Viola sa marcare e rifinire, è insomma quel prototipo di giocatore completo che la moda olandese di quei giorni non può che additare ad esempio.
Il campionato e la Coppa Uefa esaltano spesso le doti di Viola, cui il clima infuocato dei mercoledì di coppa pare essere particolarmente adatto. Si rende protagonista assoluto e pure goleador, nella vittoriosa partita dei quarti di finale contro l’Amburgo; il suo goal è un capolavoro di tecnica e tempismo, con uno slalom inarrestabile concluso da una fiondata secca ed irresistibile.
In campionato, la sua giornata di maggior fulgore coincide con il risultato più eclatante conquistato dalla squadra bianconera, quel 6-2 inflitto al Napoli sul proprio terreno. Una delle 6 marcature porta la firma di Viola e non per caso, perché “Nando” è uno dei migliori in campo.
Con una quindicina di gettoni di presenza, complessivamente tra campionato e coppa europea, Viola si consegna agli archivi di quella stagione con un ruolo tutt’altro che di secondo piano.
Purtroppo per lui, i piani di ristrutturazione della società, in vista di un nuovo tentativo di scalata ai massimi traguardi italiani ed europei, prevedono anche il suo sacrificio. L’avventura bianconera di “Nando” Viola termina qui, dopo 3 stagioni in prima squadra ed un bel po’ di soddisfazioni, culminate nel contributo dato alla conquista di 2 scudetti. Quanto basta per farsi ricordare con grande simpatia.
http://ilpalloneracconta.blogspot.com/
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