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La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.586 |
Giocate |
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Vittorie |
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1.177 (25,67%) |
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Sconfitte |
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C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
514 |
Giocate |
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282 (54,86%) |
Vittorie |
929 (59,40%) |
114 (22,18%) |
Pareggi |
374 (23,91%) |
118 (22,96%) |
Sconfitte |
261 (16,69%) |
873 |
Fatti |
2.748 |
472 |
Subiti |
1.383 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 07.02.2011
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Cagliari - Juventus 1 - 3 - RICOMINCIAMO DA MATRI
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di Antonio La Rosa
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La Juventus torna alla vittoria sul difficile campo di Cagliari, grazie ad una prestazione d’orgoglio con momenti anche di gioco valido. Non può certo parlarsi ancora di successo “scaccia crisi”, anche perché non tutto è filato per il verso giusto, semmai c’è da rilevare che è stato sufficiente avere una direzione di gara, per così dire, normale, per potersi vedere una squadra bianconera almeno accettabile. Ma alcuni elementi interessanti per il prosieguo del campionato sono emersi da questa difficile trasferta, soprattutto sul piano della evoluzione tattica della squadra, oltre ai rientri di giocatori infortunati e al ritorno del gruppo ad una condizione atletica finalmente accettabile, dato che nelle gare precedenti, a prescindere da contrarietà di altro genere, quello che faceva preoccupare era un certo calo di condizione oltre ad una involuzione sul piano del gioco.
La partita alla lavagna
Formazione bianconera alquanto rivoluzionata, linea difensiva praticamente stravolta con Sorensen e Chiellini esterni e Barzagli – Bonucci centrali, centrocampo “tipo” ossia Krasic e Marchisio esterni, con Martinez di punta in coppia con Matri; Cagliari con modulo ad “albero di Natale”, tre centrali di centrocampo a sostegno di Cossu e Lazzari più avanzati, e Acquafresca unica punta. Invero sul campo la Juventus si è schierata in maniera alquanto diversa ed originale, a due facce direi, praticamente 4 – 3 – 2 – 1, in fase d’attacco, Krasic e Martinez avanzati e Matri punta centrale, ma 4 – 1 – 4 – 1 in fase di non possesso palla, Felipe Melo poco avanti la linea difensiva e Martinez a scalare sulla linea di centrocampo, e gli effetti benefici di questo modulo “bifronte” si sono visti soprattutto con il passare dei minuti, difesa bianconera praticamente a rischiare pochissimo o nulla (diciamo che solo qualche uscita avventata di Buffon ha creato qualche brivido), ripartenze efficaci e con ottima verticalizzazione, anche grazie al fatto che Marchisio, libero da veri compiti di esterno, poteva alternarsi con Aquilani in fase propositiva. Come dire, il gol del vantaggio era già nell’aria prima della sua materiale realizzazione, già Matri era stato pericoloso, ottima parata di Agazzi, e lo stesso si ripeteva poco dopo su botta al volo da fuori area di Aquilani. E gol di pregevole fattura, passaggio filtrante di Krasic per Matri che, appena entrato in area di rigore, batte il suo ex compagno di squadra con un tiro a volo sul primo palo. Le cose cambiano un po’ nella ripresa, sardi più aggressivi e dopo pochi minuti gol del pareggio: perfetto assist di Cossu per Acquafresca che, in scivolata, da pochi metri, batte Buffon. La Juventus comincia a soffrire, ed in particolare quando si ricompone il 4 – 4 – 2, dopo l’ingresso di Del Piero per Martinez, si note un certo squilibrio fra i reparti, nel senso che la squadra sembra più allungata, non male quando riparte, ma sempre in sofferenza a centrocampo per l’inferiorità numerica. Meglio invece con l’ingresso di Toni, Del Piero spostato praticamente a trequartista, Felipe Melo arretrato e nuovamente Marchisio ed Aquilani in linea in fase di costruzione; così arriva il raddoppio, ancora una volta di Matri, abile prima a lanciare sulla sinistra Chiellini, e poi a farsi trovare libero in area sul cross del difensore, e battere nuovamente al volo Agazzi. Quindi la terza rete, fortemente voluta direi da Toni, che prima riprende un pallone a centrocampo, azione che si sviluppa tra Del Piero e Barzagli spostato sulla destra e cross di quest’ultimo verso il nostro attaccante, perfetto e potente colpo di testa dal limite dell’area, a fil di palo.
Pagelle
I promossi
Matri: 8 Come detto, non lo avevo visto affatto male a Palermo, era più volte andato vicino alla segnatura, ed aveva mostrato buoni movimenti pur essendo all’esordio. Cose tutte confermate a Cagliari, due reti, diversi palloni giocati in avanti, movimenti per aprire spazi agli inserimenti dei centrocampisti, capacità di dialogare bene e in velocità con i compagni, insomma, per adesso sembra proprio il sostituto adatto di Quagliarella, tenuto conto che, nella stessa partita, ha saputo muoversi dapprima come punta unica, poi come prima punta assieme a Del Piero ed infine come seconda punta assieme a Toni.
Marchisio: 7 Tornato ad un ruolo più adatto alle sue caratteristiche, è anche tornato ad un rendimento più consono alle sue potenzialità, e la squadra ne ha beneficiato, avendo in tal modo due centrocampisti capaci di gestire bene il possesso palla, con Aquilani più regista e Marchisio più mezzala offensiva.
Aquilani: 7 Dopo qualche turno di appannamento, è tornato ad orchestrare come si deve il gioco della squadra, facendosi trovare dai compagni, giocando di prima e spesso in verticale i palloni, e anche inserendosi in fase di conclusione a rete.
Toni: 7 Il voto per lo stacco imperioso con cui ha realizzato il terzo gol che ha chiuso la gara. Forse qualcuno ha parlato troppo presto dandolo come finito.
Barzagli: 7 Ammetto che il suo arrivo in bianconero non mi aveva entusiasmato, anzi ero convinto che si fosse trattata di una operazione inutile, ed invece il suo rendimento mi sta smentendo alla grande. Del resto chi lo aveva lanciato ad alti livelli era stato proprio Del Neri con il Chievo, ed evidentemente il nostro tecnico sa come utilizzarlo al meglio.
Per il resto, buona la prestazione di Sissoko, soprattutto in fase di interdizione, di Del Piero, soprattutto nella fase finale, da trequartista, e complessivamente sufficiente la prova della difesa, anche se va dato atto che Sorensen ha avuto qualche momento di difficoltà su Cossu, nel primo tempo, e va evidenziato che Bonucci dovrebbe avere meno supponenza nei disimpegni, mentre Chiellini deve ritornare anche mentalmente nel ruolo di esterno, dato che, pur avendo giocato bene, qualche volta si è troppo accentrato, forse ripensando al suo ruolo ricoperto da anni.
Da rivedere
Martinez: 5,5 E’ stato criticato più del giusto, a mio giudizio, forse si ricorda più il traversone svirgolato nel finale di primo tempo, o la diagonale non chiusa sul gol di Acquafresca, non tenendosi conto sia del fatto che Chiellini era troppo sul centro area, sia soprattutto che Cossu ha fatto una gran giocata ed Acquafresca si è inserito con una tempestività direi perfetta. Io invece scinderei la sua prova tra una fase diciamo da attaccante, nella quale non ha dato granchè, non essendo il suo ruolo, ed una fase da centrocampista esterno, nella quale invece ha assicurato copertura sulla fascia e qualche buona iniziativa. Quindi prestazione complessivamente non sufficiente, ma diamo atto che è ancora in fase di recupero condizione (non dimentichiamo che è rientrato da un paio di settimane) e che non ha giocato nel suo ruolo.
Buffon: 5 Incolpevole sul gol, indubbiamente, ma si vede che non è ancora nella giusta condizione soprattutto mentale, due uscite sbagliate in maniera grossolana non sono degne del suo repertorio, ed in genere, una certa sua titubanza quando il pallone spiove in area di rigore.
La Sentenza
Cominciamo intanto a dare atto a mister Del Neri dei cambiamenti tattici positivi della squadra, come dire, il 4 – 4 – 2 non è l’unico “verbo” portante della Juventus, ma altri moduli possono essere sperimentati, con risultati incoraggianti. Ed invero, la squadra finora aveva dato i risultati migliori quando, con l’inserimento di Marchisio esterno sinistro finto, di fatto giocava quasi con un tridente, con Krasic quasi da terza punta, ed un centrocampo a tre molto fisico, capace di garantire molta quantità ma anche qualità alla manovra. Ed invero la Juventus non sembra proprio adatta al 4 – 4 – 2 tradizionale, anche perché, a ben vedere, quasi per tradizione, non lo ha mai realmente adottato, neppure con Capello, dato che Nedved non poteva affatto ritenersi un vero esterno di centrocampo, ed ancor prima con Lippi, allenatore più portatore di idee da 4 – 3 – 3 atipico, o con lo stesso Ancelotti, che mai l’adottò, pur potendosi ritenere il più fedele discepolo di Sacchi, almeno con riferimento a questo modulo. Che appunto prevede 4 esterni molto abili nella doppia fase difensiva – offensiva, ed un attacco che sia composto da punte forti nel gioco aereo, ma che sappiano anche fare movimento ed aprire sempre spazi agli inserimenti dei centrocampisti. E la Juventus non pare in questo momento avere i requisiti richiesti, tenuto conto che non ha, per adesso, degli esterni difensivi adatti, soprattutto da quando si è infortunato De Ceglie, che sembrava lanciato davvero bene ad inizio stagione. Mentre la forza dei bianconeri quest’anno sta tutta nei centrocampisti centrali, e nell’avere esterni tutti più propensi al gioco offensivo, a cominciare da Krasic, a proseguire con Pepe o Martinez. Pertanto vanno meglio sfruttate queste caratteristiche, specie adesso che il problema della penuria di attaccanti sembra finalmente superata, con l’arrivo di Matri, e il recupero di Toni e di Iaquinta, e dunque l’assenza forzata di Quagliarella, ossia l’attaccante stagionale migliore, può essere meglio attutita. Del resto, con l’infortunio di Quagliarella e la partenza di Amauri, di fatto cambia pure la tipologia degli attaccanti, pur essendo Matri per certi aspetti punta di movimento, ma meno propensa ad arretrare e quindi a cercare palla a centrocampo; mentre Toni è più attaccante d’area di rigore, però lo si è visto, sia a Cagliari, sia prima a Napoli, arretrare e cercare di dialogare con i centrocampisti. Importante comunque era interrompere la striscia negativa, riprendere il cammino, anche se i tre punti hanno avuto benefici inferiori rispetto a quelli aspettati, dato che tutte le concorrenti hanno vinto, eccettuate le romane, e così i bianconeri sono ancora fuori l’Europa che conta, ed a ben vedere anche fuori l’Europa di ripiego. Ed ora appuntamento a domenica sera, la partita contro l’Inter diventa per certi aspetti la gara decisiva della stagione, a prescindere dalle ragioni di rivalità storiche, accentuate dalle vicende dal 2006 fino ad oggi oltre che dalle solite dichiarazioni del cervello più inutile del calcio italiano (Materazzi Marco): gli obiettivi stagionali dei bianconeri si sono ormai ridotti al solo piazzamento tra le prime quattro, e visto il passo (oltre agli “astri benevoli”) delle milanesi, del Napoli e della romana “americanizzata”, oltre al rendimento attuale di Udinese e Palermo, d’ora in avanti occorrerà pensare solo a vincere partita su partita, chiunque sia l’avversario di turno.
Le mie postille:
1 – Bettegaset reprise Come volevasi dimostrare, la polemica della settimana scorsa su Bettega (o meglio sui suoi interventi a “Controjuve”), che ho innestato con la mia postilla, ha avuto ripercussioni tra i lettori. Alcune mail di assenso a quanto da me scritto, ma altre polemiche, nelle quali vengo accusato di non portare il giusto rispetto ad un personaggio che tantissimo ha fatto per la Juventus. Vero, Bettega è un monumento bianconero, lo ripeterò sempre, e soprattutto ripeterò sempre che la mia Juve ideale è sempre stata la Juve di Bettega, la Juve del 1976 – 77, la Juve che dominava in lungo e largo in Italia, che avrebbe certamente meritato di vincere molto di più anche in Europa. Ma vedete, proprio per queste ragioni ritengo imperdonabili le cadute di stile di Bettega opinionista: lui c’era l’anno del gol di Turone, e dovrebbe anche ricordare perché proprio lui NON C’ERA in campo in quella famosa partita, per una squalifica a scoppio ritardato, comminatagli proprio prima della gara fondamentale della stagione (nella quale finimmo in 10 per l’espulsione di Furino); lui c’era quando Zeffirelli sputava veleno contro di noi, poco prima che sei suoi compagni di squadra (e lui assente per infortunio, ma sicuramente titolare se fosse stato bene), diventassero campioni del mondo in Spagna; lui c’era ad Atene, e non potrà avere dimenticato i cortei dei romanisti (ma non solo loro) a festeggiare la sconfitta bianconera contro l’Amburgo. E c’era pure da dirigente, nel biennio di Capello. Orbene, che uno come lui adesso, per ossequio all’editore che lo paga, o per astio verso chi lo ha messo alla porta da dirigente, diventi come un Boniek o un Mauro di turno, e si esponga a valutazioni davvero stomachevoli, al termine di una gara, quella di Palermo, letteralmente decisa da Morganti più che da Pastore e compagni, mi pare davvero cosa che davvero lascia l’amaro in bocca a chi amava il Bettega juventino. Ascoltarlo rimproverare in quel modo la tifoseria che lo adorava da giocatore prima e da dirigente poi, l’ho ritenuta cosa sgradevolissima, davvero una pugnalata verso chi ha gioito o sofferto per lui o assieme a lui. Specie quando ho dovuto sentirgli dire che la Juve non ha perso per colpa di Morganti, che i rigori si potevano o non potevano dare, o che a commento del placcaggio evidente di Chiellini, che falli del genere non sono da rigore perché se ne vedono tantissimi in una partita. Insomma, siccome ci sono tantissimi furti, d’ora in avanti depenalizziamo il furto? Beh … forse ho scritto qualcosa che non va … i furti sono stati depenalizzati davvero nel nostro calcio, non a caso l’Inter è tornata a vincere scudetti su scudetti …
2 – Varie ed eventuali. Ormai ci sono fatti e vicende che si commentano da soli, senza bisogno di mie postille, tanto sono ridicoli e grotteschi. Ed allora, ridiamoci su: - la tifoseria interista fa la panolada contro l’arbitro; - la Roma che, ormai venduta agli americani, non interessa più Unicredit; - Cellino che si lamenta contro la Juve, dopo avere elogiato il Milan, vittorioso per gol irregolare a Cagliari; - Panucci che intervista Mourinho su Sky … Ovvero quando la realtà supera davvero ogni possibile forma di satira!
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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