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Classifica campionato di Serie A
Squadra Pti Squadra Pti
Napoli 38 Torino 19
Atalanta 37 Roma 16
Inter 34 Lecce 16
Lazio 34 Genoa 16
Fiorentina 31 Parma 15
Bologna 28 Como 15
JUVENTUS 28 Verona 15
Milan 26 Cagliari 14
Udinese 20 Venezia 10
Empoli 19 Monza 10
Classifica completa, risultati, calendario
Le prossime gare in calendario
Data/Ora Cmp Partita
22.12 20:45 A Monza-Juventus
29.12 18:00 A Juve-Fiorentina
03.01 20:00 SCI Juventus-Milan
11.01 18:00 A Torino-Juventus
14.01 20:45 A Atalanta-Juventus
18.01 18:00 A Juventus-Milan
21.01 21:00 CL Bruges-Juventus
25.01 18:00 A Napoli-Juventus
29.01 21:00 CL Juventus-Benfica
02.02 12:30 A Juventus-Empoli
Calendario completo
Tutte le partite ufficiali della stagione
G. Pti Vit Par Sco Fat Sub  
13 24 6 6 1 22 9 C
10 18 4 6 0 17 8 F
0 0 0 0 0 0 0 N
23 42 10 12 1 39 17 T
Ultime 10 gare ufficiali
Data Cmp Partita Ris
02.11 A Udinese-Juventus 0-2
05.11 CL Lille-Juventus 1-1
09.11 A Juventus-Torino 2-0
23.11 A Milan-Juventus 0-0
27.11 CL Aston Villa-Juventus 0-0
01.12 A Lecce-Juventus 1-1
07.12 A Juventus-Bologna 2-2
11.12 CL Juve-Manchester City 2-0
14.12 A Juventus-Venezia 2-2
17.12 Ita Juventus-Cagliari 4-0
Punti 18 - Vinte 4 - Pari 6 - Perse 0
Gol fatti 16 - Gol subiti 6 - Vedi tabellini
Tutte le partite ufficiali della stagione
M Giocatore Pre Min Pan Gol
10 Yildiz 23 1649 4 4
5 Locatelli M. 21 1568 4 -
15 Kalulu 20 1707 3 -
9 Vlahovic 20 1641 - 12
27 Cambiaso 20 1581 2 2
4 Gatti F. 20 1566 6 1
37 Savona 20 1235 8 2
19 Thuram K. 20 1207 7 -
8 Koopmeiners 18 1403 2 2
22 Weah 18 889 9 4
29 Di Gregorio 1 17 1499 5 -12
7 Conceiçao 1 17 1120 6 3
21 Fagioli 17 757 16 -
16 McKennie 16 894 9 3
6 Danilo 1 16 809 14 -
51 Mbangula 14 459 18 2
26 Douglas Luiz 11 341 11 -
32 Cabal 9 618 8 -
3 Bremer 8 636 - -
11 Nico Gonzalez 8 335 3 2
1 Perin 7 570 17 -5
40 Rouhi 5 191 19 -
17 Adzic 3 49 13 -
44 Pugno 1 6 2 -
36 Anghelè 1 5 1 -
23 Pinsoglio 0 - 23 -
41 Gil Puche 0 - 2 -
43 Owusu 0 - 2 -
46 Pagnucco 0 - 2 -
38 Daffara 0 - 1 -
42 Montero A. 0 - 1 -
45 Papadopoulos 0 - 1 -
47 Rizzo 0 - 1 -
18 Arthur 0 - - -
39 Barbieri 0 - - -
46 Comenencia 0 - - -
44 Gonzalez 0 - - -
48 Hasa 0 - - -
14 Milik 0 - - -
20 Miretti 0 - - -
43 Muharemovic 0 - - -
41 Nicolussi 0 - - -
- Pogba 0 - - -
49 Sekulov 0 - - -
18 Soulé 0 - - -
33 Tiago Djalò 0 - - -
Contributo reparti in fase realizzativa
Difesa 5 - Centrocampo 11 - Attacco 21
Altre statistiche
Giocatori utilizzati 25 (almeno 1 pres.)
Giocatori in gol 11 (44,00%)
Rigori segnati 5 - Sbagliati 0 - Parati 1
Ammonizioni 43 (18 giocatori)
Espulsioni 3 (3 giocatori)
Tutte le statistiche
La Juventus dal 1900 ad oggi
Gare ufficiali   Serie A
4.586 Giocate 3.092
2.510 (54,73%) Vittorie 1.699 (54,95%)
1.177 (25,67%) Pareggi 840 (27,17%)
899 (19,60%) Sconfitte 553 (17,88%)
8.205 Fatti 5.383
4.464 Subiti 2.915
C. Europee   Era 3 pti (uff.)
514 Giocate 1.564
282 (54,86%) Vittorie 929 (59,40%)
114 (22,18%) Pareggi 374 (23,91%)
118 (22,96%) Sconfitte 261 (16,69%)
873 Fatti 2.748
472 Subiti 1.383
Tutti i numeri della Juventus
Top 10 - All Time (gare ufficiali)
Presenze Gol fatti
705 Del Piero 290 Del Piero
685 Buffon 179 Boniperti G.
561 Chiellini 178 Bettega R.
552 Scirea 171 Trezeguet
528 Furino 167 Sivori
502 Bonucci 158 Borel F.
482 Bettega R. 130 Anastasi
476 Zoff 124 Hansen J.
459 Boniperti G. 115 Baggio R.
450 Salvadore 115 Dybala
Classifiche complete
Top 10 - Rosa attuale (gare ufficiali)
Presenze Gol fatti
213 Danilo 53 Vlahovic
153 Locatelli M. 17 Milik
150 McKennie 16 McKennie
121 Vlahovic 9 Danilo
91 Bremer 8 Bremer
83 Gatti F. 8 Yildiz
75 Milik 7 Gatti F.
64 Fagioli 5 Cambiaso
63 Arthur 5 Weah
59 Cambiaso 4 Locatelli M.
Classifiche complete
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Pubblicato il 31.01.2011

Juventus - Udinese 1 - 2 - BLACK OUT!

di Antonio La Rosa
Ora è vera crisi, senza giustificazioni e senza alibi: terza sconfitta di questo gennaio 2011, su cinque gare di campionato, contro una squadra, l’Udinese, che non ha certo mostrato il gioco scintillante delle gare precedenti, ma che con il minimo indispensabile ha portato via l’intera posta.
Squadra precipitata al settimo posto, scavalcata anche dai friulani, con un solo punto di vantaggio sul Palermo, prossima avversaria, come dire, il rischio della seconda stagione consecutiva fallimentare è più che concreto, ed i proclami di inizio stagione, o della stessa conferenza – stampa di sabato (di cui parlerò in seguito), sembrano parole al vento, per non dire prese in giro verso la tifoseria.
E squadra ancora una volta maltrattata dall’arbitro, il mediocre Giannoccaro: ormai è una abitudine, forse contro i friulani si è toccata la vetta dell’ostilità verso la Juventus, ma, ammettiamolo, i gol non sono dipesi dall’arbitro, bensì dai soliti errori di squadra che ormai si ripetono puntualmente, e che sembrano uguali a quelli della scorsa stagione.
Ed ora ci sarà nuovamente da ripensare questo finale di stagione, provare (se possibile) a salvare il salvabile, che non è più il piazzamento CL, visto il passo (e gli aiuti arbitrali) delle concorrenti, specie le due del gruppo calcistico Unicredit.
Notazione cabalistica: mai la Juventus aveva perso quando ha segnato Marchisio, ed ora anche questo tabù è caduto.

La partita alla lavagna

Juventus con il solito (e stantio ormai) 4 – 4 – 2, e tutto sommato formazione non troppo rimaneggiata, linea di centrocampo quella diciamo più collaudata, con Krasic e Marchisio esterni, e Aquilani – Felipe Melo coppia centrale; difesa con Grygera (titolare ad inizio stagione) a destra e Grosso a sinistra, e in avanti Martinez di punta in coppia con Del Piero, stante la penuria di attaccanti; Udinese con un più elastico 3 – 5 – 2, Isla e Armero esterni di centrocampo, coppia d’attacco Sanchez – Di Natale: come dire un modulo dichiaratamente imperniato sulla rapidità e sui cambi di gioco sulle fasce.
Primo tempo sostanzialmente noioso, pochi lampi, anche se nella fase iniziale si nota una più ariosa manovra dei friulani, non concretizzata grazie all’attenta copertura del centrocampo alla difesa, e dall’altro lato un gioco troppo farraginoso della Juventus, che non trova sbocchi, anche per la serata no di Krasic, quasi sempre avulso dal gioco.
Il finale di tempo vede anzi la Juve più convinta ad attaccare, qualche occasione creata senza esito.
La ripresa vede invece l’Udinese prendere progressivamente le redini del gioco e macinare azioni su azioni; tuttavia a rovesciamento di fronte, è la Juventus a passare in vantaggio, grazie ad una spettacolare rovesciata di Marchisio, che riprende un pallone mal deviato da un difensore friulano.
Vantaggio che dura poco, su azione d’angolo, Di Natale, liberissimo (chi doveva chiudere su di lui?) batte a rete di prima intenzione, respinta di Buffon, corta, che finisce sui piedi di Zapata, che insacca facilmente.
Il gol gela i bianconeri di casa, e si rivede il solito gioco frenetico ma asfittico, qualche conclusione da fuori, Handanovic di fatto poco impensierito; e così nel finale, arriva il raddoppio friulano, con una azione tutta di prima e difesa bianconera praticamente ferma, cosa che consente a Sanchez di battere indisturbato da dentro l’area di rigore. Solo per statistica, le espulsioni di Bonucci e un minuto dopo, quella di Sanchez.

Pagelle:

I Promossi

I tifosi presenti allo Stadio: 8
Hanno tifato a squarciagola per quasi tutta la gara, mostrando di essere vicini ai giocatori nel loro momento difficile; hanno pure evitato di beccare quelli che in campo rendevano di meno, salvo poi unire tutti, compreso allenatore e dirigenti, in assordanti fischi alla fine. Non potevano fare diversamente, altre tifoserie avrebbero iniziato a contestare a primo passaggio sbagliato nel primo tempo, mentre con il loro comportamento hanno dato prova di essere, in questo momento, la cosa migliore che ha la Juventus, ossia una tifoseria che ama davvero quella maglia.

Se poi dobbiamo parlare dei singoli, non ritengo ci siano giocatori da promuovere, forse potremmo parlare di sufficienza sul piano dell’impegno, ma non sul piano dei risultati. Uniche eccezioni, Del Piero, ancora una volta a cercare di trascinare la squadra; Marchisio, per il gran gol realizzato; Buffon, che tutto sommato ha parato quello che poteva, e qualcosa in più in qualche circostanza; diciamo pure che lo stesso Grosso, tanto vituperato lo scorso anno, e Felipe Melo, sono stati quasi sufficienti, almeno hanno sbagliato molto meno di altri compagni.

I Rimandati

Aquilani: 5
Primo tempo tutto sommato non male, giocate sempre di prima, nel tentativo (vano) di dare velocità e verticalizzazione alla manovra. Poi nella ripresa, nuovamente, sparito dal gioco, come dire anche lui pare in fase calante.

Martinez: 5
Adattato a prima punta, ha fatto quello che poteva, ossia quasi nulla, essendo lui una punta esterna naturale, ed invero le poche cose buone mostrate sono stati gli assist in profondità per Del Piero (un paio), e qualche triangolazione sullo stretto. I maligni però dicono che almeno lui ha fatto qualcosa, a differenza di Amauri in tutte le gare in cui ha giocato …

Sotto processo

La difesa: 4
Non si possono continuare a prendere gol in maniera grottesca come ancora una volta verificatosi contro i friulani. Posto che Buffon non ha colpe specifiche, anzi, è evidente che qualcosa non funziona quantomeno sul piano della concentrazione e a questo punto mi viene in mente il fatto che il miglior Chiellini lo abbiamo visto in coppia con Legrottaglie, ossia uno che sapeva ben dirigere i tempi della retroguardia. Bonucci ha sbagliato il movimento nel primo gol, tenendo in gioco Zapata, Chiellini si è fatto trovare fuori posizione sul secondo, come dire, c’è sempre qualcuno dei due centrali che sbaglia qualcosa. Per non tacere delle difficoltà di Grygera sulla fascia (ma Sorensen già accantonato?)

Del Neri: 4
Guardate bene la formazione scesa in campo: eccettuato Martinez, schierato prima punta, per 10/11 è la formazione diciamo “titolare” di questa stagione, tenuto conto che De Ceglie è fermo da ottobre e Grosso va considerato per adesso titolare, non fosse altro perché quest’anno sta garantendo un rendimento decente. Ed allora come è possibile che la Juventus titolare, con la difesa tipo, il migliore portiere del mondo e il centrocampo più efficiente vistosi in stagione, possa mostrarsi così vulnerabile? Come è possibile che, passata in vantaggio, nel momento di maggiore intensità degli attacchi friulani, non riesca ancora una volta a tenere il vantaggio? Ormai questi possono ritenersi difetti cronici della squadra, non situazioni occasionali, e quando un difetto diventa cronico, non può non attribuirsene la responsabilità, in qualche modo, all’allenatore. Giustificazione a fine gara: pochi uomini a disposizione, poca possibilità di turn over, e dunque giocatori affaticati.
Sarà.
Certo è che potevano trovare spazio fin dal primo minuto Sissoko (e magari cambiare in corsa se non rendeva), lo stesso Legrottaglie, almeno per una ultima gara in bianconero (e se lo vuole il Milan probabilmente non lo si riterrà finito), quel Sorensen che mi pare frettolosamente accantonato dopo una prova deludente (senza tenersi conto che ha solo 18 anni). Come pure si poteva iniziare con Krasic in panchina e Martinez esterno, provando un giovane Primavera in attacco. Insomma soluzioni alternative ce ne erano per un turn over ad inizio gara, da poter cambiare in corsa. E soprattutto: ma questo 4 – 4 – 2 è un credo assoluto o è possibile vedere qualcosa di diverso?

L’arbitro Giannoccaro: 2
Anche stavolta non si può dire che si sia perduto per l’arbitro, ma è evidente che anche stavolta non può rimanere sotto silenzio una direzione di gara inquietante ed infame.
Se commentatori antijuventini come Bergomi e Costacurta, dicono certe cose, è evidente che stavolta si è oltrepassato il limite: due fallacci su Krasic (il secondo potremmo ritenerlo su chiara occasione da rete, se passava era solo dentro l’area di rigore), zero calci di punizione e zero cartellini a Domizzi; l’ennesimo rigore netto negato ai bianconeri, e una lunga serie di fischi incomprensibili, entrate rugbystiche dei friulani perdonate, norma del vantaggio non applicata quando la Juve poteva beneficiarne.
Come dire: avremmo certamente perduto, ma date alla Juve quel rigore sullo 0 – 0, e magari cambiava l’equilibrio della gara, oppure cacciate Domizzi e vediamo se l’Udinese in inferiorità numerica avrebbe avuto la forza di vincere.
A conferma del fatto che ormai la società in Federazione non conta nulla, e soprattutto la lobby di potere che comanda oggi nel calcio vuole in questo modo punire chi ha voluto riaprire la vicenda calciopoli: forse non ce ne sarebbe bisogno, visto il rendimento attuale dei bianconeri, ma è indubbio che da Juventus – Roma in avanti, gli arbitraggi sono stati un continuo calvario per i bianconeri, e questo calvario va fermato prima che sia troppo tardi.
Ultimora: a Palermo arbitrerà Morganti, ed ho detto tutto!

La sentenza

Chi in passato ha avuto la pazienza di leggermi, sa che io sostengo l’esistenza di un “dio del calcio”, entità superiore che provvede a mettere ogni cosa a suo posto nel calcio, e a fare giustizia quando il corso degli eventi potrebbe prendere pieghe negative e sfavorevoli verso chi merita, o favorevoli verso chi non merita.
Orbene, questo “dio del calcio” da due stagione sembra avere preso di mira la Juventus, più che come squadra, direi come società e soprattutto come proprietà, e a ben vedere avrebbe le sue buone ragioni, ne spiego il perché.
Fateci caso: da due stagioni, quando sembra che finalmente sia tornata la Juventus di sempre, puntualmente si manifesta una sorta di black out, che ne ridimensiona risultati e obiettivi stagionali.
Lo scorso anno, dopo la vittoria in casa contro l’Inter, la Juventus, seconda a tre punti dalla vetta, sembrava lanciata per il passaggio del turno in CL, le bastava un pareggio interno contro il Bayern, e veniva ritenuta principale alternativa ai nerazzurri per la lotta scudetto; dopo quella vittoria entusiasmante, crollo in casa contro il Bayern, doppia sconfitta di fila a Bari e in casa contro il Catania, e, alla ripresa post natalizia, tre sconfitte di fila, contro Milan, Chievo e Roma, che posero fine all’esperienza di Ferrara sulla panchina bianconera, unitamente alla eliminazione dalla Coppa Italia contro l’Inter.
Quest’anno, al 90’ della gara contro il Chievo, la Juventus aveva raggiunto il secondo posto in classifica, sembrava lanciatissima verso la vetta della classifica; poi il gol di Pellissier è stato l’inizio di un black out che ha totalmente modificato l’andamento stagionale: infortunio di Quagliarella, Melo, inappuntabile fino a quel momento, dà di testa contro il Parma e squadra che subisce una disfatta epica in casa, quindi ennesima disfatta a Napoli, successivamente si rischia in casa pure con il Bari fanalino di coda, pareggio incolore a Genova e ora nuova sconfitta, preceduta dalla eliminazione dalla Coppa Italia giovedì scorso.
Per cui la squadra si trova al settimo posto, a tre punti dalla coppia Inter – Roma (entrambe con una gara in meno ma con molti santi in paradiso della FEDERCALCIO), superata dalla stessa Udinese e un solo punto sopra il Palermo, prossimo avversario.
Rovescio della medaglia: quando la Juventus è tornata dalla B, nonostante due annate di mercato inconsistente (praticamente nessuno dei giocatori acquistati nel 2007 e nel 2008, eccettuati in parte Iaquinta e Sissoko, ha avuto veramente modo di lasciare ricordi indelebili in bianconero), con la squadra rimaneggiata ma ancora erede degli anni della cosiddetta “calciopoli”, Buffon, Chiellini, Camoranesi, Nedved, Del Piero, Trezeguet, con l’aggiunta di Marchionni e Zanetti (presi ancora dalla vecchia dirigenza), ha immediatamente riconquistato l’Europa che conta, la CL, con un terzo posto al primo anno (Del Piero capocannoniere, seguito da Trezeguet) e parecchie recriminazioni per arbitraggi nefasti in momenti decisivi della stagione, a Napoli e Reggio Calabria soprattutto, e addirittura un secondo posto il secondo anno, conquistato in maniera rocambolesca.
Orbene, provate a ripensare quella Juve, guidata da uno come Ranieri (allenatore modesto, anche se oggi ben adulato dalla stampa, essendo alla guida di Unicredit Roma), e con l’organico del 2006, dunque Ibrahimovic, Vieira, Zambrotta, Cannavaro, Mutu e così via: mi pare chiaro che, con ogni probabilità, non ci sarebbe stata storia alcuna in campionato, considerando la forza di squadre come Milan, Roma, e la stessa Inter senza i due ex juventini.
Cosa intendo dire?
Semplice, che la proprietà aveva in mano una fortissima macchina da guerra, che poteva dominare il calcio italiano e dire la sua in Europa, per almeno un quinquennio, e l’ha svenduta, distruggendola, sull’altare di uno scandalo burla, orchestrato nei palazzi della finanza, in concertazione con altri palazzi della politica, e portata avanti da un Palazzi procuratore federale a comando di Guido Rossi.
Non avere difeso quella squadra ed il nome della Juventus (a prescindere da chi la dirigeva all’epoca, ossia la Triade), l’avere distrutto un potenziale notevole nel panorama calcistico italiano ed internazionale, o quantomeno non impedito la distruzione di quel potenziale calcistico, probabilmente agli occhi di questo “dio del calcio” apparirà come un peccato mortale imperdonabile: e dunque, quando è comincia ad emergere una Juventus non più considerabile vera erede di quella passata, sono iniziati gli infortuni in serie e le contrarietà a ripetizione, tali da ridimensionarla a squadra provinciale che lotta, al limite per un piazzamento nell’Europa di ripiego, e che non appare appetibile neppure a giocatori che un tempo ci sarebbero venuti anche a costo di percorrere a piedi scalzi migliaia di chilometri.
Insomma, questa proprietà non merita affatto che la Juventus ritorni in auge, ritorni leader del calcio italiano come lo è stata per oltre un secolo, e non lo merita perché a suo tempo ha consentito l’affermarsi di nuovi poteri forti che oggi comandano nel calcio con metodi aberranti, ma ben coperti da media oliati a dovere.
E non lo merita perché quando si ha il meglio e lo si distrugge per situazioni oscure e per questioni che nulla hanno a che fare con lo sport e con il calcio, non si può successivamente pensare di rientrarsi in quel mondo dove si aveva il meglio, e pensare di poter recuperare quei valori e quel posto che si occupava in precedenza.
Come dire, ritengo, ora più che mai, esaurita la storia famiglia Agnelli – Juventus, o se preferite FIAT (IFI o EXOR) – Juventus, che ebbe inizio nel 1923 e che ha fatto grande la squadra a strisce bianconere.
E lo ritengo perché da due anni a questa parte, non riesco a trovare più logiche, strategie a medio e lungo termine, progetti seri e competitivi per riportare la Juventus nel posto che le compete, ma soprattutto non vedo la reale volontà di ridare alla Juve quel ruolo.
Per cui, a prescindere da valutazioni sul rendimento e sulla qualità dell’organico, su meriti o limiti della guida tecnica, ritengo che il vero problema di questa Juve sia proprio al vertice, intentendosi proprietà e dirigenza.
Del resto, come ben diceva il compianto Avvocato Agnelli, quando si perde, la responsabilità principale è della società, poi dell’allenatore, infine dei giocatori.
Quindi se la Juventus è settima in questo momento, e vede allontanarsi le prospettive non di scudetto, ma di quarto posto, obiettivo minimo stagionale, non possiamo certo prendercela con Martinez che è costretto a giocare da prima punta, o con Aquilani che ha una fase di calo, come pure Krasic, o con Felipe Melo che gioca febbricitante.
Ma bensì con chi ha programmato una stagione che non può che darci, salvo recuperi auspicabili, ma molto difficili, un piazzamento non superiore al quinto – sesto posto.
Palermo e Udinese permettendo.

Le mie postille:

1 – “Pazzini? Costava troppo …”
Caro Andrea Agnelli,
mi rivolgo a Te, tanto atteso alla presidenza della nostra amata Juventus, perché come tanti sono rimasto fortemente deluso dalla conferenza stampa di sabato scorso, nella quale hai fatto il punto della situazione, unitamente a Marotta.
Noi juventini aspettavamo finalmente un vero presidente, appassionato e competente, alla guida della società, dopo anni di amministratori più o meno validi, ma più che altro burocrati dell’amministrazione che veri dirigenti sportivi.
E tutto sommato, abbiamo anche accettato di buon grado lo stravolgimento societario ed il mercato estivo, nella speranza che comunque fosse l’alba di un nuovo giorno.
Per questo nuovo corso, è stato sacrificato un pezzo importante nella storia bianconera, Roberto Bettega, che comunque un suo progetto valido aveva iniziato a costruirlo: riscatto di Caceres e Candreva, arrivo di Benitez alla guida della squadra, accordo di fatto con il Palermo, a 28 milioni di euro, per il passaggio di Cavani e Kjaer in bianconero, come dire, linea verde, ma di qualità e gente con fame di affermarsi.
Si è deciso di dare un radicale taglio con il passato, e dunque anche con le operazioni che aveva preparato Bettega (ed oggi a vedere la stagione di Cavani ci sarebbe da mordersi le mani …), si è puntato ad un assetto diverso, con l’arrivo di Marotta e Del Neri, e acquisti di altro genere, per far ripartire la squadra dopo una stagione disastrosa.
Intendiamoci, nessuno di noi si aspettava ad inizio anno lo scudetto, ma quantomeno una stagione “da Juve”, dunque lotta al vertice, presenza qualificante in Europa League, Coppa Italia; ma con il passare del tempo, questi obiettivi sono sfumati o si stanno progressivamente ridimensionando.
Per questo la tua conferenza stampa era molto attesa, e per questo è stata una vera delusione, essendomi apparsa (ma non solo a me), un mettere le mani avanti e cercare alibi al fatto che la proprietà tenga la borsa saldamente chiusa verso la Juve, ma molto aperta verso la Ferrari e addirittura verso il … cricket!
Perché francamente non riesco a capire come si possa ancora “differire” il progetto di una grande Juve, dicendo che sarà l’obiettivo della prossima stagione, quando questa è ancora in corso e minaccia di diventare fallimentare come o più di quella passata.
Il prossimo anno sarà quello del nuovo stadio, e a questo appuntamento ci dovrebbe arrivare una Juve già in condizione di competere ai massimi livelli, e dunque una Juve nell’Europa che conta, se non può essere già scudettata o con la coccarda della Coppa Italia, non una Juve al massimo in Europa League, e dunque da riprogrammare e ricostruire nel mercato estivo, dato che di ciò si tratterà, visto che gran parte degli acquisti di quest’anno sono prestiti con diritto di riscatto, e dunque se non verrà esercitato il riscatto, occorrerà cercare nuovi giocatori senza avere gente da poter vendere per fare cassa.
Ma questo è un aspetto della situazione; la vera cosa deprimente è stato dover prendere atto che, mentre la squadra è in difficoltà, e rischia di non raggiungere nessuno degli obiettivi minimi stagionali, per infortuni vari e limiti di organico, la proprietà e la dirigenza non hanno intenzione alcuna di aumentare il budget per tappare le falle apertesi e quindi provare a porre rimedio ai problemi sorti in questa fase, ossia gli infortuni in serie degli attaccanti.
E così, mentre altrove si prendono Cassano e Van Bommel, o Pazzini, alla Juve arriva dapprima Toni, altra operazione a costo zero e a risultati negativi, visto l’infortunio iniziale, e Barzagli, difensore centrale, quando occorreva almeno un esterno destro affidabile in difesa.
Fastidiosa è stata poi la spiegazione del mancato arrivo di Pazzini: “costava troppo”.
COSTAVA TROPPO 12 MILIONI DI EURO E UN GIOCATORE IN CAMBIO?
Proprio in questi minuti si ha notizia dell’arrivo in bianconero (buona notizia, speriamo che ripaghi sul campo) di Matri, con la solita operazione del prestito, con diritto di riscatto fissato a 15,5 milioni di euro, e la cessione definitiva della metà di Ariaudo, dunque 1,5 milioni di euro.
Non mi pare ci sia questa differenza di prezzo, semmai la tardività di una operazione fatta dopo Juve – Udinese, e la mancanza di un attaccante si è sentita, eccome si è sentita.
Ma non è questo il punto.
UNA GRANDE SQUADRA SE VUOLE PAZZINI, LO PRENDE, PUNTO!
UNA GRANDE SQUADRA SE HA OBIETTIVI DI MERCATO, LI CONSEGUE, E NON E’ COSTRETTA A MENDICARE QUALCHE PRESTITO DELL’ULTIMO MOMENTO O QUALCHE OPERAZIONE DICIAMO DA SALDI FALLIMENTARI DI FINE STAGIONE!
Sono queste le basi per ricostruire la Juventus degli Agnelli, Edoardo prima, Gianni e Umberto poi, che hanno dato tanto lustro ai colori bianconeri oggi mortificati?
Se aggiungiamo l’ostilità accentuata da parte dei media verso i colori bianconeri, o l’ostilità del Palazzo del calcio (leggasi arbitraggi, decisioni del giudice sportivo, doppiopesismo a senso unico a danno dei colori bianconeri), ed al contempo un atteggiamento quasi rassegnato che traspariva in sede di conferenza stampa, mi pare che quell’orgoglio di essere alla guida della società bianconera, e soprattutto quel desiderio di rivincita, sembra stia passando in secondo piano, e in questo modo si stia ritornando all’atteggiamento anonimo e remissivo del passato.
E, dunque, il dubbio che la vera “calciopoli” non sia stata solo la condanna dell’estate 2006, ma l’obbligo di mantenere la Juventus a livelli di scarsa competitività, per non turbare chi oggi comanda nel calcio.
E’ un dubbio, per carità, ma dopo cinque anni di attesa, i tifosi bianconeri cominciano a perdere la pazienza, quella tanta pazienza che finora hanno avuto, e di cui hanno dato prova anche domenica sera contro l’Udinese.
Mi fermo qui, avrei altro da dire, ma penso che possa bastare solo un appello finale: O CI RIDAI LA VERA JUVE, O SE NON HAI LA FORZA DI IMPORRE ALLA FAMIGLIA E ALLA PROPRIETA’ UNA VERA ATTENZIONE PER LE SORTI DEI COLORI BIANCONERI, PASSA MANO E FAI IN MODO CHE QUESTA SOCIETA’ VENGA RILEVATA DA CHI AMA DAVVERO I COLORI BIANCONERI.



E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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