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La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
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Vittorie |
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114 (22,18%) |
Pareggi |
374 (23,91%) |
118 (22,96%) |
Sconfitte |
261 (16,69%) |
873 |
Fatti |
2.748 |
472 |
Subiti |
1.383 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 20.12.2010
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Chievo - Juventus 1 - 1 - NON SOLO BERGONZI ...
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di Antonio La Rosa
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Questa volta il recupero non ha portato bene alla Juventus, che vede sfumare la vittoria e la possibilità di accorciare sensibilmente la distanza dalla vetta, nell’unico vero momento di sbandata collettiva, quando probabilmente i giocatori erano letteralmente sfiniti. Un pareggio che ci poteva anche stare, tenuto conto del rendimento ultimo dei clivensi, ma che lascia l’amaro in bocca per come è maturato, e soprattutto per COME è stato preparato durante la gara. Mi riferisco alla direzione di gara del famigerato Bergonzi, anche se non si può addebitare solo a lui e alle sue decisioni discutibili l’esito finale, ma di questo dirò oltre. Certo è che questa gara conferma ancora che alla Juventus manca qualcosa per poter compiere il salto di qualità, compreso il fatto che qualche rinforzo, stando così le cose, potrebbe essere fondamentale per il prosieguo.
La partita alla lavagna
Juventus ancora una volta in formazione d’emergenza a centrocampo, con il baby Giandonato centrale in coppia con Aquilani, non al meglio della condizione; linea difensiva confermata e tandem d’attacco Iaquinta – Quagliarella; Chievo con centrocampo a 3 e trequartista Constant a supporto delle punte Pellissier e Moscardelli (uno che ha avuto la sfortuna di arrivare tardi in A, si sarebbe fatto la fama dell’Inzaghi dei poveri, sempre a cadere a minimo soffio, senza avere il fiuto del gol di Pippo). Gara fin dall’inizio condizionata dal campo decisamente irregolare, anche se in condizioni leggermente migliori rispetto alla gara disputata dai clivensi contro la Roma, ma si notava immediatamente che era difficile il gioco rasoterra, o di velocità, e dunque inizio con fraseggi e palle lunghe da entrambe le parti ma senza azioni di rilievo. L’equilibrio potrebbe rompersi con l’episodio del rigore, uno di quelli che viene fischiato solo in Italia e solo quando qualche arbitro deve fare da protagonista contro la Juve, ma ricordandoci di quelli che a suo tempo ci diede contro a Napoli, questo bene o male ci poteva stare, potendosi ritenere danno procurato all’avversario, proprio quel Moscardelli che aspettava solo uno sfioramento per svenire in area di rigore; per fortuna Storari rimediava sul tiro di Marcolini. Da quel momento la gara prendeva una fisionomia diversa, attacchi più convinti della Juventus, palo colpito da Sorensen, e sul susseguente angolo gol capolavoro di Quagliarella. Nella ripresa, l’altro episodio chiave, l’espulsione di Giandonato, per un fallo che solo Bergonzi poteva considerare impeditivo di chiara occasione da rete, e Juve in 10. Tuttavia la squadra, rischiando pochissimo, trova il modo per costruire almeno due clamorose occasioni da gol, ma Iaquinta prima e Krasic poi, dopo una spettacolare galoppata di 80 metri, non riescono a concretizzare. Quindi il finale beffa, prodotto da tre errori in serie, dapprima Salihamidzic che gestisce male palla consegnandola agli avversari, poi Bonucci che appoggia debolmente a Storari, costringendolo ad un rinvio di piede precipitoso, infine tutta la difesa, e non il solo Sorensen, piazzata male, al punto da lasciare un vistoso buco centrale a Pellissier.
Pagelle:
I Promossi Sul piano dell’impegno e della concentrazione, nulla da rimproverare anzi la squadra va elogiata in blocco; ma indubbiamente alcuni hanno più di altri “caratterizzato” la gara della Juventus.
Storari: 7 La parata sul calcio di rigore è stata fondamentale, perché avere evitato il vantaggio dei padroni di casa, su quel campo e con una formazione “leggera”, ha di fatto dato la carica alla squadra. Per il resto sicuro nelle uscite, una parata non agevole su Pellissier, nel finale di gara e nulla da fare sul gol. Conferma insomma di essere in ottima forma, di essere portiere che dà ampie garanzie alla squadra, e semmai c’è solo da capire come mai non abbia avuto una carriera di primo piano, tenuto conto di tanti altri che invero hanno avuto onori di cronaca non corrispondenti al valore. A conferma della miopia di tanti nostri osservatori, Storari a Messina fu il principale protagonista di una promozione in A e di una salvezza comoda, ma c’è voluto Marotta con Del Neri per accorgersene anni dopo.
Aquilani: 6,5 Giocare su quel campo e con qualche acciacco non smaltito, e fare comunque bene quando in possesso di palla, è credo una nota di merito, di un giocatore che si sta sempre di più rivelando il fulcro del gioco bianconero.
Krasic: 6,5 Se avesse segnato il gol dopo quella spettacolare galoppata di 80 metri, probabilmente sarebbe venuto giù lo stadio, purtroppo il suo tiro, da posizione defilata ha scheggiato l’incrocio dei pali, e probabilmente non poteva fare di più, tirando in corsa. Suo anche un assist al bacio per Iaquinta, dopo una delle sue solite azioni.
Quagliarella – 6,5 Il gol spettacolare è da solo sufficiente per dare un giudizio più che positivo alla sua prestazione.
Per il resto direi più che sufficiente Grosso, altro giocatore recuperato al progetto, e, fino all’episodio finale, anche Sorensen era stato protagonista di una prestazione eccellente, però nel finale è emersa un po’ di inesperienza, non avendo chiuso tempestivamente la diagonale difensiva, come pure non mi sento di condannare Chiellini, per il rigore procurato, e comunque per tutta la gara ha combattuto da par suo..
Da rivedere
Iaquinta: 5,5 Il gol, questa chimera. Lotta, si impegna, da tutto, ma ormai sembra quasi avere dimenticato come si segna, l’occasione da lui avuta era davvero stupenda e sprecata malamente. E non è la prima volta.
Bonucci: 5,5 Partita buona fino all’episodio decisivo, nel quale a mio giudizio ha sbagliato due volte: intanto a disimpegnare in modo superficiale su Storari, quando avrebbe dovuto tenere palla e semmai rilanciarla lunga lui; e poi a stringere troppo a centro, quando c’era già Chiellini piazzato, aprendo di fatto un vistoso buco a centro dell’area di rigore.
Giandonato: 5 Il suo non era fallo da espulsione, checché se ne voglia dire, quella non era chiara occasione da rete, visto che il giocatore avversario non era ancora in possesso di palla e anziché convergere al centro, andava a defilarsi; detto ciò, la trattenuta mi è sembrata molto ingenua, direi da giocatore spaventato e così plateale da consentire ad un arbitro prevenuto di poter. Per il resto non aveva demeritato, ma è più alternativa ad Aquilani, che non a Felipe Melo, come dire più portato alla regia o comunque al possesso palla che all’interdizione.
Sotto processo
Bergonzi Arieccolo! Tre anni addietro fu il protagonista di Napoli, gara nella quale inventò letteralmente due rigori a favore dei partenopei, così scandalosi che per tutto questo tempo non era più stato inviato a guidare i bianconeri; poi quest’anno è tornato nuovamente a dirigere la Juventus, ad Udine non ebbe neppure modo e tempo per fare danni, a Verona c’è in buona parte riuscito. Tralascio l’episodio del rigore, ripeto, ci poteva stare, soprattutto ricordando quelli di Napoli, quello che ha davvero irritato è stato il diverso metro di misura applicato nelle sue decisioni, l’espulsione di Giandonato è grottesca, specie se paragonata alla mancata espulsione di Mantovani, e a tante mancate ammonizioni verso i clivensi. Diciamo arbitraggio in linea con il corso attuale, ossia nel dubbio o comunque quando si può fischiare a danno dei bianconeri, lo si fa senza alcun indugio o remora.
La sentenza
Bergonzi a parte, mi pare che anche a Verona si sia ripetuto il clichè abituale di questo scorcio di stagione, ossia Juventus tutto sommato compatta e convincente ma che pecca di cinismo, e dunque non chiude le partite quando potrebbe e dovrebbe. Invero la squadra è stata quasi impeccabile in inferiorità numerica, ha rischiato pochissimo ed ha trovato anche le occasioni per chiudere la gara, non l’ha fatto, nel finale, con la stanchezza incombente, ha rischiato più volte il pareggio, che si è materializzato proprio nel recupero, e guardacaso, con una sequela di piccoli errori in serie. Insomma, come se il famoso “dio del calcio” volesse punire questa mancanza di cinismo dei bianconeri, ed invero è l’ennesima volta che la squadra viene rimontata. Cosa che può accadere una volta, due, ma non sistematicamente, diventando questo segno chiaro di un limite che rischia di diventare cronico. Certo, attenuanti ce ne sono, per la gara contro il Chievo, squadra fortemente in emergenza, due primavera schierati titolari, una panchina con una sola punta, il primavera Giannetti, e senza un centrale di centrocampo di ruolo: per certi aspetti, il fare risultato in situazioni del genere, su un campo nel quale l’Inter è stata sconfitta e la Roma rimontata da un doppio vantaggio, potrebbe apparire come aspetto positivo e incoraggiante. Mentre invece è ragione di maggiore amarezza, dato che una vittoria in queste condizioni vale doppio, e, specialmente in questa fase della stagione, nella quale le rivali balbettano: Milan sconfitto in casa, Napoli che ancora una volta vince nel recupero (e prima o poi questa fortuna finirà), ma che non ha passo spedito, Lazio che vince ma con scricchiolii di spogliatoio che cominciano ad emergere, Inter che deve recuperare due gare e non è detto che le vinca entrambe; Roma che è in ripresa ma conoscendo Ranieri, questo è il periodo migliore delle sue squadre, che puntualmente scoppiano in primavera. Forse la vittoria avrebbe potuto illudere, questa squadra sta andando meglio delle aspettative ma non è ancora squadra da scudetto, molto per quel limite di mentalità sopra indicato, ma anche perché l’organico non sembra completo. Diciamo che l’attacco potrebbe essere completo con Amauri nelle condizioni di due anni addietro, prima stagione bianconera, o con Martinez ripresosi dall’infortunio, giocatore che può anche fare la punta in un tridente, o la seconda punta con una prima punta centrale di un certo tipo; ma in questo momento è palese il limite in fase offensiva, la Juventus può anche essere la squadra che ha segnato di più, ma non ha segnato nei momenti in cui occorreva, per dirla tutta, contro Bologna, Brescia, Fiorentina, Roma e Chievo, gare nelle quali almeno due vittorie potevano uscirne fuori, ed oggi saremmo ad un solo punto dai rossoneri. Marotta ha detto che si opererà nel mercato di gennaio, e penso sia una necessità, occorre almeno un puntello per ogni reparto, in attesa del recupero di tutti gli infortunati, ma soprattutto in attacco qualcuno che sia più concreto di Iaquinta e incisivo di Amauri. In questo modo, questa Juve potrebbe dire davvero la sua in ottica scudetto. E per quest’anno abbiamo chiuso, adesso la pausa natalizia, e colgo l’occasione di formulare gli auguri di buone festività a tutti i lettori del sito.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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