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La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.586 |
Giocate |
3.092 |
2.510 (54,73%) |
Vittorie |
1.699 (54,95%) |
1.177 (25,67%) |
Pareggi |
840 (27,17%) |
899 (19,60%) |
Sconfitte |
553 (17,88%) |
8.205 |
Fatti |
5.383 |
4.464 |
Subiti |
2.915 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
514 |
Giocate |
1.564 |
282 (54,86%) |
Vittorie |
929 (59,40%) |
114 (22,18%) |
Pareggi |
374 (23,91%) |
118 (22,96%) |
Sconfitte |
261 (16,69%) |
873 |
Fatti |
2.748 |
472 |
Subiti |
1.383 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 28.11.2010
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Juventus - Fiorentina 1 - 1 - OCCASIONE SPRECATA!
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di Antonio La Rosa
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La Juventus ha perso l’occasione di avvicinarsi alla vetta della classifica, non andando oltre il pareggio contro la Fiorentina, pur avendo quasi costantemente mantenuto l’iniziativa. Pareggio peraltro maturato solo nel finale, che evita una beffa, quale sarebbe stata una sconfitta contro una squadra che ha effettuato il primo vero tiro in porta solo al 50’ della ripresa, calcio piazzato di D’Agostino, ed avendo trovato il vantaggio casualmente per una improvvida deviazione di Motta su un innocuo traversone in area di Vargas. Intendiamoci la squadra ha fatto tutto quello che poteva, soprattutto nella ripresa, addirittura con un pizzico di maggior fortuna poteva anche raggiungere il bottino pieno, e dunque nulla da rimproverare sul piano dell’impegno profuso. Ma è innegabile che gare come queste vanno vinte a prescindere, tenuto conto che la Fiorentina vistasi ieri all’Olimpico è forse nella sua edizione peggiore da alcuni anni a questa parte, squadra che ha organizzato un gigantesco catenaccio, sperando in qualche contropiede, e un solo vero tiro in porta a tempo praticamente scaduto dice tutto sulla condotta ampiamente rinunciataria dei viola.
La partita alla lavagna
Formazione praticamente “tipo”, quella bianconera, con Motta esterno destro, Grosso riconfermato a sinistra, solita linea di centrocampo e in avanti la coppia Del Piero – Quagliarella; Fiorentina con un modulo teoricamente 4 – 2 – 3 – 1, ma in realtà centrocampo a 5, due veri esterni di ruolo, Santana e Vargas, e Gilardino unica punta. Modulo che fa capire le intenzioni degli ospiti fin dall’inizio, raddoppiare costantemente sulla fascia sinistra loro, con l’asse Pasqual – Vargas (che ricordo, a Catania giocava da difensore sinistro e non da centrocampista), per chiudere al meglio su Krasic, e tre centrali di centrocampo, di cui almeno due dediti ad ingabbiare Aquilani, come dire chiudere ogni fonte di gioco juventino, e la cosa è stata pure agevolata dal casuale vantaggio iniziale, tanto che nel primo temo i bianconeri combinano poco, pur pressando molto, rendendosi pericolosi con una punizione di Del Piero, parata con difficoltà da Boruc, e con due conclusioni di Marchisio, la prima più telefonata, la seconda fuori di pochissimo, al termine dell’unica bella azione bianconera del primo tempo, lancio calibrato di Aquilani per Del Piero, controllo di classe del capitano, bel dribbling e servizio al centro per il nostro centrocampista. Le cose vanno meglio nella ripresa, il doppio cambio Pepe – Aquilani e Iaquinta – Del Piero, consente ai bianconeri di avere due veri esterni, in modo da poter meglio aggirare l’ottimo dispositivo centrale viola, ed invero le occasioni da rete cominciano a fioccare, Iaquinta ha la palla buona a tu per tu con Boruc, ma si fa ribattere il tiro, successivamente è Chiellini a tirare angolato, ma ancora Boruc si supera. Insomma gol nell’aria, che però arriva su calcio di punizione, Pepe sorprende il portiere viola da posizione defilata, anche perché un po’ tutti si aspettavano il cross in area. Il finale è ancor più forsennato, un’altra punizione di Pepe dalla stessa posizione, ma stavolta respinta dal portiere ospite, una traversa colpita di testa da Iaquinta. E a tempo quasi scaduto, una punizione di D’Agostino che costringe Storari all’unica vera parata della gara.
Pagelle:
I Promossi
Pepe: 7 Non ha solo il merito del gol del pareggio, ma anche di avere dato vivacità alla manovra, con i suoi inserimenti per vie esterne, riuscendo spesso a creare superiorità numerica in avanti. E nel finale pure schierato da difensore destro ha dato il suo valido apporto. Come dire, un giocatore che era ritenuto quasi un oggetto misterioso della campagna acquisti estiva, grazie alle sue prestazioni contro Roma e Fiorentina ha dimostrato che nella Juventus può recitare la sua parte.
Felipe Melo: 7 Un sacco di palloni recuperati e gestiti con diligenza, e nella ripresa spesso in proiezione offensiva, alla ricerca della percussione giusta, e da una delle quali è scaturita l’occasione da rete di Chiellini.
Marchisio: 6,5 Nel primo tempo è stato di fatto il più pericoloso attaccante, due volte alla conclusione, e nella seconda il gol sembrava fatto. Nella ripresa tornato centrale, ha giocato più in copertura, con buoni risultati.
Per il resto direi quasi senza voto la coppia centrale difensiva (con buona pace di Sconcerti, che si è meritato in tal modo la piccata e ironica replica di Bonucci a Sky), ancora sufficiente ampiamente Grosso, pur se non al livello di qualche gara precedente, e lo stesso Del Piero, che, quelle poche volte in cui ha avuto palloni giocabili, è riuscito a dare qualità alla squadra, mentre Krasic ha avuto poche possibilità di mettersi in luce. Direi infine sufficiente pure Iaquinta, ma siamo alla seconda occasione da gol gigantesta fallita, dopo quella contro la Roma.
I rimandati
Del Neri: 5,5 Va bene che la squadra è ancora in emergenza, va bene che alla squadra ha dato un gioco e soprattutto carattere da vendere, ma adesso credo sia arrivato anche il momento di dare quel qualcosa in più, che trasforma una ottima squadra in grande squadra vincente, e che consente di qualificare un bravo allenatore in grande allenatore. Perché è questo il problema della Juventus di Del Neri, ha già compiuto gran parte del percorso, ma non si vede l’ultimo gradino, ossia il cinismo e la cattiveria che consentono ad una squadra forte di conseguire il risultato anche nelle giornate non proprio brillanti. Tatticamente Mihajlovic ha saputo neutralizzare le fonti di gioco bianconero, e probabilmente Aquilani non era in condizioni fisiche perfette, ma qui è emersa la lacuna attuale della squadra, che risulta prevedibile e che non sembra saper cambiare passo o peggio si fa assalire dalla frenesia quando va in svantaggio, perdendo di lucidità. Diciamo che una mossa poteva essere compiuta fin dall’inizio, tenuto conto che Krasic da un lato veniva supportato poco da Motta, e dal canto suo non dava molto supporto in copertura, cosa che ha consentito a Vargas di poter essere l’uomo più pericoloso dei viola, e mi riferisco all’inversione degli esterni, probabilmente il serbo avrebbe avuto più spazio e Marchisio avrebbe potuto assicurare maggiore copertura. Sui cambi poco da dire, anzi la squadra meglio ridisegnata in avanti, con una punta di maggiore peso e due esterni veri di ruolo, ha certamente giocato molto meglio, anche se spesso con il braccino corto.
Aquilani: 5,5 Dopo una lunga serie di prestazioni di alto livello, doveva pur arrivare la serata di parziale abulia, anche se qualche invenzione di pregio l’ha pure sciorinata. Però poco presente nella manovra, spesso giocate in orizzontale o verticalizzazioni troppo affrettate.
Quagliarella: 5,5 Ha girato spesso a vuoto, sempre troppo isolato quando ha giostrato da attaccante centrale, come poco servito quando si defilava. E nessuna conclusione a rete degna di nota.
Sotto processo.
Motta: 4 Parlare male di lui sta quasi diventando come sparare sulla Croce Rossa, ma è purtroppo la realtà negativa stagionale, e non a caso era stato soppiantato da Grygera, prima che il ceco si infortunasse. Magari si sarà demoralizzato per l’autogol iniziale, ma sono queste le situazioni in cui un giocatore deve mostrare carattere e attributi, reagire, mentre il nostro esterno è stato decisamente l’uomo in meno, fuori posizione spesso, inconcludente quando c’era da chiudere o anticipare gli avversari, e meno male che la Fiorentina ha attaccato poco nel complesso.
La sentenza
Il pareggio contro i viola conferma il livello della Juventus di questa stagione, squadra compatta, arcigna, generosa sul piano dell’impegno, ma non ancora grande squadra, e chi ricorderà il commento alla gara precedente a Marassi, non potrà non aver notato che anche stavolta è stato un problema di mancanza di cinismo e di mentalità, e come la volta scorsa (ma non solo, anche in gare precedenti), queste carenze si erano rivelate nel non avere chiuso definitivamente la gara e di avere rischiato anche troppo nel finale di gara, così stavolta queste carenze si sono manifestate nella incapacità di riprendere il risultato nonostante l’atteggiamento quasi rinunciatario degli avversari. Vero, si è praticamente giocato ad una porta, la Fiorentina ha superato poche volte la metà campo, e soprattutto nella ripresa ha giocato solo a presidiare la propria area di rigore, ma ammettiamo pure che nel primo tempo i bianconeri hanno creato pericolo solo nel finale di tempo, una punizione di Del Piero, e una successiva azione chiusa da Marchisio fuori di poco, insomma tanto fumo ma niente arrosto e molta inconcludenza. Cose andate meglio nella ripresa, con la squadra ridisegnata, e probabilmente i viola sono andati più in difficoltà perché non avevano più il riferimento Aquilani fonte di gioco, e dovevano affrontare due veri esterni di centrocampo, e proprio dal nostro lato sinistro d’attacco sono venute le cose migliori, cosa che probabilmente si poteva anche manifestare nel primo tempo, se fossero stati invertiti gli esterni. C’è anche da dire che la coppia Del Piero – Quagliarella è efficace quando è possibile giocare di prima in velocità, e soprattutto in fase di ripartenza, insomma in versione fuori casa, mentre mostra qualche lacuna in casa, specie se le avversarie fanno catenaccio, cosa a mio giudizio confermata dall’ingresso di Iaquinta, ed invero appena c’è stato maggiore peso, le azioni sono state più incisive, anche se il nostro Vincenzone continua a sprecare troppo. Certamente è un vero peccato avere sprecato l’occasione di riavvicinarsi alla vetta, in una giornata caratterizzata dai passi falsi delle concorrenti per le prime piazze, e purtroppo cominciano ad essere un po’ troppe le occasioni sprecate, per potersi ritenere di concorrere ancora per lo scudetto, e non perché i numeri lo escludano. Ma in questo campionato strano, che avanza con il passo del gambero, con la capolista che ha gli stessi punti che aveva la Juventus la scorsa stagione da seconda in classifica, teoricamente ci sono almeno cinque – sei squadre che possono competere, e non è da escludere che prima o poi qualcuna possa prendere il largo approfittando degli scontri diretti tra le rivali, più che per i risultati propri conseguiti. Come dire, il perdere troppi punti adesso potrebbe costare caro in primavera, anche se non dobbiamo dimenticare che ad inizio stagione forse non ci si aspettava una squadra non dico competitiva al vertice, ma capace di acquisire una propria fisionomia e compattezza in breve tempo.
Le mie postille.
1 – E se i tifosi juventini decidessero di scendere in campo … politico? La mia è una provocazione, ed anzi mi auguro che mai la tifoseria juventina diventi soggetto elettorale sfruttabile da qualcuno a propri fini. Anzi, rivendico da sempre l’autonomia dello sport e del calcio dalla politica, dato che quando questa ha invaso il campo di questo sport ha sempre prodotto disastri quasi irreparabili; e comunque sono convinto che la vera forza della Juventus è stata quella di essere, sul piano del tifo, squadra “unificante”, da sempre, in quanto squadra tifata dalla grande industria torinese, ma anche dagli operai che a Torino si recavano per lavorare in quell’industria; squadra di proprietà della famiglia Agnelli, ma con tifoso il capo dei sindacati che osteggiavano alla FIAT certe politiche aziendali, ossia Luciano Lama; squadra che aveva come tifoso il ministro democristiano Donat Cattin, ma anche il segretario dell’allora MSI – DN Giorgio Almirante: come dire, la Juventus, le sue vittorie, facevano abbracciare anche persone fra di loro distanti ed opposte. E così mi auguro per sempre. Qualcuno si chiederà dove voglio arrivare a parare con questa lunga premessa. Semplice, mi interessa stigmatizzare l’ennesima entrata a gamba tesa a danno della Juventus e della sua tifoseria, fatta dall’ennesimo politicante alla ricerca di consenso a buon mercato in una certa tifoseria ostile ai colori bianconeri: mi riferisco al sindaco di Firenze, Renzi Matteo, noto come sedicente capo dei cosiddetti “rottamatori” del PD, ossia quella corrente che vuole cacciare l’attuale classe dirigente di quel partito. E se i rinnovatori sono come questo Renzi Matteo, viene la voglia di augurare lunga vita agli attuali dirigenti del piddì, cosa che indirettamente equivale ad augurare lunga vita all’attuale capo del governo … Avrete certamente avuto notizia, o addirittura letto l’intervista resa da questo personaggio di dubbio valore, che ha detto di tutto e di peggio a danno dei colori bianconeri, e vi risparmio le affermazioni peggiori, per chi vuole, l’intervista è in rete, ed è un capolavoro di ipocrisia e, direi pure, idiozia antijuventina. E’ evidente che con questa filippica contro la Juve, il Renzi Matteo intendeva ed intende consolidare il suo consenso all’interno della tifoseria viola, e visti gli obiettivi che si prefigge questo signore, anche per utilizzare questo consenso per traguardi più grandi rispetto alla sindacatura della sua città. Le risposte sarebbero anche fin troppo agevoli e (usiamo un termine in un certo senso “fiorentino”) “maramaldeggianti” verso questo Renzi Matteo, che evidentemente non sa o finge di non sapere che la sua Fiorentina ha avuto bisogno di imprenditori marchigiani tifosi dell’Inter, per essere ricostituita dopo il fallimento dei fiorentini Cecchi Gori; non sa o finge di non sapere che fu proprio grazie agli odiati dirigenti juventini che la sua Florentia Viola potè tornare nei professionisti senza passare dalla C1; non sa o finge di non sapere che nella vicenda “farsopoli”, l’unica certezza è come venne spudoratamente salvata dalla B la sua squadra del cuore; non sa o finge di non sapere certe storie viola anni ’70, sulle quali meglio stendere un velo pietoso. E soprattutto la risposta migliore sarebbe di ricordargli che quando si riveste un ruolo istituzionale, bisognerebbe avere moderazione soprattutto quando tra tifoserie c’è forte rivalità, molto spesso alimentata da dichiarazioni irresponsabili di soggetti dequalificati. Ma il problema, credo, è che ormai è diventato sport nazionale per certi politici, quello di atteggiarsi a capipopolo di tifo, quando c’è da attaccare la Juventus, per cui ritengo che sia questo un malcostume da far cessare. E torno al discorso iniziale, ma in modo diverso: la tifoseria juventina non deve essere ingabbiata in etichette politiche o colori di qualsiasi genere, ma può fare un bel discorso alla rovescia, ossia il “libro nero dell’idiozia faziosa antijuventina”, prendere nota di quello che politicanti alla Renzi Matteo, irresponsabilmente, dicono contro la Juventus, per ingraziarsi tifoserie avversarie, e ricordarsene al momento del voto. Del resto, se il Renzi Matteo, del PD, tiene a coccolarsi i potenziali voti dei tifosi viola, perché dovrebbe essere votato dagli juventini toscani iscritti o simpatizzanti del PD?
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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