Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
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15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
|
Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 01.11.2010
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Vinicio Verza
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di Bidescu
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Nato a Boara Pisani (Padova) il 1° novembre 1957, comincia a mostrare le sue doti al termine della Scuola Media (Vigliano Biellese) quando, trasferitosi a Borgo San Martino in quel di Casale Monferrato, gioca prima nel “San Carlo” ed in seguito nella “Junior”. Molti osservatori restano colpiti dalla sua bravura, ed è la Juventus ad ingaggiarlo, accogliendolo tra gli “Allievi” di Viola, i “Beretti” di Grosso per trovare degno inserimento nella “Primavera”. «All’epoca, guadagnavo 25.000 Lire al mese, ma dovevo regolarmente restituire 5.000 Lire per le multe che la società mi dava, per le marachelle che combinavo con Marangon e Marocchino. Niente di grave, ovviamente; magari, marinavamo la scuola e facevamo tardi, perché attratti da qualche bella ragazza».
Il tempo passa e giunge il momento di una diversa maturazione, passando attraverso esperienze più complete; insieme a Paolo Rossi, raggiunge Vicenza per farsi le ossa che, proprio in quell’anno, riprende il suo posto fra le grandi della serie A. Rientra a Torino, integrato nell’organico della squadra titolare, nell’estate del 1977.
Giocatore di buon talento, in possesso di stile e di ottima tecnica individuale, sa andare a bersaglio con tiri di rara precisione. Buonissimo centrocampista, con qualche limite di personalità, il buon Vinicio lascia la firma sullo straordinario scudetto 1980/81, nella decisiva partita della penultima giornata (a Napoli); subentrato a Marocchino, Verza effettua al 64° il tiro che, deviato dal napoletano Guidetti, finisce alle spalle di “Giaguaro” Castellini, regalando alla Juventus due punti che ne valgono sei.
Nella Juventus, chiuso dai vari Tardelli, Benetti e Furino, si ferma per tre stagioni: totalizza 60 presenze (41 in campionato, undici in Coppa Italia ed otto nelle Coppe europee), realizzando undici goal (sette, due e due nell’ordine) e contribuendo agli scudetti 1978 e 1981 ed alla Coppa Italia 1979.
«Meraviglioso è stato l’esordio al “Comunale”, ero imbarazzato per quello che mi attendeva, temevo di venir mena alle aspettative dei tifosi della “Filadelfia”. Dopo l’infortunio di Bologna, temevo di non farcela più a guarire e giocare, avevo esempi di tanti giocatori che avevano dovuto scrivere la parola fine alla carriera e mi disperavo. Non mi preoccupavo tanto per il posta in prima squadra, quanto per la carriera nella quale volevo dare tanto, tutto me stesso per la mia Juventus».
La Juventus come maestra di vita: «Ho imparato tante cose e tante ne imparerò; quando gioco voglio esprimere sempre nuovi aspetti della mia personalità guardandomi con occhio critico e, devo ammettere, che non sempre tutto è andato liscio come l’olio, ma ho anche avuto la soddisfazione di essermi sentito determinante in alcune azioni da goal. Se sono stato in grado di far perforare la rete avversaria, ebbene, quella segnatura mi ha dato lo stesso immenso piacere che avrei provato se la palla l’avessi calciata io stesso alle spalle di Castellini o di Terraneo».
Il ruolo ricoperto: «Sono un giocatore eclettico e la prova l’ho data tra le file del Lanerossi ricoprendo quel ruolo che a molti piace indicare con la parola jolly. A me, personalmente, importa una sola cosa: giocare, ho desiderio, voglia e necessità di giocare perché intendo dissipare ogni dubbio sul mio rendimento; dalla panchina o dalla tribuna, posso solo dar prova dì maturità accettando disciplinatamente gli ordini e le direttive del Mister».
La maglia bianconera addosso: «La Juventus mi esalta, nell’esprimermi in campo; la mia preoccupazione maggiore è quella di essere all’altezza della squadra in cui gioco. Non mi faccio illusioni, sono un professionista serio e preparato, ma prima di ogni cosa debbo ricordarmi che, nella Juventus, non vi sono solo tradizioni da rinnovare nel futuro ma anche un certo stile da perpetuare. Ciò che è sufficiente in una qualsiasi società di serie A è assolutamente scarso, se si milita in bianconero».
Nell’estate del 1981 è ceduto al Cesena, poi si trasferisce al Milan: «Andai al Cesena, perché voluto da “Gibì” Fabbri, che mi faceva giocare con il numero 5, definendomi il “Nuovo Falçao”; così, mi ritrovavo a dover marcare gente come Tardelli e Bagni. Che fatica! A metà campionato, subentrò Lucchi e passai velocemente dalla polvere all’altare. All’ultima giornata di quel torneo incontriamo il Milan, a “San Siro”; vengo espulso per aver picchiato Novellino e mi becco quattro giornate di squalifica. Ma, ironia della sorte, l’anno successivo vengo acquistato proprio dai rossoneri. Certo, non sono mai stato un bell’esempio per i giovani!»
Dopo un triennio in rossonero approda per la stagione 1985-86 al Verona, dove l’attende il compito di far dimenticare Fanna, anche lui ex bianconero. Un ultimo campionato con il Como eppoi il ritiro, a soli 31 anni. «In quel calcio non mi riconoscevo e non mi divertivo più; non era una questione di stress, con tutti i soldi che danno ai calciatori, è comico addurre a certe giustificazioni. Ma a Como, dopo una partita proprio con la Juventus, mi ritrovai immeritatamente fuori squadra, nonostante dei trascorsi di buon livello; la cosa mi diede parecchio fastidio, come il prolificare degli avversari che scendevano in campo con il solo scopo di picchiare. Dissi basta una volta per tutte e senza rammarico».
Verza è due volte internazionale con l’ "Under 23", con la rappresentativa giovanile gioca cinque partite e realizza un goal.
http://ilpalloneracconta.blogspot.com/
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