Tutte le partite ufficiali della stagione |
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N |
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17 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.586 |
Giocate |
3.092 |
2.510 (54,73%) |
Vittorie |
1.699 (54,95%) |
1.177 (25,67%) |
Pareggi |
840 (27,17%) |
899 (19,60%) |
Sconfitte |
553 (17,88%) |
8.205 |
Fatti |
5.383 |
4.464 |
Subiti |
2.915 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
514 |
Giocate |
1.564 |
282 (54,86%) |
Vittorie |
929 (59,40%) |
114 (22,18%) |
Pareggi |
374 (23,91%) |
118 (22,96%) |
Sconfitte |
261 (16,69%) |
873 |
Fatti |
2.748 |
472 |
Subiti |
1.383 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 24.10.2010
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Bologna - Juventus 0 - 0 - ATTACCANTI CHE NON SEGNANO E GIORNALISTI CHE SPECULANO
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di Antonio La Rosa
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Partiamo dalla fine, o meglio dai commenti del dopo partita, non senza tralasciare di ricordare a tutti quanti che: - oggi il calcio è pulito e non ci sono più cupole mafiose a gestirlo; - l’arbitro De Marco è quello di Siena – Inter, stagione 2008 – 09 (del fuorigioco di squadra interista, tanto per intenderci). Fatta questa premessa, ritengo che ancora una volta emerga l’immagine più squallida e vergognosa dell’informazione sportiva italiana, vero cancro maligno del nostro calcio, che va estirpato prima che sia troppo tardi: infatti l’argomento di discussione è stato il rigore concesso alla Juventus per presunto fallo su Krasic, che naturalmente, trattandosi di episodio a favore dei bianconeri, va amplificato il più possibile, soprattutto in considerazione che sabato prossimo si giocherà (ma guarda un po’), Milan – Juventus, ossia la squadra più amata dai media sportivi contro la squadra più odiata. Occorre preparare la squalifica preventiva di un giocatore fondamentale della Juve, come nel 2005 (tempi di cupola …) venne preparato alla grande il prepartita, dapprima con la squalifica ad orologeria di Ibrahimovic, e poi con il video che Crespo consegnò a Mediaset (e da questi passato alla RAI per fungere da sicaria, con la nota trasmissione semiclandestina di cui nessuno si ricorda il nome, che andava in onda all’epoca al posto di Michele Santoro), di Cannavaro che si faceva la flebo prima di una finale europea del Parma. Ecco dunque che una caduta diventa spunto per richiedere prove televisive, squalifiche del giocatore, accusato di malafede, e chi più ne ha, più ne metta. Tutto questo, dopo avere in questi anni assistito a rigori concessi per fallo d’orecchio o colpi di testa, o per salti mortali in avanti carpiati o raggruppati a seconda si trattasse di Zalayeta o di Lavezzi, senza indignazione alcuna. Ecco, contro questo clima la nuova dirigenza bianconera dovrà fare i conti, e regolarli una volta per tutte, prima che si ricostruisca il famoso “sentimento popolare diffuso”, che abbatta le possibili vittorie future che la tifoseria bianconera auspica. E queste aggressioni debbono cessare una volta per tutte, prima che sia troppo tardi. Poi, sull’episodio si può discutere quanto si vuole, certamente la caduta era e rimane sospetta, anche se più sospetta ancora è la strana sparizione delle immagini da dietro dell’episodio, andate in onda su Sky solo durante la diretta, nella quale si ha la sensazione che il contatto vero ci sia stato e non di piede, ma di ginocchio di Portanova sul polpaccio di Krasic. Diciamo che non c’erano gli estremi del rigore, ma la criminalità dei nostri giornalisti sportivi nella valutazione dell’episodio ha oltrepassato come solito, ogni limite. Cito infine la frase peggiore, quella del famigerato moviolista mediasettaro Pistocchi Maurizio, il quale ha testualmente detto: “mi dispiace per Krasic che pensavo fosse serio ed invece è solo un Serbo”. AVETE CAPITO FINO A CHE PUNTO SI E’ SPINTO QUESTO ESPONENTE DEL GRUPPO TELEVISIVO VICINO ALLA SQUADRA CONTRO CUI GIOCHERA’ LA JUVENTUS LA PROSSIMA SETTIMANA? Siamo ai deliri razzisti, come dire, ormai tutto si fa pur di dare addosso alla Juventus.
La partita alla lavagna
Parliamo adesso di calcio giocato e di una partita che certamente non rimarrà alla storia. Juventus con la formazione ormai da ritenersi tipo, con la variante di Motta al posto dell’infortunato Grygera, centrocampo confermato con Marchisio esterno sinistro e coppia Quagliarella – Amauri in attacco; Bologna invece che, ad onta del millantato credo offensivo di Malesani (3 – 4 – 3), schiera una difesa a 4 e un centrocampo a 5, con quasi tutti interditori, ed il solo Di Vaio in avanti. Gli schieramenti di entrambe le squadre anticipano di fatto come sarà l’andamento della gara, a parte i minuti iniziali, ossia Juve che attacca e Bologna che fa catenaccio; solo che, sul campo, emerge quasi immediatamente che Krasic non ha lo stesso supporto delle gare precedenti, Motta sta troppo sulla difensiva, tranne qualche sporadico inserimento, e nonostante ciò qualcosa di buono riesce a combinare, tanto che l’occasione più ghiotta scaturisce appunto da un suo cross in area, non sfruttato a dovere da Quagliarella. Probabilmente l’infortunio di Amauri, più in partita rispetto a gare precedenti, sarà decisivo per l’andamento della gara, dato che il subentrato Iaquinta non svolge il lavoro che faceva il brasiliano, praticamente da “centroboa” per le azioni offensive bianconere, ed invero, da quel momento il gioco della Juve comincia a balbettare, si vede che i centrocampisti costruiscono ma non trovano i riferimenti offensivi su cui appoggiarsi. Poi l’episodio del rigore che di fatto ha prodotto più danni che benefici alla Juventus, Iaquinta praticamente sparito, Krasic diventato inconcludente, e di conseguenza squadra spuntata. I cambi nella ripresa non hanno prodotto benefici, Del Piero ha provato azioni personali ma con scarso profitto, mentre Martinez, che ha consentito alla squadra di tornare ad un tridente più logico, è stato autore di alcuni spunti di rilievo, senza fortuna. Dunque una gara a senso unico ma di fatto con pochissima capacità offensiva dei bianconeri.
Pagelle: I Promossi
De Ceglie: 7 Finalmente una prestazione senza macchie in fase difensiva e autorevole anche in fase offensiva, i suoi inserimenti in avanti sono stati sempre utili ed efficaci, purtroppo non c’era chi poter beneficiare delle sue iniziative. E’ comunque confortante vedere la sua crescita costante, chissà che l’esterno sinistro tanto desiderato non possa essere proprio lui.
Aquilani: 6,5 Meno brillante delle volte precedenti, ma la cosa credo sia dipesa dalla evanescenza dei nostri attaccanti, che mai si sono davvero liberati o compiuto i movimenti giusti: basti solo pensare ad alcune sue verticalizzazioni soprattutto nel primo tempo, che non hanno trovato pronti i nostri attaccanti.
Marchisio: 6,5 Si sta calando a dovere in questo nuovo ruolo, che non è proprio di esterno puro, ma di centrocampista che ha compiti anche di stazionare sulla fascia, senza tuttavia perdere la sua natura di mezzala. Anche a costo di finire totalmente senza fiato come oggi.
Martinez: 6,5 Le uniche azioni degne di nota della ripresa sono state sue iniziative, una con un tiro di poco fuori, un’altra con un assist in area non sfruttato a dovere. Diciamo che sta superando i postumi dell’infortunio, e può dare tanto a questa squadra.
Per il resto direi più che sufficiente anche stavolta Melo, e l’intero reparto difensivo, con Storari di fatto spettatore non pagante, impegnato solo nel finale da una deviazione di un difensore su tiro di Mutarelli, e poi basta, anche se Amauri ha giocato poco per poter essere giudicato, diciamo che sembrava più tonico anche se confusionario in qualche occasione.
I Rimandati
Del Piero: 5,5 Quando non è in giornata spesso diventa irritante nel suo ostinarsi in azioni personali, nel tenere palla anziché velocizzare il gioco servendo compagni in profondità.
Quagliarella: 5 Ci sono momenti in cui riesce a marcarsi da solo, ossia quando prova iniziative del tutto improbabili, o cerca la soluzione più difficile rispetto a quella più semplice ed utile. Aggiungiamo che ha avuto due occasioni davvero ghiotte, ciccate clamorosamente.
Sotto processo
Iaquinta: 4 Già gli inizi erano stati caratterizzati da suoi errori su giocate anche semplici; poi il rigore fallito in maniera balorda, e da quel momento è stato il dodicesimo del Bologna. Quando ci mette impegno e generosità, anche se non segna e fa confusione, è quantomeno tollerabile, ma oggi neppure questo, definirlo inguardabile è poco
Krasic: 5 Caro Milos, tu vieni da una Nazione nella quale forse l’idea del calcio è di un certo tipo; hai giocato in un campionato nel quale il calcio è sport, è agonismo, è tecnica, è impegno; ma qui siamo in Italia, dove il giornalismo è in servizio delinquente effettivo antijuventino, e a chi veste la divisa bianconera non perdona nulla, anzi enfatizza qualunque cosa. Vedi, abbiamo avuto in Italia fior di cascatori, uno di essi, il mediocre allenatore Donadoni Roberto, noto cascatore di professione, oggi nell’intervallo della partita, ha pomposamente affermato di non avere mai visto simulatori come te, a conferma che non si è mai guardato allo specchio (e fa bene, ne sarebbe inorridito al vedersi), né si è mai rivisto all’opera. Ma non è il solo, tanti altri hanno già sentenziato su di te, senza neppure darti la possibilità di poter dire la tua, e soprattutto senza guardare con onestà quelle immagini, dalle quali si poteva anche notare che comunque la tua caduta non era affatto simulatoria, contatto o non contatto. Cerca di capire presto che siamo in Italia, e che ti linceranno per nulla, fatti le spalle larghe e tappati le orecchie, pensando solo a giocare, e a giocare come sai, perché sei un vero campione, per questo ti odieranno, come, prima di te, un altro biondo in bianconero.
La sentenza
La settimana scorsa avevo scritto che occorre non esaltarsi troppo quando le cose funzionano a dovere, e di conseguenza occorre non demoralizzarsi più di tanto quando le cose non girano per il verso giusto, tenendosi conto che questa è una squadra in costruzione. A Bologna si poteva e doveva vincere, diciamo che la squadra si è impegnata ma ancora una volta sono emersi dei limiti che per adesso dimostrano che la Juventus è una buona squadra con margini di miglioramento, ma non è ancora una grande squadra. Non lo è perché, pur avendo segnato più di altre, la cosa non significa che abbia il migliore attacco del campionato, e non a caso non c’è un vero cannoniere, dato che chi ha segnato di più è a quota 3 reti; non lo è perché pur avendo giocato quasi sempre nella metà campo avversaria, non ha saputo scardinare un assetto difensivo ordinato, rinunciatario, ma non certo di grande valore; non lo è infine perché non ha saputo trovare il giocatore che potesse fare la differenza. Vedete, il turno di Europa League aveva dato un segnale chiaro, nel senso che questa squadra dipende troppo da Aquilani come ordine nella manovra, e da Krasic come modo di scardinare le difese chiuse; oggi a Bologna il primo ha sostanzialmente giocato come nelle gare precedenti, ma, a differenza delle precedenti, non ha trovato chi ne assecondasse le iniziative e le verticalizzazioni, tanto che, nella ripresa, ci ha dovuto provare da solo a concludere a rete o a giocare per vie orizzontali, nella totale mancanza di attaccanti che svariassero efficacemente e dessero punti di riferimento. Il secondo invece ha trovato la giornata di scarsa lucidità, probabilmente ha anche risentito dell’episodio del rigore, nel quale ha accentuato la caduta, ma non è vero che non sia stato toccato (guardate bene le immagini, sempre ammesso che le mostreranno dall’angolazione corretta e non da quella schiacciata sui piedi, che effettivamente non vengono a contatto, evitando invece di mostrarsi il ginocchio di Portanova, dove arriva in corsa su Krasic), sicchè, stavolta alla Juventus è venuto a mancare chi potesse aggredire le difese chiuse, saltare l’avversario e creare superiorità numerica: non a caso quando nel primo tempo c’è riuscito per due volte, la Juventus è andata vicina alla segnatura. Di conseguenza, mancando chi potesse sfruttare la manovra bianconera, spentosi a poco a poco Krasic, nella ripresa si sono viste più iniziative individuali che vere manovre corali; in un certo senso si è quasi rivisto il secondo tempo di Bari, con la sola differenza che stavolta i padroni di casa neppure hanno provato a ripartire in contropiede, per approfittare degli spazi lasciati dagli avversari. La cosa chiama in causa i nostri attaccanti, dato che Amauri non segna, Iaquinta non gioca anche quando scende in campo, Quagliarella tende ad incartarsi da solo, Del Piero tende a giocare da solo e tenere troppo palla, cosa che gli succede quando non è in giornata. Sta qui la chiave di lettura di un pareggio che lascia un po’ l’amaro in bocca, in quando ridimensiona nuovamente le ambizioni della squadra, quando sembrava lanciata e in condizione di potersi agganciare alle posizioni più alte di classifica. Volendo trovare aspetti positivi, oltre alla ormai collaudata affidabilità del centrocampo come schierato, con Marchisio finto esterno sinistro, si può evidenziare anche la confermata compattezza del reparto difensivo, anche se agevolato dall’atteggiamento rinunciatario dei padroni di casa: siamo alla terza gara di fila senza reti subite, e, a ben vedere, fuori casa la squadra ha subito solo la rete di Bari, anche se va evidenziato pure che ha segnato solo ad Udine, e nelle altre tre partite è rimasta all’asciutto. Ed un altro elemento a mio giudizio, va evidenziato in positivo, con riferimento ai singoli. De Ceglie continua a crescere e migliorare; Motta stesso oggi è sembrato più affidabile e sicuro, anche se meno intraprendente in avanti; Martinez ha mostrato qualche spunto interessante, a conferma che può essere molto utile quando occorre far valere la giocata tecnica nell’uno contro uno. Non è molto, ma vedendo le cose solo in prospettiva, sono segnali che potrebbero essere importanti per una ulteriore maturazione del gruppo.
Le mie postille
1 – Trattamento Boffo? No, “trattamento Juve”! Di Pistocchi Maurizio ho già detto in fase di introduzione, e non credo sia il caso di degnare ulteriormente di attenzione questo personaggio. Semmai mi meraviglia la “meraviglia” che ha colto molti abbonati a Mediaset Premium, convinti forse che la presenza di qualche commentatore di provata fede bianconera, o di qualche opinionista ex juventino, sia cosa sufficiente a coprire quello che Mediaset è stato nella storia più o meno recente, nei confronti dei colori bianconeri. Perché dimenticano che il cosiddetto “metodo Boffo” (ossia l’aggressione feroce e sistematica, mediante campagne di stampa denigratorie, contenenti notizie spesso false o alterate sul nemico da distruggere), è nato già cinque anni addietro contro la Juventus. Ho sopra ricordato di quella famosa trasmissione che andò in onda qualche giorno prima di Milan – Juventus, decisiva per lo scudetto; ma qualcuno ricorda bene come partì farsopoli? Le prime intercettazioni che vennero propalate non erano affatto quelle di Napoli, ma quelle che per circa un anno aveva tenuto ferme nel cassetto il presidente della Federcalcio Carraro (ex presidente del Milan, ex sindaco di Roma, uomo forte di Mediocredito Centrale, banca finanziaria controllata da Banca di Roma di Geronzi, uomo di fiducia di Craxi prima e di Berlusconi poi);intercettazioni che, guarda caso, uscirono fuori a due giornate dal termine, quando il campionato sembrava ormai avviato ad una vittoria finale dei bianconeri, e non a caso proprio Berlusconi ebbe immediatamente a dichiarare la famosa frase “ridateci due scudetti”, con riferimento a quello in corso e a quello dell’anno precedente. Da lì parti la campagna antijuventina, anche se successivamente il gioco sfuggì di mano, visto che le elezioni avevano prodotto altri risultati, certi poteri forti si erano già accordati per esautorare la Juventus e creare nuovi equilibri a favore di altre squadre. Adesso sembra che il ciclo nerazzurro stia arrivando a termine e dunque occorre preparare il terreno in modo adatto per consentire alla squadra più amata dai media sportivi (compresa Sky, nonostante la rivalità con il gruppo Mediaset), di sostituirsi al vertice del calcio nazionale. Ma naturalmente c’è sempre un pericolo, e quel pericolo ha i colori bianconeri, una nuova dirigenza, un altro Agnelli alla guida, una ritrovata compattezza della proprietà, e dunque una ferma volontà di riportare la Juventus nel ruolo che gli spetta. Dunque cosa meglio di una nuova campagna di denigrazione preventiva per evitare che ci possa essere qualcuno che possa creare nel prossimo futuro problemi ai rossoneri? Ed infatti da inizio campionato le trasmissioni del gruppo si stanno dedicando con molta attenzione verso i colori bianconeri, e mi pare chiaro l’obiettivo, cominciare a denigrare la società, in una sua fase molto delicata di ricostruzione e ripartenza. Non pensiate dunque che la frase di Pistocchi sia casuale, ma è mirata: c’è in questo momento una sorta di avversione strisciante verso le popolazioni slave in genere, verso i serbi dopo i fatti di Genova, dunque cosa meglio di dare del serbo ad uno juventino per iniziare anche una aggressione di tipo razzistico ai colori bianconeri per cementare ulteriormente l’odio antijuventino? Come dire, il metodo è sempre lo stesso, chiunque si mette o si può mettere di traverso nei confronti di un certo personaggio e di un certo gruppo, deve essere mediaticamente linciato, senza esclusione di colpi. Agli juventini rimane solo una arma: sciogliere ogni abbonamento con questo gruppo, non guardare le trasmissioni sportive Mediaset. Alla società invece rimane l’obbligo di difendere la squadra e la tifoseria con le dovute maniere e dunque: ANDREA AGNELLI, VUOI DECIDERTI A ROMPERE OGNI RAPPORTO CONTRATTUALE CON MEDIASET E NEGARE UNA VOLTA PER TUTTE I TESSERATI BIANCONERI A QUESTO GRUPPO TELEVISIVO?
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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