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La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
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C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
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282 (54,86%) |
Vittorie |
929 (59,40%) |
114 (22,18%) |
Pareggi |
374 (23,91%) |
118 (22,96%) |
Sconfitte |
261 (16,69%) |
873 |
Fatti |
2.748 |
472 |
Subiti |
1.383 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 20.09.2010
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Udinese - Juventus 0 - 4 - PAVEL ... KRASIC!
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di Antonio La Rosa
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La Juventus riparte da Udine, prima vittoria in campionato, sonante, e dopo tanto tempo, prima gara senza subire reti. Non è certo occasione per esaltarti troppo o per cancellare le prove altalenanti di inizio stagione, ma, dato anche il fatto che l’Udinese è ancora a zero punti (ma aveva fatto soffrire l’Inter domenica scorsa), quello che si è visto in campo oggi è incoraggiante per il futuro, la squadra continua ad essere convincente in fase offensiva, e per la prima volta si è vista una fase difensiva fatta con diligenza e accortezza, a cominciare dal filtro a centrocampo e dal pressing alto. Se questa è una svolta importante per il cammino bianconero avremo modo di appurarlo nel giro di un paio di settimane, ci aspettano confronti delicati, in campionato e in Europa League la impegnativa trasferta di Manchester: importante era però rompere questa striscia di risultati deludenti, e soprattutto mostrare di avere quantomeno acquisito una mentalità minima “da Juventus”, ossia di squadra che non può rassegnarsi a ruolo di mera comprimaria.
La partita alla lavagna
Juventus con il solito modulo 4 – 4 – 2, con la sola variante di Grygera esterno sinistro al posto di De Ceglie, con la conferma della linea di centrocampo schierata contro la Samp e con Del Piero e Quagliarella di punta; Udinese con difesa a 3, e trequartista a supporto dei due attaccanti Di Natale e Floro Flores. Modulo, quello friulano, direi quasi ottimale per esaltare il gioco di Del Neri, anche se fin dai primi minuti la Juventus ha mostrato un atteggiamento diverso, con Pepe più propenso alla copertura, quasi da terzo mediano, a sostegno dei centrali, e dunque Krasic più votato all’attacco e con sporadici compiti di copertura, in sostanza un 4 – 3 – 3 reale, con Quagliarella spesso defilato a sinistra, che di fatto si trovava sempre in superiorità numerica rispetto agli avversari nella zona nevralgica del campo, anche grazie ad un Felipe Melo molto più ordinato e tatticamente diligente rispetto allo scorso anno. Ed invero, esclusa qualche fiammata friulana, la partita è stata sempre in mano della Juventus, grande aggressività sui portatori di palla avversari, ripartenza sempre con palla a terra e apertura sulle fasce, tanto che tutte le marcature, oltre alle migliori azioni offensive hanno sostanzialmente avuto sempre lo stesso tema, centrali che prendono o recuperano palla, apertura per vie esterne e, direi finalmente, azioni che si sviluppano fino alla linea di fondo campo e traversoni a rientrare con puntuali inserimenti delle punte o dei centrocampisti. Solo il primo gol ha avuto uno sviluppo diciamo da mischia in area, mentre nel secondo e nel terzo si è potuto assistere ad un saggio di quello che è già Krasic, e di cosa potrà diventare nell’economia del gioco bianconero, se saprà essere meno frenetico in qualche frangente. Guidolin ha provato a correre ai ripari, tardivamente, inserendo un centrocampista più difensivo come Pinzi, ma con tre reti da recuperare, bene o male ha sempre dovuto soffrire le ripartenze avversarie, culminate nella quarta rete bianconera, realizzata da un polemico (con il pubblico di casa) Iaquinta.
Pagelle:
I Promossi Stavolta è difficile scegliere un migliore in campo, dato che, a mio giudizio almeno tre giocatori meriterebbero questa menzione.
Krasic: 7 Due della quattro segnature nascono da suoi cross pennellati, come da tempo non si vedeva, e grazie a lui si rivede quella che un tempo sarebbe stata chiamata “ala pura” ossia giocatore che ha grande progressione, salta l’avversario e crossa da fondo campo a rientrare, che poi sono quelli più efficaci. Deve cercare di non strafare, ma già sta imparando ad essere tatticamente più diligente e al servizio della squadra.
Felipe Melo – 7 Ammetto di essere stato (e di essere ancora) uno di quelli più scettici sulla sua riconferma, dopo la scorsa stagione, ma seil buongiorno si vede dal mattino, mi pare che sia davvero un giocatore ritrovato. Ordinato, poco fumoso e molto concreto nella gestione della palla, e direi pure senza quelle frenesie e quegli inutili falli a centrocampo, anche se si è beccato un “giallo” più per la sua fama che per l’entrata, di gioco e neppure fallosa stavolta. L’applauso della tifoseria e il bacio di Del Neri credo siano la prova di un feeling ritrovato.
Marchisio – 7 Ancora un gol di ottima fattura, coronamento dell’ennesima prestazione autorevole e convincente. Cosa molto importante, sta acquisendo continuità di rendimento, insomma si rivede il giocatore di due stagioni addietro, con maggiore personalità peraltro.
Quagliarella – 6,5 Sembra finalmente entrato anche lui negli schemi della squadra, e soprattutto sembra più convinto del suo potenziale, partecipa al gioco, si defila, si inserisce, prova la conclusione a rete, e segna in maniera davvero spettacolare. Ed ora avremo davvero problemi di abbondanza in attacco, per fortuna.
Per il resto direi più che sufficiente Pepe, per il grande lavoro tattico di supporto in copertura, anche se nella ripresa si è spesso visto anche in fase d’attacco; Del Piero, pochi lampi ma sempre di qualità, culminati nel magistrale contropiede sul terzo gol, ed in genere direi tutti gli altri si sono meritati una sufficienza piena, a cominciare da Storari, decisivo in due interventi ad inizio ripresa.
Ma onore al merito anche all’allenatore
Del Neri – 7 Forse ha fatto bene ad insistere sulla stessa formazione di base da inizio campionato, tranne De Ceglie infortunato. E non escludo che questa necessità abbia corretto qualche squilibrio dei turni precedenti: un esterno più votato alla copertura di fatto ha dato maggiore solidità al reparto difensivo, al punto che lo stesso Motta, in difficoltà nelle gare precedenti, ne ha beneficiato. Come pure la posizione quasi anomala di Pepe, più da terzo centrale di centrocampo che da esterno, ha dato maggiore compattezza al reparto, Krasic è stato più libero di attaccare sulla destra, ed a sinistra spesso si è defilato quasi in ruolo di esterno alto, Quagliarella. In tal modo, tranne qualche sporadico pericolo nelle fasi iniziali dei due tempi, la squadra non ha praticamente rischiato nulla. Corretti infine i cambi anche nei tempi.
Inutile dire che stavolta nessun rimandato o sotto processo, anche perché il risultato è di quelli che non ammette repliche. Semmai, a volere trovare il pelo nell’uovo, nella prima fase della ripresa, la squadra ha dato la sensazione di rilassarsi un po’ troppo, cosa che poteva far rientrare in partita i padroni di casa: un aspetto sul quale si deve lavorare.
La sentenza
L’otto novembre 1998, al Friuli, con l’Udinese guidata da Guidolin, nel giro di pochi minuti iniziava il calvario di Alex Del Piero, con un grave infortunio che lo avrebbe tenuto lontano dai campi per un anno, e per un altro anno fatto giocare non al meglio, e inziava la fase calante della Juve del primo Lippi, culminata nelle dimissioni del successivo febbraio 1999; adesso sempre con Guidolin in panchina friulana, la Juventus interrompe la serie negativa iniziale, e soprattutto alcuni dei suoi giocatori più discussi sembrano essersi sbloccati, si spera in via definitiva: come dire, in tema di corsi e ricorsi storici, si spera che stavolta ci sia l’inversione di quanto accadde quella volta. E’ un segnale importante, questa vittoria fragorosa, da non sopravvalutare però. Importante perché ci si aspettava finalmente una vera reazione d’orgoglio ed una prova di autorevolezza del gruppo, ossia cose che in parte erano mancate nelle precedenti gare, decisamente anonima quella di Bari, con un tardivo risveglio solo nei minuti finali, contraddittoria quella contro la Samp, con un primo tempo incerto e una ripresa eccellente ma vanificata da vistose lacune in fase difensiva. Peraltro l’esordio in Europa League era stato praticamente in sintonia con quanto vistosi in campionato, anzi potremmo dire che nei due tempi si è manifestata la Juve di Bari, nel primo, e la Juve contro la Samp nella ripresa. Ad Udine si è vista una Juve diversa, anche nell’interpretazione del modulo, che non è stato rigorosamente il 4 – 4 – 2 classico, ed una juve con un reparto di centrocampo all’altezza, non a caso, le cose migliori si sono viste in quella zona, con gente che è stata davvero abile sia in fase di interdizione e copertura, sia in fase di impostazione e ripartenza. Le quattro segnature non vanno considerate casuali, anzi, Handanovic ha letteralmente evitato la goleada, compiendo almeno altri tre interventi miracolosi. Ma in questo giudizio va naturalmente fatta la “tara” con riferimento ai limiti dei padroni di casa, ancora a zero punti. I friulani erano stati sfortunati domenica scorsa a Milano contro l’Inter, e dunque avevano tutte le carte in regola per creare problemi alla Juventus balbettante di questo inizio stagione; probabilmente avrà agevolato il compito ai bianconeri nostri l’assetto tattico dato all’Udinese da Guidolin, considerato difensivista ma stavolta ha schierato una formazione forse troppo sbilanciata, consentendo alla grande il gioco di ripartenza voluto da Del Neri. Del resto, la Juventus vista finora, precampionato compreso, eccettuata la gara di Bari è sembrata più convincente in trasferta che non in casa, in Europa League, ad esempio, vittorie sempre di misura nei turni eliminatori, quasi a dimostrare che questa squadra più che imporre il proprio gioco si adatta meglio quando deve controbattere il gioco avversario, dunque aspettarli, aggredire alti i portatori di palla, e ripartire sulle fasce. Ed ora si continua con il tour de force, quattro gare ravvicinate, Palermo e Cagliari in casa, poi la settimana “interista”, dapprima a far visita al Manchester City di Roberto Mancini, e quindi la gara al Meazza.
Le mie postille
1 – arieccoli!
Ricapitolando: Roma – Bologna: gol di Borriello forse irregolare, netto rigore negato al Bologna; Palermo – Inter: i rosanero si lamentano per due rigori negati, uno alquanto vistoso; Fiorentina – Lazio: rigore molto generoso concesso ai viola, quasi a compensazione di qualche svista precedente; Parma – Genoa: mancata espulsione di Zaccardo, che poi sarà decisivo in quanto autore del gol del pareggio parmense; Cesena – Lecce: l’arbitro confonde due giocatori ed espelle quello sbagliato. Bene, quali sono stati gli eventi scandalosi della giornata? Nessuno di tutti quelli elencati: IL PRESUNTO RIGORE NEGATO ALL’UDINESE E L’ESULTANZA DI IAQUINTA IN RISPOSTA AGLI INSULTI DEI TIFOSI FRIULANI! Questo almeno a sentire coloro che ancora si ostinano a seguire il letamaio televisivo Raiset e Mediaset: peraltro la Rai, che a parole ha abolito la moviola, a 90° minuto ha iniziato il servizio su Udinese – Juve, mostrando il famoso ormai contatto tra Sanchez (che fuori area si auto sgambetta ed è già in caduta) e Chiellini (che gli cade addosso), a Guidolin, naturalmente nel tentativo di innestare la miccia della polemica. Inutile dire che di due netti placcaggi in area friulana su Chiellini e Quagliarella non se ne è parlato, come pure in cavalleria è passato un fuorigioco inesistente fischiato a Del Piero, ormai lanciato da solo a rete. Insomma è stata sufficiente la prima vittoria bianconera della stagione, dopo un inizio stentato, a scatenare la solita infamia antijuventina dei media, qualcuno dei quali si arricchisce anche grazie alla passione dei tifosi bianconeri, e mi riferisco a Mediaset. Vedete, questo è il servilismo più infame e peggiore a cui si possa assistere, dato che questi ciarlatani sanno bene di essere impuniti se dicono male della Juventus, mentre hanno sempre la tremarella quando c’è da parlare in negativo di altri, più potenti nei mezzi televisivi: basti solo ricordare i commenti a caldo dopo Milan – Catania, con tutti i cronisti entusiasti di Ronaldinho, Boateng, Ibrahimovic, Inzaghi, Pirlo, Nesta, quasi come se i rossoneri avessero asfaltato gli avversari, e non che la gara fosse finita in parità con il Catania sfortunato in diverse occasioni. Io credo però che sia proprio questo il momento per la nuova dirigenza di alzare la voce, proprio perché la Juventus è in fase di ricostruzione e ripartenza: NON E’ POSSIBILE CHE IL GIORNALISMO SPORTIVO ITALIANO PROSEGUA ANCORA IMPERTERRITO ED ARROGANTE NELLE SUE CAMPAGNE CONTRO I BIANCONERI E CONTRO LA TIFOSERIA PIU’ NUMEROSA D’ITALIA! Anche a costo di negare interviste e ospiti a queste televisioni, o ancor meglio, rompere contratti con qualche gestore della pay per view del digitale terrestre e passare alla concorrenza, la Juventus non deve più permettere alle redazioni sportive di Raiset e Mediaset, palesemente asservite ad altre società calcistiche, di aggredire impunemente una squadra ed una tifoseria che DEVE essere rispettata, anche sul piano della corretta informazione.
2 – Anche le pulci tossiscono…
Sempre a proposito di giornalismo imparzialmente antijuventino, un lettore mi riferisce il commento di un opinionista su un quotidiano genovese, tale Claudio Paglieri, di fede (dice lui) doriana, ma da quanto mi risulta poco amato dagli stessi tifosi della Samp. Questo signore nel suo articolo a commento di Juve – Samp, dal titolo “Un Fischietto da fischi TOH, RIECCO MAZZOLENI L'arbitro da Signora che "odia " le genovesi” dopo il classico esordio ruffianesco “… posto che dicevano le stesse cose prima di Calciopoli, e poi si vide che i sospetti erano più che fondati …”, si è dilettato a fare un suo personalissimo elenco di favori arbitrali alla Juve e a danno delle genovesi, dunque non solo la Samp, sua squadra del cuore, ma anche quel Genoa che tutti noi ricordiamo per ben tre gare a Marassi nelle quali abbiamo visto di tutto a danno della Juve (Genoa – Juventus 1 – 1, arbitro Farina, in B; Genoa – Juve 3 – 2, arbitro Rocchi; Genoa – Juve 2 – 2, arbitro Orsato). Come a voler dire che quando la Juve vince o non perde è sempre calciopoli (non quella burla che sta emergendo a Napoli, ma quella montata dal fogliaccio rosa milanese e corifei di certi gruppi “forti”). Vero che Virgilio, rivolgendosi a Dante, lo invitava a non ragionar di loro, ma guardare e passare, in segno di totale disprezzo, ma una piccola chiosa a questo opinionista gliela voglio dedicare. Esimio Paglieri, Lei a quanto vedo sarebbe un sostenitore del calcio pulito, giusto? Bene, le do una chicca sulla quale fare qualche bell’approfondimento: 13 maggio 2007, stadio Armando Picchi di Livorno, Livorno 1 – Sampdoria 0. Ne vogliamo parlare? O preferisce parlare della sconfitta dei doriani di Mazzarri, sul campo della sua ex squadra l’anno successivo?
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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