Erano ventotto anni che la Juventus non perdeva la prima di campionato (stagione 1982 – 83, Sampdoria – Juventus 1 – 0), e soprattutto, statisticamente, i bianconeri non avevano mai perduto una gara ufficiale disputata il 29 agosto (peraltro giorno del mio compleanno): bene, in questo sciagurato, calcisticamente, 2010, nel quale sono stati battuti tutti i record negativi, non poteva mancare anche questo esordio in negativo, che sinistramente fa somigliare la nuova Juve a quella che aveva ingloriosamente chiuso la scorsa stagione e che si sperava di non dover vedere mai più. Gara per certi aspetti inquietante, che ha praticamente cancellato quanto di buono si era visto in precampionato, che addirittura ha mostrato una Juventus palesare lacune ancora più vistose di quelle che si potevano immaginare; il Bari ha fatto la sua gara, accorta, intelligente, ma tutto sommato non trascendentale, eppure ha più volte sfiorato la marcatura, a fronte di pochissime vere azioni da rete degne di nota dei bianconeri. E, tanto per rimanere sulla scia della vecchia stagione, a prima di campionato due infortunati, Martinez, che rischia di averne per circa un mese, e Marchisio, meno grave per fortuna, ma già siamo a quattro e il campionato è appena iniziato.
La partita alla lavagna
Squadre che erano disposte con moduli speculari, 4 – 4 – 2, ed entrambe con tendenza a mantenere difesa alta ed esterni di centrocampo alti, insomma 4 – 2 – 4 in fase d’attacco. Diverso invece il modo di aggredire gli avversari, la Juventus con un gioco (almeno per i primi minuti), ordinato, lineare, forse troppo scontato, senza cambi di gioco, e con manovre sulle fasce non proprio fluide, a destra Krasic volitivo ma non ancora affiatato, a sinistra Pepe troppo basso per assicurare copertura, in supporto a De Ceglie sempre in affanno; il Bari invece approfittava dello scarso filtro a centrocampo dei bianconeri, per delle percussioni centrali e improvvise aperture sulle fasce, ove si trovavano sempre liberissimi gli esterni Ghezzal e Alvarez, con il risultato che spesso è riuscito a piazzare palloni insidiosi in area bianconera. I punti deboli dello schieramento bianconero, dunque sono stati sugli esterni difensivi e nella zona centrale del campo, dove l’interdizione non ha ben funzionato, e chi ne ha beneficiato è stato soprattutto Donati, di fatto sempre libero di avanzare senza veri ostacoli, ma anche Almiron ha avuto spesso spazi ampi di manovra, ed in questa eccessiva libertà dei due baresi sta a mio giudizio la sconfitta bianconera. I cambi non hanno corretto questa situazione tattica, ed in questo si aggiunge pure la sfortuna dell’infortunio di Martinez, quando la squadra si stava correggendo in una sorta di 4 – 3 – 1 – 2, soluzione che evidentemente voleva scombussolare la linea di centrocampo barese, con il movimento dell’uruguayano tra le linee.
Pagelle: I Promossi
Storari – 6,5 Nulla da fare sul gol, classico tiraccio della domenica, almeno un paio di interventi provvidenziali, come dire, ha evitato che il passivo fosse più pesante.
Chiellini – 6,5 Il pacchetto difensivo centrale tutto sommato ha funzionato, grazie alla sua puntualità nelle chiusure e negli anticipi.
Felipe Melo – 6,5 Un ottimo primo tempo, nel quale ha anche dovuto fare gli straordinari in fase di interdizione, vista la giornata incolore di Marchisio, ed è stato l’unico ad avere creato una vera occasione da rete.
Per il resto direi sufficienti, quantomeno sul piano dell’impegno, o con delle attenuanti, Bonucci, Krasic e Martinez.
I Rimandati
De Ceglie – 4,5 Disastroso in fase difensiva, sempre saltato in modo davvero imbarazzante da Alvarez, o sempre fuori posizione.
Motta – 5 Quasi come De Ceglie, sempre in difficoltà su Ghezzal, anche se nella ripresa è riuscito a contenerlo un pochino meglio
Sissoko – 5 Ma che fine ha fatto il Momo che ci aveva illuso tempo addietro? Impalpabile la sua presenza.
Insufficienti anche gli attaccanti, anche se Quagliarella ha l’attenuante di essere alla Juve da due giorni, e Del Piero non può certo assicurare rendimento elevato giocando ogni tre giorni. Insufficiente pure Pepe, di fatto mai propositivo in avanti, mentre Lanzafame ha almeno provato a spingere, anche se con parecchio fumo e poco arrosto.
Sotto processo
Marchisio – 4 Io temo stia avendo una involuzione, o qualche problema psicologico, dato che, a fronte di una prima stagione in bianconero davvero esaltante, ha fatto seguito una stagione altalenante, e quest’anno sembra davvero pallida copia del giocatore che sembrava poter essere l’erede di Tardelli: passeggia sul campo, interdice poco, temporeggia con il pallone o si perde in leziosità inutili, per non dire che sul gol l’erroraccio principale è stato suo.
Del Neri – 4 Partiamo dal dopo partita e dalle sue dichiarazioni, specie quando ha affermato di non avere mai detto che la Juve dovrà stare al passo dell’Inter (più o meno ha detto così): non si siamo proprio, chi allena la Juventus HA IL DOVERE di provare a vincere comunque e di fare in modo che la squadra bianconera non sia seconda a nessuno. Io ricordo e ricorderò SEMPRE la Juve di Dino Zoff, modesta, tecnicamente molto inferiore alle grandi di quegli anni, ma che lottava alla pari con quelle grandi, e che comunque arrivò ad essere vincente, una coppa Italia in casa del Milan, ed una coppa UEFA, oltre a vendere sempre cara la pelle contro le avversarie. Detto ciò, mi pare che la sconfitta sia nata già negli spogliatoi e nella scelta della formazione, lanciarsi subito nella mischia Krasic e Quagliarella, senza averli mai provati a dovere con i compagni, è stato un errore, come pure un errore è stato quello di aver supposto che Del Piero potesse ripetersi a distanza di due giorni, alla sua veneranda età; a questo si debbono aggiungere certe scelte di mercato di questi giorni (ne parlerò a parte). Inoltre, ritengo concettualmente sbagliati i cambi, ed i tempi degli stessi: Krasic non aveva demeritato anche se non ancora affiatato con i compagni, Martinez doveva entrare semmai come punta (direi meglio, essere schierato inizialmente), in coppia con Del Piero, visto il buon rendimento di giovedì in coppa, e a centrocampo chi doveva uscire era Marchisio, non Felipe Melo, anche se in leggero calo nella ripresa.
La sentenza
Questa sconfitta ci sbatte violentemente in faccia una realtà più amara di quella che si potesse supporre, ossia che questa Juve, così com’è, è da centro classifica, almeno vedendosi le altre squadre nelle restanti gare della serata. Si sapeva già (ne avevo scritto in sede di presentazione al campionato), che la Juventus di quest’anno era una squadra in assemblaggio, e come tutte le squadre rinnovate, può essere soggetta ad alti e bassi, ma la gara di Bari ha mostrato vecchi difetti senza avere espresso almeno qualche confortante segnale positivo: squadra apparsa quasi subito “spuntata”, prevedibile, lenta, e poco solida quando c’è da difendersi, come dire, anche le note positive del precampionato sono sparite. E questi aspetti negativi, francamente, accentuano le perplessità circa le operazioni di mercato maturate negli ultimi giorni, ossia l’addio a Trezeguet (il più prolifico attaccante straniero di sempre in bianconero), e la cessione di Diego, giocatore che aveva fatto, e direi discretamente, tutto il precampionato: ciò anche alla luce dell’infortunio di Amauri e dell’indisponibilità di Iaquinta. Come dire, all’esordio in campionato, si è dovuta inventare una formazione, quando sarebbe stato più logico ormai tenere almeno uno dei due, e dunque se ormai per ragioni diciamo tecniche, si era deciso di cedere Diego, quantomeno tenere Trezeguet, uno che comunque la porta la vede ed è sempre una spina nel fianco dei difensori avversari. Un dato mi pare evidente, adesso certe operazioni di mercato a completare la squadra vanno fatte e al meglio, si è notato che ci manca almeno un esterno difensivo, a centrocampo forse l’uomo d’ordine c’è già, Aquilani, ma adesso diventa essenziale trovare un attaccante, tenuto conto che Martinez (adatto anche a fungere da seconda punta), ne avrà per circa un mese: e colgo l’occasione per rilevare che, annata nuova, ma anche su questo piano le cose non cambiano, siamo al quarto infortunio, Amauri out, Iaquinta deve di fatto esordire, Marchisio con qualche problema, insomma la maledizione sembra non volersi interrompere. Ma c’è anche da trovare una mentalità da Juve, e se è vero che il finale di gara ha visto quantomeno uno scatto d’orgoglio della squadra alla ricerca del pareggio, è anche vero che non si nota più quella autorevolezza dello stare in campo da grande squadra, sicura della propria forza, cinica, capace di gestire l’andamento della gara a suo piacimento. Aggiungo anche una altra notazione, e probabilmente mi attirerò qualche critica colorita: quest’anno, nel quadro di una rifondazione della squadra, si è cambiato molto e si è rinunciato a mostri sacri quali Cannavaro, Camoranesi, Trezeguet. Credo sia anche il momento di pensare a costruire il “dopo Del Piero”, per due ragioni: la prima è che non si può pensare a ricostruire partendo da un giocatore sicuramente già mito e leggenda bianconera, ma con 36 primavere fra qualche mese (domanda: quale delle grandi squadre italiane schiera un attaccante così anziano e può decisamente puntare alla vittoria finale?); la seconda è che Del Piero potrà ancora dire la sua in campo europeo, dove la classe e la tecnica è un elemento decisivo, nelle gare secche o di andata e ritorno, mentre in campionato la freschezza atletica conta di più, ed è evidente che se si gioca alla grande il giovedì, difficilmente, a 36 anni, ci si può ripetere la domenica. Ultima notazione: come dicevo, anno nuovo, vita vecchia, anche nelle direzioni di gara: non c’è più Kollina, ma sono rimasti i Kollina boys, tutti pavidi e servili quando c’è da arbitrare chi conta nel Palazzo, e naturalmente ostili verso i colori bianconeri. Non abbiamo perso per colpa di Banti, ma certo tre episodi in area barese (due alquanto evidenti e solari, su Quagliarella e Chiellini), e solo due minuti di recupero nella ripresa, credo siano il buongiorno che si vede dal mattino e che ci spiega che arbitraggi avremo anche quest’anno.
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