Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
|
Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 09.08.2010
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Filippo Inzaghi
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di Bidescu
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Parte dalla serie B, nel 1991, con il Piacenza, che due anni dopo lancerà anche il fratello Simone. Un mordi e fuggi da 2 presenze. Nel 1992 scende in C1 con il Leffe: ad Albino inizia la favola di “Superpippo” (21 partite, 13 goals). Risale in B con il trasferimento a Verona nel 1993: altri 13 goals in 36 partite. Nel 1994 rientra a Piacenza che, finalmente, gli assicura un posto da titolare: lui ricambia con 15 reti in 37 gare. Nel 1995 viene ceduto al Parma, ma la stagione gli procura ben poche soddisfazioni: gioca solo 15 partite e mette a segno due goals che lo rispediscono nell’anonimato. Il salto di qualità e la completa maturità calcistica passano per Bergamo: nel 1996 l’Atalanta ne fa il bomber numero uno del campionato. La squadra sembra costruita su misura per “Pippo” che vince la classifica dei cannonieri con 24 goals. È un centravanti che non offre giocate strepitose o pennellate d’autore, ma fa semplicemente il suo mestiere, il bomber. È l’unica punta, in Italia, capace di giocare sul filo del fuorigioco: un attimo di disattenzione ed i difensori vengono “uccellati” da questo giocatore che non è un marcantonio e che è pure egoista, come devono essere tutti i veri attaccanti. La Juventus di Lippi, che ha già vinto molto, decide di privarsi di un giovane molto promettente e atleticamente esplosivo come Christian Vieri per puntare su “Superpippo”. La decisione viene presa unicamente per motivi di bilancio. Luciano Moggi spiega che la Juventus ha ceduto Vieri all’Atletico Madrid, perché la società spagnola si è presentata nella sede di Piazza Crimea con una valigia piena di quattrini e che, nello stesso tempo, è stato ingaggiato il capocannoniere del campionato italiano, approfittando del fatto che l’Atalanta si è accontentata di una valigia più piccola. Con Del Piero e Zidane nasce subito un sodalizio del goal. Inzaghi, al suo debutto in maglia bianconera, il 23 agosto 1997 con un uno/due da favola mette la firma sulla Supercoppa italiana. Con il nuovo attacco la Juventus batte 3-0 (terzo goal di Conte) il Vicenza di Guidolin e dilaga. Adalberto Bortolotti, sulle pagine del “Guerin Sportivo”, annuncia che «questo Inzaghi appartiene al filone dei Paolo Rossi, magari con maggior potenza di tiro». In Nazionale si fa largo a suon di goals. Cesare Maldini lo ha fatto debuttare a Lione l’8 giugno 1997 contro il Brasile di Ronaldo (3-3); lo manda in campo nella ripresa al posto di Vieri con il quale nascerà una amicizia notturna, illuminata dalle discoteche alla moda. È poi con lo stesso Vieri che fa coppia contro l’Inghilterra (0-0) in ottobre, quando il primo è già “spagnolo” e lui già juventino. Dopo Maldini arriva Zoff che, nonostante l’abbondanza di punte formidabili (l’astro nascente Totti, Chiesa, Del Vecchio e lo stesso Vieri), finisce per affidarsi sempre al solito “Pippo-goal”. E così fa anche Trapattoni, che ha persino un Montella in più. Nella Juventus le cose vanno bene fino al 1999. Poi le mancate vittorie dei campionati 2000 e 2001 creano le prime crepe. Da principio nasce una grana con Del Piero, che contesta ad Inzaghi momenti di egoismo ingiustificato, e poi con la società che non lo ritiene più all’altezza delle proprie ambizioni. Insomma, diventa un normalissimo “Pippo” che deve guardarsi dalla concorrenza del francese Trézéguet. Durante l’estate del 2001 l’alleanza politico-economica-calcistica fra Gianni Agnelli e Silvio Berlusconi porta Inzaghi al Milan, in cambio del via libera per Thuram. Il vecchio “Diavolo” che, per rifondare la squadra si è affidato al profeta Terim, punta decisamente sul ritorno al goal dell’ex bianconero. A fornirgli le munizioni ci penserà il portoghese Rui Costa. Quando ritrova Ancelotti, rinasce il vecchio feeling e saranno scudetto e Champions League.
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