Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
|
9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
|
Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
|
Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
|
Pubblicato il 18.06.2010
|
Fabio Capello
|
di Bidescu
|
Oscar Massei, un interno argentino di buona classe arrivato alla Spal, dopo l’esordio italiano con la maglia dell’Inter, era l’idolo di Fabio Capello. Il grande Giuseppe Meazza, osservatore della società neroazzurra lo aveva bocciato: «Bravo ma lento, ottima tecnica ma poca verve». E così Massei era approdato a Ferrara, dove aveva trovato l’ambiente adatto. Nella Spal dei giovani si stava mettendo in evidenza un goriziano forte ed intelligente, che giocava a centrocampo. «Per me Massei era un fuoriclasse, uno che giocava come intendo io; mi ha insegnato tutto del calcio. Era in allenamento che guardavo, scrutavo, imparavo. Ricordo che anche mio padre ne aveva grande considerazione. Mi diceva: “Quello sì che è un giocatore” facendomi intendere che avrebbe voluto diventassi come lui. Ed io, dentro di me, ero sicuro che sarebbe accaduto. Forse era orgoglio un po’ eccessivo, ma io ho sempre avuto orgoglio», racconta Fabio Capello. Una volta imparata la lezione, Fabio era stato ceduto alla Roma e dal giallorosso era passato al bianconero, insieme a Spinosi e Fausto Landini, un giovane attaccante, che non avrebbe avuto una lunga carriera. L’avventura romana ha trasformato Capello in un regista di qualità tecniche di grande respiro, uno di quei “pensatori” che illuminano il gioco con intuizioni improvvise. Ma l’esplosione definitiva di Fabio avviene con la maglia bianconera, maglia che era stata, fra gli altri, di Giovanni Ferrari a cui lo paragonano. Gli viene affibbiato il nomignolo di “geometra”, perché la visione di gioco è completa, il campo è tenuto sotto controllo e dominato, quasi come se Fabio avesse la possibilità di vedere quel che accade dall’alto, in postazione sopraelevata. Capello fa il direttore d’orchestra, tagliando quelle fette inutili del campo per far giungere la palla al compagno il prima possibile: il lancio è millimetrico ed intuitivo, il corridoio smarcante colto con frequenza, persino il tiro a rete è spesso potente e preciso; ha la grande capacità di capire, dopo cinque minuti di partita, da che parte gira il fumo e di piazzarsi al posto giusto. Non sono pochi i goals che Capello riesce a realizzare, soprattutto di testa, nonostante la statura non eccelsa ed il fisico non proprio elegante (sedere basso e sporgente, rigido come un baccalà) e di questo si accorge anche la Nazionale. Con la maglia azzurra, infatti, realizza un goal “storico” al “Wembley Stadium” di Londra: il 14 novembre 1973, mette a segno la rete della prima vittoria dell’Italia in casa dell’Inghilterra. In totale le sue presenze “azzurre” saranno 32, con 8 realizzazioni. In maglia bianconera, invece, totalizza 239 partite e realizza 41 goals. Dopo quasi trenta anni, ritorna in bianconero, come allenatore; i tifosi sono divisi, “Don Fabio” ha allenato la Roma ed ha sempre sparato a zero contro la Juventus e questo non può essere né dimenticato, né perdonato. Ma Capello è un vincente, dovunque è andato ha portato la propria squadra a primeggiare; prima il Milan, poi il Real Madrid ed infine la stessa Roma. È subito scudetto; dopo un lungo duello con il Milan, la squadra bianconera riesce a mettere in bacheca il suo 28° scudetto. Ma non sono tutte rose e fiori; i tifosi lo contestano apertamente per le troppe sostituzioni di Del Piero. Anche in Champions le cose non vanno meglio; dopo una splendida rimonta sul Real Madrid, la Juventus viene eliminata dal Liverpool e Capello è messo sul banco degli imputati, dopo lo scialbo pareggio casalingo. Il secondo anno verrà ricordato per sempre dai tifosi bianconeri; la squadra è un carro armato che travolge tutti gli avversari, a Natale i giochi sembrano già chiusi. Ma con l’arrivo della primavera la Juventus comincia a segnare il passo; Capello non utilizza il turn over ed i giocatori sono allo stremo delle forze. Il Milan si fa sotto minaccioso, la Juventus subisce l’ennesima eliminazione dalla Champions League e viene clamorosamente contestata dai tifosi. Nonostante le prime avvisaglie di quello che sarà definito “Calciopoli”, la Juventus vince lo scudetto; nella giornata trionfale di Bari, Capello annuncia di voler restare alla Juventus, qualsiasi sia il responso della giustizia sportiva. «Ci vedremo in ritiro il 15 luglio», annuncia; la tifoseria è fiduciosa ma “Don Fabio” ha sempre più contatti con i dirigenti del Real Madrid, fino al fatidico annuncio: Capello allenerà le “merengues”. Finisce nel modo più ignobile e più meschino la seconda avventura bianconera di Fabio Capello; non sappiamo se abbia mai amato la Juventus, di certo i tifosi non hanno mai amato lui.
http://ilpalloneracconta.blogspot.com/
|
|
|
|