Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
|
9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
|
Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 21.05.2010
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Umberto Colombo
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di Bidescu
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Nasce a Como il 21 maggio 1933. Cresciuto nelle formazioni minori, dopo un paio di stagioni trascorse in prestito al Monza rientra alla Juventus nell’estate del 1954 ed in bianconero si ferma per sette anni che gli fruttano 193 presenze (173 in campionato, 16 in Coppa Italia e 4 nella Coppa dei Campioni) e 23 goals (22 in campionato ed 1 in Coppa Italia). Con la Juventus, quella di Boniperti, Sivori e Charles, Colombo lega il suo nome a tre scudetti (1958, 1960 e 1961) ed a due Coppa Italia (1959 e 1560). Lascia Torino nell’estate del 1961 e si accasa all’Atalanta e con i nerazzurri, nel 1968, torna ad aggiudicarsi la Coppa Italia. Ha indossato tre volte la maglia azzurra della Nazionale A. Poiché giocava in una Juventus il cui genio era garantito da un fuoriclasse come Sivori, a Colombo non si chiedeva di avere il “piede vellutato”, ma di garantire la solidità del centrocampo ed il controllo, con dedizione assoluta, delle mezzali avversarie. Ed il possente ragazzo di Como (un metro ed ottantatre centimetri di altezza per settantasette chili di peso) assicurò, alla squadra, il sudore di mille rincorse, di altrettanti preziosi recuperi, di appoggi mai leziosi ai compagni più dotati tecnicamente di lui, sebbene nell’eleganza dello stile potesse rivaleggiare con gli stessi Sivori e Boniperti. La Juventus lo lanciò nel campionato 1954-55, in uno dei periodi più critici della storia bianconera; anche da lui, uno dei rappresentanti della “linea verde”, la società iniziò la ricostruzione che avrebbe portato alle vittorie dei primi anni Sessanta. Non era certo in possesso di una tecnica sopraffina, ma era prezioso per il suo senso tattico e per il grande dinamismo, tanto nei recuperi quanto nel rilancio dell’azione; il contributo alla squadra fu davvero prezioso e fondamentale.
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