Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
|
Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 13.04.2010
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Luigi De Agostini
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di Bidescu
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Cresciuto nell'Udinese, squadra della sua città e nella quale comincia a mettersi in luce, passa per un anno al Verona dove “esplode” definitivamente. Il primo ad accorgersi della trasformazione di Luigi è il mister scaligero, Osvaldo Bagnoli, che si ritrova un terzino di fascia dalle smisurate capacità podistiche, dotato di una tecnica e di un senso della posizione notevoli. Anche Dino Zoff, allenatore della Nazionale Olimpica, non può fare a meno di De Agostani e così, il nostro eroe si trova catapultato nella massima rassegna sportiva mondiale. Avviene anche, ed in modo naturale, l’esordi nella Nazionale di Vicini, nella primavera del 1987; in maglia azzurra, Luigi disputerà gli Europei del 1988 ed i Mondiali del 1990, totalizzando 36 presenze e 4 goals. Nell’estate del 1987, passa alla Juventus. Luigi è un professionista molto serio, può giocare indifferentemente sia sulla fascia che in marcatura, sia in mediana che come mezzala; giocatore dai classici “piedi buoni” diventa anche il rigorista della squadra. «Quando sono arrivato alla Juventus, la maglia numero tre era ben salda sulle spalle di Cabrini. Allora sono stato impiegato da mediano, dimostrando di poter coesistere con Antonio. Non mi piace che il pubblico mi identifichi solo nel giocatore che corre sulla fascia sinistra e piazzi precisi cross per la testa degli attaccanti». De Agostani corre e combatte, puntella alla bisogna in ogni parte del campo, applica sul campo quelle teorie sul calciatore universale che, ogni tanto, qualcuno rispolvera, tanto per sottolineare che questo tipo di giocatore è ormai scomparso. Ha la sfortuna, però, di arrivare in una Juventus modesta, troppo impegnata ad un vano inseguimento di Napoli e Milan e vi rimane solo per cinque stagioni; il suo trasferimento all'Inter, avvenuto nell’estate del 1992 è causato, forse, da una leggerezza dello staff bianconero convinta che il “jolly” De Agostini avesse già espresso il meglio di se; in nerazzurro rimane una sola stagione, per poi vivere una seconda giovinezza alla Reggiana. È stato lo “stakanovista” di una professione vissuta sempre con grande serietà e passione. «Per giunta, ho anche un record ignorato da molti; nelle stagioni 1987-88 e 1989-90, con quasi 70 partite, sono stato il giocatore italiano che ha disputato più incontri ufficiali. Inoltre, sono arrivato ad un passo dallo juventino Magni, il solo che abbia portato sulle spalle tutti i numeri di maglia. Così, in occasione dell’ultima partita della mia carriera, ho chiesto ed ottenuto dall’allenatore, di poter indossare la maglia numero cinque, l’unica che, a parte quella da portiere, mi mancava ancora». Veste la maglia bianconera in 217 occasioni, realizzando 28 goals, vincendo una Coppa Italia ed una Coppa Uefa; in totale, quasi 400 partite in 15 stagioni di serie A, condite con 36 presenze in Nazionale.
Il racconto di Caminiti: «Un calciatore “furlan” ha risorse speciali, matura spesso nel silenzio, la sua dedizione al lavoro, qualsiasi lavoro, ha radici molto antiche. E se pensiamo De Agostini calciatore, lo pensiamo attaccante, piccolo ed audace, al servizio dell’Udinese che veste gli stessi colori della sua futura squadra, la Juventus, nella quale si calerà come un elemento alla base di tutto, della stessa tradizione, degli ideali valori della maglia e della professione. Diventa titolare inamovibile nel ruolo di laterale sinistro proprio all’uscita “fisica” dal ruolo di Cabrini. Lo diventa anche in Nazionale, dove Vicini, gli preferisce spesso la finezza araldica del Maldini, dovendo tuttavia convenire che De Agostini è il “jolly” ideale per ogni incombenza. La qualità del piede che trasferisce palloni decisivi nell’area piccola, anche di prima intenzione così da consentire al bomber naturale la fondamentale deviazione di testa, la qualità della corsa abbinata ad un “tackle” risoluto quanto leale che ne fa un agonista mai domo. Pur nei giorni meno brillanti di “Madama”, questo “furlan” ha rappresentato l’anello di congiunzione col passato di tutte le vittorie e, col recupero della normalità, è stato il più pronto a capire la svolta e a dare il suo contributo. Un calciatore “furlan” ha sempre risorse speciali. Matura spesso nel silenzio dell’operosità e dell’osservazione, i suoi mezzi e la sua classe. De Agostini entra di diritto nella schiera dei più grandi per il cuore meraviglioso che lo sostiene, un professionista davvero raro per i nostri giorni; non lo anima il denaro, ma l’amore per la maglia. I suoi furenti raid sulla fascia sinistra provvigionano l’attacco dei servizi decisivi».
http://ilpalloneracconta.blogspot.com/
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