La Juventus reagisce al meglio allo stop casalingo di domenica scorsa, conseguendo una preziosissima quanto importante vittoria a Firenze, contro l’avversaria che forse, più di ogni altra, e in particolare in questo periodo, era accecata da furore contro tutti e naturalmente contro l’odiata squadra bianconera. Partita ostica, difficile, come c’era da aspettarsi, ma che ha dato segnali positivi sotto molteplici aspetti, sul piano del gioco, e anche sul piano del carattere: la squadra ha tenuto bene il campo, ha ben neutralizzato le fonti di gioco degli avversari, soffrendo solo nella seconda parte del primo tempo le iniziative d’attacco sul fronte destro, ha anche avuto la giusta calma nella gestione della gara quando è tornata in vantaggio. Certo, non è il massimo, e soprattutto non può ritenersi che le lacune del passato siano state colmate, ma è già confortante vedere il rientro di alcuni degli infortunati cronici, e, diciamolo pure, qualche buona trama di gioco. Notazione polemica: io, come tanti juventini presumo, ho sentito distintamente dei “buu” razzisti indirizzati a Sissoko: speriamo li abbiano sentiti pure i nostro moralisti della carta stampata e delle televisioni, sempre pronti a fare le pulci alla tifoseria juventina per meno, molto meno.
Aspetti positivi
Comincerei proprio dalla fase difensiva, che a dispetto del solito gol da polli preso, mi è sembrata sicuramente più affidabile rispetto a prestazioni precedenti, si è sofferto sì sul lato sinistro, ma i reparti mi sono sembrati meglio disposti, spazi accorciati, e dunque pochi sbocchi alle azioni d’attacco viola, specie nella ripresa. Come pure, il modulo adottato, allo stato appare quello più funzionale, consente alla squadra di stare meglio in campo, e di avere soprattutto due potenziali fonti di gioco a ridosso dell’unica punta schierata.
Aspetti negativi
Fino al pomeriggio domenicale e all’intervento di Zaccheroni a Sky calcio show (del quale parlerò diffusamente in sede di postilla), ero convinto che il gol subito fosse frutto di una sbandata difensiva, in collaborazione tra De Ceglie, poco reattivo sullo spiovente, e Manninger, uscito a farfalle, ma invero le cose forse non erano così ovvie, anche se il buco difensivo in un certo senso c’è stato. A parte ciò, la manovra appare ancora schizoide, ossia momenti in cui la squadra riparte bene, sa aprire gli spazi e sa verticalizzare al meglio, alternati a momenti in cui si insiste in gioco orizzontale e leziosità.
Sul podio
Candreva Ho sempre scritto, anche nelle sue giornate incolore, che è un giocatore di grande personalità e di ottimi fondamentali, e del po’ di calcio che capisco, chi gioca a testa alta, ed ha capacità di giocare di prima intenzione e aggredire gli spazi, prima o poi esplode come fuoriclasse. Bene, ieri sera ho rivisto il giocatore che, con divisa Livorno, ci fece ammattire all’Olimpico, sempre nel vivo del gioco, abile a svariare e non dare punti di riferimento agli avversari, abile a verticalizzare e servire di prima i compagni, e l’assist gioiello a Diego ne è la riprova. E nel finale non ha fatto mancare il suo impegno e sacrificio in copertura, con Chiellini a mezzo servizio. Che sia nata una stella bianconera? Speriamo bene.
Chiellini Il migliore tra i difensori, sempre efficace e puntuale nelle chiusure, addirittura encomiabile nel finale, quando a mezzo servizio ha comunque assicurato, per quello che poteva, copertura ai compagni.
Felipe Melo Fischiato fin dall’inizio da tutto lo stadio, si è preso la sua bella rivincita, con una prestazione convincente, anche se con partenza un pochino molle; poi col passare dei minuti è stato direi quasi perfetto in interdizione, e più concreto del solito quando c’è stato da manovrare e gestire palla.
Per il resto un po’ tutta la squadra si è espressa a livelli confortanti, soprattutto nella ripresa, a cominciare da Diego, gol a parte più attivo del solito, a proseguire a Marchisio, a finire nel tanto vituperato Grosso, che in parte si è riscattato con una prova convincente ed un gol importante. Ma una notazione importante la debbo fare per Zaccheroni, e vi anticipo non sarà l’unica. A Firenze si è visto cosa significhi avere una guida tecnica intelligente dalla panchina. Intanto nella scelta del modulo, il cosiddetto “albero di natale”, che magari non è congeniale ad uno come Trezeguet, abituato ad avere una seconda punta al fianco che gli crei spazi, ma che consente alla squadra di avere due punti di riferimento per la manovra offensiva e la finalizzazione del gioco. Inoltre a proseguire nella tempistica dei cambi, correttamente uscito De Ceglie, in perenne difficoltà, e dando a Grosso compiti più offensivi; successivamente fuori Sissoko, il meno convincente a centrocampo, e dentro Poulsen per garantire maggiore copertura; infine Iaquinta per Trezeguet, nel tentativo di dare maggiore profondità alla manovra, tenuto conto del prevedibile forcing finale dei viola.
Dietro la lavagna
De Ceglie Il gol viola è principalmente errore suo di posizione, anche se le immagini poi in parte l’hanno assolto, evidenziando una posizione di fuorigioco attiva di Gilardino, che era rimasto libero da marcatura. Tuttavia anche per il resto del tempo ha dato segni di insicurezza, non a caso i viola attaccavano quasi sempre dal suo lato.
Trezeguet Praticamente mai entrato in partita, eppure qualche pallone ottimale l’aveva ricevuto nel primo tempo, e si è fatto anticipare da dilettante.
Assolvo Manninger, dato che a fronte dell’uscita orrenda sul gol di Marchionni, per il resto aveva salvato da un gol praticamente fatto su Gilardino, e durante la gara è sembrato discretamente sicuro, uscite a parte.
Tirando le somme
La vittoria di Firenze fa aumentare i rimpianti per quello sciagurato secondo tempo di domenica scorsa, dato che anche giocando non benissimo ma con la stessa intensità del primo tempo, la Juventus poteva quantomeno portare a casa un pareggio che adesso si rivelerebbe più che prezioso, quarto posto ben consolidato, avversarie sempre distaccate e Fiorentina fuori gioco per il piazzamento CL. Purtroppo i 45 minuti peggiori della gestione Zaccheroni, frutto di calo fisico e di cappelle a ripetizione, di Cannavaro prima e soprattutto di Grygera nel finale, hanno compromesso il cammino verso quel traguardo, che appare sempre in salita. Dunque le considerazioni fatte la settimana scorsa non cambiano più di tanto, se non per evidenziare che è confortante avere visto intanto una reazione d’orgoglio del gruppo, e inoltre una squadra che adesso tiene meglio il campo, anche in fase difensiva. Non inganni il solito gol da polli incassato: certo questi erroracci alla lunga possono pesare eccome, ma è evidente che la Juventus vista a Firenze ha rischiato pochissimo nelle ripartenze avversarie, è apparsa più corta e compatta, dunque meglio capace di chiudere ogni spazio agli avversari, anche se ha avuto qualche momento di sbandamento, e qualche sofferenza di troppo, nel finale del primo tempo. Il modulo schierato da Zaccheroni potrebbe anzi essere la soluzione tattica definitiva, modulo che sposa bene la filosofia di gioco del tecnico con le caratteristiche dei giocatori: nel tridente, Diego e Candreva non sono veri attaccanti ma giocando più avanzati combinano bene assieme e creano spesso la superiorità numerica; il centrocampo a 3 dà molta copertura alla difesa e garantisce supporto al gioco offensivo, soprattutto con Marchisio, e le cose potrebbero andare anche meglio con Sissoko a pieno delle sue capacità, e così anche gli esterni di difesa potrebbero avere maggiore libertà di avanzare, almeno uno dei due. Tutte cose che a Firenze si sono delineate, anche se non al meglio, ma è già un passo avanti, tenuto conto del momento in cui è arrivata questa gara. Al contrario, ritengo per l’ennesima volta che la gara abbia detto alcune verità, smentendo certi luoghi comuni nei quali è caduta anche parte della tifoseria bianconera. Prandelli è un allenatore bravo, ma non è certo quello che può farci fare il salto di qualità, al confronto ha nettamente perduto la sfida tattica con Zaccheroni, ben oltre il punteggio, non ha saputo cambiare la squadra in corsa o correggere i difetti, insistendo anche nella ripresa sulla stessa direttrice di gioco, quando ormai la Juventus aveva capito che solo dal lato sinistro della propria difesa gli avversari potevano pungere, e da quel lato aveva chiuso a dovere. E credo si ridimensiona definitivamente il mito di Corvino mago del mercato. Come dire, la Fiorentina ha costruito le basi per un futuro sempre di squadra da classifica medio – alta, ma non certo da squadra leader del nostro campionato, ed anzi, per la prima volta credo, i critici verso lo scambio Melo – Marchionni e successivamente cessione di Zanetti, forse saranno in calo. Chiudo infine con l’angolo della polemica. A fine gare i viola si sono, come al solito, lamentati dell’arbitro. Dimenticando intanto che ogni contrasto di gioco nella metà campo bianconera era calcio di punizione a favore della Fiorentina, e dimenticando che (ma questo è un mio cattivo pensiero) con D’Amato la Juventus quest’anno ha perduto due volte su due, e qualcosa mi fa supporre che nella mente del designatore c’era il classico “non c’è due senza tre”. Poi spuntano le moviole, anche quelle ostili di Mediaset che dicono: - gol di Diego regolare; - rigore negato alla Juve, il mani di Zanetti era volontario; - non c’erano rigori per i viola, al limite ci poteva stare, ma solo in modo più che fiscale, una punizione dal limite su Keirrison. Una volta tanto l’equazione Juve che perde = calcio pulito, Juve che vince = calcio falsato, non è passata. E sarà questo il tema della mia postilla odierna.
Le mie postille
- Zaccheroni forever?
Non ho mai nascosto le mie simpatie per questo tecnico, che non so se sia davvero la persona giusta per il grande rilancio bianconero del futuro, ma so per certo che è tecnico competente e persona seria anche nelle sue manifestazioni esterne. Ribadisco, il vero lato grottesco del nostro calcio è che professionisti come lui per oltre tre anni siano rimasti fuori dal giro, quando allenatori che in un calcio serio al limite potrebbero allenare in lega pro (ex serie C1), stanno in panchine anche importanti. Bene, da stasera Zaccheroni, indimenticato protagonista, a nostro favore, del 5 maggio 2002, ha acquisito parecchi punti ai miei occhi, con il suo intervento a Sky calcio show delle 18,00, e successivamente a Sky sport 24. Intanto è partito subito forte parlando del gol viola definendolo irregolare (in modo elegante, ha usato frasi più eleganti), e alle osservazioni di Caressa sul fatto che la Fiorentina si fosse lamentata dell’arbitro per un presunto rigore non concesso, ha replicato che con la Juve di mezzo tutti si lamentano degli episodi, tutte le moviole mostrano questi episodi, ma sarebbe pure ora che si occupassero anche di quelli a danno della Juve, e non perché in casa bianconera non ci si lamenta mai, non bisogna prestare la dovuta attenzione a questi episodi. Quindi, sulle immagini del gol di Marchionni, ha spiegato a Caressa e soci la ragione per cui i due giocatori viola fossero in fuorigioco attivo, specie Gilardino che, con il suo movimento non solo trae in inganno De Ceglie, ma alla fine lo ostacola, tanto che il nostro difensore arriva in ritardo a chiudere su Marchionni. Ma il bello doveva ancora venire. Proseguendo nelle sue dichiarazioni, stavolta a Sky sport 24, ha sostanzialmente detto che parlare di Juve aiutata dagli arbitri è un clichè abituale del calcio italiano, e in questo modo si sta creando un clima difficile per gli arbitri che dirigono i bianconeri, clima creato peraltro da personaggi che non hanno mai visto le partite dei bianconeri, e che non avrebbero alcuna ragione di parlarne non essendo la Juventus, per adesso, diretta concorrente di questi personaggi: chiaro riferimento a Mourinho, troppo idolatrato dai media, qualunque fregnaccia dica. Era ora che un esponente juventino cominciasse a parlare in modo educato, ma chiaro, fermo e circostanziato, di fronte ai nostri media. E’ agevole percepire come siano stati dati schiaffoni veri a chi manipola le moviole, mostrando ciò che fa comodo, tanto che nessuna moviola aveva mostrato le immagini del gol di Marchionni; a chi è aduso ad ingigantire gli episodi ritenuti a favore della Juventus, occultando o minimizzando quelli a danno; e infine a chi si ritiene legittimato a parlare di tutto e di tutti, dicendo solo male, senza mai avere visto realmente le altre all’opera. Ecco cosa è mancato in questi anni alla Juventus, chi sapesse farne valere le ragioni, chi sapesse difenderla, circostanziando le difese: chi ha seguito il confronto Zaccheroni – Caressa, ha notato la difficoltà di quest’ultimo, che voleva portare la discussione altrove per evitarsi la figuraccia, ma che è stato poi costretto ad ammettere che effettivamente le immagini davano ragione a Zaccheroni, e dunque che i commenti del dopo Fiorentina – Juventus, ancora una volta, erano stati faziosi e a senso unico. Insomma, non so se rimarrà il prossimo anno, ma è questo il modo per difendere l’immagine della Juventus, dalle faziosità mediatiche, per cui, almeno in questo campo, non posso che dire GRAZIE, ZACCHERONI. P.S.: per chi volesse leggere interamente le dichiarazioni del nostro allenatore, eccovi un link:
http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/juventus/2010/03/07/news/zaccheroni_dopo_fiorentina-2546120/
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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