La cura Zaccheroni pare stia funzionando, e così la Juventus, al quinto risultato utile consecutivo, conquista la seconda vittoria di fila, la terza in una settimana, sull’ostico campo del Bologna. Gara dai due volti, con bianconeri tonici e convincenti per una buona mezzora, poi la fatica del turno di Europa League si è fatta sentire, tanto che nel finale di tempo e inizio ripresa si è rischiata più volte la capitolazione, puntualmente arrivata con il solito golletto stupido, frutto di una indecisione corale del reparto difensivo. Ma, operate le giuste correzioni con ingressi in campo di giocatori più freschi, la squadra si è nuovamente riassestata, trovando il gol decisivo, segnandone anche un terzo annullato per una interpretazione discutibile del fuorigioco, e sfiorando qualche altra segnatura, non rischiando molto, nonostante il forsennato finale dei padroni di casa. Vittoria dunque tonificante, in vista dei prossimi impegni, il ritorno contro l’Ajax e domenica prossima il difficile confronto interno con il Palermo.
Aspetti positivi
Cominciano a delinearsi nuovi schemi di gioco più validi, manovra insistita sulle fasce e dunque frequenti cambi di gioco, attaccanti che si muovono per tutto il fronte offensivo, scambiandosi di posizione, con il risultato che Diego e Del Piero riescono ad essere molto più efficaci e sempre nel vivo della manovra. Come pure si nota una maggiore duttilità tattica del gruppo, capace di cambiare assetto in corsa, a seconda delle esigenze. C’è poi un aspetto caratteriale non secondario, adesso la squadra sa reagire, mostra maggiore spirito di sacrificio, insomma si rivede la Juve operaia che non si arrende.
Aspetti negativi
Ancora una volta si incassa una rete davvero incredibile, non certo frutto di grande giocata avversaria, ma conseguenza di amnesie collettive del reparto difensivo. Come dire, c’è ancora molto da lavorare sulla fase difensiva, anche se la squadra adesso si mostra un po’ più corta e compatta rispetto al passato.
Sul podio
Del Piero Non ha ripetuto le magie dell’Amsterdam Arena, ma è stato certamente il giocatore decisivo, specie nella ripresa, quando la squadra accusava la stanchezza ed occorreva inventare qualcosa. Altro assist delizioso per Candreva, ma anche molta concretezza e qualità nelle giocate, alla ricerca del dialogo con i compagni e nel puntare i difensori rossoblu, in perenne affanno su di lui.
Diego Un gol cercato caparbiamente, un altro sfiorato, palo colpito, molto movimento sul fronte offensivo e anche per lui giocate di qualità. Nella ripresa vistosamente calato e giustamente sostituito.
Candreva Ha segnato un gol fondamentale direi, fallendone un altro forse meno difficile da realizzare. Non sembra ancora inserito al meglio, ma ha doti che ne fanno un potenziale campione, ossia corsa, aggredire gli spazi e giocare a testa alta.
Dietro la lavagna
Buffon Ancora un gol da comica subito, parte per superficialità difensiva, ma buona parte colpa della sua incertezza nell’uscire su un traversone che tutto sommato appariva innocuo. Per il resto, non ha dovuto compiere interventi di rilievo.
Per il resto, pur nella sufficienza stiracchiata del reparto difensivo, qualche lacuna emerge ancora quando la squadra viene attaccata sulle fasce, come dire Grygera e De Ceglie non assicurano ancora efficacia in copertura.
Tirando le somme
La Juventus torna nuovamente in zona CL, quarta da sola, scavalcando Napoli, Sampdoria e Palermo. E’ già questa una notizia, dato che poche settimane addietro la squadra era addirittura fuori dall’Europa, compresa la fascia di ripiego, per cui, dopo un disastroso ciclo di sconfitte su sconfitte, adesso sembra davvero grasso che cola il fatto che da quattro turni non si perde, e che si sia vinta la seconda gara di fila in campionato. Indubbiamente la squadra non appare del tutto guarita, ci sono ancora momenti di amnesia e di calo di tensione, che puntualmente si pagano, la fase difensiva difetta ancora e direi manca ancora quel pizzico di sano cinismo da grande squadra quando c’è da chiudere la gara. Quello che però si nota a vista d’occhio è il cambio di atteggiamento mentale del gruppo di fronte alle difficoltà, adesso si vede che c’è una reazione diversa ed una fame di vittoria che quantomeno colma i limiti di gioco e di condizione fisica di qualche elemento. I limiti tattici sono quelli di un gruppo che deve ancora assimilare al meglio le idee del nuovo allenatore, anche se adesso si vede finalmente gioco sulle fasce, attaccanti molto più mobili e abili a non dare riferimenti agli avversari, ripartenze meglio gestite e non lo stucchevole gioco per vie orizzontali che aveva caratterizzato la Juve nel periodo di crisi. Ma detto ciò, va dato atto a Zaccheroni che la guida dalla panchina adesso è più attenta all’andamento della gara, e il modulo non è legato ad ortodossie di moduli, dato che la squadra durante la gara ha adeguato il proprio assetto almeno tre volte, adattandosi dunque alle esigenze che la gara richiedeva: e così nel finale, anche con un minimo di sano catenaccio, che non fa male nei momenti delicati, i bianconeri non hanno rischiato alcunché. Tuttavia, riconquistato il posto in classifica che consente la qualificazione alla CL, adesso occorre consolidarlo, cosa non semplicissima: nelle prossime cinque gare dovremo incontrare, nell’ordine, Palermo, Fiorentina, Sampdoria e Napoli, e solo i rosanero in casa, il tutto condito dai turni settimanali di Europa League, augurandoci naturalmente di passare il turno, dopo l’impresa all’Amsterdam Arena di giovedi scorso. Consentitemi una notazione polemica finale. E’ stata la settimana degli show a ripetizione di un personaggio che dice di essere allenatore ma che ormai fa di ruolo l’istigatore a delinquere ed il provocatore in servizio permanente effettivo, e la cosa minaccia di avere troppi effetti deleteri anche nei confronti della Juventus. Non è un caso che, dopo le inopportune polemiche dell’andata quando la signora Menarini si lamentò di un arbitro che, a ben vedere, aveva provocato il pareggio dei bolognesi, negandoci due evidenti rigori e servendo di fatto l’assist per il pari rossoblu, adesso è arrivato il modenese ex dirigente parmense Baraldi, che certamente nel maldestro tentativo di ingraziarsi la tifoseria bolognese, aveva praticamente invitato i tifosi juventini a non venire allo stadio. E, visto che polemizzare contro la Juve è ormai lo sport nazionale, dato che quando la Juve perde il calcio è pulito, mentre quando vince è sempre calciopoli, ci hanno provato a trovare il pelo nell’uovo di un arbitraggio che, a ben vedere, se errore ha commesso, l’ha fatto a danno dei bianconeri (gol annullato a Felipe Melo, su pallone passato all’indietro, come dire, non c’è fuorigioco in questi casi): e l’hanno trovato in un ipotetico mani che avrebbe commesso Del Piero in occasione del gol vittoria, mani che da qualunque angolazione si sia vista l’azione, non emerge in alcun modo. Risultato? Stamattina in una nota trasmissione radiofonica, ha telefonato un tifoso bolognese, sostenendo testualmente che calciopoli non è mai finita e che siamo al quarto regalo a favore della Juventus (così testualmente). Rischio qualcosa se definisco questo cosiddetto tifoso, frutto dei veleni antijuventini seminati, un povero cretino?
Le mie postille
1 – Interisti sull’orlo di una crisi di nervi
Come dicevo sopra, è stata la settimana delle pagliacciate di T.S.O. (The Special …One) Mourinho, che ormai è in pieno delirio di onnipotenza, insomma pronto per quello che si chiama T(rattamento) S(anitario) O(bbligatorio), misura a cui si ricorre quando ci si trova di fronte a dei matti che possono produrre pericolo alla pubblica incolumità. Ed in effetti, dopo le accuse contro tutti del venerdì, le sceneggiate di sabato sera, arrivate al punto di istigare il pubblico in maniera pericolosa, se è vero che l’arbitro di Inter – Sampdoria avrebbe confidato ad amici di avere temuto per una possibile invasione di campo. Solo che stavolta, caso strano, i media a differenza del passato, si sono schierati tutti all’unisono contro il ciarlatano portoghese. La cosa è strana per una categoria, quella dei giornalisti sportivi, che non ha reagito in passato neppure quando è stata definita di “prostitute intellettuali”, da parte del ciarlatano di cui si tratta, e da juventino fazioso il mio cattivo pensiero lo faccio eccome: ossia, stavolta la nemica principale in lizza per lo scudetto non ha strisce bianconere e dunque non occorre essere servili verso l’Inter, dato che potenziali concorrenti ci sono la squadra che sta a cuore alla finanza ed al Palazzo politico romano, e la squadra di chi adesso è l’uomo più potente d’Italia. Già, perché, ad esempio, nessuno ha voluto notare che Tagliavento, arbitro di Inter – Sampdoria, ha uno score che vede la Roma imbattuta, con 12 vittorie e due pareggi, quando è diretta da lui. Vi immaginate cosa si sarebbe detto, se questo score fosse stato di un arbitro nei confronti della Juventus, tenuto conto che a suo tempo hanno massacrato uno come De Santis, che aveva diretto ben cinque sconfitte bianconere (Atalanta, Parma, Palermo, Inter in campionato e in Supercoppa), solo per un gol arrivato dopo un fischio, su angolo inesistente? Ad ogni modo, le manfrine del ciarlatano di Setubal hanno sortito effetto, l’Inter doveva rimanere in 7, senza allenatore e dirigente accompagnatore nella ripresa, ed invece è rimasta in 9, con i doria (che a questo punto temo siano stati intimiditi, almeno a sentire certe voci, negli spogliatoi, durante l’intervallo), poi rimasti in 10. E a tal proposito vi invito a rivedere la scenetta tra Eto’o e Tagliavento, dopo l’ammonizione comminata al camerunense, ed a ripensare a quanto accadde in una famigerata Genoa – Juventus in B (a proposito di vittimismo genoano), tra Nedved e l’arbitro Farina: chiediamoci il perché al nostro giocatore vennero comminate 5 giornate di squalifica, per avere sfiorato il piede di Farina, e invece l’interista viene graziato dopo avere ripetutamente messo le mani addosso a Tagliavento …
2 – Viva i fuorigioco (a danno degli altri)!
L’altro argomento della settimana è quello relativo alla direzione di gara di Ovrebo, in occasione di Bayern – Fiorentina, e del gol palesemente irregolare dei tedeschi, che è valso loro la vittoria. Dichiarazioni di fuoco dei dirigenti, dei politici fiorentini, del solito ineffabile Corsi Gianfranco, in arte Zeffirelli, toscano fiorentino amante di Firenze ma eletto senatore a mille chilometri di distanza; persino il presidente federale Abete ha formalizzato una protesta per il gol scandaloso dato ai tedeschi. Poco c’è mancato che si sia gridato al complotto, del resto il presidente UEFA è l’ex juventino Michel Platini, tirato puntualmente in ballo dal regista amichetto a suo tempo di Visconti. Che poi Firenze sia la città che, calcisticamente, abbia esaltato un fuorigioco evidente a danno degli odiati bianconeri della Juventus, al punto di premiare pubblicamente un giocatore (Mijhatovic), autore di un gol palesemente irregolare che ci costò una Coppa dei Campioni nel 1998, e poi acquistarlo, ormai in declino, per farne una bandiera antijuventina, appare proprio come una sorta di nemesi: adesso gridano al mondo intero per un errore arbitrale, quando a suo tempo hanno esaltato lo stesso errore arbitrale a danno di altri. Ecco dunque che Ovrebo deve essere collocato a riposo, cacciato in quanto indegno, incapace, strumento di oscure trame antiviola e quant’altro. La cosa singolare è che se ne siano accorti solo ora, e non in passato. Perché io, che credo di avere buona memoria, ho uno strano ricordo. Champion’s League 2009 – 2010, girone A, prima giornata, Juventus – Bordeaux 1 – 1, il gol dei francesi segnato in evidente posizione di fuorigioco, ma convalidato dall’arbitro, con l’assistente di linea messo fuori linea. Arbitraggio palesemente ostile alla Juve, soprattutto dopo il gol del vantaggio bianconero, dunque una vittoria che divenne pareggio e che forse segnò irrimediabilmente il corso del girone. Sapete come si chiamava quell’arbitro? OVREBO! E nessuno dei nostri opinionisti battè ciglio quella volta, sta qui la differenza.
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