Seconda trasferta capitolina e seconda vittoria per i bianconeri, ancora a punteggio pieno dopo tre giornate. Non è stata una passeggiata, anzi, ma è stata una vittoria meritata, forse meno netta del risultato finale, ma meritata e ineccepibile, per quanto vistosi nel complesso. Certo, i laziali hanno avuto le loro buone occasioni, Buffon ha avuto il suo da fare specie nel primo tempo, ed in due occasioni ha proprio salvato il risultato; lamentano pure l’episodio del finale di tempo, che però rivisto più volte, sembra di quelli su cui non si possa affatto speculare o discutere, visto che nell’azione c’era già un fuorigioco iniziale, e, a prescindere se Cruz abbia commesso fallo o meno su Legrottaglie, le immagini mostrano chiaramente che il gioco era stato già fermato da Gervasoni prima della conclusione finale di Mauri, come dire, nessun gol annullato ma gioco già fermato. A parte la seconda metà del primo tempo, per il resto della gara si è vista una Juventus solida, sicura di sé nonostante l’ampio turn over e nonostante l’infortunio di Diego, ed anzi la vera nota lieta della serata è che questa squadra può riuscire a colmare in tutto o in gran parte le assenze dei suoi campioni, e non a caso è a punteggio pieno nonostante il suo giocatore simbolo, Del Piero, non abbia ancora esordito in campionato.
Aspetti positivi
Malgrado il turn over, e nonostante qualche momento difficile durante la gara, la squadra ha continuato a dare di sé una immagine di compattezza e solidità che gli anni scorsi non si vedeva, come dire, non si è smarrita neppure quando la pressione laziale, nella seconda parte del primo tempo, sembrava poter produrre la capitolazione della retroguardia bianconera, che invece ha retto, nonostante tutto. Il centrocampo funziona a dovere, copre in maniera ottimale e fa ripartire rapidamente la manovra (come dimostrano i rovesciamenti di fronte continui, anche quando la Lazio aveva l’iniziativa), l’attacco, pur menomato dall’infortunio di Diego, ha comunque creato insidie, e garantito pressing alto.
Aspetti negativi. C’è sempre qualche problema nel gioco sulle fasce, anche se con il passare dei minuti e l’ingresso di Tiago, le iniziative laziali sono state meglio contrastate. Caceres e Grosso indubbiamente hanno avuto qualche problema iniziale ad inserirsi nei meccanismi di gioco, ma il fatto che alla lunga entrambi siano cresciuti come quantità e qualità, dimostrerebbe che era solo un problema di affiatamento iniziale
Sul podio
Marchisio Un gigante a centrocampo, onnipresente e impeccabile sia in fase di copertura e interdizione, sia nelle ripartenze del gioco. Per come sta giocando in questo periodo, è tra i pochi a doversi ritenere insostituibile, e non a caso la splendida prestazione in Nazionale è da ritenersi più che il coronamento, l’inizio di una nuova fase, di un giocatore maturo, autorevole, sicuro, che in questo momento ha pochissimi rivali in Italia, e non ha da temere i confronti anche in campo europeo.
Buffon Decisivo nel primo tempo, in almeno due occasioni, a conferma che anche lui è tornato in grande condizione.
Caceres I commentatori Sky (ma non solo loro), a lungo l’hanno giudicato come il peggiore in campo, cosa che mi pare davvero senza fondamento. Uno che come ruolo è centrale difensivo, esordisce da laterale destro, con una difesa in parte inedita quest’anno, ed opera proprio nella zona in cui la Lazio era più intraprendente, ha già tante attenuanti; ma a parte questo, non si era affatto comportato male, semmai si era visto pochissimo in chiave offensiva. Mentre, con il calo fisico degli avversari, e quando ha potuto avanzare, i risultati si sono visti, gol e finale in crescendo.
Felipe Melo Solita prestazione di quantità e qualità, quantità impressionante di palloni recuperati e lavorati, con minore presunzione rispetto alle gare precedenti.
Giovinco Riportato nel suo ruolo naturale, è tornato il giocatore fantasioso ed imprevedibile che trascinava la formazione Primavera. Inizio in sordina, ma appena si è proposto ai compagni ed è entrato nel vivo del gioco, la squadra si è trasformata.
Menzione anche per i due attaccanti, che hanno svolto con notevole impegno e diligenza il loro lavoro, Amauri quello di svariare e creare scompiglio nella retroguardia avversaria, Trezeguet quello di finalizzare, e con il premio finale del gol. Ma menzione di elogio anche per Ferrara. Si dice che la fortuna aiuta gli audaci e si dice pure che lui sia fortunato, oltre che audace. Io ritengo invece che abbia acquisito la giusta personalità per guidare una grande squadra, al punto di rischiare un turn over abbastanza massiccio, ed esserne premiato a fine gara con una vittoria a mio giudizio abbastanza netta e meritata, e come si è potuto evidenziare, non è squadra Diego-dipendente.
Dietro la lavagna
Camoranesi Si è rivisto il giocatore a tratti irritante, che si vedeva in passato quando non aveva voglia o non era in gran condizione. Spesso intestarditosi in iniziative personali, finendo con imbottigliarsi nel folto pacchetto difensivo laziale.
Legrottaglie: Alcuni disimpegni da brivido e in generale una certa difficoltà contro Cruz.
Tirando le somme
Se la vittoria contro la Roma era stata la vittoria che dava fiducia alla squadra, questa sicuramente è la vittoria che dà al gruppo la consapevolezza della sua forza. La Lazio attuale è senza dubbio più forte ed insidiosa della Roma, nonostante le assenze di Rocchi e Zarate, peraltro ben rimpiazzati da Foggia e Cruz, ha impostato la gara sulla velocità e sul grande lavoro degli esterni, che hanno spesso creato superiorità numerica a centrocampo; dunque avere resistito fuori casa, con una formazione davvero coraggiosa, quella schierata da Ferrara, ed avere fatto propria l’intera posta, è davvero prova di forza, ma anche di grande sacrificio e di capacità di adattamento e di sofferenza. Si temeva che questa squadra non potesse fare a meno del suo talento, Diego, ed invece ha ritrovato un Giovinco delle grandi occasioni; si temeva che la Nazionale potesse restituire giocatori stanchi, ed invece si è visto un Marchisio sontuoso, un Buffon nuovamente all’altezza della sua fama; si temeva un Trezeguet demotivato e ormai mentalmente logoro, ed invece ha giocato bene, ritrovando la via della rete. Per non tacere il fatto che ancora deve esordire Del Piero, che Sissoko sarò del gruppo a fine mese, e che Zebina deve ancora recuperare. Per queste ragioni la vittoria contro i biancazzurri assume un peso molto maggiore, è davvero il segnale forte e chiaro mandato alle concorrenti, questa juve non è più la squadra degli anni scorsi, ma è nuovamente la squadra che fa paura, che può davvero vincere lo scudetto. E lo è perché ha un gioco, ha i suoi interpreti ma anche quelli che possono sostituirli al momento opportuno, sa stringere i denti quando occorre. Lato negativo, l’infortunio di Diego, la cui portata non è ancora chiara, ma il sospetto che salti il turno di CL, contro il Bordeaux è decisamente fondato. Un brutto colpo, ma anche nuovi stimoli per il gruppo, chiamato comunque a fare bene.
Le mie postille
1 – il ritorno della Cupola … Visto che ormai siamo in pieno clima campionato, torno al mio solito angolino delle postille settimanali, anche perché argomenti ce ne sono adesso, e parecchi. Vedrò di selezionarne alcuni. Il primo non può non avere a riferimento la gara di ieri sera, soprattutto il dopopartita e i moviolisti. Che hanno provato a discutere e speculare su un episodio fin troppo chiaro per essere discusso, ossia azione a gioco fermo, già viziata da un fuorigioco attivo precedente. Ma quando c’è di mezzo la Juventus, specie quella che quest’anno sembra presentarsi con maggiore impatto sul campionato a differenza delle stagioni scorse, un po’ di fuoco di sbarramento preventivo viene lanciato dai soliti noti. Anche perché, come avete notato, ieri sera arbitrava Massimo De Gervasonis, gli infortuni di Rocchi e Zarate sono stati abilmente pilotati dalla Cupola, Lotito ha messo fuori rosa, proprio prima della gara contro i bianconeri, Ledesma e Pandev, per evidente sudditanza psicologica verso la nuova e temutissima Triade Blanc – Cobolli – Secco, il gol di Caceres è viziato da fuorigioco di Trezeguet, non potendosi ritenere rilevante che lo tenesse in gioco un laziale che peraltro era abbondantemente fuori area, e così via. Che dite, rispolveriamo un bel commissariamento con il solito Guido Rossi?
2 – Inter … nazionale. Altro argomento di discussione, Lippi con il suo pronostico ritenuto condizionante sul campionato ( mi chiedo come mai non sia condizionante quello di Capello che ha pronosticato la vittoria dei nerazzurri in CL …), i troppi juventini in Nazionale, a danno di … Thiago Motta (vi immaginate questo qui convocato e giocare al posto di Pirlo o De Rossi?), insomma solito pianginismo. Credo che qualcuno non avrà ben digerito le due vittorie di fila, che praticamente hanno qualificato la Nazionale in anticipo per i mondiali, Nazionale che finalmente è tornata a giocare a calcio, dopo la parentesi del commissario tecnico post calciopolaro Donadoni. Mi preme però rilevare l’affermazione dell’interista Tardelli, rimasto famoso e adorato dai milanisti per il noto 0 – 6 in un derby, secondo il quale sette juventini in Nazionale sono troppi. Già: il nostro dimentica gli anni quando un C.T. ex giocatore del Torino, ne convocava fino a dieci, schierendone 8 o 9 (Zoff, Gentile, Cabrini, Benetti, Scirea, Causio, Tardelli, Bettega, Cuccureddu), o almeno 6 che diventavano campioni del mondo, ed erano solo 6 perché Bettega si era infortunato. Evidentemente un altro che rode alla grande, per essere uscito dal C.d’A. bianconero, proprio quando la squadra poteva decollare, o forse è decollata grazie al suo addio …
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