Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
|
13 |
24 |
6 |
6 |
1 |
22 |
9 |
C |
10 |
18 |
4 |
6 |
0 |
17 |
8 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
23 |
42 |
10 |
12 |
1 |
39 |
17 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
|
Serie A |
4.586 |
Giocate |
3.092 |
2.510 (54,73%) |
Vittorie |
1.699 (54,95%) |
1.177 (25,67%) |
Pareggi |
840 (27,17%) |
899 (19,60%) |
Sconfitte |
553 (17,88%) |
8.205 |
Fatti |
5.383 |
4.464 |
Subiti |
2.915 |
C. Europee |
|
Era 3 pti (uff.) |
514 |
Giocate |
1.564 |
282 (54,86%) |
Vittorie |
929 (59,40%) |
114 (22,18%) |
Pareggi |
374 (23,91%) |
118 (22,96%) |
Sconfitte |
261 (16,69%) |
873 |
Fatti |
2.748 |
472 |
Subiti |
1.383 |
Tutti i numeri della Juventus |
|
Pubblicato il 31.08.2009
|
Roma - Juventus 1 - 3 - STREGATI DA DIEGO!
|
di Antonio La Rosa
|
Se Totti potesse tornare indietro a quel famigerato otto febbraio 2004, penso proprio che non ripeterebbe più quel gesto di scherno delle quattro dita sventolate a Tudor, dato che da quella gara, non solo la Juventus non ha più perduto contro i giallorossi, ma all’Olimpico ha sfoderato sempre prestazioni di grande autorevolezza, finendo quasi sempre o con lo strapazzare i giallorossi. Cosa che è accaduta anche stavolta, vittoria netta, convincente, addirittura strettina nel punteggio, visto che il migliore in campo della Roma è stato l’esordiente portiere Julio Sergio, autore di almeno 5 parate miracolose. E non era affatto una gara facile, la Roma non sarà al meglio, o all’altezza di anni passati, ma si trattava della gara del loro esordio casalingo, in uno stadio gremito e con un tifo come al solito calorosissimo, con il desiderio di riscattare la rocambolesca sconfitta di Genova, ma proprio per questo i meriti dei bianconeri sono certamente superiori ai demeriti degli avversari, che comunque hanno retto il confronto, riacciuffando il pari anche se in modo fortunoso, e rimanendo in partita fino ai minuti di recupero finale.
Aspetti positivi
Quando si vince e bene fuori casa, su un campo ostico (anche se da ultimo non lo è più), e contro una squadra che magari non è al meglio ma per tradizione sputa sangue quando vede i bianconeri, vuol dire che tutto o quasi ha girato a perfezione. Tra le cose più rilevanti, direi la compattezza del centrocampo, che, anche in diversa formazione, assicura copertura alla difesa e rifornimenti costanti e intelligenti agli avanti; direi pure il movimento delle punte che crea profondità al gioco ed apre spazi agli inserimenti per vie centrali; direi infine la ritrovata mentalità “operaia” del gruppo, la fame di vittorie.
Aspetti negativi
Una cosa va evidenziata, prima di cadere in facili entusiasmi: questa Roma per adesso è lontana parente della squadra che contendeva lo scudetto all’Inter due stagioni addietro, e dunque il risultato va “pesato” tenendosi conto di questo decadimento dei giallorossi. Per questo, pur potendosi ritenere trascurabili, non credo siano da sottovalutare la distrazione collettiva in occasione del momentaneo pareggio giallorosso, o certi errori nella gestione della palla, a vantaggio acquisito, o qualche limite nel gioco sulle fasce. Contro altre formazioni più “toste”, tali limiti potrebbero risultare alquanto seri.
Sul podio
Diego A mia memoria, mai un giocatore straniero, esordiente in bianconero, era riuscito a stregare la tifoseria dopo sole due giornate di campionato, come invece ha fatto questo giocatore. Praticamente ha tutto, visione di gioco, senso della posizione, sa farsi sempre trovare smarcato dai compagni, gioca a terra e di prima, irresistibile quando dribbla, tiro preciso, abile anche nel pressing alto e nel recuperare in difesa, insomma giocatore completo e a tutto campo. E, cosa che non guasta, è efficacissimo anche come realizzatore, le due reti contro la Roma sono decisamente un campionario di tecnica, freddezza e cinismo.
Felipe Melo Quando perderà quel pizzico di presunzione e di eccessiva sicurezza nella sua tecnica, vedremo un autentico campione e leader in campo. Per adesso accontentiamoci (si fa per dire), di vedere un giocatore sempre correttamente posizionato in campo, che recupera tantissimi palloni, che recupera e anticipa, e che gestisce palla con diligenza, tranne quando si fa prendere dalla sicumera e tiene troppo palla, finendo per perderla, o appoggiandola con troppo supponenza ai compagni. Tiago: 6,5 – Decisamente un giocatore rinato, molto distante da quello svagato visto in passato. Primo tempo non proprio esaltante, anche se ha avuto l’occasione per segnare, ripresa molto più tonica e di qualità.
Amauri Se è rimasto all’asciutto, è esclusivamente merito del portiere giallorosso (salvataggi miracolosi in almeno tre occasioni), e della sfortuna in occasione del palo. A ciò si aggiunga l’ennesima prova generosa e di abnegazione.
Iaquinta L’asssist di tacco a Diego in occasione del secondo gol, è la ciliegina sulla ennesima prestazione encomiabile, specie quando si è defilato sulla fascia, giocando da vera ala offensiva.
Aggiungerei che tutta la squadra nel complesso ha reso in modo soddisfacente, tranne qualche eccezione, bene la coppia centrale difensiva, ancora bene Tiago, e Camoranesi ha dimostrato che può dare molto alla squadra. Inoltre non si può non menzionare Ciro Ferrara e i suoi indubbi meriti per quanto la squadra sta facendo: se finora le sue vittorie in campionato potevano lasciare qualche dubbio in relazione alle avversarie incontrare o ai tempi (finale di stagione scorsa), quella all’Olimpico contro i giallorossi è decisamente l’esame di maturità superato a pieni voti, nel senso che ha la giusta personalità per guidare una grande squadra.
Dietro la lavagna
De Ceglie L’unico veramente in ombra della squadra, incerto in fase difensiva, spesso impreciso in avanti.
Aggiungerei pure Marchisio, non che abbia giocato male, ma ormai ci eravamo abituati a ben altro rendimento, e forse è stato condizionato dall’infortunio iniziale; e tutto sommato una tiratina d’orecchi andrebbe data a Buffon che, se ha avuto il grande merito di salvare il risultato nell’unico vero pericolo corso dalla squadra, ha le sue colpe sul gol di De Rossi.
Tirando le somme
Siamo ancora alla seconda di campionato, dunque è ancora troppo presto per ogni tipo di giudizio, ma è indubbio che la nuova Juve di Ferrara è partita con il piede giusto. Anche nel primo anno di Ranieri, i bianconeri iniziarono con una doppia vittoria, ma mi pare che si notino ad occhio le differenze, soprattutto di mentalità. Questa è una Juve che gioca e si impone come forza di collettivo, come carattere e spirito di lotta, mentre la Juve precedente aveva spesso delle cadute di tensione, che compromettevano in parte quanto di buono veniva prodotto dalle giocate dei suoi campioni. Comincia intanto a prendere corpo quel progetto di base, che a mio giudizio ricorda moltissimo la Juve del primo anno di Lippi: si parla di centrocampo a rombo, mentre di fatto la squadra gioca con un autentico 4 – 3 – 3 con Diego quasi da punta (un po’ come Baggio o Del Piero in quella stagione), quando attacca, ma quando non è in possesso palla, le punte arretrano in copertura e lo stesso Diego non disdegna di atteggiarsi quasi da mediano, in questo assicurando sempre copertura alla difesa e superiorità a centrocampo, nonostante sia il reparto teoricamente a tre. E quando il collettivo funziona, funzionano pure i meccanismi di gioco e la classe dei singoli si esalta: la prestazione di Diego è stata decisamente stratosferica, ma proprio perché la squadra lo ha aiutato, e lui dal canto suo si è sempre rimboccato le maniche quando c’era da aiutare i compagni in copertura; gli attaccanti non hanno segnato, e visto quanto hanno concluso in fase di conclusione a rete, la cosa è davvero casuale, ma è stato importantissimo il modo come hanno lavorato, defilandosi spesso sulle fasce e scambiandosi di posizione, per consentire gli inserimenti centrali dei compagni, o iniziando loro il pressing alto sui portatori di palla giallorossi. Ma naturalmente, in situazioni del genere, il rischio è di esaltarsi troppo e di non badare ai difetti ed ai limiti, che comunque si sono evidenziati durante la gara, sia pure in misura molto minore rispetto alla gara di esordio contro il Chievo. La Roma onestamente non è più quella di qualche anno addietro, almeno quella vistasi durante i 90’, e soprattutto Totti non sembra più quel leader capace di trascinare la squadra nei momenti difficili, tanto che mi pare evidente che ormai il vero leader della squadra sia proprio De Rossi, che spesso predica a vuoto. Nonostante ciò, aveva anche agguantato il pareggio, addirittura aveva sfiorato il vantaggio a fine primo tempo e, pur non avendo creato grossi grattacapi alla retroguardia bianconera, ha anche colpito un palo e in qualche frangente è entrata pericolosamente in area juventina. Dunque qualcosa non ha funzionato a dovere, pur in un pomeriggio di gloria. Si è sprecato qualche pallone di troppo, con disimpegni qualche volta troppo superficiali, si è sofferto in difesa in qualche situazione, insomma si sono ripetute cose vistesi pure domenica scorsa, anche se in misura minore, come dire la squadra lavorando comincia ad eliminare qualche difettuccio e qualche imprecisione. Diciamo che Felipe Melo, la cui prestazione è stata ottima, deve però essere più cinico e concreto in qualche situazione, non attardarsi troppo con la palla, e non appoggiarla qualche volta con troppa supponenza ai compagni; diciamo anche che qualche meccanismo difensivo va migliorato, e sotto questo profilo, l’impostazione del reparto come nel finale di gara, con Chiellini esterno e Legrottaglie centrale in coppia con Cannavaro, potrebbe essere una soluzione praticabile. Nel frattempo godiamoci il primato, anche se in condominio.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
|
|
|
|