Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
|
9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
|
Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 30.06.2009
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Vavassori
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di Bidescu
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Nasce a Rivoli (Torino) il 29 giugno 1934. Benè Gola, dirigente accompagnatore della Juventus per tanti lustri, disse ai giornalisti agli inizi degli anni cinquanta: «Vado a vedere un ragazzino che gioca all’oratorio dei Salesiani e che è ugualmente bravo tra i pali della porta e quando gioca all’attacco. In entrambe le situazioni, sfrutta il suo scatto portentoso ed altre già ben definite doti fisiche. Credo che possa interessare alla Juventus». “Vava” destò subito una grande impressione e venne, quasi subito, tesserato per la Juventus, entrando a far parte di una delle più valide formazioni giovanili bianconere; una squadra della quale facevano parte, fra gli altri, Garzena, Emoli e Colombo. Fu proprio fra le file della Juventus “Primavera”, che Giuseppe dimostrò il proprio valore; stupiva gli avversari fra i pali ed i compagni quando, in allenamento, si divertiva a giocare all’ala sinistra. Giocando all’attacco, conseguì un senso del piazzamento quasi perfetto, abituandosi a ragionare da attaccante. Raccontava: «Per fare il portiere occorrono tre doti essenziali: riflessi, agilità, tranquillità. Io credo di possedere, in misura ottimale, le prime due doti, mentre per la tranquillità, penso di non essere sempre sufficiente. Sono doti che dovrebbero essere innate, perché non si possono apprendere da nessun maestro. All’uomo che abbia queste qualità fondamentali, bisognerà insegnare come piazzarsi davanti alla porta, come bloccare bene il pallone, come anticipare le mosse dell’avversario. Appreso questo, quell’uomo sarà un buon portiere». Nella stagione 1955-56, “Beppe” occupò stabilmente il ruolo di secondo portiere, alle spalle di Viola, considerato il proprio maestro. Il suo esordio in serie A, avviene a Napoli, nel dicembre del 1955. La partita finì 1 a 1, ma “Vava” se la cavò molto bene, effettuando ottime parate. Giocò solamente un’altra partita, in quella stagione, mentre furono sette nel campionato successivo e 14 nel 1958-59. I grandi exploit, arrivarono nelle due stagioni successive, duranti le quali, Vavassori diventò il titolare della maglia numero uno. Il campionato 1960-61 fu, comunque, l’ultimo disputato al servizio della Juventus, con la quale totalizzò un bottino di 80 presenze (71 in campionato, 8 in Coppa Italia ed 1 sul palcoscenico internazionale). “Vava” aveva tutto per diventare la sicurezza ed il futuro del ruolo che era di Combi e Sentimenti IV. Non gli mancava la continuità: il suo rendimento fu sempre costante verso l’alto; sbagliava poco in una difesa, viceversa, piuttosto indecisa, dove gli anni pesavano sul leader Cervato e dove il ragazzino Burgnich era ancora troppo acerbo per raccoglierne l’eredità. Aveva doti acrobatiche, ma preferiva la calma del piazzamento; non temeva le uscite e nemmeno le mischie, concedendo poco alla fantasia. L’unica cosa che gli mancava era la fortuna. Il 24 maggio 1961 allo stadio “Olimpico” di Roma, l’allenatore della Nazionale Giovanni Ferrari, lo manda in campo contro l’Inghilterra, in sostituzione dell’infortunato Buffon: l’Italia sta vincendo 2 a 1 ed alla conclusione del match mancano 34 minuti. Una giornataccia: Vavassori, emozionatissimo, s’impappina, gli inglesi ribaltano il risultato ed il sogno di superare le bianche casacche che l’Italia accarezza da quasi trenta anni deve essere ancora procrastinato. Vavassori paga un pesante dazio sia in Nazionale, dove non viene più convocato, sia nella Juventus, che lo baratta con un ragazzo, Gaspari, che è poco più di una promessa. Nell’estate del 1961, infatti, lascia Torino e raggiunge il Catania; dalla Sicilia si separa dopo un quinquennio per accasarsi al Bologna dove continua a volare fino a trentasette anni suonati, prima di essere portato via da un male incurabile, nel 1984.
http://ilpalloneracconta.blogspot.com/
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