E’ finita, ma stavolta per davvero, la Juventus per questa stagione dovrà accontentarsi al massimo di una seconda posizione che, almeno per come stanno andando le cose, non è più un risultato lusinghiero per i bianconeri, visto che sarebbe stato lecito, da parte della tifoseria, aspettarsi quantomeno che la squadra lottasse fino alla fine per tutti i traguardi, mentre, già fuori dalla CL, ad otto giornate dal termine, sembra definitivamente abbandonata ogni velleità scudetto. Era questa infatti una gara da vincere ad ogni costo per mantenere pressione sull’Inter, e ad onor del vero la vittoria era ormai a portata di mano, nonostante una gara con parecchie difficoltà derivanti più dall’atteggiamento della squadra, che non è sembrata concentrata come si dovrebbe avendo come obiettivo una difficile rimonta. Primo tempo sconcertante, ripresa arrembante anche se il vantaggio arrivato sono nella fase finale, e poi un rilassamento incredibile, dato che il Chievo aveva già avuto poco prima del pareggio, una ghiotta occasione per la terza segnatura. Come dire, atteggiamento di squadra che mentalmente non è da scudetto, queste sono gare da vincere e basta, anche quando non si è al meglio.
Aspetti positivi.
Poco da salvare di questa gara, a parte il rendimento e la determinazione di alcuni giocatori. Sul piano del gioco va solo evidenziata la carica con cui la squadra è entrata in campo nella ripresa, e poi basta.
Aspetti negativi
Difesa davvero inguardabile, poca interdizione a centrocampo, almeno nel primo tempo, manovra che raramente è stata corale ma poggiantesi sulle iniziative individuali, e cosa preoccupante, nei momenti topici della gara c’è stato un eccesso di rilassamento, non a caso due reti sono state subite nei finali di tempo, evidentemente parecchia gente era già negli spogliatoi con la testa.
Sul podio
Camoranesi E’ stato il protagonista assoluto della gara, quello che ha dato la scossa alla squadra, e non a caso tutte le reti sono frutto di sue azioni. Come dire, ci sarebbe servito eccome durante certi momenti della stagione, soprattutto in CL, anche se, rovescio della medaglia, è davvero irritante che la sua grande prova di classe sopraffina venga gettata alle ortiche da una retroguardia in giornata da dimenticare.
Iaquinta E’ in ottime condizioni di forma, ha segnato, ha come suo solito lottato su tutto il fronte offensivo, spesso anche da solo, soprattutto nel primo tempo.
Per il resto, da segnalare ancora una volta la buona prova di Marchisio, che ormai appare come giocatore insostituibile di questa squadra, dello stesso Giovinco, quando ha potuto giocare come sa, ossia più avanzato e da rifinitore, e tutto sommato anche di Trezeguet, che non ha segnato, ma solo per un pizzico di sfortuna, facendosi sempre trovare pronto in area di rigore.
Dietro la lavagna
Ranieri Pareggio con il Catania, sconfitta con il Palermo, sconfitta con il Cagliari, pareggio con la Sampdoria, ed ora pareggio contro il Chievo, insomma ben cinque gare interne contro squadre di classifica medio – bassa, sprecate, e su quindici punti disponibili, conquistati in questi confronti solo tre, sta tutta qui la distanza dalla vetta della classifica. Quelli che erano stati i limiti della scorsa stagione, si sono ripresentati puntualmente anche quest’anno, e quando un problema si ripresenta sempre allo stesso modo, vuol dire che c’è qualcosa di congenito, probabilmente Ranieri non sa dare alla squadra la giusta carica per evitare questi passi falsi. Praticamente si è rivista la stessa gara contro il Cagliari, e anche allora, nonostante lo svantaggio, la squadra bene o male aveva ripreso le redini e si era portata in vantaggio, prima del patatrac finale. Si può discutere anche sulle scelte e sui cambi: dovrebbe capirsi meglio la ragione per cui Poulsen rimane in panchina, e si propone la coppia Tiago – Marchisio, con il portoghese in fase calante, come pure la sostituzione di Grygera, per bruciare anche il terzo cambio ad inizio ripresa, mentre ci poteva stare il cambio Del Piero – Trezeguet, vista la giornata anonima del capitano. Ma sono cose che diventano dettagli secondari, la realtà è di un pareggio che praticamente ha deciso le sorti del campionato, a prescindere dalle imprese di Banti ad Udine.
Buffon Sveglia!, Quattro tiri in porta e tre gol presi, di cui almeno due evitabilissimi. Si è migliori portieri del mondo solo se si gioca da migliori portieri al mondo, non certo stando a guardare gli avversari che giocano e tirano in porta.
Mellberg Disastroso. Si fa superare per due volte da Pellissier nel primo tempo, e nel finale, regala la palla decisiva a Langella, per non fare ciò che un difensore dovrebbe fare al 90’, ossia palla in tribuna senza tanti fronzoli.
Chiellini Anche lui è stato in buona parte complice di Mellberg nella giornata nera della difesa, il gol ne riscatta la prestazione in minima parte.
Tiago Nel primo tempo è stato decisamente il peggiore in campo, forse andava sostituito proprio lui. Un pochino meglio nella ripresa, nel senso che almeno si è fatto vivo un pochino di più nel gioco.
Del Piero Ecco il Del Piero che non vorrei mai vedere: ossia quello che si ostina a cercare la giocata solitaria, ad ignorare i compagni, e a sprecare azioni davvero ghiotte.
Tirando le somme
Forse con questa gara si è esaurita una fase della storia bianconera del “nuovo corso”, dato che per il secondo anno consecutivo la Juventus non porta nulla in bacheca, a meno di sperare nella Coppa Italia e ritenere quello l’obiettivo prioritario della stagione. Non è così e lo sappiamo bene intanto noi tifosi, lo sanno bene gli stessi giocatori, basti pensare alle dichiarazioni velatamente polemiche di Camoranesi, quando dice che in passato le squadre venivano a Torino badando a prendere meno reti possibile, adesso invece vengono anche a giocarsi le gare e provare a vincerle, un modo per dire che questa Juve non incute più quel timore riverenziale alle avversarie. Analisi tutto sommato vera, se in quindici gare interne, ben cinque sono state sprecate, e contro squadre di media e bassa classifica, tre pareggi e due sconfitte: intendiamoci, i passi falsi interni durante una stagione possono anche succedere, ma un terzo delle gare sprecate e non contro formazioni di primissimo piano, sono un dato che deve fare riflettere, non può essere un caso, ponendosi a mente che anche lo scorso anno la squadra sprecò molto contro le piccole, in casa e fuori, e tanto per rinfrescare la memoria, all’Olimpico i punti lo scorso anno vennero sprecati contro Udinese, Sampdoria, Cagliari, Torino e Catania, oltre alla sconfitta contro la Fiorentina, che comunque alla fine è arrivata quarta, ed al pareggio contro l’Inter, campione in carica, come dire 7 gare su 19 non vinte. Tornando a questa stagione, per chi ha buona memoria, almeno tre delle cinque gare sopra citate, potevano essere agevolmente vinte, ed invece abbiamo solo rimediato due punti su nove, e a ben vedere sta qui il distacco con l’Inter, nonostante infortuni, errori arbitrali e quant’altro. Insomma è più demerito nostro questo distacco che ormai penso sia decisivo, dato che l’Inter dovrebbe perdere tre gare, la Juventus vincerle e soprattutto battere i nerazzurri con due gol di scarto nello scontro diretto. Si tratta di una impresa davvero più che ardua, che qualche volta è anche riuscita, e noi ne siamo testimoni, ricordando la stagione 1999 – 2000, ma fu un caso davvero anomalo, la Juventus sconfitta quattro volte nelle ultime nove gare, con un clima davvero di caccia alle streghe contro i bianconeri, e con errori arbitrali a ripetizione a nostro danno (rigori negati e rigori fasulli dati, Milan – Juventus, espulsioni immotivate, Juventus – Lazio, due gol irregolari, Verona – Juventus, e il famoso diluvio perugino), mentre come ben sapete, l’Inter ha tutto a suo favore, “Palazzi”, arbitri, stampa, media. Tutte cose però che con una Juventus appena più “cinica” e “cattiva” nei momenti importanti della stagione, sarebbero di importanza secondaria, oggi saremmo nella peggiore ipotesi a non più di tre – quattro punti dalla vetta, con lo scontro diretto in casa, per cui sarebbe ancora tutto da decidere. Se così non è, le colpe vanno ricercate all’interno, e di questo deve rendersi conto soprattutto la dirigenza, perché sarebbe il secondo anno all’asciutto, e se lo scorso anno tutto sommato poteva anche essere comprensibile, trattandosi dell’anno di ritorno in A, quest’anno no, e forse fin da adesso occorrerà pensare, e seriamente, alla prossima stagione, che non potrà essere ancora una volta solo recitata da comprimaria. Tradotto, vediamo se davvero John Elkann e soci amano la Juventus come la amiamo noi.
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Questa volta non chiuderò il mio intervento con le solite postille. Credo invece opportuno dedicare questo spazio per esprimere la solidarietà ai familiari delle vittime del terremoto in Abruzzo, e manifestare vicinanza a chi ha perso il proprio tetto e che per un po’ dovrà vivere in situazioni difficili. Penso con questo di interpretare il sentimento di tutti i lettori del sito, di fronte a queste tragedie, il calcio deve farsi da parte, una volta tanto.
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