La Juventus saluta l’Europa, a testa alta e con grande dignità, ma pagando troppi prezzi alla sfortuna, compreso il fatto che ha incontrato una squadra, il Chelsea, che dalla crisi è passata in poco tempo ad una fase di rinascita, grazie alla cura di Hiddink. Intendiamoci, gli inglesi nel doppio confronto hanno dimostrato di avere qualcosa in più rispetto ai bianconeri, e probabilmente il verdetto che ha dato il campo è quello giusto; ma è indubbio che, ponendosi mente al momento del sorteggio, mentre c’era una Juve lanciata ed in ascesa, e quindi fiduciosa di poter passare il turno, c’era un Chelsea in piena crisi, di gioco e di risultati. Poi le cose si sono rovesciate, in casa inglese il cambio in panchina ha dato la scossa alla squadra, e sono ritornati risultati, gioco, e anche miracolosi recuperi, come quello di Drogba e di Essien; mentre in casa bianconera, un calo di condizione, e una nuova sfilza di infortuni che ha menomato l’organico, ultimo dei quali quello di Sissoko nel derby, e all’ultimo momento anche l’indisponibilità di Legrottaglie; dulcis in fundo anche l’infortunio di Nedved ad inizio gara, dopo appena 10’. Eppure per tutto il primo tempo sembrava che la squadra potesse compiere la grande impresa, un gol da manuale del calcio di prima intenzione, altre iniziative importanti, una certa padronanza del campo, durata praticamente fino a quasi alla fine del tempo regolamentare; poi due minuti di confusione, prima una punizione che non c’era ma che è stata parata da Buffon con difficoltà e con palla che non si è capito se fosse oltre la linea, e successivamente un tiraccio da fuori area di Lampard, deviato da un bianconero, e successivamente da Buffon sulla traversa, con Essien lesto a riprendere e battere a rete. Aggiungiamoci pure che, nella ripresa, è salito in cattedra l’arbitro, davvero mediocre ed inspiegabile come possa dirigere a questi livelli a questi livelli, con errori su errori, tali da innervosire i giocatori, spezzettando esageratamente il gioco, espellendo Chiellini per un intervento netto sulla palla, ed invece neppure punendo l’autore del mani volontario, Belletti, che a termini di regolamento andava espulso, in occasione del rigore che ha portato i bianconeri al momentaneo vantaggio. Ma sarebbe ingiusto attribuire solo all’arbitro la responsabilità dell’eliminazione, diciamo che in una serata poco fortunata, si ci è messo anche l’arbitro di traverso, ma non si è usciti per questa sola ragione, e di questo ne parlerò più avanti.
Aspetti positivi
Lo schieramento iniziale è apparso azzeccato, anche quando è uscito per infortunio Nedved, il tridente ha creato problemi agli avversari che dovevano soprattutto contenere il gioco juventino e non potevano ripartire agevolmente. Il nostro centrocampo non ha affatto sfigurato contro gente che ha classe ed esperienza internazionale, al punto da potersi sostenere che nella zona nevralgica del campo i bianconeri hanno chiaramente prevalso sul Chelsea. A ciò aggiungerei che anche nel momento difficile, in inferiorità numerica, la squadra ha mostrato il suo solito carattere e spirito di abnegazione.
Aspetti negativi
Ovviamente le assenze per infortunio, che hanno costretto Ranieri ad una formazione per certi aspetti improvvisata ma anche obbligata, ed in una gara come questa, la mancanza di ulteriore potenza a centrocampo, e di fantasia sugli esterni, alla lunga ha pesato. Ancora una volta, e va detto, il nostro attacco non si è mostrato all’altezza della situazione, a parte Iaquinta, e che nella ripresa alcuni giocatori si sono fatti prendere da nervosismo, ed a farne le spese è stato Chiellini. Infine i cambi hanno lasciato qualche dubbio, nel senso che avrei visto meglio Poulsen e non Salihamidzic, che Giovinco doveva entrare ma chi doveva uscire era Trezeguet, e non Iaquinta, che con le sue progressioni aveva spesso messo in difficoltà la retroguardia inglese
Sul podio
Tiago Una delle note liete della serata, ossia la conferma che quello che era considerato il flop della campagna acquisti, è invece un giocatore che si è pienamente ritrovato e si è inserito nella squadra, mostrandosi in grado di poter dire la sua anche in avvenire. Ottimo primo tempo, soprattutto sul piano della organizzazione della manovra, e delle ripartenze, nel secondo tempo ha dovuto soprattutto svolgere ruolo di interdizione e di recupero palloni. Sembra dunque avviarsi ad un ruolo che oggi si definisce “play basso”, ossia prendere palla dalla difesa e far ripartire la squadra.
Iaquinta Un gran bel gol che ci aveva illusi, ma anche una prestazione di carattere, ha lottato fino a quando è rimasto in campo.
Giovinco La sua vivacità offensiva è stata importante, contro un avversario atleticamente forte ma lento occorreva ripartire rapidamente, cosa che lui ha fatto al meglio.
Marchisio Un altro che si è dimostrato all’altezza dell’impegno, non mostrando paura alcuna a fronteggiarsi con avversari di valore internazionale,
Mellberg Si vede che è abituato a giocare contro le squadre inglesi, ha fatto valere la sua forza sul gioco aereo ed anche nei contrasti.
Dietro la lavagna
Chiellini Precisata che l’espulsione è stata esagerata, direi quasi cercata apposta da un arbitro mediocre e psicologicamente condizionato dal nome degli avversari, in effetti da una decina di minuti dava segni di nervosismo, e quell’entrata, anche se non fallosa, poteva risparmiarsela visto il tipo di direzione di gara.
Salihamidzic Come impegno e volontà nulla da dire, ma a questi livelli ci vuole ben altro. È stato parecchio confusionario e poco utile alla manovra.
Del Piero Ci si aspettava di più, perché in gare come queste è il leader della squadra che deve trascinare i compagni, nei momenti delicati. Per carità, nulla da dire sull’impegno, ma sarebbe bastata una prestazione quasi come quella del Bernabeu per portarci ai quarti, e purtroppo questa non c’è stata.
Tirando le somme
Non sempre la sfortuna viene così per caso, ed anzi in certe occasioni meglio che la sfortuna arrivi per non crearsi le illusioni che poi con il passare del tempo si pagherebbero molto care. Mi spiego: la Juventus può accampare moltissime attenuanti e recriminare su tante situazioni sfavorevoli, prima e durante il doppio confronto con gli inglesi, soprattutto quello di non essere arrivata al doppio confronto in condizioni ottimali, sia fisiche sia di organico, fin troppo menomato in alcune sue componenti importanti, e, per quanto vistosi nel doppio confronto, il sia pur rivitalizzato Chelsea, grazie alla cura Hiddink, se avesse giocato con la Juventus normale e al completo, probabilmente sarebbe stato eliminato. Ma siccome questi sono i ragionamenti del senno del poi, il doppio confronto tra le due squadre è arrivato in questo momento, e dunque onore al merito, gli inglesi sono giustamente passati ai quarti. Resta semmai l’amara consolazione che in questa occasione si è stati eliminati provandoci fino in fondo, senza lesinare energie, insomma non si è ripetuta la sfida davvero pessima contro l’Arsenal del 2006 (dopo una rocambolesca qualificazione a 1’ dalla fine contro il Werder Brema), o il ritorno contro il Liverpool del 2005, e sotto questo aspetto, credo che un rigraziamento di cuore vada fatto a tutti i giocatori, che hanno davvero fatto di tutto, come dire, possiamo essere orgogliosi di questa squadra e del cuore che ha mostrato. Ma fatta questa precisazione, quando dico che tante volte la sfortuna non è casuale, ed anzi è meglio che si manifesti, lo dico perché un eventuale passaggio di turno avrebbe potuto illudere dirigenza e tifoseria, dato che questa Juve è sì rientrata nell’Europa che conta, ma non è certamente all’altezza delle grandi d’Europa, è ancora distante dalle inglesi, dal Barcellona, e direi pure da quel Bayern che ha strapazzato lo Sporting di Lisbona, per cui non credo che la squadra sarebbe comunque andata oltre i quarti. Quindi mi pare chiaro che il valore dei bianconeri per adesso non è tale da poter tornare davvero competitivi in CL, è valore di squadra che può compiere anche delle imprese importanti, ma visto come il Real Madrid è stato umiliato dal Liverpool, l’impresa dei bianconeri contro i madrileni adesso va leggermente ridimensionata, anche se, a favore dei reds c’era la componente che giocando il ritorno in casa, dopo una vittoria in trasferta, potevano gestire a loro piacimento la gara. Ne consegue che se si vuole davvero primeggiare in Europa, ed anche in Italia, diventerà fondamentale programmare subito la squadra per la stagione 2009 – 2010, con innesti che necessariamente debbono essere di valore, non si può più pensare a costruire grandi squadre con parametri zero o giocatori di medio valore, insomma ci vogliono i campioni. E ci vogliono soprattutto “uomini squadra”, come quel Lampard che ha fatto capire cosa significhi essere, in questi momenti “uomini squadra”, ossia giocatori che, nei momenti di difficoltà, si assumono le proprie responsabilità e trascinano i compagni per rimediare alle situazioni difficili, e che sanno dare la giusta calma ai compagni o la giusta carica quando necessario. Ciò che è mancato alla Juventus, dato che Del Piero, ad onor del vero, nel doppio confronto, non è stato all’altezza del compito, e non ci sono stati altri in grado di potersi sostituire, su questo piano, al nostro capitano. Per carità, adesso siamo consapevoli che la base su cui lavorare c’è ed è solida, ma occorre un esterno destro difensivo, un altro centrale, tenuto conto che abbiamo Legrottaglie avanti negli anni, e Mellberg oltre i 30 anni; occorre il sostituto di Nedved, che deve necessariamente essere un fuoriclasse, perché Nedved è stato un fuoriclasse in bianconero; occorre pensare anche al fatto che Del Piero è a quota 35 anni, e gli anni dunque passano pure per lui, e che Camoranesi ne ha 33, anche se il Marchionni vistosi, al netto di infortuni, ha reso in maniera più che confortante. E che Tiago può dire la sua ancora in bianconero, ma non è ancora il giocatore che può diventare leader della squadra, come Lampard per il Chelsea. Adesso insomma, vedremo se abbiamo davvero una dirigenza degna da Juve, se saprà, dopo il lavoro di cosiddetta ricostruzione della squadra, costruire la Juventus vincente.
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