Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 25.12.2008
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Salas
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di Bidescu
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Salas, nato a Temuco in Cile, debutta nella prima divisione cilena nel 1994, appena ventenne, con la maglia dell’Universidad de Chile. Il suo primo campionato è strepitoso: 25 partite e 27 goals. Nelle stagioni successive, però, deve fare i conti con una maturità calcistica che tarda ad arrivare ed anche con la sfortuna: nel 1995 disputa 27 partite e realizza 17 reti, mentre nel 1996 gioca appena 10 gare andando a segno solamente 5 volte. «Come tutti i ragazzi sudamericani, vivevo di pane e calcio. Mia madre doveva venirmi a cercare per riportarmi a casa, altrimenti potevo rimanere attaccato al pallone per tutto il giorno. La mia prima squadra è stata quella del quartiere, il Santos. Dopo un po’ di tempo, ebbi la possibilità di entrare nella rosa del Deportivo Temuco. Così, mi trovavo a giocare il mercoledì e la domenica con due squadre diverse. Poi, sono passato all’Univesidad de Chile; ricordo ancora l’esordio: 13 aprile 1993. Ma la partita più bella è stato il derby contro il Colo Colo, vinta per 4 a 1 con tre mie reti». Emigra in Argentina, destinazione River Plate. Nella squadra dei grandi “footballers” sudamericani inizia la vera carriera di Marcelo; in due anni mette insieme 53 presenze e 24 reti. I tifosi lo chiamano “El Matador” per gli inchini che, dopo ogni goal, dedica al pubblico, facendolo assomigliare ad un torero. È un attaccante spettacolare che cerca la porta con grande determinazione, ha un modo di giocare che manda in delirio il pubblico argentino. Nel 1997 vince il “Pallone d’oro” sudamericano. Prima di lui, l’impresa è riuscita ad un solo calciatore cileno: il grande Figueroa, un mito, eletto “campionissimo” per tre anni consecutivi (1974, 1975, 1976) dai lettori del quotidiano “El Pais”, la voce di Montevideo, che organizza il referendum riservato ai giocatori sudamericani. «Al River giocavo con gente del calibro di Francescoli, Ortega, Gallardo e Cruz. Vincemmo tutto. Ricordo la prima volta che mi capitò di tornare in Cile; mi accolsero come un re». La fama di Salas non può non arrivare in Europa: Juventus, Lazio, Deportivo la Coruña e Manchester United danno vita alla solita asta miliardaria. La spunta Cragnotti che, per 33 miliardi di vecchie Lire, porta “El Matador” a Roma. È il 13 settembre 1998 quando Salas fa il suo esordio nel campionato italiano con la maglia della Lazio; nonostante non venga sempre apprezzato dall’allenatore Ericksson, contribuisce a far diventare la squadra biancoazzurra una delle migliore compagini europee. Infatti, dal 1998 al 2001, la Lazio vince la Supercoppa Italiana, la Coppa delle Coppe, la Supercoppa Europea, lo scudetto e la Coppa Italia. Gioca 79 gare in serie A e realizza 34 goals, a cui si deve aggiungere 117 presenze e 48 reti nelle varie coppe. Nonostante tutte queste vittorie, ogni fine stagione il presidente Cragnotti mette il campione cileno sul mercato; per due volte è molto vicino il trasferimento all’Inter. Ma quando sembra che sia cosa fatta, ecco che rispunta la Juventus, complice l’ex laziale Nedved, appena acquistato dalla “Vecchia Signora” che gli racconta che a Torino si sta benissimo. Durante l’estate del 2001, Sergio Cragnotti e Luciano Moggi impostano una trattativa in Costa Smeralda, ma Marcello Lippi, allenatore bianconero, vorrebbe riportare Christian Vieri a Torino. Ma il ritorno alla Juventus di “Bobo” metterebbe Massimo Moratti in una posizione di sudditanza calcistica nei confronti della Juventus, tanto è vero che la stampa milanese solleva immediatamente sospetti e malignità, che creano difficoltà anche allo stesso giocatore. Così, la “Vecchia signora” si concede a Marcelo. Il passaggio di Salas in bianconero, viene concluso sulla base di 25 miliardi di vecchie Lire più la cessione di Darko Kovacevic, che nonostante i goals è considerato solo una buona riserva. «Essere alla Juventus», spiega, «è un premio per tutti i sacrifici fatti in passato. Mi piace molto l’ambiente che ho trovato a Torino. Una grande squadra si vede anche dalla società che ha alle spalle e, questa, è davvero eccezionale, organizzata alla perfezione». Purtroppo, l’avventura in bianconera non è molto fortunata. Durante Bologna-Juventus, il suo ginocchio cede; la diagnosi è agghiacciante: distorsione al ginocchio destro con lesione del legamento crociato anteriore, la sua stagione è virtualmente finita. Salas la prende con filosofia: «State tranquilli, sono sereno. Quando tornerò in campo sarò più forte di prima, per compensare la passione e l’amicizia che mi hanno dimostrato i tifosi juventini». Anche Lippi è rammaricato: «Mi dispiace soprattutto per l’uomo, Marcelo si era inserito con grande umiltà e grande serietà. Dal punto di vista tecnico il suo infortunio è gravissimo, perdiamo un giocatore di qualità, di prestigio, di esperienza». Marcelo rientra la stagione successiva; la Juventus, però, è corsa ai ripari, acquistando Di Vaio e per “El Matador” gli spazi sono ristretti. Alla fine del campionato totalizza pochissime apparizioni e viene ceduto al River Plate, in Argentina, prima di ritornare in patria, nell’Universidad del Chile. Trentadue presenze e quattro goals, queste le cifre di Salas in bianconero; ha collezionato anche 65 presenze con 35 goals con la maglia della propria nazionale.
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