Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
|
9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
|
Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 26.11.2008
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Giuliano
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di Bidescu
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Una vita dentro la Juventus, per la Juventus. Grande passione e competenza, nessuna voglia di mettersi in mostra, secondo il carattere piemontese. Il dottor Pietro Giuliano, prima segretario, quindi general manager e poi direttore generale della Juventus è nato a Caluso, il 9 novembre del 1936. Moglie, due figli, una famiglia serena, la maggior parte della giornata passata a fianco di Boniperti. Giuliano entra di diritto anche nella storia della Juventus, intesa come squadra. Qualche stagione fra i rincalzi («I primi contatti con Giampiero avvennero», ricorda, «nelle settimanali partite titolari-riserve ormai passate di moda, ed erano battaglie feroci, noi non ci stavamo a farci mettere sotto e loro si arrabbiavano»), quindi l’esordio in serie A il 19 febbraio 1956 a Torino, contro i rosso/alabardati triestini. Giocò solamente quella partita. «A me è bastata», dice, «anche se è ovvio che quando si è giovani si fanno sogni più belli. Ma io sapevo capire la realtà, ci sono gradini difficili da salire nel calcio professionistico eppoi avevo anche gli studi, parallelamente. Ho fatto le due cose insieme, ho un buonissimo ricordo di quel periodo». Pietro Giuliano, assorbito sempre più dallo studio, si staccò via via dallo sport per entrare sempre di più nella veste del dottore in scienze economiche. Lasciata la Juventus (squadra ed ambiente), giocò ancora un poco tra amici ed intanto iniziò quella che ormai credeva sarebbe stata la sua vita di lavoro. Impieghi alla Banca Ceriana, all’Azienda Elettrica Municipale, alle officine Savigliano, quindi il ruolo di Capodivisione all’ospedale Amedeo di Savoia. «Il calcio era ormai lontano dai miei pensieri», rammenta, «anche la Juventus la seguivo ormai con affetto, ma da lontano». Si riavvicinò alla Juventus, nella primavera del 1970, quando incontrò nuovamente Giampiero Boniperti. «Il mezzogiorno di una domenica», racconta Giuliano, «nella chiesa del Santo Natale si celebrava una messa in ricordo di mio padre. Sul portone, all’uscita, l’incontro con Giampiero e la sua famiglia, i soliti convenevoli. Poi Boniperti sbotta: “Vediamoci, sentiamoci, ho una cosa da dirti”. Confesso che non l’ho cercato, nelle giornate seguenti. Non per sfiducia, certo, ma perché conoscevo Giampiero come un uomo dalle cento idee, ma anche con molti impegni. Mi telefonò lui, con tono di rimprovero. Mi voleva alla Juventus, a lavorare per la società. Ho detto sì, e ne sono felice. Vedere il calcio la domenica e viverlo dal di dentro tutta la settimana è affascinante !!!» Rimane alla Juventus fino al 1990, quando si dimette Boniperti.
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