Con mister “gola profonda” non ci siamo più rivisti per anni, ogni tanto qualche sms di auguri, qualche telefonata e mail, tanto per non perdere i contatti. Inutile dire che ho spesso ripensato a quella conversazione, a tanti fatti che puntualmente si sono verificati: ad esempio, Giraudo che non ha più aperto bocca sulla vicenda Calciopoli; Unicredit che arriva in soccorso di Capitalia, acquisendola, e dunque acquisendone le passività notevoli, diventando praticamente banca proprietaria della A.S. Roma, ma guidata da un interista doc, e con azionisti personaggi importanti che nel calcio milanese sponda nerazzurra avevano investito; Inter che arriva all’apice nel 2010, ma vede improvvisamente spegnersi la luce, Mourinho andare via, parco giocatori progressivamente ridimensionato, squadra nuovamente nel caos come gli anni pre Calciopoli; Abete al vertice del calcio italiano, e Carraro mai veramente fuori dal calcio nostrano; Milan che torna sul mercato appena cessa il ciclo nerazzurro; Juventus che torna credibile e competitiva con la guida di Andrea Agnelli e la ritrovata coesione (almeno in apparenza), con John Elkann e il resto del gruppo. Troppe previsioni, insomma, si erano avverate, e non si trattava di previsioni da chiaroveggente, semplicemente di conclusioni consequenziali di un disegno ben preciso ed architettato, curato anche nei minimi dettagli. Naturalmente non potevo non ripensare a mister “gola profonda”, in questi ultimi mesi, quando, contemporaneamente al ritorno alla competitività ed alla conquista dello scudetto da parte della Juventus, ritornava in auge una certa macchina del fango a danno dei bianconeri, in particolare il tentativo di coinvolgere Conte, Pepe e Bonucci nella vicenda “scommessopoli”, oltre alla polemica sul famigerato gol di Muntari: come dire, il calcio “pulito” nato da Calciopoli, secondo certi media nostrani, tornava nuovamente torbido, pur senza Moggi, ma solo perché nuovamente la Juventus tornava a rivestire il ruolo che le compete nel panorama calcistico nazionale. E così, nonostante si fosse mostrato riluttante a parlare nuovamente con me di questi argomenti, alla fine si è convinto, e così, in una serata di fine luglio, ci siamo nuovamente incontrati, stesso ristorantino della stessa grande città di sei anni prima. Ristorantino con una novità: stavolta all’ingresso siamo stati accolti da un maxi poster dell’Inter del “triplete”, come dire, la conseguenza immediata e diretta di Calciopoli. Poster che fu il pretesto per iniziare la discussione.
A – bel poster non c’è che dire, la volta scorsa abbiamo parlato di Calciopoli, oggi vediamo quale è stata la conseguenza di quella operazione.
G – una delle conseguenze, non l’unica. Ma come avrai capito, quel poster è la chiusura di una vicenda, ed invero, dopo il triplete, l’Inter è tornata nuovamente quella di Moratti.
A – intendi dire che in questi anni sono stati altri a gestire la società nerazzurra?
G – perché, secondo te poteva essere Moratti a gestire in quella maniera una squadra forte e vincente? Vedi, gli interisti sono un po’ come i bambini che leggono le fiabe e si entusiasmano per gli eroi delle fiabe: non si accorgono che se gli eroi vincono, sono eroi di fantasia, e se perdono, c’è sempre un lupo cattivo a cui dare la colpa. Come dire vincono con la fantasia, ma perdono sempre per il lupo cattivo della situazione.
A – purtroppo hanno la stampa dal loro lato, e dunque nessuno va a scavare su come hanno vinto in questi anni e perché.
G – Roma – Sampdoria 1 – 2, stagione 2009 – 2010, una partita per la quale, ad esempio, il vostro amico Mensurati, o l’altro vostro amico Galdi, non faranno mai approfondimenti, eppure basterebbe solo notare che la sorte della Roma era appesa ad un filo, che di fatto chi controllava la squadra giallorossa era Unicredit, guidata da un interista DOC, sponsor unico della Champions League 2009 – 10, e che quel secondo posto imposto ai giallorossi, consentiva da un lato all’Inter di raggiungere l’apice dei suoi successi, e dunque il massimo di utile economico, ma dall’altro, prorogandosi ulteriormente il termine per la vendita delle quote del gruppo Sensi, maggioranza del pacchetto azionario A.S. Roma, si allungava ancora la vita ad una società tecnicamente fallita da anni, e che non sarebbe stata salvata neppure dalla conquista dello scudetto. Ecco, il fatto che nessuno voglia cercare di capirci qualcosa, e che si preferisce nella Capitale parlare del gol di Turone ancora, ma non del fatto per quattro anni quella giallorossa è stata di fatto società satellite dell’Inter, a sovranità limitata e dunque anche a competitività limitata, è sintomatico di come la stampa sportiva non sia libera in Italia.
A – ma non solo la stampa sportiva. Ad ogni buon conto, parliamo dell’attualità: stanno organizzando per caso una nuova Calciopoli a danno della Juventus?
G – amico mio, da qualche anno sono un po’ distante dall’ambiente che “conta” e dove certe notizie arrivano. Quindi non ho notizie di prima mano da poterti riferire, anche se, per la mia esperienza e conoscenza di fatti e personaggi del passato, presumo di poter trovare qualche chiave di lettura, in fondo siamo di fronte ai soliti personaggi, che utilizzano i soliti metodi, le solite logiche.
A – questo lo noto pure io. Ad esempio, ogni qualvolta si insidia il Milan, soprattutto se l’insidia è bianconera, parte puntuale la macchina del fango.
G – per vostra fortuna, sanno preparare le pentole ma non i coperchi, giusto?
A – in un certo senso si, alla fine vinciamo lo stesso, anche se cercano di macchiarci le vittorie e trovano terreno fertile in questo campo.
G – ricordati, Galliani è un geometra, non un ingegnere, e nei suoi progetti, la differenza si nota. E soprattutto ha un grave difetto, raramente calcola gli effetti negativi delle sue iniziative estemporanee, non dimenticare Marsiglia 1991.
A – dunque pensi pure tu che sia conseguenza dello screzio che ha avuto con Conte in occasione di Milan – Juve.
G – io penso di più, che già dopo la sconfitta nella gara di andata, in casa rossonera si sia pensato che occorresse fare qualcosa, più fuori che dentro il campo.
A – insomma, tornando alla vicenda del 2006, adesso dovevamo trovarci in pieno ciclo rossonero.
G – e cosa ci voleva a capirlo? Hai visto il mercato che ha fatto il Milan dal 2007 al 2010? Acquisti di secondo piano, vecchie glorie per accecare la tifoseria, come Ronaldinho, ma cessioni di giocatori come Kakà; poi nel 2010, Ibrahimovic, Thiago Silva, Cassano, e così via, mentre l’Inter si disfà gradualmente dei suoi campioni: non ti sembra un po’ il gioco delle parti?
A – ma evidentemente qualcuno si è messo di traverso, e questo qualcuno è Conte con la sua Juventus.
G – Andrea Agnelli no, secondo te?
A – beh … il ritorno di un esponente della famiglia, è chiaro segno che la Juventus è tornata strategicamente importante, giusto?
G – giusto. Primo anno di rodaggio, completamento dello stadio, inaugurazione in pompa magna, recupero dell’orgoglio e della tradizione bianconera, non sono fatti casuali, Agnelli ha detto a tutti che la Juventus simpatica ma di secondo piano, era davvero finita.
A – poi anche la richiesta di risarcimento danni, la richiesta di riapertura della vicenda Calciopoli …
G – queste secondo me sono solo operazioni di facciata, Agnelli sa bene che sono iniziative destinate a non avere esito alcuno, ti immagini che succederebbe se la FIGC fosse davvero condannata al risarcimento dei danni?
A – si, immagino.
G – Palazzi che impiega il tempo necessario per chiudere con una richiesta di prescrizione degli illeciti commessi dall’Inter, come dire, Calciopoli è chiusa, non provate a riaprirla.
A – appunto, Palazzi …
G – uomo di Galliani, come tanti in Lega e in Federazione.
A – adesso deferisce Conte, Bonucci e Pepe, su dichiarazioni molto labili di due cosiddetti pentiti, Carobbio e Masiello, neppure riscontrate da altri, anzi smentite platealmente, dai partecipanti alla famosa riunione tecnica, nel caso di Conte, dallo stesso Salvatore Masiello, fratello del pentito, nel caso di Bonucci e Pepe.
G – ti aspettavi il contrario?
A – no, ma mi pare sono accuse davvero inconsistenti, e non lo dico da tifoso; solo che, a differenza di sei anni fa, quando bene o male si intravedeva un disegno e dei collegamenti che potessero spiegare gli accadimenti, questa volta sono certo che la trama parta dagli ambienti milanisti, ma non trovo i punti di collegamento, le relazioni che possano spiegare.
G – visione limitata la tua. Dovresti avere capito da tempo che Galliani opera per interposta persona, come insegnatogli dal suo datore di lavoro, e la persona che compie l’azione sporca è di norma qualcuno apparentemente non collegabile direttamente a lui.
A – spiegati. G – il video su Cannavaro ti ricordi chi lo trasmise? Rai 2, che non era Rai 1, fortemente controllato da Berlusconi, e nemmeno i canali Mediaset; le intercettazioni di Torino da chi vennero propagandate? Da Carraro.
A – d’accordo, ma non trovo collegamenti con Carobbio e Masiello.
G – non guardare i pesci piccoli, loro parlano sotto dettatura. Certe operazioni ormai si compiono in maniera più fine, non c’è bisogno di parlare con i giocatori, oggi si parla con i procuratori dei giocatori, i movimenti di denaro spesso sono indiretti, gli sponsor e non le società, quindi disperdersi in questi meandri non è difficile, solo chi conosce il gioco, può capire da dove provengono certe “ispirazioni”.
A – quindi ritieni tu che Carobbio e Masiello siano solo terminali …
G – dico che non sarà facile ricostruire la catena di collegamento al puparo, anche se potrebbe esserti utile sapere a quale scuderia appartengono i due, chi siano stati o chi siano tutt’ora i loro procuratori sportivi: magari tu e il popolino distratto non dareste peso ai loro procuratori, chi invece sta dentro l’ambiente, conosce certi legami tra squadre di calcio, sponsor vari, procuratori, società di marketing e via di seguito.
A – a ben pensarci, non solo non conosco chi siano i procuratori dei due, ma mi pare che nessuno ne abbia mai fatto menzione nonostante lo scandalo avesse coinvolto i loro rappresentati.
G – allora comincia ad appurare chi siano questi personaggi, vedi pure quali altri giocatori appartengano alle loro scuderie, quali movimenti di mercato li abbiano caratterizzati negli ultimi anni, e magari troverai i primi collegamenti che potrebbero spiegarti da dove proviene la tempesta che colpisce Conte, Bonucci e Pepe.
A – capito. Almeno saprò da dove iniziare.
G – brutto mondo quello dei procuratori sportivi. Intendiamoci, non che siano tutti, come dire, personaggi discutibili, ma il loro avvento ha certamente alterato molti equilibri nel calcio, non a caso la tua Juve per nove anni non vinse più nulla, pur avendo un grandissimo dirigente quale Boniperti, mentre quelli che per primi capirono l’importanza di queste figure, da oltre un ventennio, sono quelli che comandano nel calcio italiano.
A – e perché?
G – ma davvero non te ne rendi conto del perché? Ti dico solo una cosa, l’unica colpa per la quale Moggi doveva essere processato, condannato e radiato, è stata quella di avere in sostanza inventato la figura del procuratore sportivo, di averne, negli anni ’70, costruito le basi, di avere sfruttato al massimo le potenzialità di questa figura teoricamente di mediazione, nella realtà di sfruttamento vero e proprio, con ramificazioni non sempre limpide, spesso diventate cartelli di gestione giocatori, di organizzazione che va oltre le maglie indossate dai giocatori rappresentati, e che spesso va in conflitto di interessi sia con i giocatori rappresentati, sia pure con le società con cui si tratta.
(continua)
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